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LA STRATEGIA DEI CAMALEONTI: COMUNITARISMO E NAZIMAOISMO.
by saba Saturday, Jan. 29, 2005 at 8:47 AM mail:

Il fenomeno del cosiddetto ìnazimaoismoî non Ë mai stato sufficientemente approfondito nÈ dagli storiografi del neofascismo, nÈ dai politici e dai militanti della sinistra.

LA STRATEGIA DEI CAMALEONTI: COMUNITARISMO E NAZIMAOISMO.

INTRODUZIONE.

Il fenomeno del cosiddetto ìnazimaoismoî non Ë mai stato sufficientemente approfondito nÈ dagli storiografi del
neofascismo, nÈ dai politici e dai militanti della sinistra. La ìsimpatiaî che certi settori della destra estrema hanno spesso
rivolto a contenuti ed associazioni di sinistra Ë perÚ qualcosa da tenere díocchio, perchÈ puÚ dare luogo anche a situazioni
pericolose per chi milita in certi settori.
Gi‡ negli anni ë20 in Germania si sviluppÚ il movimento dei ìnazionalbolscevichiî, che abbracciava problematiche di
sinistra con indicazioni nazionaliste (praticamente quello che ha detto ai tempi nostri Jean-Marie Le Pen, dopo avere vinto le
ìprimarieî in Francia: ossia che Ë ìsocialmente a sinistra, economicamente a destra e nazionalista franceseî); vagheggiavano,
tra líaltro, uníalleanza con líUnione Sovietica. Furono eliminati dal nazismo, nÈ pi˘ nÈ meno che gli oppositori del regime 1.
Dopo varie peripezie, che narreremo brevemente pi˘ avanti, a partire dallíanno 2000 gli eredi di questi nazionalbolscevichi
(ìcomunitaristiî e ìcomunisti nazionalitariî) hanno iniziato a frequentare ed a cercare contatti con gli ambienti della sinistra
antimperialista ed internazionalista, i cui militanti molto spesso, o per non conoscenza, o per un malinteso pragmatismo, non
hanno preso le distanze da loro.
I risultati di questa attivit‡ che osiamo definire di entrismo non li abbiamo ancora visti, tranne il fatto che il movimento
internazionalista italiano si sta spaccando su queste cose. Al momento in cui scriviamo queste righe, Ë in corso, soprattutto in
rete (sulla carta stampata ben poco appare sullíargomento), una polemica sullíorganizzazione della manifestazione di
solidariet‡ con il popolo iracheno indetta per il 6 dicembre 2003, dato che tra i firmatari dellíappello qualcuno ha trovato dei
nomi di persone con un passato che viene ritenuto quantomeno ambiguo. Di fronte a questa polemica, il gruppo di Voce
operaia, che Ë tra i promotori, ha dichiarato ìa noi non risulta alcun fascista tra i 700 firmatari dellíappello con il popolo
iracheno che resiste e nel caso vi fossero noi le cancelleremoî; ed ancora, riguardo alle prese di posizione di Fulvio Grimaldi e
di altri: ìil giornalista Ë sfidato a portare le prove del ìsodalizioî coi fascisti, non davanti al branco di scellerati committenti
che lo istiga, ma davanti ad un Tribunale che, per quanto borghese deve pur rispettare la Costituzione e considera ìfascistaî un
insulto grave, lesivo della dignit‡ del cittadino che ne Ë colpitoî 2.
Da parte nostra, vorremmo dare un piccolo contributo alla conoscenza del panorama comunitarista e delle persone che
animano oggi questo movimento, pubblicando un dossier nel quale abbiamo raccolto alcune notizie su di essi. Lungi da noi
líidea di avere esaurito un argomento cosÏ problematico in cosÏ poche pagine.
INTELLETTUALI E PUBBLICISTI.
Nel dopoguerra il belga Jean Thiriart 3 fondÚ la Jeune Europe, che ìallíinizio degli anni Sessanta era stata la
fiancheggiatrice dellíorganizzazione di estrema destra OASî 4. A questo primo esempio di ìinternazionale neraî, che si
sviluppÚ in vari paesi e diede poi vita al movimento detto ìcomunitarismoî, fecero riferimento in Italia tra gli altri Claudio
Mutti 5, Ugo Gaudenzi, Claudio Orsi (nipote di Cesare Balbo), e líavvocato Marcantonio Bezicheri (che fu difensore di Freda
e, in anni pi˘ recenti, aderÏ alla Fiamma tricolore). Dalla sezione italiana della Giovane Europa si staccÚ poi il gruppo di Lotta
di popolo 6, i cosiddetti ìnazi-maoistiî 7.
Soffermiamoci sulla figura di Mutti, che a pi˘ di trentíanni di distanza continua a far parlare di sÈ. Carlo Palermo, il
quale considera tra líaltro come la nuova destra europea abbia ìsostenuto sin dagli anni Ottanta di avere scoperto líarianesimo
contenuto nella mistica islamicaî, riprendendo il rapporto ìprivilegiatoî che Hitler ebbe col Gran MuftÏ di Gerusalemme,
scrive che un personaggio chiave di questa ìriscopertaî dellíislamismo Ë Claudio Mutti, ìesaltatore del socialismo di
Muammar Gheddafi, professore di lingua romena allíUniversit‡ di Bologna, traduttore (Ö) di Codreanu, fondatore del
nazimaoismo italianoî. Sempre Palermo scrive che ìMutti in un numero della rivista Elements aveva spiegato che la sua
conversione alla religione musulmana (avvenuta nel 1979) era stata il risultato di decenni di lavoro allíinterno del movimento
fascista della Giovane Europa (Ö)î 8.
Mutti era stato inoltre tra i fondatori di Ordine Nero assieme a Franco Freda; lo ritroviamo poi presidente di
uníassociazione Italia-Libia costituita a Ferrara nel 1973, assieme ad Orsi; uníaltra associazione filoaraba fu fondata nello
stesso periodo da Michele Papa (che a Palermo era rappresentante di quel ìParlamento mondiale per la sicurezza e la paceî
che pare essere coinvolto in traffici di barre díuranio e che ha tra i propri ìdeputatiî anche il sedicente storico ñ revisionista ñ
1 Da leggere, per meglio conoscere líargomento, il testo di Marco Rossi, ìI fantasmi di Weimarî, ed. Zeroincondotta, 2001.
2 Da un dibattito presente nel sito http://www.politicaonline.
3 Su questo nome vedi Appendice.
4 C. Palermo, ìIl Quarto Livelloî, Ed. Riuniti, 1996.
5 A questo personaggio dedichiamo una nota nellíappendice.
6 ìSecondo indiscrezioni di fonte jugoslava, Settembre Nero (organizzazione ritenuta infiltrata e manipolata dai servizi segreti israeliani)
avrebbe stretto solide alleanze con i gruppi pi˘ fanatici della destra europea: Ordine Nuovo, Avanguardia Nazionale, Organizzazione Lotta
di Popolo che copia addirittura nella sigla OLP líOrganizzazione per la Liberazione della Palestina), gruppi neonazisti tedeschi e fuoriusciti
ustasciaî (G. Flamini, ìIl partito del golpeî, ed. Bovolenta 1982). Direttore di Lotta di popolo fu Ugo Gaudenzi.
7 La casa editrice Barbarossa (che fa riferimento a Maurizio Murelli) ha pubblicato nel 1992 un testo di Marco Battarra (uno dei fondatori
della rivista Orion) dal titolo ìDa Jeune Europe alle BRî, che sarebbe interessante da leggere anche per valutare se e quale fascino questo
tipo di destra, che oggi si potrebbe chiamare con uníespressione infelice ìbipartisanî, possa avere avuto su persone poi schieratesi
apertamente a sinistra come Renato Curcio.
8 C. Palermo, ìIl Quarto Livelloî, cit..
pordenonese Marco Pirina 9) che ìcercÚ persino ñ come risulta da indicazioni contenute in vecchi atti processuali ñ di dar vita
a un vero e proprio esercito di liberazione siciliano. Questa storia Ë emersa dalle dichiarazioni del terrorista Bernardino
AndreolaÖî 10.
A Ferrara fu fondata negli anni ë60 anche uníAssociazione Italia-Cina promossa da Claudio Orsi, che fu punto di
incontro di Freda 11, Ventura e del conte Pietro Loredan 12. Mutti era collaboratore di Orsi ed in quel periodo scriveva sulla
rivista Ordine Pubblico, diretta dal principe piduista Alliata di Montereale 13.
Oggi Mutti Ë uno dei nomi di punta dellíarea dei Circoli comunitaristi nazional-europei che rappresentano gli eredi dei
ìvecchiî comunitaristi di Thiriart: loro riferimenti sono testate come Orion, L’uomo libero, Rinascita 14, Orientamenti, Rosso è
Nero 15 ed altre. Gli ambienti gravitanti intorno a queste riviste si ritrovarono nel luglio del 2000 a dare vita allíorganizzazione
Rinascita Nazionale (che pubblica líomonima testata) il cui Comitato provvisorio di coordinamento nazionale era animato da
Giacinto Auriti 16 e Giorgio Vitali 17 ed il cui comitato costituente vedeva la presenza di Ugo Gaudenzi (quale responsabile) e
Piero Sella (presidente nazionale) 18; ma anche di Alberto Mariantoni 19, Paolo Emiliani, Paolo Zanetov 20, Maria Lina Veca
(responsabile della federazione di Roma) 21 e, nella Venezia Giulia, Dino Giacca 22 e Stefano Mattiussi.
