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[16/11] Torture irachene, i sunniti chiedono indagine indipendente
by OsservatorioIraq Friday, Nov. 18, 2005 at 3:36 AM mail:

Alcuni leader sunniti hanno chiesto oggi che sul centro segreto di detenzione scoperto a Baghdad dagli americani venga fatta una inchiesta indipendente

Alcuni leader sunniti hanno chiesto oggi che sul centro segreto di detenzione scoperto a Baghdad dagli americani venga fatta una inchiesta indipendente. Secondo i sunniti, convinti che la tortura sia praticata su vasta scala dai servizi di sicurezza dominati dagli sciiti, una commissione d'indagine istituita dal governo non può essere imparziale. Il bunker, dove domenica sera - durante una irruzione dei militari Usa - sono stati trovati 173 reclusi, in maggioranza sunniti, ridotti a pelle e ossa per la fame e con i segni di torture, era ubicato in un edificio appartenente al ministero dell'Interno, nel centralissimo quartiere di Jadriya. I soldati americani si erano messi a cercare, dopo insistenti richieste dei familiari e di dignitari sunniti, un ragazzo di 15 anni scomparso da casa. Ma circolavano da tempo voci su prepotenze, brutalità e ricatti della polizia, per lo più sciita, nei confronti dei sunniti e su covi segreti dove venivano praticate sevizie. Il premier Ibrahim Jaafari ha subito annunciato di aver costituito una commissione di inchiesta, ma oggi lo sceicco sunnita Abdel Salam al-Kubaissi, del Comitato degli ulema, ha detto: «Il governo non può essere giudice e parte in causa. Questo caso non è isolato e noi chiediamo un'inchiesta internazionale per mettere fine a tali soprusi». Sullo stesso registro si è espresso il Partito islamico, principale formazione sunnita. «Noi vogliamo una inchiesta imparziale e internazionale - ha dichiarato il portavoce Ayad al-Samarrai -, perchè pensiamo che certi partiti delle alte sfere governative possono essere implicati». Sotto accusa sono i servizi del ministero, sospettati di fermare gente sotto l'accusa di terrorismo, per sequestrarla senza nessuna prova, farla pubblicamente confessare con la forza, e poi liberarla dietro versamento di somme di denaro. Il bunker dei 173 dannati ha sconcertato sia membri del governo iracheno che personalità americane a Baghdad. Il ministro degli Esteri britannico si è detto «profondamente scioccato» e si è augurato che i responsabili, chiunque essi siano, vengano portati davanti a un giudice

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