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Milano - Gli immigrati occupano un palazzo
by da repubblica Thursday, Nov. 17, 2005 at 11:54 AM mail:

Giornata di tensione in via Lecco, con loro anche ragazzi dei centri sociali. Il Comune al questore. "Vanno sgomberati subito". Un centinaio di africani in asilo politico: non sappiamo dove andare.

Un centinaio di immigrati africani ha occupato ieri uno stabile fatiscente in via Lecco, all´angolo con viale Tunisia, aiutato dai centri sociali. Gli occupanti sono rifugiati politici provenienti da zone di guerra, Eritrea, Etiopia, Sudan. Hanno il premesso di soggiorno ma sono senza casa e lavoro. L´occupazione ha fornito un pretesto al centrodestra per attaccare l´ex prefetto Ferrante, mentre il Comune ha chiesto lo sgombero sia immediato.


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Lo stabile, abbandonato da più di dieci anni e fatiscente, è in via Lecco angolo Tunisia, a due passi da corso Buenos Aires. Quattro piani in cui domina immondizia di ogni genere, mescolata a rimasugli di mobili abbandonati dagli inquilini che una volta abitavano i 65 appartamenti. Porte sfondate e vetri rotti alle finestre, niente acqua né luce. L´altra notte il lucchetto del portone d´ingresso è stato fatto saltare e lo stabile occupato da immigrati, aiutati da centri sociali. Immigrati speciali, un centinaio, per la maggior parte uomini (solo 10 le donne), tutti neri: provengono da Sudan, Etiopia, Eritrea, da zone di guerra come il Darfur e hanno il permesso di soggiorno ottenuto grazie all´asilo politico e alla protezione umanitaria. La maggior parte è arrivata in Italia 3, 4 mesi fa, sbarcata a Lampedusa dopo un lungo viaggio uguale per tutti: in macchina attraverso il deserto libico e poi la traversata su barche improbabili. Parlano arabo, qualcuno mastica l´inglese, pochissimi conoscono l´italiano. Molti sono diplomati o laureati nei loro paesi d´origine. «Hanno occupato perché non sanno dove andare e per sensibilizzare l´opinione pubblica - racconta Bruno dell´associazione Ya Basta - . Fino ad ora hanno vissuto nell´ex polveriera abbandonata di viale Forlanini, tra degrado e topi. Non possono lavorare, come rifugiati politici dovrebbero avere un sussidio dallo Stato ma non ci sono più soldi nel fondo nazionale per la protezione umanitaria. Non hanno casa, chiedono aiuto».
La prima notte l´hanno passata accomodandosi come hanno potuto. Ieri mattina, esplorando tutta la casa, si sono trovati all´ultimo piano di fronte a due porte blindate, nuove. A colpi di piccone i muri sono stati abbattuti: le porte divelte hanno svelato due magnifiche mansarde di 200 metri quadri, perfettamente ristrutturate, pronte per essere abitate, con travi a vista e caldaia per il riscaldamento. Ieri, per la seconda notte, si sono sistemati lì in alto per dormire. Un posto pulito, gradevole, anche se senza acqua corrente, che esce solo da un rubinetto giù nel cortile, né luce. La proprietà dello stabile, una società immobiliare che fa capo a un immobiliarista milanese, ha chiesto di liberare il palazzo: deve essere abbattuto per diventare un albergo a 4 stelle. Già ieri sera circolavano voci di uno sgombero, che dovrebbe avvenire tra oggi e domani. Gli immigrati stessi hanno deciso di valutare oggi se proseguire o no nella loro azione. Anche perché l´occupazione ha provocato molte reazioni. «Questo è un blitz vero e proprio - ha commentato Guido Manca, assessore alla Sicurezza del Comune - . Abbiamo chiesto al questore di risolvere la situazione con determinazione e in breve tempo». Il vicesindaco De Corato, l´assessore alle Politiche Sociali del Comune Tiziana Maiolo assieme a Davide Boni della Lega hanno lanciato frecciate polemiche all´ex prefetto Bruno Ferrante, ora candidato alle primarie per il centrosinistra. «Questa occupazione è conseguenza di quello che sta accadendo da alcune settimane in via Cicco Simonetta, dove un gruppo di egiziani ha occupato uno stabile senza che ci sia stato alcun intervento da parte dell´ex prefetto» ha detto il vicesindaco. E la Maiolo: «Di fronte alla passività della prefettura e all´occupazione istigata dai soliti centri sociali, come si comporterebbe il "sindaco" Ferrante? Aprirebbe un tavolo o chiederebbe prima il ripristino della legalità?». L´assessore regionale al Territorio e Urbanistica Boni spera «in un rapido intervento di chi sta sostituendo Ferrante e in un atteggiamento diverso dal buonismo prefettizio che abbiamo dovuto sopportare fino ad oggi».


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