Il simbolo di Rinascita Nazionale, un sole nascente e tre frecce, ìoltre a riprendere fedelmente il distintivo con cui si
fregiavano le SS italiane, evoca sia le Frecce Incrociate dei nazisti ungheresi che quello della Falange spagnolaî 23.
La rivista Orion fu fondata nel 1984 da Marco Battarra (che rappresentava il gruppo Nuova azione) e Maurizio Murelli,
dopo che questíultimo aveva finito di scontare 11 anni di prigione per líomicidio del poliziotto Antonio Marino, avvenuto a
Reggio Calabria nellíaprile ë73. Allíinizio Murelli fondÚ con Battarra il circolo Barbarossa di Saluzzo con ex aderenti di
Europa civilt‡; in seguito nacquero la casa editrice omonima, la rivista Orion e un negozio di fantasy, La bottega del
fantastico, posto di lavoro di Battarra.
Murelli coagulÚ attorno a sÈ anche Chicco Galmozzi, ex di Prima Linea, condannato per avere ucciso, nellíaprile 1976, il
consigliere provinciale missino Enrico Pedenovi; poi si aggregarono al gruppo anche Mutti ed un altro intellettuale di destra,
Carlo Terracciano.
Nel numero 10 (ottobre 1989), Orion ha pubblicato il ìManifesto politico del Partigiano europeoî, dove i ìpartigiani
europeiî, eredi della Giovane Europa di Jean Thiriart, si definiscono come ìuna fazione dellíestrema destra, che, passando
attraverso il neofascismo si Ë evoluta verso il nazionalismo rivoluzionario e líestrema sinistra anti-sionista, libertaria e non
dogmaticaî. Tassinari scrive che in Italia ìuna fazione di nostalgici dellíestrema destra, nella costellazione di gruppi che si
richiamano allíesperienza dei nazionalbolscevichi, líala minoritaria del nazismo liquidata brutalmente per le sue tendenze
sinistrorse dopo la conquista del potere (Ö) ha il suo punto di coagulo in Orion 24. ìIl gruppo di Orion esprime una linea
nazional-rivoluzionaria o, meglio ancora, nazional-comunista, con forti richiami ai temi della nuova destra di Alain De
Benoistî. Temi fondamentali: ìlotta al mondialismo, inteso come dominio della finanza internazionale dominata dalla
consueta cricca giudaico-massonica, a cui contrapporre non il modello dellíEuropa ìbianca e cristianaî, ma uníunione di
intenti con le forze nazional-comuniste, tradizionaliste ed integraliste dellíex impero sovietico e della sfera islamica 25.
Inoltre ìnellíarea nazionalcomunista, come ha sottolineato Murelli, non esistono problemi di appartenenza religiosa e
convivono tranquillamente cattolici pi˘ o meno integralisti, pagani come Murelli, Battarra (che dichiarano perÚ di avere da
tempo abbandonato i riti del Solstizio), e Alessandra Colla (cultrice di Ipazia, la prima martire del paganesimo) 26, agnostici
come Galmozzi e musulmani come Mutti e Terraccianoî 27.
9 Su questo nome vedi Appendice.
10 C. Palermo, ìIl Quarto Livelloî, op. cit..
11 ìA Ferrara Freda frequenta Claudio Orsi, protagonista di smaccate operazioni di infiltrazioneî (G. Flamini, ìIl partito del golpeî, op. cit.).
12 Su questo nome vedi Appendice.
13 Su questo nome vedi Appendice.
14 Tipico di questa destra líappropriarsi di sigle e titoli patrimonio dei movimenti di sinistra.
15 Rosso Ë Nero Ë un movimento nato da una scissione nazional-comunitarista del Fronte Nazionale di Tilgher nel 1999. Idee antioccidentali,
comunitariste provengono anche dal nuovo partito comunista russo di Ghennadi Ziuganov (forse non a caso i testi di Ziuganov sono diffusi
in Italia da canali di estrema destra). Nel n. 1 (novembre 1998) della rivista Rosso è Nero, un ìarticolo apologetico di Osama Bin Ladenî si
concludeva cosÏ ìciÚ che non ha rispondenza nellíintimo sentire della razza Ë menzogna, una costruzione artificiosa priva díintimo, organico
fondamentoî (in M. Rossi, ìI fantasmi di Weimarî, op. cit.).
16 Su questo nome vedi Appendice.
17 Su questo nome vedi Appendice.
18 Su questo nome vedi Appendice.
19 Su questo nome vedi Appendice.
20 Su questo nome vedi Appendice.
21 Su Maria Lina (o Marilina, come appare talvolta) Veca avremo modo di tornare spesso in questo dossier.
22 Su questo nome vedi Appendice.
23 M. Rossi, ìI fantasmi di Weimarî, op. cit.
24 U. Tassinari, ìFascisteriaî, Castelvecchi 2001.
25 In M. Coglitore, ìLa memoria traditaî, Zeroincondotta 2002, che cita parte del testo di V. Marchi, ìBlood and Honourî, KoinÈ edizioni
1993.
26 Colla Ë anche moglie di Murelli ed amministratrice di Orion.
27 U. Tassinari, ìFascisteriaî, op. cit..
Successivamente si unÏ ad Orion anche il gruppo del Movimento antagonista-sinistra nazionale (nel quale militava
Giorgio Vitali), che si era creato intorno al periodico Aurora uscito nel 1988 su iniziativa di ex rautiani. La rivista, alla quale
collaborÚ anche Mutti, uscÏ con una ìnuova serieî dal 1992 al 1998, dando ampio spazio ai reduci della RSI; il direttore era
Luigi Costa, ed in numero del 2002 troviamo un necrologio che Vitali scrisse per un ìreduceî della RSI, nonchÈ portavoce
della Federazione di questi ìreduciî, nata, secondo Vitali, ìper rappresentare líeredit‡ storica e politica della RSIî, definito pi˘
avanti un ìfortunato periodo della nostra Storiaî.
Collegato ad Orion Ë il progetto di Sinergie europee, da uníidea di Murelli ispirata alle posizioni di Thiriart per la
creazione di un unico partito europeo in un ìprogetto di ricostruzione europeaî, fondato sul coordinamento di forze
antiamericane ed antimondialiste, con una certa simpatia per líislamismo. Il progetto era stato sviluppato da Murelli dopo aver
avuto dei collegamenti con líopposizione nazionalcomunista russa, e ad esso avevano aderito Gabriele Adinolfi 28 (gi‡ di Terza
Posizione) e Rainaldo Graziani 29; líanimatore era Claudio Mutti. Líultima loro iniziativa Ë stata líUniversit‡ díestate del 2000,
svoltasi in un agriturismo di Graziani, alla quale intervennero Mario Consoli (l’Uomo nuovo), Piero Puschiavo, (Fronte veneto
skinhead) ed il negazionista Jurgen Graf.
Alla fine degli anni ë90, dopo líaggressione NATO alla Jugoslavia e, in Italia, il progressivo avvicinamento della destra
ìsocialeî (Tilgher e Rauti) verso accordi elettorali con il Polo delle libert‡, la galassia comunitarista italiana si Ë coagulata,
dando vita ad una collaborazione con il Partito Comunitarista Nazionaleuropeo (erede di Jean Thiriart), ma la collaborazione Ë
durata poco e dopo un anno i Circoli comunitaristi ruppero con il PCN. Nel maggio 2001 i Circoli comunitaristi dichiararono il
proprio scioglimento ed il passaggio alla fase del ìcomunismo nazionalitarioî. In questa fase vediamo la nascita dellíUnione
dei Comunisti Nazionalitari del loro sito resistere! e della rivista Comunitarismo 30. Nel documento prodotto dallíassemblea
romana di scioglimento del 30.6.01, si legge che ìi comunitaristi hanno intrapreso un ennesimo processo di revisione ideologia
tale da fargli abbandonare Thiriart in favore di Lenin (Ö) e la prospettiva strategica dello Stato Unitario Eurasiatico per quella
di una Federazione Europea di Stati socialisti, avvicinandosi alle elaborazioni di Indipendenza, altro periodico guardato con
aperta diffidenza dagli antifascisti per la provenienza di alcuni suoi redattori sia dallíestrema sinistra che dallíestrema destraî 31
Per conoscere gli altri componenti dellíarea, andiamo nel sito dellíorganizzazione Italia sociale dove troviamo
innanzitutto la composizione della redazione dellíomonimo ìsettimanale del socialismo nazionaleî edito a Verona: direttore
responsabile Ugo Gaudenzi, direttore politico Federico Dal Cortivo, responsabile culturale Roberto Muttoni. Tra i
collaboratori troviamo: il gen. Amos Spiazzi 32, Stefano Andrade Fajardo, Tazio Poltronieri, il prof. Primo Siena 33, Franco
Andreetto, Andrea Cucco; tra i collaboratori esterni: il dott. Carlo Terracciano, Maria Lina Veca e Claudio Mutti. Nella prima
pagina del sito appare un inquietante interrogativo: sar‡ Cuba il prossimo obiettivo dellíamministrazione Bush? Sfogliando il
loro archivio editoriale, troviamo altre firme, alcune indiscutibilmente di destra come Massimo Fini, Paolo Emiliani (che Ë
anche collaboratore di Rinascita), Maurizio Blondet 34, il triestino Ugo Fabbri 35, Adel Smith 36; ma anche Noam Chomsky,
padre Benjamin, Marco Saba 37, gli ìamici di Al-Aqsaî ed altre organizzazioni filopalestinesi. Inequivocabile invece il titolo
della pagina web dedicata alla storia: ìi 18 punti di Verona: uníincredibile attualit‡ nel programma della RSIî.
