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Libano: una repubblica delle banane?
by Marie Nassif-Debs Monday, May. 23, 2005 at 11:47 PM mail:

il 29 le elezioni politiche, in un paese dove seggi e cariche istituzionali vengono attribuiti per appartenenza confessionale. Marie Nassif-Debs è una donna del partito comunista libanese, giornalista e collaboratrice per dei quotidiani stranieri.



Molti libanesi si domandano se non ci troviamo sull'orlo di una nuova guerra civile, o se il conflitto verbale che oppone, in questi ultimi giorni, i rappresentanti della classe politica (confessionale) libanese, non è che una mascherata che terminerà con qualche seggio in più nel nuovo parlamento che il popolo si prepara a vedere scendere dal cielo grazie alle forze di tutela, vecchie e nuove, che decidono al giorno d'oggi i nostri destini.
Il Libano: uno stato delle banane? E perchè no? Non vediamo, dopo la creazione della prima repubblica, intorno agli anni '20, deputati e presidenti "eletti" o ministri scelti solamente in quanto maroniti, sunniti, sciiti, greci ortodossi e altro (abbiamo, grazie a dio, diciotto confessioni religiose che si spartiscono i nostri diritti di cittadini!).
Non vediamo, dopo la creazione della seconda repubblica, in seguito all'accordo di Taif, delle leggi elettorali bizzarre che ci dividono e ci unificano a seconda di questo o quel capo confessionale?
Non siamo noi il solo paese dove i capi religiosi fanno la legge e dove tutti i politici fanno la corte a questi capi per guadagnare il loro appoggio? Non siamo noi ancora il solo paese dove il capo di un partito socialista rappresenta una confessione religiosa dove il suo partito è formato quasi interamente di militanti appartenenti a questa confessione? Npn siamo noi, per concludere questa serie di domande che può restare indefinitivamente aperta e incompleta, il solo paese pretenziosamemte "democratico" dove si usa e si abusa del danaro per comprare le coscenze ad uso e consumo della Grande democrazia mondiale governata da George doppiavvu Bush e dalla sua equipé che segue il codice emesso dal "patriot act"?

Al giorno d'oggi, continuiamo a subire la sindrome dei trent'anni di guerra civile, di divisione, di tutela siriana, piegata dai potenti Stati Uniti d'America. Siamo appena usciti dalla presenza militare, economica e politica siriana nel nostro paese che ci ritroviamo già di nuovo ad autolacerarci, sotto l'occhio vigilante dei nuovi nostri tutori americani, sauditi e francesi, per un seggio in parlamento, noi domandiamo chi ha il dirito di decidere (al posto dei cittadini) per riempire le urne e scegliere il deputato e rappresentante questa confessione religiosa in questa o quella circoscrizione.
E quelli dei deputati uscenti che si erano detti pronti a lottare per il proporzionale o per l'applicazione dell'accordo di Taif concernente la soppressione del confessionalismo politico e che sono spariti nel giro di poco tempo per poi riapparire nuovamente, sia a Bkerké (seggio del patriarca maronita) sia a Koraïtem (residenza della famiglia del fu Presidente del consiglio Rafiq Hariri).
In entrambi i luoghi di predilezione dei rappresentanti della classe politica libanese, i discorsi e le arringhe procedono a vele spiegate:

- Primo caso: ci si indigna perchè gli amici e gli alleati di ieri (come Walid Jumblat) non hanno mantenuto la parola e che hanno tradito i propri amici maroniti di Kornet Chahouane (coalizione cristiana presieduta da un vescovo maronita) associandosi agli "avversari" sciiti, vale a dire gli Hezbollah e il movimento Amal.
Si arriva anche a domandarsi che ogni confessione religiosa elimini i propri deputati dal parlamento!

-Secondo caso: al contrario ci si rallegra del fatto che le future elezioni nella capitale siano quasi già terminate prima di essere cominciate, perchè non resta che qualche piccola modifica, o piuttosto, qualche punto di litigio e giacchè noi abbiamo già due deputati di Beirut "eletti all'unanimità", visto che nessuno ha osato presentarsi contro di loro; e annunciamoci che ci sono (fortunatamente per noi!) dei ciarlatani pronti alla rinuncia di quelli che sono sempre in lizza a Beirut, perchè questi portano allo stesso tempo ombra all'Arabia Saudita, che aveva notificato ai sunniti di astenersi a fare del male ai figli del fu Hariri, e in seguito, allo slogan scritto in rosso sangue sui manifesti della lista Hariri "con te".

- Nel sud del paese: i due bulldozer sciiti, Amal e Hezbollah, si sono già divisi la torta; e alcuni dicono che dei ciarlatani insieme al patriarca maronita mirano a lasciargli "la possibilità di scegliere uno dei tre rappresentanti maroniti", mentre gli altri due sono già nominati dalle due forze sciite suddette.

- Nel monte del Libanono (nord): una allenza si sta formando, raggruppando il partito socialista di Walid Jumblat, il "movimento del futuro" di Hariri, la jamaa islamya(partito integralista sunnita), le Forze libanesi (partito integralista cristiano precedentemente filoisraeliano), Amal e Hezbollah. Questa stessa alleanza alla quale bisognerà aggiungere il deputato uscente Sami Khatib, vicino ai siriani, potrà dividersi i sei seggi della Békaa ovest

- Quanto ciò che resta tra la Békaa e il nord: potremo vedere ciò che accadrà sul piano delle alleanze entro un avvenire imminente.



Povero Libano, poveri libanesi, i giovani sopratutto, che avevano creduto in quelli che si sono uniti contro natura, dalla destra fascista alla sinistra diciamo democratica, e che, il 14 aprile gridavano, urlavano degli slogan di unità nazionale brandendo il corano e la croce!!!

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