Il futuro è della gente comune e l'appello all'azione, sono la terza parte della traduzione di http://www.globalindaba.org.za/htm/call.htm. Un appello ad agire e lottare per un mondo in cui democrazia significa controllo della gente sulle proprie vite (le altre due parti si trovano in http://www.italia.indymedia.org/news/2002/08/72377.php e http://www.italia.indymedia.org/news/2002/08/72383)
Il futuro appartiene alla gente ordinaria
Già a Rio nel 1992, le organizzazioni non governative avevano notato con preoccupazione che i leader politici mondiali stavano ignorando la maggior parte delle cause dell’accelerazione della devastazione ecologica e sociale. “Dieci anni di devastazione sociale, economica e ambientale hanno mostrato che la sfida dello sviluppo sostenibile è quella di invertire le forze che si approfitano dell’indebitamento delle nazioni povere, della degradazione dell’ecosistema, dell’impoverimento di miliardi di persone, e dell’ignoranza e della malattia.
In questo decennio molte comunità hanno accolto la sfida. Dagli zapatisti nel 1994, che si sono ribellati alla ditatura del mercato, a Seattle, a Porto Alegre, la gente comune ha accolto la sfida dello sviluppo sostenibile. Nelle comunità, nelle scuole, nelle chiese, nei villaggi, nei vicinati, nelle fattorie e nelle miniere del sud africa, la gente comune sta cmbattendo per la terra le case, l’accesso all’acqua, a un’energia pulita e poco costosa, a un servixio di trasporti accessibile a tutti, all’uguaglianza dei sessi. Le comunità e le loro organizzazioni stanno combattendo contro lo strangolamento del debito ai danni delle loro vite. Stanno lottando per il diritto di tutti di avere un reddito minimo, e per il diritto di avere vite dignitose. Stanno facendo la loro dichiarazione del diritto al futuro.
Contro il fallimento delle elites corporative e dei governi di alzare la sfida dello sviluppo sostenibile, la gente comune sta mostrando che il futuro appartiene a loro stessi. In questo sono untiti ai fratelli e alle sorelle di tutto il mondo.
Johannesburg 2002. Un appello all’azione
La Civil society Indaba chiama tutte le organizzazioni delle classi lavoratrici, dei poveri e dei marginalizzati all’azione e alla lotta per un mondo libero dalla povertà, dalla ineguaglianza e dalla degradazione dell’ambiente.
L’appello per Johannesburg 2002 è un appello a sognare per agire e ad agire per sognare. E’ un appello alle donne e agli uomini per agire e lottare contro l’oppressione sessuale, la violenza e l’impoverimento delle donne!
E’ un appello ai lavoratori perché aiscano e lottino contro la discesa degli standard di vita, contro l’insicurezza e la pericolosità, la scarsa tutela della salute nel lavoro.
E’ un appello alle nazioni indigene perché agiscano e lottino contro l’intolleranza culturale e il genocidio!
E’ un appello alla gente delle campagne perché agisca e combatta contro la perdita della terra, la povertà, la mancanza di servizi sociali e la marginalizzazione.
E’ un appello alle comunità religiose ad agire e lottare contro la disintegrazione morale e spirituale.
E’ un apello ai giovani perché agiscano e lottino contro la marginalizzaizone dei giovani e contro la disoccupazione.
E un appello a tutti gli studenti delle istituzioni formali e non perché agiscano e lottino contro l’ignoranza, la mancanza di educazione e il controllo del sapere da parte di pochi.
E’ un appello alla gente delle città e agli squatters perché agisca e lotti contro lo sfratto, la povertà e la mancanza di servizi.
E’ un appello ai disoccupati perché agiscano e lottino contro la mancanza di opportunità di lavoro e contro la mancanza di sicurezza sociale.
E’ un appello a tutti noi per restare uniti, agire, lottare contro il peso del debito, la povertà le malattie e l’ineguaglianza.
E’ un appello a tutti noi per restare uniti, agire, lottare contro il degrado dell’ambiente e il rischio della nostra sopravvivenza.
E’ un appello a tutti noi per portare avanti queste azioni e queste lotte insieme, per un mondo in cui democrazia significa controllo della gente sulle proprie vite.
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