Come siti collegati troviamo alcune riviste: Rinascita nazionale, Tibereide, Italicum; ma anche i siti di movimenti politici
palestinesi ed iracheni, il sito di padre Benjamin sullíIraq, quello del Sinn fein e del Partito giustizialista (peronista) argentino,
del Front National francese di Le Pen, del partito neonazista tedesco NPD, di alcune organizzazioni nazistoidi svizzere e della
Giovent˘ nazionale fiamminga; il sito dellíADES (Associazione amici e discendenti degli esuli istriani) 38, del gruppo musicale
270 bis 39, della ìdestra in Italiaî, con líagenda degli appuntamenti ìculturaliî e politiciî dellíarea; ed anche dello statunitense
Institute for historical review, diretto da Mark Weber.
28 Su questo nome vedi Appendice.
29 Su questo nome vedi Appendice.
30 Dati tratti dal sito http://www.misteriditalia.it.
31 M. Rossi, ìI fantasmi di Weimarî, op. cit..
32 Su questo nome vedi Appendice.
33 Su questo nome vedi Appendice.
34 Blondet Ë líautore di ìI nuovi barbariî, edito da Effedieffe, un testo sul movimento skin che viene qui descritto tutto sommato con
ìsimpatiaî.
35 Su questo nome vedi Appendice.
36 Adel Smith, rappresentante dellíUnione musulmani díItalia, Ë diventato famoso per la sua campagna contro il crocifisso negli uffici
pubblici e per essere stato aggredito in diretta tv da esponenti di Forza Nuova, che non volevano parlasse delle proprie posizioni islamiste
(che tra líaltro non sono condivise da altre associazioni di suoi correligionari). » interessante costatare queste ìrisseî tra integralisti di
variegata corrente.
37 Su questo nome vedi Appendice.
38 Tra le persone che collaborano con questo gruppo ìneoirredentistaî e che ritroviamo nella nostra ricerca, citiamo Dino Giacca (che Ë pure
esponente di Continuit‡ adriatica, che nominiamo pi˘ avanti), Giorgio Rustia, Marco Pirina e Stefano Mattiussi, nomi di cui parliamo pi˘
diffusamente nelle note in fondo.
39 Degna di citazione la loro canzone ìCuore Neroî: ìE io ho il cuore nero/e tanta gente/mi vorrebbe al cimitero./Ma io ho il cuore nero/e
me ne frego e sputo/in faccia al mondo intero.../Il braccio che si stende calando gi˘ la sbarra/lo schianto delle ossa, lo stridere dei denti/lo
sguardo inorridito di mille benpensanti:/ci vuole cosÏ poco per essere contentiî. Il loro leader, Marcello De Angelis, che usa iniziare i
concerti leggendo passi del Corano, ha un passato in Terza Posizione, ma poi Ë divenuto redattore della rivista Area di AN. Parleremo
ancora di loro in questo dossier.
Vale la pena di segnalare uníiniziativa promossa da Rinascita nazionale nellíaprile 2002 ìin collaborazione con Utopia,
Associazione Uomo Libero, Comicontrol, Italicum l’Uomo libero, Comunità militante Tiburtina e Umbra, Gioventù
universitaria, Ass. Limes 40, Socialismo tricolore 41î. Il tema del convegno, strutturato su due giornate era ìPulizie etniche e
indipendenza dei popoli. Le Nazioni spezzateî. Nella prima giornata era prevista una tavola rotonda sulla ìpulizia etnica antiserba
nei Balcani voluta da Londra e Washington, Krajne di Croazia e Bosnia, Kosovo (1992-2002). Il genocidio
dimenticatoî. A questo dibattito, i cui relatori erano, tra gli altri: Dragoljub Kogcic (presidente dellíSDS), George Galloway
(Scottish labour party), il generale Silvio Mazzaroli 42, Falco Accame ed il giornalista Massimo Fini, erano stati invitati
Stefania Craxi, il giornalista Maurizio Cabona 43, il mar. Ernesto Pallotta, direttore del Giornale dei Carabinieri ed il
giornalista della SDS Dusan Ostojic. A questa tavola rotonda sarebbe seguita la conferenza stampa del ìprogetto Utopia per la
rinascita del Kosovoî.
Il giorno dopo erano previste altre due tavole rotonde: al mattino ìla pulizia etnica anti-araba nel Vicino Oriente voluta
da Londra e Washington. Palestina e Iraq. Il genocidio dimenticatoî, con la presenza, tra gli altri, di George Galloway, padre
Benjamin, Jacques Borde (osservatore internazionale in Iraq), Bobo Craxi. Ad essa seguiva la conferenza stampa sul ìprogetto
Utopia per la Rinascita arabaî.
Ultima tavola rotonda: ìla pulizia etnica anti-italiana nellíAdriatico orientale voluta da Londra e Washington. Istria,
Fiume, Zara e Dalmazia (1944-47). Il genocidio dimenticatoî. Con Dragoljub Kogcic, Giuseppe Pititto 44 (magistrato), Dino
Giacca (Associazione Continuit‡ adriatica), Augusto Sinagra, (avvocato di parte civile nel processo cosiddetto per le foibe) 45,
Luigi Papo (storico) 46, Piero Sella (storico), Massimo Fini; inviti allíon. Fabrizio Cicchetto di Forza Italia, al ìcom. Sannucci
X Masî, Maurizio Cabona. Anche qui seguiva una conferenza stampa sul ìprogetto per la rinascita della Continuit‡ adriaticaî.
Líinsieme di questo convegno ci ricorda un intervento del giornalista Fausto Biloslavo 47, che, dopo essersi presentato
come ìnipote di infoibato e figlio di esuleî síË chiesto perchÈ non sia mai esistita uníorganizzazione per la liberazione
dellíIstria come invece Ë esistita uníorganizzazione per la liberazione della Palestina ed ha poi concluso auspicando che ìil
mare Adriatico diventi pacificamente, culturalmente quello che Ë sempre stato: un lago italianoî 48.
Dopo Rinascita Nazionale parliamo del centro culturale Italicum, che vede tra i propri collaboratori Enzo Erra 49, Mario
Merlino 50, Alessandro Cresti 51, Giorgio Vitali. Citiamo soltanto il tema del numero monografico 5-6, cioË ìricostruire lo
statoî, che pubblicava, tra gli altri, gli interventi di Enrico Belardinelli, Stefano Tringali 52, Gabriele Adinolfi, Augusto
Sinagra, Marilina Veca.
Della rivista Tibereide (segnalata come ìil mondo delle forze armate nellíottica degli interessi nazionali), Ë direttore
responsabile Maurizio Lintozzi; caporedattore Marilina Veca, collaboratori Falco Accame, Marco Saba, Franco Maranzana,
Debora Zappa, Bruna Alasia e Michele Santoro (ìdalla Siciliaî, Ë specificato nel sito della rivista);. Interessante la presenza di
Falco Accame, storico militante di sinistra (anni or sono faceva riferimento a Democrazia Proletaria ed oggi collabora con
Rifondazione comunista e scrive sul suo quotidiano Liberazione), che si Ë da decenni occupato di questioni collegate ai diritti
dei militari, allíuranio impoverito, a problemi di politica internazionale e terrorismo; ma anche la presenza di Marco Saba che
si Ë fatto un nome negli ambienti di sinistra per la sua attivit‡ di controinformazione sullíuranio impoverito.
MILITANTI BIPARTISAN.
Torniamo indietro nel tempo per vedere come gi‡ negli anni passati la destra cosiddetta ìradicaleî avesse teso le mani
verso movimenti e mobilitazioni ìdi sinistraî.
Una tendenza al ìnazimaoismoî la riscontriamo innanzitutto in Terza Posizione, che aveva animato a Roma, alla fine
degli anni ë70, la lotta degli abusivi senza casa contro líamministrazione di sinistra nella borgata di Palmarola. CosÏ pure le
posizioni di solidariet‡ di Terza Posizione ai movimenti di liberazione nazionale, non solo baschi ed irlandesi, ma pure ai
sandinisti del Nicaragua che erano chiaramente ìdi sinistraî.
40 » uníassociazione culturale di destra che non dovrebbe avere nulla a che fare con la rivista di geopolitica dallo stesso nome.
41 Uno dei leader di Socialismo tricolore Ë Biagio Cacciola, uscito dal Fronte nazionale di Tilgher e candidatosi per questo gruppo a
Frosinone nel 2002 in sostegno ad una lista di centrosinistra.
42 Nel programma Mazzaroli Ë indicato come gi‡ vicecomandante della KFOR in Kosovo, ma su di lui vi rimandiamo alla nota in appendice.
