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[Rimini] Resoconto dal corteo
by Black_Cat dal Manifesto Tuesday, Mar. 15, 2005 at 12:09 AM mail:

A Rimini non passano i marines Centri sociali e Rifondazione contro lo scalo della guerra. Protestano anche gli enti locali In tremila manifestano contro l'uso dell'aeroporto da parte delle truppe americane dirette in Iraq. Tra musica sparata dai sound system, slogan e mille contraddizioni


CINZIA GUBBINI
INVIATA A RIMINI
L'«Emilia paranoica» dei Csi pulsa dalle casse del sound system. Colonna sonora ideale del corteo che ieri pomeriggio ha attraversato le strade di Rimini per dire no all'arrivo dei marines nell'aeroporto della città, ultimo scalo prima di essere catapultati in Iraq. Uno schieramento di polizia e carabinieri imbarazzante, elicotteri che volano proprio sopra al luogo del concentramento - la stazione ferroviaria - una brusca perquisizione del camion dove gli attivisti del Laboratorio Paz, promotori del corteo, avevano caricato le loro pericolose «armi di distruzione di massa». Vernice bianca per scrivere sulle strade «no global war», sacchi pieni di carta per simulare una trincea di fronte al consiglio provinciale, un muro di cartone per costruire una frontiera davanti al Comune con su scritto «Non esistono esseri umani illegali». C'era pure un filo spinato, per rendere più efficace la performance. La polizia lo sequestra. Ma l'«azione» è riuscita ugualmente, e il corteo - blindato in testa e in coda - si è fatto comunque strada a suon di «i marines non li vogliamo» in una Rimini ai suoi primi raggi di sole e agli ultimi saldi di stagione. «Vogliono isolarci», commentano i ragazzi del Paz che per organizzare questa manifestazione ci hanno messo l'anima. Li hanno mollati tutti: nessuna associazione ha aderito mentre i centri sociali sono arrivati dall'Emilia e dalle Marche. Nessun aiuto dal centrosinistra, che da queste parti governa da decenni, eccezion fatta per Rifondazione comunista che comunque si spacca in piazza. Tra i grassiani che hanno distribuito un volantino che recita «con la resistenza irakena fino alla vittoria», e i bertinottiani che rispondono «Basta guerre basta stragi». Il tutto condito da un editoriale del giorno sul quotidiano La Voce che definisce l'occupazione dell'aeroporto di giovedì ad opera dei Disobbedienti «azione squadrista». Emilia paranoica, appunto. E miope. Alla fine almeno tremila persone si uniscono al corteo che all'inizio parte un po' debole. La città li aspetta lungo le strade, in disparte. Il pensiero di tutti è racchiuso nella parole di un uomo di 67 anni «A leggere i giornali sembrava dovessero fare la rivoluzione. Invece così mi piace. Sono pacifici e hanno pure ragione». E' un corteo che non parla soltanto del contratto che Aeradria, la società gestore dell'aeroporto, ha firmato con la compagnia aerea World Airways. Parla della «guerra globale». «Basta con gli affitti a 800 euro quando ne guadagni 600 ¡ dicono i ragazzi dal megafono ¡ basta con la precarietà sul lavoro e basta con le leggi ingiuste contro i migranti che vivono nelle nostre città». La gente ascolta, e annuisce. Sul camion uno striscione, accanto all'icona di San Precario. «Colussi: disoccupazione». I 70 dipendenti dell'azienda che ha acquisito la Agnesi aspettano proprio lunedì le lettere di trasferimento: la proprietà ha venduto, e non sanno neanche a chi. L'Arena, nei paraggi di Rimini, ha fatto lo stesso. Incerto il destino dei 350 lavoratori. Le cose non marciano bene nel territorio. Frutto di una politica fatta di poca strategia e molta approssimazione, come dimostra l'accordo coi marines, che gli enti locali ¡pur avendo dichiarato di essere contrari ¡ si ostinano a non voler rompere. «Chiediamo atti concreti ¡ si dice dal megafono ¡ non bastano le mozioni dei consigli comunali. Non si può dire di essere contro la guerra solo a parole. Questa è democrazia embedded». Ma sull'Emilia il vento delle elezioni soffia forte, tanto forte da chiudere le orecchie di chi dovrebbe ascoltare. Per esempio quegli applausi che scoppiano quando qualcuno dice «Chiediamo di sospendere il voto alle regionali, finché non saranno capaci di dire una parola chiara sulla guerra, sui cpt». Eppure l'opposizione di centrodestra appare debole. Sulla figuraccia della maggioranza con l'affaire marines hanno provato a spingere, con scarsi risultati. Ieri mattina il candidato alle regionali di An, Oronzo Zilli, ha organizzato un corteo. Ha manifestato con altre diciassette persone, stretto in un «panino» di cartone. Davanti un cartello «Sì allo scalo dei marines all'aeroporto di Rimini», e dietro il suo manifesto elettorale. Tra i diciassette va conteggiato anche Filippo Berselli, sottosegretario al ministero della Difesa nonché sindaco di un paese vicino Rimini: «Siamo noi a rappresentare la maggioranza dei riminesi ¡ ha detto - perché l'atterraggio dei marines è un buon affare, e chi si oppone esprime un antiamericanismo inaccettabile».

Fonte: http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/13-Marzo-2005/art44.html

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