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New Metal e lotte operaie [post dinamico]
by (((i))) Indymedia Italia Wednesday, Jan. 18, 2006 at 11:58 AM mail:

Questo e' un Post Dinamico, cioe' un articolo dedicato alla raccolta di aggiornamenti e approfondimenti relativi ad una feature (articolo in colonna centrale).

Questo specifico Post Dinamico si riferisce alla feature sulle lotte degli operai metalmeccanici di gennaio 2006.

Aggiungete i vostri contributi commentando l'articolo.


.::post dinamici? cosa sono? :.

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Sui blocchi delle Tute Blu
by c. documentazione e lotta Wednesday, Jan. 18, 2006 at 6:55 PM mail:

Manifestazioni in tutta Italia. A Napoli stop della metro
Montezemolo: "Auspico accordo nelle prossime ore"
Metalmeccanici, oggi la trattativa
Nuovi blocchi delle tute blu


ROMA - Nuovi blocchi anticipano la riapertura delle trattative per il contratto dei metalmeccanici. Mentre oggi sindacati e Federmeccanica tornano a sedersi al tavolo, le tute blu proseguono la protesta che da giorni vede come scenario ferrovie e strade italiane. Con il vicepremier Gianfranco Fini che avverte: "Le proteste non devono ledere i diritti altrui".

Mentre il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo auspica "che si arrivi nelle prossime ore a un accordo importante, e che poi si possa aprire un discorso di modernizzazione e di crescita di cui tutti sentono il bisogno".

A Napoli circa mille lavoratori degli stabilimenti Whirlpool, Ansaldo e Magnaghi hanno bloccato la stazione metropolitana di Gianturco. Sit-in da parte delle tute blu della Fiat anche sulla statale 162 che collega Napoli con le città vesuviane. La circolazione veicolare è bloccata in entrambi i sensi di marcia all'altezza dello svincolo di Pomigliano.

Da sud a nord. Al casello di Trento nord, circa 300 operai hanno brevemente impedito il traffico e l'accesso alla tangenziale. Alle 9 il corteo degli operai si è mosso dal piazzale dello stabilimento Whirlpool, a Spini di Gardolo, a nord del capoluogo, è si è diretto verso il casello autostradale. Alla manifestazione hanno partecipato operai, oltre che della Whirlpool, della Dana, della De Manincor e delle Officine Brennero.

Blocchi anche sulla statale Torino-Asti.

In Molise i metalmeccanici hanno bloccato la Statale 85 che collega la regione all'autostrada A-1. Poco prima delle 10 una cinquantina di manifestanti hanno invaso le carreggiate dell'importante arteria. In pochi minuti si sono formati diversi chilometri di automezzi, mentre una parte del traffico è stato deviato su una strada secondaria.

Bloccato per 45 minuti anche il casello di Ceprano sull'autostrada Roma Napoli. I lavoratori - una cinquantina - hanno impedito l'entrata e l'uscita delle auto, ma non hanno creato comunque grossi disagi.

(18 gennaio 2006)

http://www.repubblica.it

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Le mobilitazioni dei metalmeccanici per il contratto nazionale
by carc Wednesday, Jan. 18, 2006 at 6:56 PM mail:

Le mobilitazioni dei metalmeccanici per il contratto nazionale




Al contratto dei metalmeccanici scaduto da oltre un anno si aggiunge l’arroganza degli industriali che, per voce di Federmeccanica, chiedono nuovi sacrifici sotto forma di flessibilità in cambio di qualche soldo.