43 Cabona Ë il critico cinematografico del Giornale, ma lo ritroveremo spesso tra le iniziative di questa area politica.
44 Pititto Ë diventato famoso come il PM dellíinchiesta delle ìfoibeî, ma quello che la stampa tende a non scrivere, Ë che delle sue istruttorie
ben poco Ë stato confermato in sede di giudizio.
45 Su questo nome vedi Appendice.
46 Su questo nome vedi Appendice.
47 Su questo nome vedi Appendice.
48 Intervento fatto nel corso di un convegno organizzato da Azione Giovani per presentare un libro di revisionismo storico dal titolo ìIl
rumore del silenzioî (10.9.97).
49 Su questo nome vedi Appendice.
50 Su questo nome vedi Appendice.
51 Cresti Ë il leader del gruppo musicale dei Nihil project, che si autodefinisce ìdi sinistraî, ma a noi pare quantomeno equivoco; era previsto
tra gli ospiti del campo antimperialista del 2003.
52 Su questo nome vedi Appendice.
Su Terza Posizione leggiamo quanto scrive Gianni Flamini 53 ìFrancesco Mangiameli, Roberto Fiore, Gabriele Adinolfi
(...) stavano fondando una nuova organizzazione e dando alle stampe un giornale. Si sarebbero chiamati entrambi Terza
posizioneî. Era il 1979, e Flamini cita un brano dei loro scritti: ìTerza posizione rimuove le stagnanti acque della
rassegnazione e si manifesta come polo per tutti coloro che vogliono disegnare con noi il futuro del nostro sistema. Dobbiamo
considerarci naturali alleati dellíIslam, a cui non puÚ non andare la nostra stimaî. Il 14.12.79, in una sede romana del
movimento vengono arrestati tre esponenti di Terza posizione, colti nel bel mezzo del trasporto di una cassa piena di bombe a
mano. Nella perquisizione successiva la DIGOS trover‡ divise da carabiniere e guardia di finanza, documenti rubati e falsi,
fucili ed esplosivi vari. Su possibili legami tra Terza posizione ed i terroristi dei NAR indagÚ allíepoca il giudice Mario
Amato, che fu assassinato da Gilberto Cavallini, dei NAR, il 23.6.80.
Possiamo in parte ritrovare oggi posizioni simili a quelle di Terza Posizione nella rivista della Comunit‡ politica di
Avanguardia, dove possiamo leggere, oltre ad elogi sperticati della figura di Osama Bin Laden, definito ìrivoluzionario
antimondialistaî 54 (ricordiamo che anche Rosso è Nero aveva un occhio di riguardo per questo personaggio), anche gli scritti
di Noam Chomsky e del Subcomandante Marcos. E praticamente in ogni numero della rivista troviamo espressioni di
solidariet‡ col popolo palestinese, in chiave perÚ essenzialmente antiebraica pi˘ che non internazionalista (qui possiamo forse
intravedere un collegamento con il filoislamismo di destra cui abbiamo accennato prima).
In merito alle ìformazioni della destra antagonista che catalizzano in chiave antiamericana ed antiisraeliana esperienze ed
istanze politico-religiose del mondo islamicoî, diamo la parola ad una fonte ìufficialeî: ìun ruolo particolare Ë stato svolto
dalle organizzazioni filoislamiche che hanno alzato i toni della critica politica allíimperialismo americano ed allíazione
politico militare svolta da Israele in Palestina. Tra tutte va citata la Comunit‡ politica di Avanguardia ferma sulle sue storiche
posizioni filoiranianeî 55.
La comunit‡ politica di Avanguardia nacque nel 1982 a Trapani, con la rivista omonima, e per un certo periodo collaborÚ
con il gruppo facente riferimento alla rivista Orion, ma poi le strade si divisero ed i due gruppi non diedero vita al tentativo di
costruire un partito comune antimondialista. Secondo Marchi, nel 1993 il circuito di Avanguardia coinvolgeva, oltre alla
rivista omonima, il centro librario trapanese Knut Hamsun, la redazione di Popoli in provincia di Pescara (a Pescara nel 1993
prender‡ vita un altro circolo di Avanguardia) ed il centro studi di Marsala ìCristianesimo e Islamî, diretto da Gioacchino
Grupposo 56.
Preoccupante Ë perÚ la posizione di Avanguardia, nella lettera-editoriale a firma Manuel Negri dallíinequivocabile titolo
ìSvegliatevi coglioni!î rivolta ai ìcamerati in buona fedeî di Forza Nuova. La lettera si riferisce alla manifestazione
forzanovista bolognese del 13.5.00, quando ìi manifestanti del gruppo di Fiore e Morsello ed i ìcontestatori antifascistiî
hanno contribuito, pi˘ o meno inconsapevolmente, a portare avanti un disegno strategico funzionale esclusivamente ai centri
di potere improntati alla stabilizzazione dellíordine costituito ed a smorzare ogni pulsione ribellistica proveniente da
qualunque ambiente antagonistaî. CosÏ, secondo Negri, ìla presenza di Forza Nuova (...) ha ulteriormente contribuito a
rafforzare stupidamente il muro di divisione tra forze ìpotenzialmenteî antagoniste che, strategicamente unite contro un
obiettivo comune, risulterebbero minacciose per il sistemaî.
E si chiede ancora: ìCome mai i ìfascistelli tricoloreî non erano presenti a Genova al fianco degli anarchici, alla
contromanifestazione di Controtebio e Mobiltebio (...) contribuendo cosÏ ad ingrossare le fila di un unico fronte antagonista?î.
Che gli anarchici potessero non essere díaccordo che le fila del ìfronte antagonistaî fossero ingrossate anche da
ìfascistelli tricoloreî non pare un problema per Negri, ma bisogna tenere presente che nella rivista vengono ripetutamente
citati, in senso di condivisione, interventi, scritti ed analisi di un certo settore anarchico, come quello di alcuni centri sociali
romani, o le opere di Alfredo Maria Bonanno (che non ci risultano comunque, nÈ gli uni, nÈ líaltro, avere alcun rapporto con
la gente di Avanguardia). PerÚ il problema del ìbraccio tesoî verso certe componenti politiche certe componenti politiche puÚ
generare confusione in persone (anche in buona fede) che non hanno una gran preparazione ideologica e magari ritengono
possibili certi ìconnubiî.
Nei tragici giorni del G8 di Genova (luglio 2001) abbiamo forse potuto verificare come certi sospetti di infiltrazioni
potrebbero avere un fondo di verit‡. Leggiamo quanto ha scritto Guido Caldiron 57, dopo le ìindiscrezioniî su un memoriale
dei servizi segreti in merito al pericolo di una presenza nazifascista a Genova: ìSecondo quanto scriveva ieri Il Messaggero,
Biagio Cacciola 58, dirigente del Fronte Nazionale di Adriano Tilgher e consigliere comunale a Frosinone, confermerebbe la
presenza del suo gruppo a Genova. Senza simboli e bandiere, confusi nella massa dei manifestanti, circa trecento militanti del
53 G. Flamini, ìLíombra della piramideî, Teti 1989.
54 CíË un particolare che ci sembra particolarmente inquietante a questo proposito, ma che non siamo in grado di approfondire, sia per
mancanza di dati che di spazio: in uno dei documenti diffusi dai Nuclei Territoriali Antimperialisti, appare un ìriconoscimento del ruolo
positivo del miliardario Osama Bin Ladenî e la visione del ìfondamentalismo islamicoî quale ìpaladino del riscatto rivoluzionario contro lo
strapotere occidentaleî, al punto da ipotizzare una ìtrattativaî tra ìcomunisti combattenti italiani e fondamentalismi islamiciî (cosÏ G.
Cipriani ne l’Unità del 14.1.00). Nulla di quanto paventato in questo articolo síË finora realizzato, ma considerando che gli NTA (una sorta
di ìterroristi virtualiî del Nordest, descritti come pericolosissimi dagli apparati di polizia, ma che in concreto hanno al loro attivo soltanto
uníenormit‡ di comunicati ed alcuni attentati con petardi e bombe carta) appaiono con le loro ìrisoluzioniî in momenti sempre opportuni per
qualcuno (di solito non per i veri militanti della sinistra), tutto ciÚ puÚ costituire un segnale di cui tenere conto.
55 Dalla relazione al Parlamento sullíattivit‡ delle forze di Polizia e sullo stato dellíordine e della sicurezza pubblica nel territorio nazionale
per líanno 2002, a cura del dipartimento della PS del Ministero dellíInterno.
56 V. Marchi, ìBlood and Honourî, cit.
57 Questo ìmemorialeî Ë stato pubblicato sul Secolo XIX il 25.7.01.
58 Abbiamo visto prima che Cacciola Ë diventato referente di Socialismo tricolore, e visti i ìprecedentiî del personaggio (sul quale vi
rimandiamo alle note in fondo), queste sue dichiarazioni assumono una valenza particolare.
