A seguito dell'ultima udienza del processo per la rivolta scoppiata nella notte fra il 23 e il 24 maggio nel CPT di via Corelli a Milano, tenutasi il 28 giugno nel tribunale di Milano, è iniziato uno sciopero della fame da parte di tutti e 6 gli imputati detenuti presso il carcere di San Vittore in misura "cautelare".
Gli avvocati della difesa, che hanno incontrato i detenuti il giorno successivo l'udienza, venerdì 29 giugno, riferiscono che lo sciopero è iniziato per protestare contro la misura di custodia cautelare in carcere (sono state respinte già due istanze di scarcerazione), il tempo di attesa per la nuova udienza prevista per giovedì 22 settembre e contro l'arroganza del giudice Luigi Martino. A loro va tutta la nostra solidarietà e il nostro sostegno militante.
Per comunicare con i detenuti in sciopero della fame detenuti presso il carcere di San Vittore, P.za Filangeri, 2 - 20123 Milano
KEFI CHAKER, TUNISIA MEJRI MOHAMED MAKRAM, ALGERIA GOMEZ CAMILLO, CUBA BARABIY SOFINE, ALGERIA MAHJOUB MAHMOUD, EGITTO RAFER MOHAMED, MAROCCO
Sempre in San Vittore si trovano gli imputati già condannati col patteggiamento e col rito abbreviato nell'udienza di fine fine giugno:
MAMI AHMED, ALGERIA BEZERRA FUJUI FRANCIO, BRASILE SILVA SA ELEISON, BRASILE KRESOVIC PREDRAG, SERBIA
comitato di appoggio alla lotta dei detenuti di via Corelli - Mi
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Seguono i comunicati relativi al processo in corso
Aggiornamento: Venerdì 17, di mattina, Bocea Marian è stato espulso dal CPT di Corelli verso la Romania. Certamnente non ci sarebbe nessuna novità in questa notizia; ormai ci abbiamo tristemente fatto abitudine alle deportazioni (curioso notare che anche l'Alitalia tecnicamente li definisce "passeggeri deportati con accompagnatore"). Ma quella di venerdì è una deportazione un po' speciale perchè si tratta di uno dei tre testimoni a difesa dei 16 imputati che giovedì 23 giugno affronteranno l'udienza di 1° grado per gli episodi accaduti la sera del 23 maggio in via Corelli.
A seguito di quegli incidenti c'era stato l'arresto per danneggiamento di 21 detenuti. Di questi 4 hanno scelto il rito abbreviato e sono stati condannati a 8 mesi senza sospensione della pena (la difesa ne chiedeva l'assoluzione, il PM chiedeva sei mesi con sospensione della pena). Un altro ha patteggiato e si è preso una condanna a 6 mesi sempre senza sospensione della pena. Ma la maggioranza degli arrestati, rivendicando la protesta "per la libertà" (testuale nelle udienze di convalida) si è dichiarato estraneo ai danneggiamenti e, pertanto ha scelto di andare al rito ordinario.
Formalmente si tratta di un processo a 21 persone accusate di aver danneggiato gravemente una struttura di cui sono ufficialmente "ospiti"; questa è la definizione testuale che si legge nelle testimonianze della croce rossa, le uniche fornite dall'accusa. Testimonianze che riguardano direttamente solo 4 dei detenuti di cui due sono stati già condannati e due si dichiarano estranei. Bocea Marian era esattamente uno dei testimoni chiave a discapito degli accusati.
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Da qualche mese, a partire da via Corelli, si è accesa la lotta all'interno dei Centri di Permanenza Temporanea che in alcune occasioni ha assunto la forma di vera e propria rivolta. "Siamo stati spogliati dei nostri diritti come esseri umani, ci hanno ingabbiato come animali", diranno nel loro comunicato i detenuti del CPT di via Mattei a Bologna. Alle condizioni di reclusione all'interno dei CPT, va sommata la violenza dei rastrellamenti che dai quartieri come San Salvario a Torino fino ai campi rom di MIlano, vengono eseguiti da polizia e carabinieri. Di fronte all'intensificarsi della lotta, al tentativo di coordinarla dal basso, alla radicalizzazione dei contenuti stessi delle lotte che, a partire dalla denuncia delle pessime condizioni interne di sopravvivenza, tendono ad assumere le caratteristiche di una battaglia più complessiva per la chiusura dei CPT, lo stato risponde con violenze, arresti, deportazioni. A Milano, il 23 maggio, l'ennesima protesta dei detenuti di via Corelli si è così "risolta" con manganellate sul tetto, 21 arrestati di cui 9 tuttora in carcere a San Vittore. L?azione repressiva, tesa ad intimidire i detenuti nei CPT e a criminalizzare ed isolare chi solidarizza con la loro lotta, rivela l'inquietudine dello stato nei confronti di una possibile generalizzazione della lotta che se da una parte potrebbe aprire un pericoloso varco all'interno di un sistema detentivo sempre più diffuso e differenziato, di cui i CPT costituiscono un anello (forse il più debole poiché ancora non completamente integrato e per molti versi indefinito da un punto di vista giuridico e normativo), dall'altra pone immediatamente questioni politiche e interrogativi più generali per esempio rispetto all'utilizzo in chiave militare e poliziesca di porzioni sempre più consistenti della società (Croce Rossa, Vigili del Fuoco, personale salariato del trasporto pubblico e privato, lavoratori aeroportuali), fino ad arrivare al ruolo non più mascherabile ricoperto dall'Italia nella guerra imperialista in corso in molti dei paesi di provenienza degli immigrati reclusi e quindi alle finalità reali dell'allarme terrorismo. Crediamo pertanto che sia necessario sostenere e contribuire a generalizzare questa lotta, allargando questo nuovo varco che è andato aprendosi all'interno dei progetti oppressivi e repressivi che lo stato, in tutte le sue varianti politiche, persegue sul "fronte interno" per mantenere una pacificazione forzata del conflitto sociale e di classe.
