Le risposte del mondo araba alla decisione del congresso americano di spostare la propria ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme, riconoscendo di fatto quest'ultima come capitale dello stato d'Israele.
Si sono fatte attendere quasi 48 ore le reazioni del mondo arabo alla legge con cui il Congresso americano ha di fatto riconosciuto Gerusalemme quale capitale di Israele, invece di Tel Aviv. Ma com'era prevedibile, sui deputati e l'amministrazione statunitensi sono piovute diverse critiche, dall'Arabia Saudita alla Siria, dalla Lega Araba alle organizzazioni islamiche.
Il ministro degli esteri egiziano Ahmed Maher ha dichiarato 'Gerusalemme est e' la capitale dello stato palestinese. Non credo sia un fatto da mettere in discussione', inoltre ha detto che 'la legge del Congresso non ha valore legale'.
Preoccupato per gli effetti della decisione dei deputati americani, che il presidente George W. Bush si e' affrettato a definire come non vincolante, e' anche la Lega Araba. "Tutto questo porta a distruggere gli sforzi compiuti per far tornare il conflitto arabo-israeliano sul sentiero politico e comporta la continuazione dell'occupazione, della resistenza e della violenza", ha commentato il segretario della Lega, Amr Moussa. Ma e' da Hamas e dalla Jihad Islamica che e' arrivata la critica piu' dura. "E' un'aggressione diretta contro il popolo palestinese, i diritti delle nazioni arabe e rappresenta una provocazione contro i sentimenti dei musulmani in tutto il mondo", si legge in un comunicato diffuso nella striscia di Gaza dal Movimento per la resistenza islamica. Per il dirigente della Jihad a Gaza, Muhamad al Hind, il voto del Congresso "dimostra una volta di piu' che l'amministrazione statunitense e' completamente dalla parte di Israele".
"In questa cruciale fase di transizione, il Regno si aspettava che tutte le decisioni collegate alla questione sarebbero andate nella direzione di sostenere il processo di pace in Medio Oriente", ha dichiarato un portavoce saudita all'agenzia di stampa ufficiale. L'Arabia Saudita, alleato chiave degli Usa, si e' detta "sorpresa da questa decisione che manda un messaggio sbagliato a Israele e di fatto lo incoraggia ad adottare un approccio ancora piu' estremistico contro i Palestinesi e le risoluzioni delle Nazioni Unite". Ancora piu' polemica e' stata la presa di posizione siriana. "L'amministrazione Bush ha svelato la sua ostilita' nei confronti dei diritti degli Arabi e il suo disprezzo per le risoluzioni dell'Onu, i principi dell'Onu e la legislazione internazionale", si legge in un editoriale del quotidiano governativo 'Tishreen'. L'America, prosegue l'articolo, continua a fornire a Israele "armi, denaro e sostegno e ora le ha regalato Gerusalemme; domani potrebbe donargli la Cisgiordania o un altro territorio arabo, chi puo' dirlo?".