Fronte avrebbero preso parte al corteo di sabato 21, sfilando nella prima parte della manifestazione, quella non coinvolta dagli
scontri. - Siamo arrivati a Genova da ogni parte díItalia - spiega Cacciola - non potevamo non partecipare ad una
manifestazione che riassumeva molti dei valori e dei temi per cui ci battiamo dai tempi del MSI (...) -. Oltre a parlare dei
propri camerati, líesponente frontista dichiara - Qualcuno di Forza Nuova cíera, ma molti sono rimasti a casa -. (...) Altre
testimonianze continuano poi a riguardare i pullman neri arrivati a Genova da Bologna e Cesena e che avrebbero raccolto sia
militanti dei gruppi fascisti che ultr‡ neonazisti. Il Secolo XIX raccoglieva ieri voci che sarebbero circolate negli ambienti di
destra e che parlavano di un gruppo di - cinquecento reclutati tra le tifoserie pi˘ accese e destrorse della galassia calcistica
italiana e straniera - 59î.
Anche qui puntuale Ë arrivata la smentita di Fabio Bellani: ìRigettiamo le accuse in base alle quali il nostro movimento si
sarebbe infiltrato nel corteo di Genova contro il G8, per provocare disordini. Queste sono teorie tipiche degli eredi dei
comunisti, che rifiutiamo 60î.
Accadde a volte che tentativi di ìstrani connubiî promossi da esponenti di una certa destra andassero a vuoto, come nella
primavera del ë79, quando il gruppo di Costruiamo líazione 61, organizzÚ un convegno a Roma sulla repressione, al quale
invitÚ líAutonomia operaia, che perÚ ignorÚ la faccenda, facendo cosÏ fallire líiniziativa di coagulare i due ìopposti
estremismiî; altre volte invece tentativi di questo tipo ebbero degli sviluppi diversi.
CosÏ parliamo dellíormai scomparso Enrico Vesce, che fu negli ultimi anni esponente radicale, dopo essere stato
militante di Potere Operaio. Vesce, che nel 1968 ìaveva subaffittato una stanzetta nei locali della libreria di Freda a Padovaî 62,
dove gestiva la propria agenzia libraria, nel 1993 aveva partecipato ad un convegno organizzato dal Comitato di Solidariet‡
per Detenuti Politici, organismo fondato dal professor Agostino Sanfratello, ex militante dei ìQuaderni Piacentiniî poi
pervenuto ad un ìcattolicesimo inattuato e severoî (secondo una definizione di Franco Freda). Il primo impegno di questo
comitato era líassoluzione di Freda nel processo per Piazza Fontana, ma non si Ë sciolto dopo líassoluzione, ìsi Ë impegnato
per la scarcerazione di Signorelli (...) e nellíestate del ë93 contro líarresto del vertice del Fronte Nazionale per violazione della
Legge Mancinoî. Il convegno di cui sopra aveva per tema ìGiustizia di palazzo e democrazia totalitariaî, ed oltre a Vesce ed
allo stesso Sanfratello aveva visto la partecipazione di un parlamentare della Rete e di due di Alleanza Nazionale, Antonio
Parlato e Nicola Pasetto. Ritroviamo il nome di Sanfratello nellíottobre del 2003 in uníiniziativa promossa da Forza Nuova,
sul tema delle ìManipolazioni genetiche, bioetica ed abortoî, a Formia, assieme a Roberto Fiore (gi‡ di Terza posizione e poi
fondatore di Forza Nuova), e don Giulio Tam, il prete lefevriano che nel 2000 dichiarÚ ad un giornalista triestino che la sua
tonaca era ìuna camicia nera diventata troppo lungaî 63.
NÈ dobbiamo dimenticare che Francesca Mambro e Giusva Fioravanti, condannati allíergastolo, sono stati ammessi al
lavoro esterno (ìgrazie alla mobilitazione di tanti amici di sinistraî) presso líassociazione radicale contro la pena di morte
Nessuno tocchi Caino, ìanimata da Sergio DíElia, ex dirigente di Prima Lineaî 64.
Nella relazione di Silvio Maranzana sulla fusione della Fiamma Tricolore avvenuta nel giugno del 2001 con altri
esponenti della destra radicale (Forza Nuova esclusa) nel Fronte sociale-nazionale che fa capo ad Adriano Tilgher, tra le altre
cose leggiamo: ìIn questa ottica antiglobalizzazione nei mesi scorsi esponenti triestini di Forza Nuova avrebbero tentato di
stabilire un patto con le Tute bianche dei centri sociali, ma sarebbero stati seccamente rispediti a casa. Qualcosa di analogo era
avvenuto a cavallo degli anni Settanta e Ottanta allorchÈ attivisti del Fronte della Giovent˘ si erano spinti in piazza Goldoni a
proporre un patto díazione agli allora Indiani metropolitaniî 65.
Come dire che la storia si ripete. Ma líargomento di attualit‡, al momento in cui diamo alle stampe questo dossier, Ë il
fatto che negli ultimi anni i ìcomunitaristiî si sono recati ai campi anti-imperialisti organizzati da associazioni che si occupano
di solidariet‡ internazionale, cercando di sviluppare delle collaborazioni con militanti di sinistra 66.
I CAMPI ANTI-IMPERIALISTI.
Leggiamo ancora Tassinari a proposito ìdel partito comunitario, sezione italiana della rete organizzativa di Jean Thiriart,
il grande vecchio del nazionalbolscevismo. A dar vita a questa rigenerazione Ë un gruppo di fuoriusciti dal Fronte nazionale
che dichiarano di aver raccolto, grazie ai forti legami con il nazionalcomunismo russo e serbo, adesioni anche tra militanti di
Rifondazione: Indipendenza li stronca come ennesimo tentativo di riciclaggio ambiguo dellíestrema destra e loro regiscono
59 G. Caldiron, ìNuove conferme: neri in piazzaî, Liberazione, 28.7.01.
60 ìForza Nuova: Noi, a Genova, non cíeravamoî, Il Piccolo, 1.8.01.
61 Il gruppo si era costituito attorno allíomonima testata giornalistica che pubblicÚ tra il 1977 ed il 1979, su iniziativa del ìprofessoreî Paolo
Signorelli e del criminologo Aldo Semerari (sui quali vi rinviamo alle note in fondo) e che raccolse persone come Sergio Calore, Fabio De
Felice e Paolo Aleandri
62 U. Tassinari, ìFascisteriaî, op. cit..
63 Anticipiamo qui un collegamento con uníassociazione che conosceremo meglio in seguito, la triestina Novecento che si dar‡ da fare per
trovare ai lefevriani un posto dove celebrare le messe a Trieste: prima nella Casa del combattente, sede della Federazione Grigioverde e poi
presso un circolo letterario privato.
64 Citazioni da U. Tassinari, ìFascisteriaî, op. cit.
65 Il Piccolo, 1.6.01
66 Un triste precedente lo troviamo nel fatto che allíepoca in cui la componente rautiana del Fronte della Giovent˘ (anni í70) organizzava i
ìCampi Hobbitî il cui ìobiettivo era di far nascere un nuovo spirito di comunit‡ e far germinare uníidentit‡ politica collettiva diversa dalle
organizzazioni politiche ufficialiî (M. Coglitore, op. cit.), allíultima edizione di essi, nel 1980, presenziÚ anche una delegazione del
ìManifestoî.
offesi, vantando come accredito i rapporti con ìVoce operaiaî e la partecipazione al campo antimperialista estivo di Assisi
(Ö) i nomi noti sono due: il direttore, Maurizio Neri 67 e Carlo Terraccianoî.
Parliamo ora dei campi antimperialisti dellíUmbria, organizzati da alcuni anni a questa parte dal gruppo facente
riferimento alla rivista Voce Operaia, diretta da Moreno Pasquinelli (recentemente questa rivista viene indicata come
bollettino di Direzione 17): si tratta di convegni ai quali intervengono diversi raggruppamenti, provenienti da tutto il mondo,
che hanno in comune la lotta allíimperialismo.
Quanto segue Ë uníanalisi della questione che abbiamo trovato in rete, ma della quale non siamo riusciti a risalire alla
paternit‡.
ìIl Campo antimperialista Ë un campeggio estivo che vede riunirsi, ormai da diversi anni, gruppi, collettivi e
organizzazioni italiane ed estere che si pongono sul terreno dellíanticapitalismo. Un anticapitalismo inteso in senso oltremodo
generico e nominale - dunque frainteso - tanto che nel 2000 i nazional-bolscevichi di Comunitarismo, ossia neofascisti di
sinistra, hanno avuto la possibilit‡ di parteciparvi senza alcun problema.
In realt‡, perÚ, a ben guardare, tutto ciÚ non sorprende affatto. Questo perchÈ fino allíanno scorso era Voce Operaia a
promuovere questi Campi, e Voce Operaia, al di l‡ di un richiamo formale allíinternazionalismo proletario, ha sempre assunto
posizioni antioccidentali e nazionaliste, schierandosi a fianco di tutte quelle nazioni, dalla Serbia alla Palestina in fieri,
portatrici di interessi contrapposti a quelli dellíimperialismo NATO.
Líantimperialismo di Voce Operaia, insomma, Ë sempre stato un parteggiare con il fronte borghese pi˘ debole,
confondendo la solidariet‡ proletaria internazionale con la difesa delle nazioni aggredite, rimanendo cosÏ assolutamente dentro
alla logica imperialista stessa.
