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La democrazia brasiliana di fronte agli ostacoli dal Nord
by Mark Weisbrot Saturday, Oct. 05, 2002 at 1:03 PM mail:

In questa catapecchia costruita sulla sommità della collina soprastante Rio de Janeiro, Claudia de Andrade Burgo spiega perché pensa di votare a favore di Lula, il candidato presidenziale del Partito dei Lavoratori alle elezioni brasiliane del 2002. "Viene dal popolo - dalle classi più povere. Il Partito dei Lavoratori creerà probabilmente nuovi posti di lavoro".



Claudia è una trentunenne, madre sola di due bambini, che guadagna circa 40 dollari al mese per il suo lavoro di assistenza infantile. Tutta la sua vita l'ha vissuta in Jacarazihno, una favela - una delle baraccopoli che circondano Rio, dove gli spacciatori dettano spesso legge e la polizia non osa entrare. È pronta per il cambiamento in Brasile.


Ma a sua insaputa, il suo voto potrebbe essere annullato dalle decisioni di alcuni nomi di Wall Street, a circa 5 mila chilometri di distanza. La settimana passata, Luis Ignacio da Silva - o Lula come è noto - guidava i sondaggi.


Aveva circa il 38%, con il rivale più vicino al 16%.


I mercati finanziari brasiliani non manifestarono alcuna reazione fino a che i giganti finanziari USA Merrill Lynch e Morgan Stanley Dean Witter, in risposta ai sondaggi, non retrocessero i buoni brasiliani nelle loro classifiche. Il mercato azionario brasiliano precipitò di più del 4% in un solo giorno e la stampa diede diffusione all'avvertimento di Wall Street in lungo e largo.


La capacità di questi consulenti di muovere i mercati finanziari - e così intimorire l'elettorato - è una minaccia crescente alla democrazia in Brasile, come in altri paesi in via di sviluppo.


Nel caso del Brasile, l'avvertimento di Wall Street è apparso immotivato, e ha suscitato il sospetto di nascondere motivazioni politiche. Il Partito dei Lavoratori ha chiarito la sua intenzione di onorare gli impegni contratti dall'attuale governo, e non c'è ragione di credere altrimenti. Questa è la ragione per cui i mercati finanziari brasiliani non hanno mostrato alcuna reazione ai sondaggi -- fino a che Wall Street non ha fatto sentire il suo peso.


Invece c'è tutta l'evidenza che il programma del Partito dei Lavoratori abbia senso economicamente, e sia estremamente necessario. Come la maggior parte dell'America Latina, il Brasile ha sofferto di un drastico rallentamento della crescita economica negli ultimi due decenni. Il reddito pro-capite è cresciuto appena: il 5% tra il 1980 ed il 2000, in contrasto con il 141% nell'arco del ventennio precedente.


Eppure l'attuale governo del presidente Fernando Henrique Cardoso ha mantenuto tassi reali di interesse tra i più alti al mondo. Ciò compiace Wall Street e ha reso alcuni brasiliani molto ricchi, ma ha impedito la crescita economica e aumentato grandemente il carico del debito del paese. Il reddito pro-capite è cresciuto di circa l'1% all'anno da quando Cardoso ha assunto il suo incarico nel 1994.


La sperequazione nei redditi è anche peggiorata. Chiaramente il Brasile è uno dei paesi dalla distribuzione del reddito più diseguale al mondo. Ma nel corso degli anni 60 e 70, quando il reddito pro-capite cresceva del 4,5% all'anno, la maggior parte dei brasiliani conobbero almeno un qualche miglioramento nei loro standard di vita. Ciò non è più vero.


Il Partito dei Lavoratori propone di sostenere la crescita con tassi di interesse inferiori e investimenti in infrastrutture pubbliche. Uno degli investimenti più fortemente necessari concerne il sistema fognario: il 60% delle famiglie brasiliane scarica le acque nere non trattate direttamente nell'acquedotto. La povertà e l'austerità fiscale sono terribili per l'ambiente.

Il Partito dei Lavoratori ha anche proposto un programma "fame zero" per più di 30 milioni di brasiliani che non hanno abbastanza da mangiare. Questo programma comprenderebbe una combinazione di buoni pasto, un aumento dei salari minimi e il sostegno a favore di un'agricoltura su piccola e media scala per soddisfare il mercato domestico.

In una nazione di 175 milioni di persone, ricca di risorse e che possiede un territorio più vasto della porzione continentale degli USA, questi sono obiettivi raggiungibili. E la maggior parte degli osservatori concordano sul fatto che il Partito dei Lavoratori ha dato una prova di sé molto buona nelle regioni in cui ha governato.


Ma ci sarà una forte opposizione da parte di interessi particolari, all'interno del paese e all'estero. Dagli Stati Uniti, non è solo Wall Street ma anche il governo che minaccia lo svolgimento di elezioni regolari in Brasile. Nel corso delle elezioni del 1988, il New York Times riferì che un ampio pacchetto di prestiti sarebbe stato concesso solo se Cardoso (invece di Lula) fosse stato eletto.


Queste minacce non determinarono il risultato del 1988, ma potrebbero senz'altro fare la differenza in una elezione equilibrata.


Dato il supporto dell'amministrazione Bush ad un colpo di stato contro un governo democraticamente eletto in Venezuela, e il suo intervento scoperto nelle elezioni dell'anno passato in Nicaragua, è difficile aspettarsi un comportamento migliore questa volta. Ironicamente, la maggior parte degli americani crede che dovremmo consentire ai Brasiliani (e a chiunque altro) di scegliere il loro governo. Ma questo genere di pensieri deve ancora propagarsi fino a Wall Street o Washington

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