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FALLUJA VIVRA' - Bollettino di Iraq Libero
by Iraq Libero Saturday, Nov. 20, 2004 at 1:53 PM mail: comitato_nazionale@iraqlibero.at

Per gli USA Falluja doveva essere il simbolo di una resistenza piegata. Ci sono invece buoni motivi per ritenere che il martirio di Falluja diventi il simbolo di un intero popolo in lotta. Un simbolo non solo iracheno, ma universale; un simbolo per tutti coloro che non intendono piegare la testa.

IRAQ LIBERO – COMITATI PER LA RESISTENZA DEL POPOLO IRACHENO

http://www.iraqlibero.at

comitato_nazionale@iraqlibero.at

Nel sito http://www.iraqlibero.at potete trovare il diario aggiornato della Resistenza irachena, informazioni, analisi ed altri documenti utili

Questo bollettino contiene:

1. La "soluzione finale" di Bush
2. Falluja vivrà – Incontri con la Resistenza
3. "Resistere oggi per esistere domani" - Sabato 27 novembre convegno nazionale a Firenze
4. Sottoscrizione per Iraq Libero

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1. La "soluzione finale" di Bush

Non ci sono più parole per descrivere la brutalità dell’occupazione americana. L’uso sistematico della tortura (altro che “mele marce”!), l’arresto e la carcerazione di ogni oppositore, la logica e la pratica quotidiana della rappresaglia, i continui rastrellamenti, l’utilizzo costante dei bombardamenti aerei, la violazione della Convenzione di Ginevra.
Questo elenco di crimini, che è il marchio imperiale della guerra infinita scatenata da Washington, ha trovato a Falluja la sua manifestazione più compiuta.
A Falluja gli americani hanno cercato la “soluzione finale” di hitleriana memoria. Qualcuno ha paragonato in questi giorni Falluja a Guernica, la città basca che in quel 26 aprile 1937 immortalato da Pablo Picasso pagò con 1654 morti il bombardamento della Luftwaffe. Ma Falluja ricorda anche altri due enormi crimini contro l’umanità: il bombardamento angloamericano di Dresda del febbraio 1945 e le atomiche statunitensi su Hiroshima e Nagasaki dell’agosto di quello stesso anno.
Lo scopo di quei massacri, perpetrati contro la popolazione civile di due paesi ormai vinti, era quello di dare un avvertimento inequivocabile all’Unione Sovietica. Oggi questa stessa ricerca della soluzione finale si svolge però in un quadro ben diverso. Ad essere bombardati non sono paesi ostili, bensì popoli in rivolta contro un’occupazione militare formalmente coperta da governi fantoccio (oltre all’Iraq è questo il caso anche dell’Afghanistan); ad essere “avvertiti” non sono i governi di potenze in competizione, ma tutti coloro che – in ogni angolo del pianeta – intendono resistere alla prepotenza americana.
Falluja è dunque un simbolo. Falluja è la città che per prima ha manifestato contro gli occupanti già nell’aprile 2003, pagando con la vita di decine di suoi abitanti. Falluja è la città che ha resistito nell’aprile scorso, costringendo gli USA ad un compromesso. Falluja andava dunque distrutta ad ogni costo. Per colpire la Resistenza irachena, per avvertire chiunque vuole resistere nel mondo.
Sull’esito militare di questa battaglia non potevano esservi dubbi. La guerriglia non può permettersi di difendere “fino all’ultimo uomo” le città. La guerriglia ha altre tattiche ed altri obiettivi.
In questo caso, senza per ciò consegnare la città agli americani, era fondamentale limitare le perdite, aprire nuovi fronti, arretrare tatticamente per riorganizzarsi e rilanciare strategicamente. Per quanto è possibile dire oggi è realistico pensare che questi obiettivi siano stati in buona parte conseguiti.
Le cronache di questi giorni ci parlano di un Iraq in fiamme, di combattimenti in tutto il centro-nord del paese, e la stessa Falluja, dove comunque i marines hanno subito perdite rilevanti, non appare affatto normalizzata. Questo non significa sottovalutare le perdite subite dalla guerriglia, ma ci dice che è ragionevole considerare la battaglia di Falluja non come l’inizio di una rotta delle forze della Resistenza, come vorrebbero gli americani; bensì come un importante episodio di una lotta gigantesca che ha mostrato da un lato la natura criminale dell’imperialismo americano e dall’altro le capacità di resistenza di una guerriglia che ha ormai solide ed inestirpabili radici nel popolo iracheno.
Per gli USA Falluja doveva essere il simbolo di una resistenza piegata. Ci sono invece buoni motivi per ritenere che il martirio di Falluja diventi il simbolo di un intero popolo in lotta. Un simbolo non solo iracheno, ma universale; un simbolo per tutti coloro che non intendono piegare la testa.