A maggio (2001, n.d.r.) Voce Operaia síË sciolta per indirizzarsi al meglio sulla via del ìFronte di Liberazioneî (sic),
ìun’organizzazione ampia, inclusiva, democratica, centralista ma pluralista. Una federazione delle forze antagonistiche...î
(dalla Dichiarazione di scioglimento di Voce Operaia).
Durante il corteo nazionale di Rifondazione comunista svoltosi a Roma sabato 29 settembre, Ë stato distribuito un
volantino recante il seguente titolo: ìuna Costituente per un movimento politico sociale contro la globalizzazione, il
capitalismo e l’imperialismo - Lettera aperta al Movimentoî. Firmato: ìI Promotori, riuniti ad Assisi durante il Campo
Antimperialista, agosto 2001î, i quali, nella Lettera, dichiarano di voler costituire dentro il movimento un terzo polo,
alternativo sia a quello pacifista (Agnoletto & Co.) che a quello ribellista (Black Bloc & Co.).
Il movimento in questione Ë, ovviamente, quello anti-global. Un movimento che viene definito ìanticapitalista, più
ancora che per il coraggio delle forme di lotta, per la radicalità dei suoi contenutiî. (Ö) In sostanza, quindi, bisogna lavorare
per far sÏ che il segmentato fronte proletario riesca finalmente a compattarsi su un terreno di classe. Il che Ë sacrosanto. CiÚ
che la Lettera non dice, perÚ, Ë che per coinvolgere il proletariato nella lotta politica anticapitalista, Ë assolutamente necessario
che il conflitto si sposti dalle piazze ai luoghi di lavoro, alle fabbriche, al territorio, laddove girano gli ingranaggi sociali ed
economici del capitale, e laddove la classe rivoluzionaria non Ë ancora ingannevolmente diluita nel liquido mortale della
cittadinanza.
E il comunismo? Niente, neanche un accenno. Neanche una perifrasi. Quale sarebbe dunque líalternativa alla
globalizzazione capitalista che si vuole combattere e distruggere? Come ci si puÚ opporre in modo coerente al sistema che
domina il mondo senza dire neanche mezza parola su quella che dovrebbe essere la via díuscita, la strada da percorrere per
costruire una societ‡ senza capitalismo? 68î.
Ma sentiamo anche la campana di Voce Operaia. ìIl fascismo e i fascisti sono oggi il nostro nemico principale?
Assolutamente no. Mi pare davvero pleonastico dovere spiegare su una lista di antiamericanisti e antimperialisti chi sia oggi il
nemico principale. Questo significa forse essere indulgenti verso i fascisti? Certo che no. I fascisti sono tutti schiacciati sulle
posizioni di Forza Nuova? Assolutamente no. CíË in questíarea un grande fermento, una accesa discussione non solo politica,
ma teorica. Dobbiamo seguire con attenzione questa discussione? O ci pisciamo sopra? Penso dobbiamo seguirla. Anzitutto
per non essere colti impreparati (come Ë successo ai compagni francesi, che davanti al demonio Le Pen, hanno finito per
votare in massa... il diavolo Chirac!!). Mai fare spallucce a fenomeni minoritari, poichÈ domani potrebbero non esserlo. Mi
riferisco in particolare a due testate della destra radicale, il quotidiano Rinascita e Italicum. Questíarea, per chi non lo sapesse,
si schiera contro líimperialismo americano, considera Berlusconi il nemico principale, e líUlivo il male minore (nelle recenti
elezioni friulane hanno votato per Illy!!)î 69.
Spulciando il programma del campo anti-imperialista del 2003, dove troviamo, tra le altre, le seguenti iniziative:
ìOltre Porto Alegre forum sociale mondiale e le prospettive del movimento contro la globalizzazioneî. Dibattito con:
Piero Bernocchi 70, Costanzo Preve, Leonardo Mazzei; presiede Moreno Pasquinelli.
ìArmageddon: il fondamentalismo politico e religioso negli USAî. Incontro con Miguel Martinez e Roberto
Giammanco.
67 Su questo nome vedi Appendice.
68 Dalla lettera, diffusa in rete, di risposta alla lettera di Voce operaia. Spiace dover costatare che le critiche che vengono mosse allíidea
movimentista di Voce Operaia, possano adattarsi bene anche a quanto viene dibattuto da un paio díanni a questa parte allíinterno del partito
di Rifondazione comunista.
69 Da una e-mail di Moreno Pasquinelli diffusa in rete nellíestate 2003. Come garanzia per chi ritiene possibile collaborare con chi fa
riferimento a queste testate, vi rimandiamo allíAppendice, alle su Primo Siena.
70 Bernocchi Ë un noto esponente dei COBAS.
ìPer un movimento di resistenza allíimpero americano. Quale alternativa alla deriva imperialista della sinistra
occidentaleî, con Miguel Martinez, Costanzo Preve, Roberto Giammanco, presiede Alessia Monteverdi.
Era prevista inoltre la presenza della giornalista Marilina Veca (che perÚ ha dato forfait), personaggio sul quale
dobbiamo ora aprire uníampia parentesi.
UNA GIORNALISTA RICCA DíIMPEGNI.
Marilina Veca scrive su molte riviste: oltre a quelle citate ìpositivamenteî da Pasquinelli (cioË Rinascita Nazionale e
Italicum, delle quali abbiamo gi‡ parlato qualche pagina fa), troviamo suoi interventi anche su Tibereide e sulla ìrivista
telematica di liberazione nazionaleî Rivolta. In Tibereide Veca ha sollevato il caso del pilota dellíesercito jugoslavo Emir Sisic
(di nazionalit‡ serbo-bosniaca), processato a Roma perchÈ accusato di essere il responsabile dellíabbattimento, avvenuto nel
gennaio 1992, di un aereo italiano nei cieli della Bosnia. Veca ha scritto questa storia, ha cercato contatti con persone
disponibili ad organizzare la difesa del pilota, e pare essere stata il tramite per trovare un avvocato difensore a Sisic, che tra
líaltro Ë gravemente malato di cancro. Solo che líavvocato che ha difeso il pilota Ë Augusto Sinagra, che non solo Ë
ideologicamente schierato a destra, ma dalla sue dichiarazioni e dalla sua attivit‡ pubbliche pare pi˘ vicino agli islamici mentre
denota un certo qual livore nei confronti dei popoli slavi 71. Comunque, nonostante líimpegno di Marilina Veca, alla fine Sisic
Ë stato condannato allíergastolo.
Negli articoli che Veca scrive per queste riviste, non traspare una chiara componente ideologica di destra (ha, tra líaltro,
ripreso la vicenda del ìgladiatore pentitoî Nino Arconte, resa nota nel sito di Marco Saba), ma dove si scoprono gli altarini
nostalgici della giornalista Ë un articolo uscito su Rivolta e dedicato ad un libro intitolato ìLa corriera fantasma ñ Primavera di
sangue 1945î, scritto dallo storico e giornalista Vittorio Martinelli ed edito da Zanetti.
Questo il titolo di Veca: ìla corriera fantasma: il viaggio della morte da Brescia a San Possidonio (Modena) nella
primavera di sangue del 1945. Ovvero storia di una corriera e dei suoi passeggeri spariti nel nulla nel lontano maggio 1945,
mentre transitavano per la bassa emilianaî.
Leggiamo la storia. ìLa vicenda ha inizio a met‡ del mese di maggio 1945, nella Piazza del Vescovado di Brescia: da qui
partivano in quei giorni decine di autocarri, alcuni dei quali provvisti di rimorchio, con a bordo centinaia di persone, le cui
generalit‡ non venivano registrate. Da quella piazza partÏ anche una certa corriera della P.O.A. stipata di passeggeri diretti a
destinazioni molto diverse, condannati invece ñ non sappiamo perchÈ ñ ad una stessa meta finale, una delle tante fosse comuni
disseminate nella Bassa Modenese, in quella zona che ha meritato líappellativo di triangolo della morteî. Poi Veca riprende
un articolo di Gianna Preda apparso sul Borghese nel maggio 1968, ma quanto letto finora ci basta per inquadrare il tutto.
Anche perchÈ, se torniamo per un momento nelle terre del confine orientale, ci soffermiamo su una delle ìleggendeî che sono
nate dalla propaganda fascista sulla questione delle ìfoibeî istriane, la ìleggendaî relativa alla ìcorriera della morteî.
Leggiamo la stampa dellíepoca (che era, ricordiamolo, sotto il controllo del comando del Reich tedesco che aveva occupato la
parte orientale díItalia).
ìLa corriera della morte era tristemente famosa tra i carcerati. Essa servÏ a portar via da Pisino, poco prima della fuga dei
banditi, gli italiani di Parenzo dei quali ancora non si conosce la sorte (Ö) la stessa corriera aveva trasportato un giorno 21
prigionieri i quali, come testimoniÚ una guardia, furono allontanati da Pisino, fatti scendere in un bosco, completamente
spogliati dei loro abiti, spinti a forza in una fossa e tutti ammazzati con fucili mitragliatori 72î.
ìI carcerieri, prima di farli salire (i prigionieri, n.d.a.) sulla corriera, legarono a tutti le mani col filo di ferro e poi li
attaccarono a due a due. (Ö) I cristalli erano verniciati di bianco, sÏ da impedire la vista lungo il percorso. (Ö) La corriera
partÏ. Fu di ritorno, vuota, dopo tre ore. RipartÏ subito, carica di nuovi liberati che raggiunsero i primi 73î.
