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E ora gli Usa assediano Ramadi
by una nuova Falluja alle porte? Wednesday, Feb. 23, 2005 at 10:52 PM mail:

Marines Usa e governativi iracheni hanno stretto la morsa attorno alla roccaforte della ribellione sunnita nella provincia di Al-Anbar, a ovest di Baghdad. Tre mesi fa alla vicina assaltarono Falluja

BEIRUT - Marines Usa e governativi iracheni hanno stretto la morsa attorno a Ramadi e tutto sembra indicare che - dopo quello di tre mesi fa alla vicina Falluja - stiano preparandosi ad assaltare anche la superstite roccaforte della ribellione sunnita nella provincia di Al-Anbar, a ovest di Baghdad, mentre nel nord dell’Iraq si sono avuti anche oggi scontri e attentati.
Ma negli ultimi tempi, ha rivelato il settimanale americano Time, diplomatici Usa e agenti della Cia avrebbero nel contempo avviato «colloqui segreti» con esponenti degli insorti legati al deposto regime di Saddam Hussein, nel tentativo di arrivare a un accordo per la fine della ribellione armata.
I «colloqui segreti», privi per ora di qualsiasi conferma ufficiale, avrebbero ugualmente lo scopo di isolare dal resto degli insorti i seguaci di Abu Musab al-Zarqawi, l’emiro di Al Qaida in Iraq, almeno tre luogotenenti del quale sono stati uccisi o catturati negli ultimi venti giorni.
A Mossul, nel nord dell’Iraq, è stato catturato il primo febbraio (ma lo si è appreso solo oggi) Sami Fathi Ali Saleh, che sarebbe stato a capo di 80 miliziani integralisti, mentre a Baghdad sono stati invece uccisi l’11 febbraio altri due uomini di Zarqawi, Adel Mujtaba (alias Abu Rim, responsabile della propaganda) e Abu al-Ezz. Appoggiati da governativi iracheni, marine Usa del Primo corpo di spedizioni hanno bloccato di primo mattino i quattro principali varchi d’ingresso a Ramadi: a est la strada verso Falluja, a ovest quella che porta al ponte di Warar sull’ Eufrate, a sud quella per Habaniya e a nord quella che conduce all’autostrada internazionale. Nella cittadina 110 km. a ovest di Baghdad, è stato inoltre imposto il coprifuoco dalle 20:00 alle 06:00 e i primi rastrellamenti nel quartiere occidentale di Malaab avrebbero già portato all’arresto di otto seguaci di Zarqawi, che secondo voci incontrollate sarebbe di recente tornato a Ramadi da Kirkuk.
Scopo dell’operazione (nome in codice "River Blitz") è quello - ha spiegato il generale Richard Natonski, al comando del Primo corpo di spedizione - di «individuare, isolare e sconfiggere le forze anti-irachene e i terroristi» che hanno «tentato di destabilizzare la provincia di Anbar, terrorizzando la popolazione con atti di spietata violenza e intimidazione». Nelle elezioni irachene del 30 gennaio, nella provincia di Al Anbar, di cui Ramadi è capoluogo, si è registrato il più basso tasso d’affluenza alle urne di tutto l’Iraq, che è stato nettamente inferiore anche a quello già ridottissimo delle altre quattro province sunnite di Ninive, Saleheddin e Diyala (rispettivamente 17, 29 e 33 per cento). Su 574.138 aventi diritto al voto, nella provincia di Al Anbar è andato a votare per la nuova Assemblea nazionale appena il 2 per cento (13.892 elettori), percentuale che si è addirittura dimezzata nelle votazioni per il consiglio provinciale (con soli 3.803 votanti).
Ancora oggi, un soldato americano è stato ucciso a Ramadi, dove sono finora 72 i marine caduti, mentre nel centro della città insorti armati di fucili mitragliatori e lanciagranate hanno ingaggiato sporadiche scaramucce per rallentare l’avanzata delle truppe Usa e dei governativi iracheni. Su 1.120 soldati Usa uccisi in azione in Iraq dalla caduta di Saddam Hussein, più di un terzo (quasi 400) sono stati del resto falciati proprio nella provincia di Al Anbar, con il bilancio più pesante (oltre 100 caduti) registrato nelle tre settimane della battaglia di Falluja, nel novembre scorso.
Ma a dispetto del tragico fardello dell’assalto alla vicina Falluja, soldati americani e governativi iracheni sembrano ora decisi a liberarsi anche dell’incubo Ramadi, ed è prevedibile che - una volta prosciugate con la cintura di posti di blocco le fonti di approvvigionamento degli insorti in armi, munizioni ed esplosivo (che si sospettano provenire dalla Siria) - passino in secondo tempo a uno scontro militare diretto.
Alla luce delle devastazioni provocate a Falluja, con molti dei suoi 250.000 abitanti ancora sfollati e i servizi essenziali tuttora fuori uso, nella più grande Ramadi (con ben 600.000 abitanti) questo scontro potrebbe tuttavia non assumere il carattere di un massiccio assalto frontale, bensì di una serie di attacchi «mirati» per snidare gli insorti.
In questo clima di attesa, non sono comunque mancati neppure oggi i consueti attacchi ed esplosioni, che a nord di Baghdad hanno provocato almeno sette morti (tra Kirkuk, Baiji e Samarra).
Stefano Poscia

20/2/2005

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_esteri_NOTIZIA_01.asp?IDNotizia=131676&IDCategoria=7

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