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CPT di Lamezia: l'anima repressiva
by Migrant* Monday, Mar. 14, 2005 at 8:36 AM mail:

Grazie all'esposto presentato dall'Onorevole Russo Spena sul CPT di Lamezia Terme, viene fuori la vera anima del Centro di repressione.

CPT di Lamezia: l'an...
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In data 31.03.04 è stato presentato dall'On. Russo Spena un esposto alla Procura della Repubblica di Lamezia Terme, per le condizioni inumane in cui i “clandestini” vivono all'interno del Centro di Permanenza Temporanea di Lamezia Terme gestito dalla Cooperativa “Malgrado tutto”. In data 14.10.04, il GIP Antonio Rizzuti ne ha disposto l'archiviazione, dopo che il PM Cocco l'aveva proposta, in quanto non ravvisava violazioni degli articoli 81 (Concorso formale, reato continuato), 323 (Abuso d'ufficio) e 571 (Abuso dei mezzi di correzione o di discliplina) del Codice Penale.

Il decreto di archiviazione narra: <<[...] e' emersa, infatti rispetto alle previsioni di legge, di regolamento e della stessa convenzione con la Prefettura, una serie di deficit di assistenza, sotto vari profili (umana, sociale, sanitaria, ecc.) che, se possono allarmare e preoccupare per le possibili conseguenze pregiudizievoli per la dignità e la salute delle persone che vivono nel centro di accoglienza, appaiono frutto di inefficenza o inefficacia dei mezzi e del personale approntati o messi a disposizione [...], piuttosto che di abusi o di condotte criminose vere e proprie>>.

Ecco allora i motivi dell'archiviazione, che confermano le nostre parole: “I CPT sono carceri razziali”. Se una convenzione con la Prefettura di Catanzaro del valore di circa 2.800.000,00 euro per la gestione del centro non riesce a essere sufficiente, allora bisogna chiudere questo CPT. Semplicemente chi ha in gestione il centro è incompetente. Se più di 48 euro, ad “ospite” al giorno, non bastano allora bisogna modificare il sistema di accoglienza, che ancora una volta lo ripetiamo non può essere quello della legge Bossi-Fini, che rivede l'impianto della Turco-Napolitano. Bisogna iniziare dalla chiusura di queste carceri razziali ed implementare un sistema di accoglienza diverso.

Non basta la morte di un migrante che proprio non voleva stare lì dentro? E' il caso di Said Zigoui di origine marocchina, che il 9 Gennaio, 45 anni, si è lanciato dal secondo piano dell’ospedale di Lamezia Terme; preferiva rischiare la morte piuttosto che ritornare nel CPT, tentando una disperata fuga. Said aveva già precedentemente scontato 5 anni di detenzione per reati connessi allo spaccio di stupefacenti, la sua pena l’aveva già scontata e sarebbe stato un uomo libero se non fosse stato nuovamente rinchiuso in un posto che, in teoria, dovrebbe essere di “accoglienza”, ma nella pratica è soltanto una prigione con un nome diverso. Said era entrato in coma irreversibile e il suo cuore ha smesso di battere mercoledì 12 gennaio alle 13:45. Ha lasciato moglie e figlio.
Cosa c’era di così orripilante in un CPT da indurre un uomo a rischiare la sua vita? La gente finge indifferenza e i giornali nascondono la verità, ma la realtà è che in questi centri vengono negati i diritti più elementari e i bisogni più urgenti di persone che vengono trattate come animali in uno zoo.

Dall'inchiesta portata avanti dai giudici lametini, si scoprono tantissime curiosità tra cui:
- 34 “situazioni anomale” in base alla convenzione stipulata, rilevate dagli stessi;
- i Nas hanno effettuato le indagini, in quattro giorni, nel mese di settembre;
- per ogni giorno di presenza di un singolo ospite vengono erogate alla cooperativa 48,62 euro e che il valore della convenzione stimato, sulla base di una presenza media di 87 persone ed all'80% della capienza, è di 2.800.512,00 euro per due anni;
- i riscaldamenti non ci sono perchè “sono stati staccati dagli ospiti per la distruzione delle camere”;
la carta igienica non c'è perchè è “motivo di contrasto religioso”;
- il servizio del taglio capelli non è assicurato perchè “il barbiere è spaventato dagli stranieri”;
- la convenzione, scaduta il 31/12/04 e rinnovata automaticamente per altri due anni, è stata stipulata con una strana procedura perchè, come è scritto nella convenzione stessa “non consente la gara pubblica per il carattere umanitario” e per l'assenza di altre realtà in grado di gestire questo tipo di centro;
- sono oramai 4 mesi che la procura di Lamezia ha inviato la copia del procedimento archiviato alla Prefettura di Catanzaro, per informarla sui fatti rilevati nella gestione del centro e procedere con proprie ispezioni;
- che nel solo periodo giugno/agosto 2004, la cooperativa ha acquistato 6.155 euro di libri, quotidiani e riviste;
- la cooperativa “Malgrado tutto” è una vera e propria “multiutility” del sociale, insomma una macchina che fa soldi con il disagio altrui, dalla casa d'accoglienza “Itaca” per disabili mentali, al “Brutto anatroccolo” per coppie di tossicodipendenti, alla “Calipso” per portatori di handicap;
- all'interno della convenzione esiste un simpatico articolo donominato “art. xx Gradimento del personale” secondo il quale il personale operante nella struttura deve avere il gradimento della prefettura e della questura.

Ma la cosa più strana è che tutti i documenti, autorizzazioni, pareri, ecc. sono stati rilasciati dalle competenti autorità nel corso del 2004 e comunque dopo la presentazione dell'esposto da parte dell'Onorevole Russo Spena. Ed è alquanto strano che i Carabinieri abbiano effettuato le verifiche richieste della Procura, solo ed esclusivamente dopo che venissero rilasciate alla cooperativa tutte le autorizzazioni necessarie affinchè la struttura potesse risultare dal punto di vista formale adeguata alle necessità del caso. Eppure l'esposto è stato presentato a Marzo '04. Perchè tutto questo tempo?
Evidentemente la cooperativa e i carcerieri “godono” di un certo potere anche nel Palazzo di Giustizia. Quindi, a nostro avviso, le indagini scaturite dall'esposto si sono limitate all'acquisizione di documenti cartacei, presentate dal presidente della Cooperativa “Malgrado tutto" Pierluigi Conte e non Raffaello, come comunemente chiamato.

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