Questo Ë quanto risulta invece in un rapporto redatto da Maria Pasquinelli 74 per conto del Ministero degli Affari Esteri
nell'immediato dopoguerra. ìPisino: 28.8.45: sono stati fatti numerosi arresti díitaliani i quali venivano portati in castello di
Pisino e poi nottetempo a mezzo di una corriera, detta la corriera della morte venivano trasferiti a destinazione ignota.
Successivamente Ë risultato che questa povera gente veniva gettata nelle varie foibeî. Singolare che proprio la Pasquinelli, che
aveva ricoperto un ruolo di informazione per i servizi della Decima Mas del principe nero Borghese ed aveva gi‡ redatto
rapporti sulle ìfoibeî nellíinverno ë43-ë44 faccia questa confusione sulle date.
Leggiamo ora una testimonianza del triestino Raffaello Camerini 75:
ìNel luglio del 1940 (Ö) sono stato chiamato al lavoro coatto (Ö) e sono stato destinato alle cave di bauxite, la cui sede
principale era S. Domenica díAlbona. (Ö) E che dire dei fascisti italiani che il 26 luglio 1943 hanno fatto dirottare la corriera
di linea - che da Trieste era diretta a Pisino e Pola - in un burrone con tutto il carico di passeggeri, con esito letale per tuttiî.
Dunque Marilina Veca non ha fatto altro che riprendere una notizia del repertorio classico dei fascisti antipartigiani: e
líha fatto per usarla alla stessa stregua dei propagandisti del nazifascismo?
ASCIATI E LEGIONARI.
Tra i personaggi presenti nel campo antimperialista del 2003 troviamo anche Miguel Martinez, del quale Voce Operaia
ha pubblicato, nella rivista Praxis, un articolo che Ë stato poi ripreso dai notiziari dellíeditoriale Asefi (sulla quale torneremo in
seguito) e commentato da Costanzo Preve (sul quale anche torneremo pi˘ avanti). Martinez oggi dichiara nel suo sito che le
71 Su questo argomento si vedano le note su Sinagra in Appendice.
72 Il Piccolo, 15.10.43.
73 Il Piccolo, 26.10.43.
74 Su Maria Pasquinelli si legga nella scheda dedicata a Dino Giacca.
75 Lettera pubblicata sul Piccolo del 22.10.01.
sue idee ìsono in continua trasformazioneî, e che Ë stato accusato di essere, di volta in volta, ìcomunistaî, ìinfiltrato fascistaî,
ìnemico del cristianesimo e amico dei satanismiî: egli ìsorrideî di queste accuse, perÚ non dice cosa sia realmente, dato che
sostiene di occuparsi soprattutto ìdellíimmaginarioî.
Martinez perÚ ci Ë noto per altri motivi. La rivista Cuore, nel numero del 3.12.94, ha parlato di uníassociazione
denominata Nuova Acropoli, della quale si Ë scoperta líesistenza dopo la pubblicazione di un memoriale redatto proprio da
questo Miguel Martinez, un italo-messicano che, dopo essere stato tra i dirigenti dellíorganizzazione se níË staccato spiegando
quali sono le effettive finalit‡ di essa.
Nuova Acropoli fu fondata in Argentina nel 1957 e si diffuse in Italia allíinizio degli anni ë80; cosÏ Ë descritta
nellíarticolo sopra citato.
ì... 5mila membri nel 1989 (500 solo in Italia) ed un patrimonio dichiarato di oltre 8 milioni di dollari, Nuova Acropoli Ë
esteriormente un’organizzazione culturale e umanistica, ma nasconde (...) una struttura piramidale molto rigida ed occulta ai
propri adepti di base (dal Manuale del Dirigente riservato ai livelli superiori del gruppo). Al vertice della piramide cíË un
Comandante Mondiale, dal potere assoluto, che governa per decreti (Ö) Il gruppo dirigente della setta Ë formato dallíelite
degli asciati, gli unici a poter vantare un contatto diretto con il comandante mondiale. Vengono quindi i semplici membri,
suddivisi in tre strutture dai toni tipicamente hitleriani. CíË innanzitutto il Corpo di sicurezza. Indossa divise nere che si
richiamano alle SS, simbolo della folgore compreso e svolge una funzione pi˘ o meno mascherata (...) di vigilanza e di pronto
intervento. In Italia ha preso da qualche anno - subito dopo la svolta ambientalista avvenuta nei primi anni ë80 - il nome di
Dipartimento di protezione civileÖ si affiancano le Brigate Maschili (...) e le Brigate Femminiliî.
Inoltre ìNuova Acropoli nel proprio sistema educativo prevede strutture anche per i pi˘ piccoli: líedificazione dellíUomo
Nuovo 76 ha inizio sin dalla prima infanzia attraverso (...) una sorta di asilo nido in cui tra líaltro si insegna la tecnica per
riuscire a vedere Gnomi, elfi e fate; quindi, dai 7 ai 14 anni, i bambini vengono divisi tra la struttura maschile dei Cavalieri
della tavola rotonda e quella femminile della Tavola di Iside. (...) Nuova Acropoli insegna una dottrinaccia filosofeggiante in
cui líumanit‡ si divide in razze superiori ed inferiori (...) si associa una malsana etica dellíuomo forte, che comporta líobbligo
di evitare l’iperprotezione dei più deboli a danno delle persone più importantiî.
Nuova Acropoli, spiega ancora líarticolo, negli anni ë80, si diffuse, al seguito della moda ecologista, come associazione
ambientalista che organizzava incontri, seminari, corsi ed attivit‡ varie, spesso con il patrocinio delle istituzioni (nel 1989 a
Genova, ad esempio, le Ferrovie affidarono alla locale sezione di Nuova Acropoli la gestione di un corso per annunciatori
nelle stazioni). Ma anche gite per anziani a Venezia col patrocinio del Comune e la partecipazione del sindaco; un campo di
addestramento ìper líecologia attivaî nel parco díAbruzzo, sotto líegida dellíEnte parco, dellíaeroclub dellíAquila, del Corpo
forestale dello Stato e della Regione Abruzzo e via di seguito.
Infine, nellíottobre del 1989 un ìcampoî di Nuova Acropoli (una cascina acquistata qualche anno prima) fu perquisito
dai carabinieri della stazione di Montefiascone che vi trovarono ìgagliardetti, labari, coltelli, una radio ricetrasmittente priva di
licenza e numerosi bossoli di pistolaî e vi arrestarono un giovane del ìCorpo di sicurezzaî. Armi da fuoco furono invece
trovate in altre sezioni non italiane: a Madrid e ad Atene (dove la responsabile fu condannata a 12 anni di carcere).
Ed ecco i referenti internazionali di questi ìmilitantiî.
ìIl fondatore, Livraga Rizzi, ha rivendicato negli anni ë70 i propri rapporti con i circoli golpisti argentini ed uruguagi,
con i cileni di Patria y libertad, con la Falange spagnola. Ed anche la sezione italiana, almeno agli inizi, sfoggia stretti rapporti
di amicizia con questíarea: fondata a Roma nel 1975 (tra il 1976 ed il 1979 aprir‡ filiali in quindici citt‡) viene inizialmente
aiutata da Serafino Di Luia, fondatore della nazi-maoista Lotta di Popolo, mentre Gabriele Adinolfi uno dei padri di Terza
Posizione incoraggia i propri camerati a frequentare líorganizzazioneî.
Ma come venivano ìreclutatiî gli adepti? Leggiamo ancora.
ìSi inizia con un corso, allíinterno del quale líadepto viene seguito individualmente. Lo si sonda, se ne capiscono gli
interessi, lo si indirizza verso un lavoro allíinterno dellíorganizzazione. Allíinizio in maniera subdola, fintamente assembleare
(...) attraverso líintroduzione di argomenti militari, abituandolo a eseguire gli ordini (...) Si comincia con líutilizzo di piccoli
codici (segnali particolari, gergalit‡, giochi di ruolo) e ci si ritrova inquadrati, stretti in divise similnaziste, a fare il saluto
romano. O a sparareî.
Questíattivit‡ di Nuova Acropoli ricorda vagamente certe iniziative new age, giochi di ruolo, filosofie esoteriche,
richiami al mondo fiabesco di Tolkien, rivisitazioni medievaliste e ìceltisteî. A Trieste il circuito della new age Ë gestito per lo
pi˘ da esponenti di destra, che avevano organizzato il festival del 1999 assieme ad altre associazioni; tra gli organizzatori cíera
anche Gianni Pizzati, un tempo militante dellíAutonomia padovana ed oggi leader dei ìnuoviî Verdi triestini, nominato
consulente per le terapie non convenzionali dallíassessore regionale alla sanit‡ Pecol Cominotto della giunta Illy.
EDITORI E DIBATTITI.
