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Ci vuole una Casa per andare in giro per il mondo
by Assemblea dei Movimenti per il Diritto all’Ab Monday, Nov. 14, 2005 at 12:54 AM mail:

continuano le iniziative alla tendopoli precaria a Roma

Ci vuole una Casa per andare in giro per il mondo
30 Ottobre 2005:
Assemblea dei Movimenti per il Diritto all’Abitare

Domenica 30 Ottobre, all’indomani della grande ed importante manifestazione per il diritto all’abitare che ha attraversato le vie del centro di Roma, i movimenti autorganizzati di lotta per la casa e alla precarietà che hanno dato vita alla zona di corteo Casa e Reddito x tutt@, si sono dati appuntamento per un’assemblea a carattere nazionale. Numerose realtà di diverse città d’Italia hanno portato il loro contributo alla discussione, da Palermo a Bari, da Napoli a Roma, da Firenze a Bologna e Milano.
Una assemblea ricca e partecipata nella quale si è sviluppata non solo una discussione “di piattaforma programmatica” sulla questione casa, ma si è andati ben oltre, collocando la necessità di articolare la battaglia nazionale per il diritto alla casa e all’abitare, all’interno di un quadro più generale di rilancio del conflitto e dei processi di autorganizzazione sociale.

Ovunque infatti, la devastazione prodotta dalla completa liberalizzazione del mercato degli affitti, dalle cartolarizzazioni, dalla cancellazione dei fondi per l’edilizia pubblica si fonde con l’affarismo di governi locali che regalano le nostre città ai palazzinari e ai grandi speculatori immobiliari (sempre gli stessi!!! ); in forme diverse le nostre città si stanno trasformando, la relazione tra periferia e centro ridisegna i rapporti sociali e le relazioni tra soggetti in maniera escludente, mentre gli spazi metropolitani diventano sempre meno vivibili… Tutto questo si fonde, in una miscela esplosiva, con la precarizzazione del lavoro e della vita, condizione generalizzata che oramai coinvolge e travolge tutti e tutte noi, delineando i contorni di una vera e propria guerra sociale quotidiana, l’altra faccia della guerra preventiva e permanente che il capitale globale conduce contro i popoli del mondo.

Quello spaccato sociale che si organizza e si è organizzato negli anni all’interno dei movimenti di lotta per il diritto all’abitare, non è che la punta di un iceberg di una contraddizione più ampia che si compone di situazioni diverse. Oggi più che mai l’emergenza casa è una realtà diffusa, trasversale, composita: dalle occupazioni spontanee che sorgono ovunque ci sia una struttura abbandonata alle nuove baraccopoli, dallo stillicidio quotidiano degli sfratti e degli sgomberi, a tutti coloro sono espulsi dalle case degli Enti Previdenziali cartolarizzati, da chi come gli studenti (fuori sede e non solo), a fatica si fa largo nella giungla degli affitti, ai tanti migranti costretti ad attraversare le pieghe più misere dei processi di esclusione e precarizzazione in atto.
A tutta quella realtà insomma, in parte ancora sommersa ma sconvolta da un sisma sotterraneo, di chi non ha accesso al mercato, di chi ha un contratto di lavoro precario (coco.pro, a tempo determinato, apprendista, interinale, e tutta la giungla della legge 30), e di chi il contratto non ce l’ha, di tutti quei precari e quelle precarie che non ce la fanno veramente più ad arrivare alla fine del mese e ad immaginare un progetto di vita ed un futuro autonomo.

Contraddizioni che sono sempre più marcate nella società e che evidentemente sono destinate ad acuirsi. Contraddizioni di fronte alle quali, secondo quest’assemblea, si riducono sempre di più gli spazi di mediazione e conciliazione possibili. Contraddizioni talmente forti e marcate che di fronte a queste lo spazio dei movimenti deve essere più che mai in grado di opporre proposte e alternative che mettano al centro, attraverso il rilancio delle battaglie e dei percorsi quotidiani, la rivendicazione di un bene casa sottratto alla competizione e al mercato; il binomio pubblico diritto contrapposto a quello privatoaccesso.

