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Carabinieri al G8, con mazze e spranghe
by syd Thursday, Nov. 25, 2004 at 12:45 AM mail:

E allo stesso battaglione Lombardia apparteneva il carabiniere che picchiava con la mazza da baseball all'ospedale San Paolo di Milano, la sera dell'omicidio di Davide «Dax» Cesare

 

Carabinieri al G8, con mazze e spranghe


Al processo ai no global l'ufficiale che ordinò la carica in via Tolemaide. Nei video pestaggi e armi «irregolari»
Le immagini in aula In via Tolemaide un'aggressione dei Cc. Così cambiò il G8


ALESSANDRO MANTOVANI
A un certo punto, nel filmato di via Tolemaide, uno dei carabinieri spara un lacrimogeno dritto per dritto, in mezzo alla «testuggine» colorata dei Disobbedienti. «E' partito un colpo», commenta imbarazzato il capitano Antonio Bruno, ascoltato ieri in aula nel processo ai 25 manifestanti che rischiano pene a due cifre per il G8 di Genova. Nelle immagini delle difese c'è anche altro, sessanta foto che mostrano le armi impugnate da parecchi militari dell'arma: spranghe nere, forse tubi tagliati (per alcuni si vede il vuoto all'interno), magari manganelli ma fuori ordinanza. Sono rigidi, se battono sul duro si ammaccano (altra foto). I tonfa telescopici dei cc, in confronto, regalano carezze. «Non sono in dotazione - risponde il capitano Bruno all'avvocato Emanuele Tambuscio - O avevano armi non autorizzate oppure le hanno raccolte da terra e poi usate». Chissà che non appartenesse ai carabinieri anche il manganello nero con laccetto bianco sequestrato, formalmente, a quattro manifestanti arrestati lì: le loro posizioni sono state archiviate a gennaio del 2003 per le «incongruenze e le imprecisioni» nei verbali d'arresto. Il capitano Bruno, in servizio a Massa Carrara e con diverse missioni all'estero all'attivo, al G8 comandava una delle cinque Ccir (Compagnie di contenimento e intervento risolutivo) create per il vertice del luglio 2001 e affidate a ufficiali paracadutisti del Tuscania. Era la Alfa, formata da militari del 3° battaglione Lombardia. Bruno ha già riconosciuto, il 16 novembre, di aver ordinato la prima delle cariche di via Tolemaide, quelle contro il corteo dei Disobbedienti partito dallo stadio Carlini e «autorizzato» fino a piazza delle Americhe, cinquecento metri più avanti. Erano le 14,30 del 20 luglio, gli incidenti gravi avverranno dopo: fino ai colpi di pistola contro Carlo Giuliani e ai tanti altri non andati a segno (diciotto secondo le relazioni di servizio dei cc). «Ho dato io l'ordine di caricare - ha ammesso il capitano - per reagire ai lanci di oggetti che ci piovevano addosso». Le immagini delle difese non lo aiutano: «Non si vede ma era così, ci arrivava di tutto». Comunque non è normale, la carica dovrebbe ordinarla il funzionario di polizia, in quel caso il vicequestore Mario Mondelli, vicario a Cuneo, che in aula ha spiegato: «Anche se non diedi io l'ordine di lanciare lacrimogeni credo che sia stato opportuno». La radio della questura in quel momento registrava: «Noo, hanno caricato le tute bianche, porco Giuda, loro dovevano andare a piazza Giusti». Voce mai identificata.

Ieri a Bruno è stato mostrato il filmato che mostra le cariche anche dalle vie laterali. «Volevamo chiuderle - ha detto il capitano - e non ci siamo riusciti». Ma l'ufficiale parlava di cariche «di alleggerimento» e l'avvocato Laura Tartarini ha fatto notare che lì stavano chiudendo le vie di fuga: «Non conosco Genova - ha risposto il capitano - non ci siamo resi conto». Gli hanno fatto vedere, sempre in via Tolemaide e dintorni, anche il pestaggio di due gionalisti (uno grida: «Sono un giornalista» e l'altro, in romano: «So' daa Rai») e quello di un manifestante oggi imputato, Filippo D'Avanzo, un ragazzino avellinese che aveva 20 anni all'epoca dei fatti: è accusato di devastazione per essere stato fotografato in mezzo agli scontri, dopo le cariche. «Non ricordo, certo per l'ora e il luogo potrebbero essere i miei uomini», ha detto il capitano Bruno. Per quei picchiatori in divisa c'è un altro procedimento. E allo stesso battaglione Lombardia apparteneva il carabiniere che picchiava con la mazza da baseball all'ospedale San Paolo di Milano, la sera dell'omicidio di Davide «Dax» Cesare. 

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Fonte:www.ilmanifesto.it

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