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Scalzone sospende sciopero ma rilancia sull' amnistia
by dall' Ansa Sunday, May. 01, 2005 at 3:54 PM mail:

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AMNISTIA: FRANCIA, ORESTE SCALZONE SOSPENDE SCIOPERO FAME MA LANCIA PROPOSTA DI CONFRONTO SU ’CRIMINE E POLITICA’



(ANSA) - PARIGI, 30 APR - Oreste Scalzone ha concluso a Parigi il suo sciopero della fame durato 20 giorni per ’’infrangere il silenzio’’ sull’amnistia e ha lanciato oggi la proposta di un confronto su ’’crimine e politica’’, che resta ’’il vero nodo da affrontare, non per ritorcersi accuse a vicenda, ma per trovare una strada fra la punizione infinita e la rinuncia alla pena’’.

— (dichiarare un’ epoché, una pausa della rissa sulle decisioni , terreno delle più volgari strumentalità, delle peggiori ‘fiere e mercati’, con giudizî surrettiziamente estrapolati, e ri-porre la questione a partire da un rigore epistemologico, da un approccio di metodo corretto, il solo che permette di sfuggire ad aberrazioni intellettuali che diventano anche eticamente abiette) --

— (É a questa altezza che si può collocare un confronto senza concessioni ma non distorto e sovradeterminato da volgarità insopportabili sul “vero nodo da affrontare, non per ritorcersi accuse, ma per esaminare le questioni del rapporto tra punizione infinita e rinuncia alla pena’’.)--

’’Non sospendo lo sciopero - ha dichiarato all’Ansa l’ex leader di Potere Operaio, oggi punto di riferimento dei fuorusciti italiani degli anni di piombo - lo smetto. Nel mio caso, nel solco di quella ’geniale’ di Marco Pannella, l’interlocutore non era un soggetto istituzionale di potere, ma erano il movimento, i compagni, alcune persone che ho incrociato a vario titolo da quando ho cominciato a militare nel luglio 1960. Il mio era il messaggio in una bottiglia per un silenzio che gravava su un tema. Se qualcuno provava a infrangerlo, gli si rispondeva che era ’impensabile’ per il clima generale’’.

Scalzone, 58 anni, afferma invece che questo silenzio ora non c’e’ piu’: ’’a parte le lettere personali, ci sono state le tante risposte a un appello con un centinaio di firme lanciato per farmi smettere (fra gli altri firmatari alcuni parlamentari di Rifondazione come Russo Spena, Franco Piperno, Verdi francesi come Alain Lipietz, e soprattutto i Cobas)’’. Da questi ultimi e’ giunta non l’intenzione di fare qualcosa, ma ’’la mobilitazione del 19 aprile davanti al Parlamento - sottolinea Scalzone - e io non potevo non smettere’’.

— (e tra essi anche rifugiati e familiari , e soprattutto i Cobas e l’associazione dei detenuti “Papillon” da loro è giunta non già l’ intenzione di “fare qualcosa”, ma un qualcosa di già ‘in corso d’opera’: ’la mobilitazione davanti al Parlamento)--

— (A differenza che nel caso di esortazioni a interrompere un braccio di ferro contro una controparte ‘terza’, “fare orecchie da mercante” fare “il prezioso che si fa pregare, a fronte del messaggio lanciato dalla mobilitazione di piazza Montecitorio dai primi e più ricettivi dei destinatarî della mia azione pressione d’ “extrema ratio“ incarnanti già, con la loro mobilitazione, un risultato ottenuto, sarebbe stato un nonsenso, un’auto-contraddizione logica.