Esplode la rabbia e la volontà di lotta degli operai che da ormai troppo tempo inseguono una soluzione dignitosa dei loro problemi salariali. Per la seconda settimana consecutiva i lavoratori di decine di fabbriche metalmeccaniche in tutto il paese scendono in lotta non accontentandosi di tranquilli presidi e cortei di protesta che non impensieriscono i padroni di Federmeccanica e il loro governo. Stanno bloccando strade e ferrovie anche scontrandosi con l’azione di pompieraggio delle direzioni sindacali che in più occasioni hanno cercato, insieme a polizia e carabinieri, di contrastare i blocchi e le azioni più risolute degli operai; stanno ponendo in chiaro a tutto il paese che i loro problemi vanno risolti ora e vanno risolti in modo dignitoso: NO allo scambio tra aumenti di salario per contrastare il carovita e il peggioramento delle condizioni di lavoro.

Il carovita ha ridotto drasticamente il potere d’acquisto dei salari e ciò si unisce sempre più alle ristrutturazioni aziendali, alle migliaia di licenziamenti in vari settori produttivi, alla chiusura di molte fabbriche. Fabbriche che per gli operai sono l’unica fonte di reddito per la propria sopravvivenza. Ad oggi sono oltre 50 le ore di sciopero nazionali svolte dagli operai. Con le decise mobilitazioni di questi giorni gli operai metalmeccanici stanno facendo tesoro delle lotte che in questi anni hanno rappresentato punti di forza per le masse popolari: dagli scioperi improvvisi degli autoferrotranvieri alle lotte dei forestali calabresi, dalle lotte degli operai FIAT di Termini Imerese e Melfi a quelle dei disoccupati napoletani, da quelle contro i depositi di scorie nucleari a Scanzano Ionico e contro il degrado ambientale di Acerra a quelle contro l’alta velocità ferroviaria in Val di Susa. Gli operai metalmeccanici ribadiscono che le lotte si devono fare per vincerle e che a dirigerle ci devono essere coloro che vogliono appunto vincere; ovvero coloro che ogni giorno vivono la miseria di salari determinati dalle continue mediazioni al ribasso da parte delle direzioni sindacali e dall’arroganza dei padroni e dei loro servi nelle aziende; coloro che vivono il precariato esteso dalla legge Treu prima e da quella Biagi poi (che nemmeno il centrosinistra vuole eliminare), la repressione delle lotte con i manganelli di PS e CC. Gli operai oggi ribadiscono nella pratica che le forme di lotta più efficaci e sostenibili dai lavoratori devono essere decise da loro stessi.

Oggi come sempre gli industriali piangono miseria e continuano a chiedere sempre più sacrifici: li abbiamo mai sentiti fare diversamente? Mai! Alla ricerca di sempre più alti livelli di profitto gli industriali peggiorano continuamente le condizioni di vita degli operai e delle masse popolari, spostano i loro capitali dove trovano forza lavoro da sfruttare a minori costi senza gli impedimenti di tutte le conquiste di civiltà e di benessere frutto di anni di lotte sociali del periodo in cui vi era l’influenza di un forte movimento comunista. Mentre chi dirige questo paese, la banda Berlusconi e la cricca Fazio-Fiorani-Montezemolo, litiga su come spartirsi la ricchezza prodotta quotidianamente dagli operai e su chi dovrà in futuro dirigere questo furto (ancora la banda Berlusconi o il circo Prodi con le sue Consorte-rie), agli operai dicono che i soldi per i rinnovi contrattuali non ci sono, come non ci sono quelli per servizi pubblici degni di questo nome e nemmeno prospettive dignitose per il loro futuro. È vero, se lasciamo in mano la direzione della società alla borghesia imperialista e ai suoi rappresentanti, di centrodestra o centrosinistra che siano, non potremo mai raggiungere la soddisfazione dei nostri problemi e di quelli delle masse popolari tutte. Bisogna lottare contro il programma economico e politico della borghesia che è comune al centrosinistra e al centrodestra che consiste: 1) nell’eliminazione delle conquiste di civiltà e benessere per le masse popolari; 2) guerre di aggressione nei confronti dei paesi e dei popoli oppressi; 3) nella repressione delle lotte delle masse popolari.



