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Appendice Uno - Le basi militari in Sardegna.
by IMC Italy Saturday, Aug. 24, 2002 at 3:06 PM mail:

Utilizziamo volentieri come introduzione un intervento del comitato Gettiamo le Basi pubblicato su una mailing-list del sito peacelink.it del 13/7/2001

Gettiamo le Basi contro/oltre il G8


Senza l'apporto della Sardegna, dato suo malgrado e, spesso, a sua insaputa, come base di servizi e attività essenziali per la guerra e l'esercizio della deterrenza convenzionale e nucleare, potenti sostegni della penetrazione economica, appare improbabile che i G1+7, autoproclamatisi Signori del pianeta, possano, credibilmente, arrogare alla Nato la funzione di gendarme del neoliberismo e usurpare l'Onu del ruolo di risoluzione dei conflitti.
Dagli anni '50 Nato e Usa adibiscono l'isola a grande area strategica di servizi bellici essenziali: esercitazioni, addestramento, sperimentazioni di nuovi sistemi d'arma, guerre simulate, depositi di carburanti, armi e munizioni, rete di spionaggio e telecomunicazioni. Al tradizionale ruolo di caserma-scuola di guerra, oggi si sovrappongono compiti direttamente operativi e funzioni di postazione-chiave per il controllo dell'intera area mediterranea, funzioni che potenziano l'importanza strategica dell'isola come perno del sistema politico-militare dell'alleanza nord-atlantica.
Sulla terra sarda grava il 66% delle installazioni militari italiane-Nato. La vastità degli spazi aerei e marittimi militarmente asserviti non ha termini di paragone con nessun altra regione. Solo il tratto di mare annesso al poligono Salto di Quirra supera in estensione la superficie dell'intera isola.
Ma ancora non basta. La fabbrica di guerra, l'unica industria che non conosce crisi e produce disoccupazione e sottosviluppo, è in espansione: nuovo centro logistico e nuovo molo Nato a Cagliari, cospicui investimenti a Capo Teulada e Quirra. Nel mare del Parco Naturale Sinis-Malu Bentu, "incredibilmente" inglobato in zona militarmente asservita (R.54) e a ridosso delle zone "Danger 40, R59, T822", spunta una nuova installazione, la gigantesca torre-spia statunitense.
La maschera di "paradiso turistico" nasconde, maldestramente, il rafforzamento della realtà di sinistra fortezza militare. La base atomica Usa, operativa fuori dal quadro Nato e fuori da qualsiasi controllo dell'Italia, è diventata, per decreto governativo, fulcro del Parco Nazionale Arcipelago di La Maddalena. Inquieta constatare come i parchi naturali imposti dal Governo siano tutti, con una sola eccezione, interessati da importanti installazioni e intense attività militari e, viceversa, siano paralizzati quelli fortemente voluti dalla popolazione (Parco Geominerario, Molentargius..) ma esenti dalla devastante presenza delle FF.AA. Un omertoso silenzio copre il costante, osceno binomio: parchi nazionali/installazioni militari.
La Sardegna, finora appannaggio delle grandi ditte produttrici di sistemi d'arma (Fiat, Alenia, Thomson, Aerospatiale...) che operano nel poligono di Quirra, si apre al mercato globale e a nuovi investimenti. A Domusnovas, la Sei converte l'impianto di esplosivi civili in fabbrica di ordigni bellici. Il mercato è ghiotto: dal luogo di produzione ai poligoni-luoghi di consumo e di stoccaggio, senza costi aggiuntivi di trasporto e con la certezza di accaparrare una buona fetta della quota di forniture riservata alle imprese "ubicate nelle Regioni maggiormente oberate dai vincoli e dalle attività militari" (art.4,5 l.104/90).
La Sardegna assume il doppio ruolo di complice e vittima al tempo stesso delle politiche Nato, "insostituibile meccanismo per l'esercizio della leadership Usa (..) e per la proiezione della potenza e della influenza americana attraverso l'Atlantico e oltre", come afferma il Dipartimento della difesa degli Stati Uniti nel suo rapporto al Congresso del 1998. Isola aggressiva e minacciosa, perno strategico per il controllo armato dell'area mediterranea, base indispensabile da cui partono tutte le incursioni. Isola rassegnata e sofferente, espropriata delle sue aree più belle, pesantemente asservita alle esigenze della "monocoltura di guerra" che strangola le possibilità di uso alternativo delle risorse, condannata a subire crimini ininterrotti contro il suo ambiente e attentati continui alla sicurezza del suo popolo, perpetrati allo scopo di esportare guerre e tenere a bada i Sud del mondo, il retrobottega degli orrori del neoliberismo reale. La Sardegna, che ha avuto la forza di infrangere il potente muro di silenzio sul criminale uso dell'uranio impoverito nelle guerre "umanitarie" e nelle "normali" esercitazioni, che ha imposto il dibattito a livello nazionale e internazionale, oggi, da segni della volontà di dare voce all'atavica insofferenza, aggregare le lotte frammentate per scrollarsi del pesante fardello Nato ed esprimere la sua vocazione di isola-ponte tra i popoli. Saremo a Genova per dire che non vogliamo essere il sinistro baluardo armato e nuclearizzato, cardine principale di un irrazionale modello di "difesa" costruito a sostegno di politiche economiche funzionali ad interessi che non ci appartengono e ci penalizzano. Respingiamo il ruolo di base strategica di un'alleanza militare "essenziale alla proiezione della potenza e della influenza americana all'interno di aree dove gli interessi Usa sono in gioco"(cit. Dip . Difesa Usa).
Pensiamo che la strada sia da percorrere esigendo dai Potenti il rispetto delle norme che loro stessi hanno posto. E pensiamo che la strada passi

