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Fini ribadisce lo spirito della sua legge.
by Antiproibizionisti Monday, Dec. 05, 2005 at 7:17 PM mail:

Italia. Fini ribadisce lo spirito della sua legge. Replica Antiproibizionisti.it


"Non ci puo' essere la liberta' di drogarsi, di fare del male a se o agli altri". A dirlo e' stato il ministro degli Affari Esteri, Gianfranco Fini, che stamani, a Catanzaro, ha visitato il Centro calabrese di solidarieta', che si occupa del recupero dei giovani dalle dipendenze.
"E' questo il principio che sta all'origine della mia proposta di legge. Nella lotta alla tossicodipendenza e' fondamentale la prevenzione e siete voi i primi protagonisti di questa opera. Un vostro messaggio ai vostri coetanei ha un valore di deterrenza maggiore di qualsiasi altro. E' chiaro che anche le istituzioni devono attivarsi. Poi dobbiamo fare un grande sforzo per il recupero di chi ha ceduto e non si tratta solo di disintossicare il fisico. Il problema e' liberare la mente dall'ossessione della droga, che significa restituire dignita' alle persone". Al riguardo, Fini ha anche sottolineato l'importanza dell'inserimento nel mondo del lavoro, "abbattendo ogni Pregiudizio" e favorendo coloro che sono usciti dal tunnel della droga. "Altrimenti rischiamo di condannarli due volte: prima si illudono e poi si rendono conto che niente e' cambiato".
Fini ha anche parlato dell'aspetto repressivo della lotta alla droga che, ha spiegato, deve essere rivolto agli spacciatori. "Non possiamo pensare che una persona fermata con dieci dosi possa dire che sono ad uso personale e uscire quando magari e' uno spacciatore noto. Una distinzione tra l'uso personale e lo spaccio deve essere fatto e cio' e' possibile solo quantificando la sostanza. Il Governo e' convinto di avere indicato la via giusta che mi convince ancor di piu' quando, come stamani, incontro operatori e ospiti di comunita' di recupero. Del fenomeno droga se ne parla molto, spesso solo per ideologia, e pochi conoscono il problema".
In precedenza aveva parlato il fondatore della comunita', don Mimmo Battaglia, che ha ripercorso le tappe del Centro, che tra poco festeggera' i 20 anni di esistenza e dal quale sono passati oltre 2.000 ragazzi con una percentuale di recupero del 56-57%. Al termine del suo intervento, don Battaglia ha donato a Fini un pane sfornato dai ragazzi "simbolo dell' ospitalita' e dell'accoglienza dei calabresi e, per noi della condivisione e della solidarieta'".
Prima dell' intervento di Fini alcuni ragazzi hanno raccontato le loro esperienze sottolineando l'importanza del percorso intrapreso.

Alle dichiarazioni del ministro degli Esteri, ha replicato Marco Contin,sSegretario di Antiproibizionisti.it:
Ancora una volta il Vicepremier Fini ci propone uno spettacolo a cui preferiremmo non assistere. Questa volta, appare anche piu' confuso e “fuori fuoco” del solito: se nel definire la droga “l’attivita' criminale che arricchisce di piu'” si pone la domanda “che fare?”, immediatamente si risponde da solo proponendo di “applicare delle sanzioni a chi fa uso di spinelli”.
Al Ministro Fini -oltre a far notare che la droga non puo' essere considerata un’attivita', ma semmai l’unica attivita' di cui si puo' parlare, in questo caso, e' quella della criminalita' organizzata che si finanzia e prospera proprio grazie alle politiche proibizioniste– ricordiamo che il consumo di sostanze stupefacenti (tra le quali vi sono, ancora oggi, anche i derivati della cannabis) e' gia' abbondantemente sanzionato anche dalla legge attualmente in vigore.
Di quali sanzioni parla, dunque, il Ministro? Propone forse sanzioni penali anche per il consumo? Francamente non riusciamo piu' a capire cio' che dice.
Anche per questo, ma non solo, diamo appuntamento a lui e a tutti coloro che fossero interessati ad affrontare seriamente questo argomento -sulla scorta di dati scientifici e di considerazioni verificabili e comprovate dai fatti– a domattina, alle ore 10:00 in Piazza Colonna a Roma, davanti a Palazzo Chigi. Noi ci saremo, potrete riconoscerci facilmente grazie alle magliette che indosseremo, che portano la scritta “FINI, FATTI UNA CANNA!”.

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