Viva la lotta degli operai metalmeccanici per il contratto

Viva le lotte delle masse popolari per la difesa delle conquiste di civiltà e di benessere

Fare dell’Italia un paese socialista


http://www.carc.it


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Vogliamo il contratto, vogliamo tutto !
by metalmec Wednesday, Jan. 18, 2006 at 6:58 PM mail:

Maroni: pronti a intervenire se richiesto ma non interferiamo
Il ministro del Welfare, Roberto Maroni, giudica "positivamente" la riapetura della trattativa per il rinnovo del contratto dei metalmeccanci decisa da direttivo e giunta di Federmeccanica riuniti oggi a Milano.
"Il governo - prosegue Maroni - segue con attenzione questa vicenda. E' pronto a intervenire se sarà necessario, cioè se lo richiederanno tutte le parti".
Maroni sottolinea che però il Governo "non interferirà" nel negoziato e auspica che l'accordo possa essere chiuso "nel più breve tempo possibile. Le dichiarazoni di Calearo - conclude - sono positive".

Bertinotti: l'Unione dia sostegno ai lavoratori
"C'e' voluta l'acutizzazione del conflitto sociale di questi giorni perche' la grande politica si accorgesse dei metalmeccanici, e non a sufficienza. Eppure e' un anno e mezzo che il loro contratto e' scaduto, eppure nessuno e' in grado di contestare che i lavoratori in Italia guadagnino poco, troppo poco. Il venire alla luce di clamorose gigantesche ricchezze, spesso al riparo dalle tasse, rende la condizione dei lavoratori metalmeccanici uno scandalo sociale": lo afferma il segretario di Rifondazione Comunista Fausto Bertinotti.
"Dal governo, invece della denuncia della posizione padronale, viene l'attacco alle lotte dei lavoratori. Forse non si puo' chiedere ad un governo di destra di sostenere le ragioni dei lavoratori, ma certamente di capire la natura del contrasto economico. Colpisce che di fronte alle elementari ragioni economiche dei lavoratori metalmeccanici e ai diritti di contrattazione delle rappresentanze aziendali fondamentali per una democrazia industriale, la Confindustria si rovesci da colomba in falco".
"L'Unione - conclude - si e' ieri pronunciata sulla vertenza. Ma e' ormai indispensabile fare di piu': esprimere concretamente con la partecipazione diretta alle lotte sociali e con un'iniziativa politica autonoma il sostegno ai lavoratori per la conquista di un buon contratto che parli piu' in generale del futuro dei rapporti sociali in Italia".

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[OGGI] OPERAI IN LOTTA A NAPOLI
by op. Wednesday, Jan. 18, 2006 at 7:02 PM mail:

Napoli. Dalle 10 della mattina la stazione di Gianturco, alla periferia di Napoli, è stata bloccata dagli operai in sciopero di Whirlpool, Ergom, Magnaghi, Ansaldo e Oan. Il blocco ha causato disagi della circolazione non solo della metropolitana, ma anche dei treni diretti alla stazione di Napoli centrale.

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L’assedio delle tute blu fa breccia. Confindustria riapre le trattative
by CONTRATTO Wednesday, Jan. 18, 2006 at 7:03 PM mail:

Contratto! Lo hanno gridato migliaia di volte i 20mila metalmeccanici di Milano, con rabbia e un’idea fissa in testa: “La dignità del lavoro non ha prezzo”. Qualunque lavoratrice o operaio in corteo per il centro di Milano, ieri pensava questo. Perché oltre alla voglia di chiudere, c’è la ferita di dover scioperare 60 ore e urlare per qualcosa di giusto, dovuto e pure misurato. Basta chiedere e tutti rispondono la stessa cosa: rispetto, dignità, altro che 130 euro. Ormai la lotta è per non farsi piegare, per non diventare pongo a disposizione del padrone, su orari e flessibilità, a mille euro al mese. “Se molliamo adesso siamo finiti”; non molleranno.
Il bollettino lombardo della protesta è impressionante. Cortei a Bergamo, Mantova e Lecco, a Brescia in tremila hanno paralizzato la tangenziale e bloccato la Milano-Venezia nei due sensi di marcia per un’ora. A Desenzano altri 800 lavoratori bloccavano il casello autostradale e la tangenziale di Mantova, mentre in 400 a Manerbio improvvisavano blocchi sulla A21 Torino-Piacenza-Brescia in prossimità di Pontevico. Ferma anche la statale 11 verso Milano, mentre in Brianza i lavoratori occupavano la stazione di Monza. A Varese, 2mila lavoratori hanno presidiato l’Associazione degli industriali di Gallarate. Anche qui blocchi volanti, per circa un’ora, sull’Autostrada dei Laghi fra Busto Arsizio e Castellanza. Ma è a Milano che si concentra la più grande manifestazione. Da Piazza San Babila alla sede degli industriali, passando da Piazza Cinque giornate e dalla Camera del Lavoro, i lavoratori allungano il passo. Le ultime centinaia di metri che li separano dalle finestre di Assolombarda, sono gridate: “Stiamo arrivando, padroni, stiamo arrivando” (e un più calcistico “ci avete rotto …”). C’è pure uno, da solo, bandiera Fiom al collo che urla: “Viva l’ottimismo”.
A trenta metri dal portone sbarrato di Assolombarda, la polizia blocca il corteo con una fila di transenne. Tempo due minuti e i lavoratori cominciano a spostarle, a spingere. I poliziotti sono pochi e nervosi, gli arrivano dozzine di uova sulle visiere dei caschi, sui cappotti dei funzionari in borghese. Si accendono diversi parapiglia e quando i metalmeccanici stanno per sfondare, qualche poliziotto perde la testa e da solo comincia a manganellare chi capita a tiro. Pochi istanti, poi tutto viene travolto, la polizia sbanda, arretra e si ricompone davanti al portone degli industriali; i lavoratori invadono la via e cominciano il tiro alle vetrate: uova, arance, pomodori. Vola anche qualche bullone (due poliziotti contusi) ma per fortuna “gli imbecilli” come li chiamerà il segretario generale della Fiom milanese, Maurizio Zipponi, sono pochi e vengono isolati. Rabbia e gioia si mescolano in maniera strana, hanno conquistato la piazza, ma il loro contratto è dentro quel palazzo che deve passare. Una manifestazione così non si vedeva dalle ristrutturazioni della grande industria alla fine degli anni ’90. Nemmeno i funzionari di lungo corso, se l’aspettavano. Quattro ore di sciopero ieri per la città e otto per la provincia, altre quattro nei prossimi giorni, quattro ore giovedì scorso, dopo 50 ore di astensione dal lavoro dall’inizio della trattativa a febbraio 2005 (al prezzo di circa 500 euro per il loro salario) e anni di ristrutturazioni, chiusure, mobilità. Una storia infinita, nelle aziende dove la Fiom è presente (circa 80mila addetti) le procedure di mobilità riguardano ancora oggi 18mila lavoratori. Ci vuole proprio un coraggio e una determinazione da classe operaia per continuare uniti. E 20mila a Milano, con un’aria da neve, tra metropolitane, pullman e rientro al lavoro sono tantissimi.
Insieme agli striscioni storici delle fabbriche del milanese: Abb, Aifo-Iveco, Ansaldo, Alfa di Arese, Pompe Gabbioneta, Kone, Italtel, Insee presse, Franco Tosi, Magneti Marelli, sfilano decine di aziende d’elettronica e informatica (Alstom, Siae-Microelettronica, Sgs Thompson, Siemens di Cassina de Pecchi e Siemens Mobile), ci sono la Ponteggi Dalmine, la Metalli preziosi e altre meno conosciute (D’Andrea, Elnagh, Cannon, Alupieve, Novalis, Gruppo Aturia); ci sono gli impiegati di Banksiel e i lavoratori di due delle ultime aziende rimaste dentro il cuore della città, la KennaMetal (200 addetti all’utensileria da taglio industriale) e la Cinemeccanica (apparecchiature cinematografiche dal 1920).
Dopo aver sfondato i cordoni della polizia e aver conquistato il portone di Assolombarda, i metalmeccanici non vorrebbero andarsene: “Fino a stasera, restiamo fino a stasera”, urlano. Credono che dentro sia in corso la giunta di Federmeccanica, che invece si riunirà nel pomeriggio in un albergo non reso noto. Non sanno nemmeno che la trattativa è stata già riaperta e i sindacati sono convocati per oggi. Vogliono solo il contratto. Per calmare gli animi, Maurizio Zipponi, improvvisa un comizio: "Non siamo qui contro la polizia, ma contro i provocatori nelle file di Finmeccanica che impediscono la chiusura nella trattativa. Il contratto più semplice da firmare per le sue richieste è diventato il più difficile per la profondissima crisi di Confindustria, ma i problemi delle aziende non sono il salario dei lavoratori, più basso perfino di quello della Corea. Non siamo noi i nemici". E se domani il contratto non c’è continueranno, in tutta la Lombardia, con ancora più forza: "La gente che tutte le mattine si alza alle 5 per andare a lavorare - conclude Zipponi - vuole rispetto, non ci sarà più un’ora di straordinario, né un momento di tregua nei luoghi di lavoro”.
Dopo mezz’ora, a fine mattinata, un gruppetto di irriducibili non se ne vuole andare. Vogliono restare davanti ad Assolombarda, a oltranza. Così sarà e gli altri a casa, con l’orecchio teso per capire se oggi sarà la giornata finale di un incubo durato 13 mesi e costato più di 60 ore di sciopero. O se gli toccherà ancora manifestare, occupare, gridare, da soli, come sempre.