LA SOLIDARIETA' E' UN'ARMA: USIAMOLA! GIOVEDI' 23 GIUGNO PRESENZIAMO NELL'AULA DEL TRIBUNALE DOVE SI TERRA' IL PROCESSO CONTRO I 21 DETENUTI DI VIA CORELLI.
Non lasciamoli soli il 23 giugno! Appuntamento dalle 9 dentro il tribunale, 1° piano, II sezione d'Assise
CHIUDERE I CENTRI DI PERMANENZA TEMPORANEA BLOCCARE LE ESPULSIONI IMPEDIRE I RASTRELLAMENTI SOLIDARIETA' CON GLI ARRESTATI E I PERQUISITI DI QUESTI ULTIMI GIORNI
Comitato di sostegno alla lotta dei detenuti in via Corelli
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* Palazzo di giustizia (MI)
Si è svolta oggi la seconda udienza del processo contro i 16 immigrati accusati di danneggiamento aggravato durante la rivolta del 23 maggio in via Corelli.
L'udienza è cominciata alle 12 anziché alle 9.30, come programmato, perché due imputati, detenuti presso il CPT di Bologna, non erano ancora giunti a Milano. La decisione di rimandare l'inizio dell'udienza è stata "strappata"dagli avvocati della difesa poiché il giudice avrebbe proceduto, tacitamente, anche senza di loro. Sulla falsariga dell'udienza precedente, il test dell'accusa, Mariani, un caporale della Croce Rossa, è risultato in estrema difficoltà soprattutto nell'indicare con precisione i responsabili dei danneggiamenti fra gli imputati presenti e nella ricostruzione dei fatti, contraddicendo ulteriormente le testimonianze dell'udienza precedente. E' stata anche visionata una videocassetta, registrata tramite il circuito di sorveglianza interna, dalla quale emerge solamente che alcune persone hanno incendiato delle lenzuola. Uno degli imputati ha revocato la delega all'avvocato di fiducia procedendo alla nomina di un altro avvocato. Inizialmente il giudice, sfruttando l'assenza dell'avvocato appena nominato, ha fatto proseguire l'udienza poi, grazie alle osservazioni poste dal collegio difensivo e, finito di ascoltare il testimone della Croce Rossa, ha frettolosamente deciso di rinviare il processo al 22 settembre, condannando in questo modo gli imputati, tuttora detenuti in S.Vittore, ad un ulteriore periodo di carcerazione preventiva.
Anche questa volta, l'udienza è stata seguita da un nutrito gruppo di compagni solidali che alla fine dell'udienza hanno salutato calorosamente i detenuti processati.
Nei prossimi giorni verrà presentata un ulteriore istanza di scarcerazione per i sei detenuti a S.Vittore (la precedente richiesta è stata rigettata sabato con la motivazione: "NON HANNO IL PERMESSO DI SOGGIORNO!"). La data e l'ora dell'udienza per il riesame (presumibilmente entro metà luglio) verranno comunicati non appena verrà fissata. Il comitato di sostengo fa appello fin da subito a tutte le realtà solidali con la lotta di via Corelli affinchè la presenza in occasione del riesame rappresenti un'ulteriore giornata di forte mobilitazione cittadina.
* CPT di via mattei (BO)
E' notizia di ieri sera che 6 detenuti del CPT bolognesi sono riusciti a fuggire dal CPT stesso. Da una prima ricostruzione telefonica sembra che di fronte ad un primo tentativo di fuga sia scattata una colluttazione tra 5 detenuti e le forze dell'ordine interne al CPT. Altri sei detenuti sono quindi intervenuti, forzando il blocco presso il portone principale, e riuscendo a fuggire dal CPT.
* CPT di Corelli (MI)
Poche ore dopo la fine dell'udienza contro i 16 detenuti di Corelli, é iniziata un'operazione di svuotamento massiccia del CPT milanese. Oltre 25 persone sono state liberate in poche ore, preannunciando lo svuotamento di tutti i reparti, ad esclusione dei detenuti rom-rumeni per i quali è previsto il rimpatrio immediato. Allo stato attuale non ci sono altre informazioni attendibili, così come è sconosciuto il motivo di tale improvvisa operazione. L'unica motivazione ufficiosa, fornita ai detenuti stessi, è che si tratta ....di un'emergenza. nelle prossime ore sarà possibile avere un quadro più preciso. Intanto si ragiona sulla possibilità che lo svuotamento possa essere funzionale ad un riempimento nelle prossime ore, per esempio tramite ulteriori retate all'interno degli insediamenti rom, pesantemente sotto attacco nelle ultime tre settimane e con ipotesi ormai certe di sgombero delle baraccopoli di via Capo Rizzuto e via Triboniano. Di fronte a questa situazione, e alle dichiarazioni di DeCorato che invoca la costruzione di nuovi CPT a Milano e di intensificare le operazioni di espulsione.
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