Partendo da uno dei relatori al campo antimperialista, Costanzo Preve 77, che Ë intervenuto assieme ad Alessandro
Meluzzi, Maurizio Pallante e Marco Tarchi 78 ad un dibattito sul tema ìIl futuro dellíimperoî, promosso dallíeditoriale Asefi,
di Milano, diretta da Gianfranco Monti arriviamo ad un altro settore di cui approfondire la conoscenza. Líeditoriale Asefi, pur
non essendo molto nota al grande pubblico, svolge uníattivit‡ intensa ed interessante: oltre ad organizzare mostre díarte (tra
esse anche la mostra del pittore Crali, recentemente vista a Trieste) ed a stampare testi di politica e filosofia, pubblica in rete
76 Un Uomo nuovo, come quello di Sella e Gozzoli?
77 Sullíevoluzione ideologica di Preve torneremo pi˘ avanti.
78 Su questo nome vedi Appendice.
un bollettino di informazioni librarie, culturali e politiche, introdotto ogni volta da un intervento di Monti, che ospita inoltre
dibattiti sugli argomenti di cui tratta. Di essa fa parte la casa editrice Terziaria, che ha come simbolo una sorta di ammonite, la
conchiglia fossile che ricorda un poí, nella grafica, quelle strane conchiglie che apparivano su alcune delle bandiere nere dei
Black bloc che sventolavano a Genova nel luglio 2001.
Gli autori presenti in queste collane sono di provenienza variegata e non certo degli illustri sconosciuti. Troviamo infatti
Regis Debray 79, Alain de Benoist (il maggiore teorico della Nouvelle Droite francese), Gianfranco de Turris (giornalista RAI,
divenuto famoso per ìPoliticamente scorrettoî, con prefazione di Marcello Veneziani), Claudio Mutti (del quale abbiamo gi‡
parlato, e che attraverso líAsefi dibatte, assieme al suo collega Franco Damiani 80, sulla libert‡ di insegnamento a seguito della
pubblicazione del libro ìLa contesa di Parmaî, testo recensito addirittura dalla Sentinella d’Italia, rivista neonazista
monfalconese); troviamo ìMorire per Kabulî, di Lucio Lami, corrispondente di guerra del Giornale e poi direttore
dellíIndipendente.
Ma a parte questi rappresentanti della destra ìculturaleî, troviamo nel catalogo della Terziaria e dellíAsefi anche i nomi
di alcuni triestini che sono indiscutibilmente schierati a sinistra: cíË il pittore e poeta Ugo Pierri, presente sia con una mostra di
suoi acquerelli sullíargomento del G8 di Genova, che con un paio di libri di poesie, di cui uno scritto ìa dialogoî con Paolo
Speri, altro triestino trasferito a Milano; e cíË il giornalista del Manifesto Matteo Moder, anchíegli presente con un libro di
poesie.
Un altro legame dellíAsefi con Trieste lo abbiamo tramite la rivista Il Bargello, nata come periodico dei fascisti
universitari triestini e poi ìrilevataî dallíAssociazione culturale Novecento (della quale parliamo pi˘ avanti). Praticamente
ogni numero del Bargello recensisce una o pi˘ pubblicazioni della Terziaria, e proprio dalle sue pagine Ë partito un dibattito,
ripreso on line da Monti, sul regista francese Autant Lara, promosso dal critico cinematografico del Giornale, Maurizio
Cabona, che Ë un altro nome ricorrente in questo nostro studio. CosÏ come molti dei nomi dellíAsefi li ritroviamo nelle
conferenze promosse dallíAssociazione Novecento, che Ë stata fondata nel 1997 ed il cui portavoce Ë Angelo Lippi, fratello
del rappresentante istituzionale di AN Gilberto Paris Lippi 81.
Angelo Lippi ha avuto esperienze politiche diverse da quelle del fratello, dopo la comune militanza nel Fronte della
Giovent˘: infatti nel ë92 si era candidato nella Lega delle leghe (o Lega nazionalpopolare), lista elettorale considerata da taluni
di ìdisturboî (ad esempio a Trieste la sua presenza impedÏ, per pochi voti, líelezione del deputato di AN) fondata dal pi˘ noto
Stefano Delle Chiaie 82, che nel corso della campagna elettorale aveva sbandierato orgogliosamente il fatto di essere riuscita ad
accomunare nelle proprie fila, oltre a persone chiaramente di destra anche fuoriusciti della sinistra 83. Sia Lippi che la capolista
Marina Marzi (ritroviamo oggi ambedue tra gli animatori della Novecento) sono poi rientrati nelle fila della destra di governo,
mentre un altro dei nomi noti della lista, Claudio Scarpa (ex militante di Avanguardia Nazionale), ha continuato a fare
riferimento ad una destra pi˘ ìestremaî, quella della Fiamma tricolore, poi confluita nel ricostituito Fronte Nazionale di
Adriano Tilgher nel 2001.
Líattivit‡ della Novecento (finanziata nel 2002 con pi˘ di 2.000 Euro dalla Provincia di Trieste) si esplica in
organizzazione di conferenze a tema ìstoricoî (si fanno un vanto di avere invitato Marco Pirina, ma anche Giorgio Rustia 84 Ë
uno dei loro conferenzieri preferiti); scalpore aveva suscitato nel 2001 líorganizzazione del convegno ìatmosfere in neroî che
avrebbe visto, tra gli altri, la partecipazione di un ex membro della SS, Christian de la MaziËre, per parlare degli intellettuali
Celine, Brasillach e Drieu de la Rochelle, notoriamente schierati a destra (a questa iniziativa hanno partecipato pure il critico
Cabona e Giano Accame 85, altra persona nota nellíintellighenzia della destra italiana, nonchÈ nome ricorrente tra gli ospiti
della Novecento). Un altro loro ospite fisso Ë Fausto Biloslavo, intervenuto una volta assieme ad un altro reporter di guerra, il
Lucio Lami che abbiamo incontrato prima, per parlare della situazione dellíAfghanistan. Interessante anche la definizione di
ìfilosofoî che danno di Mario Merlino, che Ë sÏ oggi insegnante di filosofia, ma noi lo ricordiamo come uno dei protagonisti
della strategia della tensione, líinfiltrato di destra nei circoli anarchici romani.
Abbiamo accennato prima alla rivista Il Bargello, nata come organo dellíomonima associazione studentesca (schierata
nettamente a destra), che aveva organizzato, tra il 1988 ed il 1998, una serie di conferenze, mostre, convegni, che videro la
partecipazione di intellettuali di destra come Marcello Veneziani; tra le varie iniziative culturali spicca líorganizzazione del
concerto dei 270 bis, gruppo musicale che prende il nome dallíarticolo del Codice Penale sullíassociazione sovversiva 86.
Il Bargello, edito dalla Novecento, ha acquisito una bella veste editoriale, carta patinata, presenta articoli su Ezra Pound e
su Yukio Mishima (la destra ha sempre avuto un occhio di riguardo per la cultura giapponese), ma anche un articolo di
79 Debray Ë quellíintellettuale francese che divenne famoso negli anni ë60 per il saggio ìRivoluzione nella rivoluzione?î e che fu arrestato in
Bolivia mentre teneva i contatti con il ìfocoî guerrigliero di Che Guevara; sulla correttezza del suo comportamento nellíoccasione furono
sollevati molti dubbi, mai chiariti; negli anni pi˘ recenti Debray si Ë allontanato da posizioni ìdi sinistraî per abbracciare contenuti
conservatori.
80 CíË un Franco Damiani a Mestre che scrive lettere di revisionismo storico come quella pubblicata sul Secolo d’Italia il 22.1.00, nella
quale fa proprie le teorie, propugnate, tra gli altri, da Giorgio PisanÚ (e a Trieste da Giorgio Rustia), secondo le quali il campo di sterminio
della Risiera di San Sabba, a Trieste, sarebbe un ìfalso storicoî.
81 Su questo nome vedi Appendice.
82 Su questo nome vedi Appendice.
83 In un volantino diffuso a Trieste vengono nominati anche due ex esponenti del PSI ed il prof. Renato Pallavidini ìex-PCI, ala
cossuttianaî. Pallavidini ha recentemente pubblicato per la casa editrice Barbarossa un testo che tratta dei rapporti tra Mussolini e Lenin.
84 Su questo nome vedi Appendice.
85 Su questo nome vedi Appendice.
86 Abbiamo gi‡ accennato prima a questo gruppo musicale.
commemorazione per un giovane della Legione straniera morto suicida (non era riuscito ad abituarsi alla ìroutine quotidianaî
dopo essersi identificato in un ìguerrieroî, leggiamo); approfondisce tematiche internazionali come globalizzazione ed
islamismo, in uníottica quasi ìcomunitaristaî (sono contrari allíimperialismo USA, ma rimangono anticomunisti); pubblica
recensioni di libri (soprattutto della casa editrice Terziaria, ma anche della Settimo Sigillo); ospita la pubblicit‡ della Provincia
di Trieste. Ma sia il Bargello che la Novecento, dopo un anno e mezzo di intensa attivit‡ politico-culturale, hanno visto una
stasi delle loro iniziative dopo che il rappresentante dellíassociazione Popoli (che sostiene líetnia birmana dei Karen) Franco
Nerozzi Ë stato inquisito (secondo indagini condotte da due Procure, ìmercenariî triestini sarebbero stati coinvolti in un giro di
mercanti díarmi e di armati da mandare in varie parti ìcaldeî del mondo a destabilizzare ñ o ristabilire líordine, a seconda di
chi Ë il committente del lavoro ñ in zone come le isole Comore, ma anche la Bosnia


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