da Liberazione

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OPERAI DI cREMONA E bERGAMO ANCORA IN LOTTA ....
by info Wednesday, Jan. 18, 2006 at 7:05 PM mail:

Cremona. 4 ore di sciopero con iniziative a carattere territoriale che verranno stabilite unitariamente dai diversi territori attraverso presidi sulle portinerie aziendali, coinvolgimento dell’opinione pubblica nei pressi delle più importanti realtà aziendali.

Bergamo. Quattro ore di sciopero con iniziative a carattere territoriale che verranno stabilite unitariamente dai diversi territori attraverso: presìdi alle portinerie aziendali, rallentamento delle merci, coinvolgimento dell'opinione pubblica nei pressi delle più importanti realtà aziendali.


Tutte le altre mobilitazioni di oggi 18 / 1 / 2006 sull sito: http://www.fiom.cgil.it/

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Le foto delle varie mobilitazioni metalmeccaniche di ieri:
by foto Wednesday, Jan. 18, 2006 at 7:07 PM mail:

http://www.repubblica.it/2003/e/gallerie/economia/metabloc/1.html

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Trento. Bloccato il casello di Trento nord
by metal Wednesday, Jan. 18, 2006 at 7:11 PM mail:

Trento. Bloccato il casello di Trento nord dell' Autostrada del Brennero e l' accesso alla tangenziale. Alle 9 il corteo degli operai in sciopero si è mosso dal piazzale dello stabilimento Whirlpool, a Spini di Gardolo, a nord del capoluogo, verso il casello autostradale. Alla manifestazione partecipano operai, oltre che della Whirlpool, della Dana, della De Manincor e delle Officine Brennero.

