Colpa degli 007

"Dead wrong", "completamente sbagliate". Le informazioni in possesso degli 007 americani sulle presunte armi di distruzione di massa dell'Iraq di Saddam Hussein erano fallimentari. Il rapporto della commissione d'inchiesta nominata lo scorso anno dal presidente George W. Bush, l'ennesimo sulle carenze del sistema di intelligence americano, usa un linguaggio che non lascia spazio a equivoci: la colpa del fallimento inammissibile sulle armi irachene e' degli 007, ma non dell'amministrazione Bush.

Dal rapporto emerge inoltre che i servizi segreti Usa sanno "preoccupantemente poco" sui programmi di armamento e la concreta minaccia rappresentata dai nemici dell'America, come la Corea del Nord e l'Iran. La commissione - presieduta da un giudice di Corte d'appello in pensione, il repubblicano Laurence Silberman, e da un ex senatore della Virginia, il democratico Charles Robb - suggerisce 74 modifiche radicali su come le informazioni di intelligence vengono raccolte e condivise dalle molte agenzie di cui si compongono i servizi segreti americani.

Sulle armi irachene il rapporto non contiene in realtà alcuna novità rispetto alle rivelazioni già rese note nel corso delle udienze della commissione Servizi segreti del Senato e nei due rapporti dell'Iraq Survey Group, la task force di ispettori americani incaricati di cercare le armi di distruzione di massa di Saddam Hussein dopo la caduta di Baghdad. Il rapporto di 400 pagine, chiamerebbe in causa in particolare la Cia e il suo ex direttore George Tenet per gli errori di valutazione sull'Iraq, ma non risparmia neppure "una sonora bocciatura" per le agenzie di spionaggio del Pentagono, Defense Intelligence Agency e National Security Agency. Implicitamente, però, i commissari assolvono l'amministrazione Bush dall'accusa di aver manipolato le informazioni di intelligence sulle armi irachene, la principale giustificazione del ricorso all'azione militare per rovesciare il regime di Saddam Hussein.

(Apcom)