per

  • l'abolizione dell'uranio impoverito,
  • la denuclearizzazione del Mediterraneo
  • lo smantellamento della base atomica USA di La Maddalena, in rispetto A) degli art.11, 80, 87 della Costituzione, B) delle norme internazionali di sicurezza stabilite dall'AIEA,
  • lo smantellamento delle basi navali nucleari Nato di Cagliari, Augusta, Brindisi, Gaeta, La Spezia, Livorno, Napoli, Taranto, Trieste, Venezia, in rispetto della volontà popolare, espressa nel referendum del 1987 per la messa al bando del nucleare.
  • la pubblica informazione su: A)quali siano le specifiche misure di sicurezza adottate in ordine alla presenza di navi a propulsione nucleare, al trasporto, allo stoccaggio e alla manutenzione delle testate nucleari, B) tutti i dati sul rilevamento della radioattività specificandone l'attendibilità, C) i piani di emergenza e di evacuazione in caso di incidente nucleare, su come siano organizzati e per quali ragioni, in violazione del DL 230/95, non siano stati comunicati alle popolazioni interessate
  • il monitoraggio permanente delle aree militarizzate gestito e controllato dai civili
  • un'indagine epidemiologica, indipendente dal ministero della Difesa, al fine di accertare le cause delle percentuali anomale per eccesso di neoplasie e patologie, derivanti verosimilmente da uranio impoverito/arricchito al plutonio e da alterazioni genetiche, sia tra la popolazione residente nei pressi delle aree militarizzate sia tra le popolazioni aggredite/"aiutate" da Nato e Usa (Irak, Somalia, Bosnia, Serbia, Kosovo)
  • il ritiro di tutti i progetti di rafforzamento della presenza militare
  • la cessazione dei "giochi di guerra" che pongono a rischio la popolazione e l'ambiente.


E pensiamo che, per chi parte dalla Sardegna, la strada passi

per

  • l'eliminazione dei vincoli sugli immensi spazi aerei e marittimi che ostacolano la libera circolazione, compromettono il sistema dei trasporti e menomano le possibilità economiche,
  • l'eliminazione dell'enorme surplus di presenza militare che penalizza l'isola in misura iniqua, l'equiparazione della Sardegna alle altre regioni italianein termini di gravami militari in rispetto delle conclusioni della Conferenza Nazionale sulle Servitù militari del 1981,
  • la dismissione immediata degli impianti abusivi e illegalmente operativi (es. M. Urpinu)


Mappa delle installazioni militari in Sardegna e mari limitrofi

Scheda riassuntiva dei poligoni militari presenti in Sardegna

Capo Teulada (CA)


Poligono Permanente per esercitazioni terra-aria-mare affidato all'Esercito e messo a disposizione della Nato.
Per estensione è il secondo poligono d'Italia con i suoi 7.200 ettari di terreno cui si sommano i 75.000 ettari delle "zone di restrizione dello spazio aereo e zone interdette alla navigazione" (servitù militari nel linguaggio corrente) normalmente impiegate per le esercitazioni di tiro contro costa e tiro terra-mare. Una parte del poligono e dell'area a mare è permanentemente interdetta anche agli stessi militari per motivi di sicurezza: l'elevato ritmo delle attività e l'accumulo di ordigni e residuati inesplosi è tale da rendere la zona non bonificabile.
"Il poligono si rivela l'unica possibilità di svolgere esercitazioni di cooperazione con l'Aeronautica, la Marina e i reparti di altri eserciti Nato l'area viene intensamente utilizzata. I reparti corazzati affluiscono per turni di utilizzazione medi di 15 / 20 giorni (...) attualmente costituisce la più importante risorsa addestrativa e rimarrà nel medio e lungo periodo il poligono più importante per la Forza Armata, in quanto è l'unico che consenta di svolgere compiutamente esercitazioni a fuoco di livello battaglione corazzato e meccanizzato". Fra le attività più importanti la simulazione d'interventi operativi e la sperimentazione di nuovi armamenti.
E' previsto uno stanziamento di 70 miliardi per fare del poligono il più grande centro europeo d'addestramento ad alta tecnologia.