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A Terni la lotta è continuata anche oggi !
by da Terni Wednesday, Jan. 18, 2006 at 7:12 PM mail:

Terni. I lavoratori delle aziende Alnuatel, Zeuna Starker, Femimetal e Magnetic hanno bloccato la strada Marattana dalle 10 alle 11,30. Oggi scioperano per due ore, dalle 12 alle 14, anche i dipendenti delle aziende della ThyssenKrupp-Ast, con presidio ai cancelli.

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Aggiornamenti sulla trattativa per il rinnovo contrattuale metalmeccanico
by AGI Wednesday, Jan. 18, 2006 at 8:20 PM mail:

"Vi sono tutte le premesse per una conclusione a breve del negoziato relativo al contratto metalmeccanici". Lo assicura, in una nota, il sottosegretario al Lavoro, Maurizio Sacconi.
"Sara' importante, nell'ultimo miglio da percorrere, garantire il piu' elevato livello di scambio tra incrementi retributivi e compatibilita' delle imprese. Nondimeno essenziale sara' l'effettiva partenza dei nuovi contratti di apprendistato per l'ingresso dei giovani nel settore attraverso adeguati investimenti nella loro formazione". (AGI)

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Sulla giornata di lotta di ieri 17-1-2006
by EMILIA.NET Wednesday, Jan. 18, 2006 at 11:48 PM mail:





ARTICOLO FATTO IERI E PUBBLICATO OGGI SU EMILIA.NET

Bologna. I metalmeccanici bloccano la stazione
In tutta Italia occupate stazioni e autostrade, il Governo: azioni illegali

BOLOGNA (17 gen. 2006) - E' terminato alla stazione di Bologna il blocco attuato dai metalmeccanici, nell'ambito delle iniziative di protesta per il rinnovo del contratto. Satamane, le tute blu avevano bloccato i binari della stazione centrale. I treni hanno accumulato ritardi fino a due ore. Notevoli disagi per i passeggeri in attesa di Eurostar e treni a lunga percorrenza. Sono invece stati soppressi due treni regionali per Ferrara e Ravenna.

Tra gli altri scali occupati quelli di Pontedera (Pisa), sulla linea Firenze-Pisa-Livorno, da parte dei lavoratori della Piaggio; di Monza e Lecco, cruciali per i collegamenti con la Svizzera e la Valtellina; di Fiumetorto, in Sicilia, da parte degli operai della Fiat di Termini Imerese. Circa 700-800 tute blu hanno inoltre bloccato la stazione della circumvesuviana di Pomigliano d'Arco.

I blocchi sulle autostrade
Le prime autostrade occupate sono state la Milano-Torino e la A14 all'altezza di Val di Sangro e di Ancona. Ed è stato poi un continuo susseguirsi di blocchi prima attuati poi rimossi: sull'Autolaghi, sulla Torino-Aosta, sulla A22 del Brennero all'altezza di Rovereto, sulla A4 a Brescia, Padova, Vicenza, Verona, sulla A 27, sulle autostrade siciliane Palermo-Catania e Palermo-Messina.

Il governo: "azioni illegali"
Il governo, per bocca del sottosegretario Sacconi, ha duramente criticato le azioni di blocco "di ferrovie ed autostrade a danno di cittadini incolpevoli che si vedono privati del diritto fondamentale alla mobilità. Sia almeno forte e chiaro l'invito delle istituzioni, delle forze politiche e del sindacato a rimuovere queste iniziative oltretutto illegali. Noto purtroppo in alcuni ambienti politici e sindacali una compiaciuta condivisione di queste iniziative che deve far riflettere sull'attitudine a governare di coloro che non hanno rinunciato a pensare che sia meglio usare la ragione della forza piuttosto che la forza della ragione". Tra le repliche al comunicato di Sacconi, quella di Marco Rizzo (Comunisti Italiani) riassume le posizioni della sinistra: "In tutta la vicenda della contrattazione dei metalmeccanici di ingiustificato c'è solo il lavarsene le mani da parte del governo. I lavoratori stanno semplicemente cercando di fare sentire la propria voce, sinora inascoltata. Non c'è nessuna compiaciuta condivisione di ambienti politici rispetto a presunti fatti illegali. C'è invece profonda condanna rispetto ad una destra insensibile alle problematiche sociali".

