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industria del carcere è appalti
by carcerenews Tuesday, May. 03, 2005 at 9:44 AM mail:

galera infame nella sua ideazione

industria del carcer...
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Giustizia: 7 appalti d’oro per il consulente di Castelli



Liberazione, 2 maggio 2005



Si consolida l’inchiesta della procura di Roma che, tra gli altri, vede indagato per corruzione Giuseppe Magni, collaboratore del guardasigilli, già sindaco della Lega. Tra i progetti, nuovi istituti a Marsala, Bollate e Varese, opere di riqualificazione per Opera (Milano) e interventi per Pescara e Nuoro. Sono sette per il momento gli appalti sospetti finiti nel mirino della magistratura. Stiamo parlando di carceri nei centri storici da svendere e rivendere come residenze di lusso, di nuovi penitenziari da costruire e progetti di riqualificazione edilizia. Carceri piccoli e grandi, come quello di Opera. Queste le novità emerse nell’ambito dell’indagine avviata dalla procura di Roma nelle scorse settimane e che ha coinvolto, fra gli altri, l’ex consulente dell’attuale ministro di grazia e giustizia, Giuseppe Magni, 53 anni, sindaco leghista di Calco (Lecco).

Tra la documentazione all’attenzione del pm Pietro Giordano, e sequestrata dal nucleo speciale "Tutela dei mercati" della finanza, risultano studi di fattibilità per la costruzione di nuovi penitenziari a Marsala, Bollate e Varese, ma anche opere di riqualificazione per le carceri di Opera (Milano) e interventi per gli istituti di Pescara e Nuoro. Magni, che è stato interrogato dalla guardia di finanza nelle scorse settimane e che ha respinto tutte le accuse formulate a suo carico, è indagato per concorso in corruzione e istigazione alla corruzione insieme con Angelo Capriotti e suo fratello Roberto, titolari della società Sve con sede a Roma, un ingegnere, Giorgio Craveri.

I tre compaiono in un filmato, come è emerso nelle scorse settimane - girato dallo stesso Capriotti che aveva la mania di registrare tutto all’insaputa dei convenuti - in cui discutono di ristrutturazioni di carceri e progetti per la edificazione di nuovi penitenziari. Magni all’epoca del filmato è consulente della Dike Aedifica Spa, presentata alla stampa il 3 luglio del 2003 dal ministro Castelli come società "per la realizzazione dei piani di edilizia carcerari". La cui costituzione è stata deliberata dal consiglio di amministrazione della Patrimonio Spa, la società controllata dal ministero del Tesoro e nata allo scopo di gestire il processo di dismissione del patrimonio pubblico (palazzi, moumenti, spiagge). Inoltre la Dike, per il 95 per cento controllata dalla stessa Patrimonio Spa (dunque, controllata dal governo), vanta nel ruolo di consigliere delegato un concittadino di Magni e Castelli, Vico Valassi.

Nel filmato - che ha fatto scattare le iscrizioni nel registro degli indagati - sarebbe proprio Magni ad illustrare le potenzialità economiche della riqualificazione degli istituti dismessi in carceri "turistiche". Lo stesso Magni che improvvisamente, a inizio marzo, ha lasciato la sua stanza romana al ministero di via Arenula ed è tornato nella Brianza lecchese, a caccia di un posto in consiglio regionale. Affari condotti per quarantadue mesi, mentre nelle carceri superaffollate si è continuato a morire, si è continuato a protestare per le drammatiche condizioni di vita.

Il progetto Dike sembra fermo ma la ditta di Capriotti è riuscita ad ottenere qualche appalto al nord, per esempio nel carcere di Varese e di Opera. Ora gli inquirenti stanno verificando se l’incarico risalga ad un periodo successivo all’incontro filmato. L’appalto per il nuovo carcere di Marsala, invece è andato ad una grande impresa romana anche se ora bisognerà verificare chi svolgerà concretamente i lavori. Il 24 marzo scorso, dopo che le agenzie avevano battuto la notizia delle perquisizioni a casa di Magni, il ministro Castelli si è limitato ad augurare "all’ex consulente" di poter provare la propria totale estraneità.

L’indagine della procura di Roma è nata da una precedente inchiesta su un appalto nell’ambito di progetti edilizi nell’Università di Tor Vergata. Un secondo filmino documenta invece la consegna di una mazzetta per un lavoro che non ha nulla a che fare con Magni e con le carceri. Si riconosce l’ingegner Carlo Bonifazi, responsabile delle gare per l’Adisu, l’ente di diritto allo studio del Lazio, che incassa alcune migliaia di euro da Angelo Capriotti, la cui società Sie si è aggiudicata nel 2000 l’appalto da due milioni di euro per la mensa dell’Università di Tor Vergata. Secondo l’ipotesi del pm, per firmare il primo stato avanzamento lavori, Bonifazi prende la mazzetta. Capriotti paga, ma di nascosto riprende tutto.

I finanzieri sono arrivati al computer di Capriotti indagando su una società di certificazione che rilasciava attestazioni false ed hanno impiegato un mese a copiare il materiale e ancora non hanno finito di visionarlo. Tra i documenti, anche una lettera a Paolo Berlusconi nella quale Capriotti chiede una raccomandazione per un appalto (mai ottenuto) presso la Presidenza del consiglio. Inizia con un "caro Paolo" e termina con uno strano discorso sulle percentuali, chissà se è mai stata spedita. C’è anche la registrazione audio di una conversazione delicata tra Capriotti e un alto dirigente dell’autorità garante dei lavori pubblici, e molti altri filmini, di ogni genere.

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