Che abbia poi impiegato un certo numero di giorni a smettere, dipende da una serie di fattori: al limite, mi sentivo un po’ ‘al limite’ dal punto di vista della relazione con loro: me ne spiegherò, nella Lettera di bilancio e rilancio dell’iniziativa, e nel “giornale di bordo” che l’accompagna.)--

Per l’ex leader di Potop, quella dello sciopero della fame e’ ’’una fase chiusa ma, nel mio piccolo - spiega - resto in agitazione affinche’ entro il 15 maggio, o al massimo a fine mese, si arrivi a una proposta di una tavola generale di confronto, sul tipo di quella ’Giustizia e Verita’’ proposta per il Sudafrica, alla quale partecipino finalmente davvero tutti i protagonisti. Non dev’essere un negoziato, non una pacificazione, non un tribunale Russel, ma un’azione per capire se c’e’ altro fra la punizione infinita o la rinuncia alla pena, un confronto su politica e crimine nella storia e nel pensiero politico. Non uno strumento da usare come una clava, per ritorcersi accuse a vicenda, ma un modo per toccare il vero nodo della questione’’.

— (L’idea era recentemente affiorata, ma in modo improprio, e sovrapposta con effetti di confusione e “asimmetricità” alla questione di un’amnistia. Ne va separata; e purtroppo essa dovrà venire prima, e non - come pure sarebbe “lecito” sperare, dopo. A questo momento di confronto a tutto campo e senza limiti, a questa sospensione epocale, dovrebbero finalmento partecipare, davvero, tutti i protagonisti, significativi di tutte le “parti in causa ”.)--

Una questione, quella dell’amnistia, che riguarda in modo particolarmente doloroso ’’gli insorti’’ di quegli anni che, secondo Scalzone, sono ’’gli unici su cui convergono tutti. Chi ha la scusa del colonialismo, chi del sionismo, noi siamo gli unici senza patria e senza santi in paradiso, senza bandiere e senza inni, siamo gli insorti per qualcosa considerato un’utopia. Osammo reincarnare il sogno comunardo che le masse umane possano liberarsi da sole senza consegnarsi a una nuova figura di rappresentanti’’.

— (Insomma : noialtri, gli unici - quantomeno nella risultante complessiva, “oggettiva” (cosa che per quelli come me è qualità, speranza, motivo se si vuole di fierezza) - “senza patria", senza bandiere e senza inni, né progetti in qualche modo compatibili, inscrivibili nei ‘modelli di razionalità’ capitalistici e statali, nelle teologie e controteologie dell’Economico e dello Statale e dunque senza esser visti da alcuno come “nemici dei suoi nemici”, senza santi in paradiso, siamo - in ultima analisi - gli insorti di una lunga ondata di sovversione sociale che, nel suo insieme, compresi i bordi arrivati sino alle armi e alla guerra di guerriglia ‘guerreggiata’ vera e propria (ché questa è la sola spiegazione d’insieme adeguata, non oscena, demenziale, sinistra), in qualche modo siamo quelli che - chi più, chi meno consapevolmente (e persino in qualche caso non pensandoci nemmeno) abbiamo in qualche modo incarnato una allusione al sogno, o piuttosto all’embrione di “forma finalmente scoperta...” dell’antecedente “comunardo” (l’unico non autodivoratosi, transmutatosi nell’uno o nell’altro dei suoi più estremi “contrarî”) che le moltitudini umane possano liberarsi da sé - e solo così - senza consegnarsi a sempre nuove diverse ed identiche, “variazioni-su-tema, figure di gerarchie, di rappresentanti, demiurghi, Governanti .)--

Lo strumento prioritario della nuova iniziativa e’ il blog con il nome di Oreste Scalzone, l’invito e’ a ’’tutti’’, ma in particolare ad alcuni dai quali Scalzone vorrebbe sentir dire che ’’un confronto del genere non e’ manifestamente assurdo’’. E fa alcuni nomi: ’’Francesco Cossiga innanzitutto, ma anche Pietro Ingrao e Giulio Andreotti, Giorgio Agamben, Renato Curcio, Prospero Gallinari, Franco Piperno, Mario Tronti, Adriano Sofri, Toni Negri’’.(ANSA)

http://orestescalzone.over-blog.com


domenica 1 maggio 2005


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