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2. Falluja vivrà – Incontri con la Resistenza

Calendario degli incontri con Sammi Alaà dell'Alleanza Patriottica Irachena

Martedì 23 novembre ore 21,00 ROVATO (BS) Centro Sociale 28 Maggio - Via Europa - info 339-5821597

Mercoledì 24 novembre ore 21,00 MILANO Csoa Cox – Via Conchetta 18 - info 02-59902099

Giovedì 25 novembre ore 21,00 TORINO Centro Culturale Principessa Isabella (Circoscr. 5) - Via Verolengo 212 - info 333-3671437

Venerdì 26 novembre ore 21,00 FABRIANO (AN) S. Antonio Fuori le Mura - Via Veneto 22 - info 328-8462852

Sabato 27 novembre ore 9,30 FIRENZE Sala del Dopolavoro Ferroviario - Via Alamanni 4 -
info 347-7815904

Domenica 28 novembre ore 10,30 FOLIGNO (PG) Sala della Corte – Palazzo comunale info 346-2388494

Lunedì 29 novembre ore 21,00 CESENA Sala Avis – Via Serraglio 14 (zona teatro) - info 0547-335490

Martedì 30 novembre ore 21,00 POGGIBONSI (SI) Sede del Circolo Prc Via Trento 47 - info 348-4125486

Mercoledì 01 dicembre ore 21,00 PIETRASANTA (LU) Sala della Croce Verde - info 339-4505810

Giovedì 02 dicembre ore 17,00 PIOMBINO (LI) Saletta Rossa del Municipio - info 347-1271998

Venerdì 03 dicembre ore 19,30 SASSARI presso "Link" - Via G. Galilei 9 - info 329-5798998

Sabato 04 dicembre ore 17,00 CATANIA Casa Trinakria - via Garibaldi 241 - Tel 333-3026191

Domenica 05 dicembre CATANIA Interviste con giornali ed emittenti siciliane

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3. Sabato 27 Novembre - Convegno nazionale "Resistere oggi per esistere domani"

FIRENZE - SABATO 27 NOVEMBRE 2004 ore 9,30
SALA DEL DOPOLAVORO FERROVIARIO – VIA ALAMANNI 4

CONVEGNO NAZIONALE

Resistere oggi per esistere domani

Ragioni e orizzonti del sostegno alla lotta del popolo iracheno per la libertà e l’autodeterminazione

Relazioni di:

-SAMMI ALAA (Alleanza Patriottica Irachena) – I comunisti nella Resistenza irachena

-ALDO BERNARDINI – L’Iraq che non si è arreso nel 2003 continua a resistere

-GIOVANNI BACCIARDI – La questione irachena e il movimento per la pace

-ANDREA CATONE – La sinistra italiana di fronte alla guerra infinita

-LUIGI CORTESI – L’imperialismo oggi

-ROBERTO GABRIELE – La rottura della tradizione antimperialista ed antiamericana della sinistra italiana

-UGO GIANNANGELI – Lo spettro del terrorismo. I nuovi paradigmi del diritto imperiale

-ALESSANDRA KERSEVAN – La Resistenza al nazifascismo e quella all’imperialismo USA: differenze e similitudini

-WILLI LANGTHALER – La Shia irachena tra liberazione e soggezione

-ALESSANDRO LEONI – L’internazionalismo nell’epoca della guerra infinita

-DOMENICO LOSURDO - Vecchie e nuove ideologie coloniali, appoggio alla resistenza irachena e lotta per la pace

-MIGUEL MARTINEZ – Le radici della vittoria di Bush

-ROBERTO MASSARI – Lotta armata, resistenza e globalizzazione

-GIANCARLO PACIELLO – Yasser Arafat, da Oslo alle “offerte generose” di Camp David

-MORENO PASQUINELLI – L’ultima crociata. La guerra imperialista e lo scontro di civiltà

-COSTANZO PREVE – Globalizzazione, Indipendenza nazionale e Resistenza. Riflessioni sul disorientamento della cultura europea

-PIETRO VANGELI – Lotte dei lavoratori e resistenza antimperialista

-Conclude LEONARDO MAZZEI

-Presiede ALESSIA MONTEVERDI

Promuovono:
COMITATI IRAQ LIBERO, Rivista ROSSO XXI, Rivista PRAXIS, Rivista LA MONTAGNE (già ERNESTO TOSCANO), AMR PROGETTO COMUNISTA-SINISTRA DEL PRC, CAMPO ANTIMPERIALISTA Italia, AGINFORM, UTOPIA ROSSA, UMBRIA CONTRO LA GUERRA,
Rivista RAPPORTI SOCIALI, LUPO di Osimo, ASSOCIAZIONE PELLEROSSA Cesena, CAMPO ANTIMPERIALISTA Sardegna, ASSOCIAZIONE ITALO-ARABA ASSADAKAH Roma, ANTIMPERIALISTI MARCHE, UTOPIA CONCRETA Brescia, SOCIALISMO E LIBERAZIONE, Area programmatica PROGETTO COMUNISTA del PRC

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4. Sottoscrizione per Iraq Libero

Come tutti possono immaginare, le attività a sostegno della Resistenza irachena richiedono non solo tempo, impegno e militanza, ma anche soldi.
Fino ad oggi si è cercato di far fronte alle varie esigenze, con piccole sottoscrizioni, raccolte fondi in occasione delle riunioni nazionali ed anticipi vari. Ora, con lo svilupparsi delle iniziative, occorre una contribuzione più ampia.
Nell'ultima riunione di Iraq Libero abbiamo perciò deciso di aprire un Conto corrente postale dove effettuare i versamenti.
Ora tocca a tutti voi!

I versamenti vanno effettuati sul ccp n° 57286221 intestato a Leonardo Mazzei, mettendo nella causale SOTTOSCRIZIONE.
Lo stesso ccp è utilizzabile per fare versamenti sia per ricevere il libro TORTURE "MADE IN USA" di Mauro Pasquinelli al prezzo unitario complessivo (libro + spese di spedizione) di 13 euro (causale LIBRO), sia per ricevere le bandiere irachene al prezzo unitario (bandiera + spese di spedizione) di euro 9 (causale BANDIERA).
Per comunicazioni scrivere a comitato_nazionale@iraqlibero.at

COMITATI IRAQ LIBERO – 20 Novembre 2004



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