Nel caso più specifico della casa questo vuol dire prendere atto in maniera forte e definitiva del fallimento della politica del “siamo tutti proprietari” e delle politiche di sostegno al mercato (bonus casa, affitti concordati e solidali, etc.), è opporsi al liberismo selvaggio in maniera drastica attraverso la realizzazione di un vero piano di edilizia pubblica nazionale sostenibile in termni di impatto ambientale e sociale, è smascherare quella che a sinistra e a destra è chiamata difesa della legalità e che in realtà è semplicemente difesa degli interessi forti dei proprietari e dei pescecani del cemento, e che si traduce in sistematica repressione dei conflitti e controllo sociale preventivo. Le recenti vicende Bolognesi, lo zelo dello Sceriffo Cofferati, con gli sgomberi e le cariche sotto il Comune, dimostrano se ce ne fosse ancora bisogno, non solo la cultura iper-legalitaria che permea buona parte della compagine di centro – sinistra, ma anche che chi oggi si candida a sostituire Berlusconi al governo del paese, non rappresenta certamente un deciso cambio di rotta rispetto alle politiche neoliberiste che in forme diverse hanno attuato tutti i governi che si sono succeduti in questi ultimi anni, se ci fosse ancora bisogno di conferme dopo il Pacchetto Treu, la legge TurcoNapolitano, le riforme della scuola, le cartolarizzazioni e privatizzazioni dei beni/servizi pubblici durante gli ultimi dieci anni, le guerre e la militarizzazione dei territori governati dalla sinistra.

La crescente conflittualità che oggi si manifesta sul terreno del diritto alla casa non rappresenta, quindi, semplicemente la “necessità” di organizzarsi a partire da un bisogno negato, è qualcosa di più, è tentativo di agitazione per liberarsi dalla morsa che stringe le nostre vite, è la ricerca di spazi e tempi negati, è ribellione ad una condizione di precarietà e sudditanza generalizzata al mercato.
La composizione sociale che oggi si mette in movimento sul terreno della lotta per la casa è mutata e sta mutando, e con essa le forme e le pratiche di lotta; le trasformazioni della struttura del mercato del lavoro e della società pongono ai movimenti stessi la necessità di trasformarsi e di generalizzare il conflitto.
Oggi più che mai la lotta per la casa è lotta per affermare il diritto all’abitare, per la qualità della vita nelle nostre città e nei nostri quartieri, è battaglia contro l’inquinamento elettromagnetico, contro gli inceneritori, contro l'alta velocità, per i servizi; oggi più che mai lottare per la casa, occupare, vuol dire reclamare tariffe sociali ( luce , acqua, gas, telefono, internet, trasporti), vuol dire riprendersi parte di quel diritto allo studio negato dalle controriforme della scuola e dell’università; vuol dire costruire dal basso processi di scambio e contaminazione interculturale; vuol dire muoversi verso un reddito garantito a tutti e tutte praticando percorsi di riappropriazione.
Sottrarci al ricatto dell’affitto, alle logiche dei sacrifici, alla competizione di tutti contro tutti, liberare spazi e tempi di vita per re-immetterli nel circuito della cooperazione sociale e della solidarietà; mettere in comunicazione soggetti diversi, tessere reti sociali alternative, ricostruire le dimensioni dell’agire collettivo è indispensabile per materializzare la sfida per un altro mondo possibile.

La necessità di rilanciare una battaglia nazionale che riconquisti ed affermi il diritto alla casa e all’abitare è, nei fatti, all’ordine del giorno. La questione del rilancio di un forte investimento pubblico che porti a livelli “europei” ( almeno il 20 %) , gli alloggi di edilizia residenziale pubblica, accanto alla rivisitazione dei criteri di accesso all’ERP, rappresentano due elementi cardine di una piattaforma nazionale da elaborare ed articolare definendone già nelle prossime settimane i passaggi di costruzione, accanto a scadenze ed iniziative comuni da praticare.
In questa prospettiva è necessario giungere rapidamente ad una assemblea nazionale di tutti i movimenti e le realtà in lotta per la casa ed entro Dicembre, ad una giornata di mobilitazione coordinata in tutte le città; una giornata di azione contro gli sfratti e gli sgomberi, contro i padroni della città, i grandi speculatori immobiliari e le amministrazioni conniventi; una giornata di conflitto e visibilità per chi occupa, per chi reclama diritti, per chi si oppone al dominio assoluto del mercato sulle nostre vite, per tutti quei precari e quelle precarie che hanno deciso di non regalare la propria vita a nessuno.
Una giornata in grado di capitalizzare la grande partecipazione alla manifestazione del 29 Ottobre e di estendere il conflitto sui territori coinvolgendo altre città, altre esperienze di lotta , altri precari che abbiano voglia di mettersi in movimento. Una tappa di un percorso che non può e non deve essere schiacciato nella dimensione angusta della battaglia per modificare l’atteggiamento del Centro-Sinistra e di una parte di istituzioni sulla questione casa; a tutti interessa ottenere risultati, spostare equilibri, conquistare posizioni, ma non solo abbiamo buona memoria e occhi in grado di osservare ciò che ci accade attorno, ci sentiamo siamo ancora protesi verso orizzonti di trasformazione un po’ più lontani ed ambiziosi.

L’autonomia dei movimenti non va semplicemente difesa, va messa al centro di una nuova scommessa collettiva.


Bisogna avere una casa per cambiare il mondo!

CASA e REDDITO per TUTTI

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