Decimomannu (CA)


Aeroporto utilizzato dalla Nato per l'addestramento al volo e le esercitazioni nei vicini poligoni di Capo Teulada, Salto di Quirra e Capo Frasca. E' gestito dall'AWTI ente plurinazionale cui partecipano Italia e Germania dopo il disimpegno di Canada, Gran Bretagna e Stati Uniti. Presso la base è operativo un poligono elettronico. Una enorme zona di restrizione dello spazio aereo collega direttamente Decimomannu a Capo Frasca e alla vasta zona, indicata nelle carte militari con la sigla D 40, situata fuori dalle acque territoriali, adibita all'addestramento per il combattimento aereo e tiri aria-aria.

Capo Frasca (OR)


Poligono utilizzato dalle aeronautiche e dalle marine italiane, tedesche e Nato per esercitazioni di tiro a fuoco aria-terra e mare-terra. Occupa una superficie a terra di ha.1.416 e impegna un' "area di sicurezza a mare" interdetta alla navigazione.

La Maddalena-S.Stefano


  • NATO -- Sterminati depositi sotterranei per carburanti e per armi e munizionamento navale.
  • USA --Base U.S. Navy per operazioni d'appoggio dei sottomarini a propulsione nucleare dotati di testate atomiche.La base è stata concessa in applicazione di accordi datati 1954-'72-'78-'79, tuttora segreti e mai ratificati dal Parlamento, di dubbia legittimità costituzionale. E' la sola base Usa in Italia che agisce fuori della copertura Nato, in regime di indiscussa extraterritorialità ed extragiurisdizionalità.
    Il molo d'attracco della cosiddetta nave-balia si trova nella stessa area impegnata dal deposito di armi e munizioni Nato e a ridosso dell'area adibita ai serbatoi di combustibili Nato. Risulta palese la violazione delle norme internazionali di sicurezza stabilite dall'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica e sottoscritte dall'Italia e dagli USA.

D.33


D = Danger. Si tratta di uno spazio aereo militarizzato di circa 600.000 ettari che grava sul centro Sardegna, sull'area del contestato Parco Nazionale del Gennargentu imposto dall'ex ministro Ronchi e respinto dai Comuni interessati. La zona di restrizione aerea non è supportata da servitù o demanio militare a terra. Vi si svolge un'intensa attività elicotteristica "pericolosa per il volo degli aeromobili". Dato che non è adibito ad esercitazioni a fuoco sfugge totalmente al controllo democratico previsto dalla l.898/76.

Cagliari


  • Sella del Diavolo-S.Elia: giganteschi serbatoi sotterranei di carburanti navali Nato gestiti dalla Marina.
  • Monte Urpinu: vasto deposito sotterraneo di combustibili-avio A.M.I.-Nato. E' collegato da una rete di oleodotti al molo e agli aeroporti militari di Elmas e Decimomannu. E' in corso un'indagine della Magistratura su denuncia del Sindaco, avanzata in seguito alla pressione delle mobilitazioni popolari promosse da "Gettiamo le Basi", per accertare l'operatività abusiva dell'impianto in violazione dei parametri di sicurezza.
  • Porto militare, adibito anche all'ormeggio e alla sosta di natanti a propulsione nucleare e armamento atomico.
  • In progetto: costruzione di un nuovo molo Nato e di un nuovo centro di servizi logistici per i quadri delle Marine Nato.

Impianti di telecomunicazioni


Cagliari - S.Ignazio: impianto T.L.C. della Marina.
Siamaggiore (OR): impianto dell'E.I.
Monte Arci (OR), Santulussurgiu (OR): stazioni di telecomunicazioni di supporto al sistema Nato per l'addestramento aereo collegate alla base di Decimomannu-Capo Frasca.
Nel nord Sardegna la rete TLC si articola negli impianti di Sassari, Olmedo, Monte Limbara, Tavolara.

Altre installazioni


Poligoni per esercitazioni a fuoco a cielo aperto gestiti dall'Esercito: S.Ena Ruggia -Macomer (1.360 ettari), Valle Bunnari (SS), Sicaderba-Arzana, Piantabella (NU), Pala e Cresia-Isili.
Cala Andreani - Caprera, riserva naturale orientata, compresa nel Parco Nazionale Arcipelago della Maddalena, è adibita dalla Marina a poligono per esercitazioni a fuoco a terra e a mare.

Depositi munizioni


Serrenti, Villasor (A.M.I.); Siliqua, Macomer (E.I.); Sassari
La base di Torre Poglina-Alghero, centro addestramento guastatori, è nota come ex (?) base Gladio.

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