E' in atto in Emilia-Romagna lo sciopero di otto ore dei metalmeccanici a sostegno della vertenza per il rinnovo del contratto. I lavoratori si stanno concentrando in Piazza VIII Agosto a Bologna per una manifestazione regionale. Sono attese migliaia di persone e, nel corso della mattinata, è previsto un corteo per le strade della città su cui sta nevicando.
Moltissime le bandiere della Fiom Cgil e della Fim Cisl, con diversi striscioni delle Rsa delle fabbriche.

Ancora tensioni e disagi sulle strade e autostrade per gli scioperi e blocchi messi in atto dai metalmeccanici che chiedono il rinnovo del contratto scaduto da oltre un anno. Oggi sarà una giornata decisiva perché a Milano, nel pomeriggio, si riunisce la Giunta della Federmeccanica che dovrà decidere se proseguire il negoziato oppure rompere definitivamente con i sindacati. Si profila così una nuova giornata di caos.

METALMECCANICI: BLOCCHI IN TUTTA ITALIA
Prosegue in varie regioni e citta' italiane la protesta dei lavoratori metalmeccanici, mentre in mattinata e' attesa la decisione di Fiom, Fim e Uilm che - dopo la sospensione delle trattative per il rinnovo del contratto - si apprestano a decidere nuove iniziative di lotta. Scioperi sono in corso in Liguria e in Friuli Venezia Giulia. A Genova centinaia di lavoratori hanno bloccato dapprima la sopraelevata nella zona di piazza Cavour, in centro, poi la ferrovia Genova-Savona nella stazione di Sestri Ponente ed infine il casello di Genova aeroporto sull'autostrada A10 Genova-Savona. Lo sciopero terminera' alle 13.

Traffico in tilt anche ad Ancona per uno sciopero spontaneo dei lavoratori della Fincantieri, ma si sciopera anche alla Merloni di Fabriano e alla Villeroy Boch di Castelraimondo e alla Gi&E (ex Nuovo Pignone) di Recanati. Blocco della produzione anche alla Fiat di Termini Imerese, anche qui con disagi per il traffico a causa delle manifestazioni di protesta dei lavoratori. Sono intanto riuniti a Roma i segretari generali di Fiom, Fim e Uilm, Claudio Rinaldini, Giorgio Caprioli e Antonino Regazzi, per fare il punto sulla trattativa con Federmeccanica che ieri sera ha subito un inatteso stop. Il rischio di una rottura e' alto. Dalla riunione tra i leader sindacali si attende la decisione di nuovi scioperi.

EPIFANI, SONO ALLARMATO DA ULTIMO DIETROFRONT
''Sono particolarmente allarmato perche', guardando ai fatti, sembra che Federmeccanica non voglia firmare il contratto''. Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, parlando a margine della commemorazione della deportazione in Germania della commissione interna dei lavoratori della Franco Tosi, avvenuta 62 anni fa. Il leader sindacale ha spiegato che ''anziche' fare proposte per chiudere il contratto, sono tornati indietro rispetto alle posizioni precedenti su salario, flessibilita' e apprendistato''. Secondo Epifani ''Federmeccanica si e' fatta responsabile di questa fase di aggiornamento della trattativa''. A suo avviso ''se si vuole fare il contratto ci si deve avvicinare e non allontanarsi''.

Il Partito dei Comunisti Italiani aderisce alla manifestazione di domani 17 gennaio 2006 indetta da FIM – FIOM – UILM per il rinnovo del Contratto dei Metalmeccanici.
Domani durante la manifestazione delle tute blu, che si svolgerà a Bologna, sarà presente Giovanni VENTURI Consigliere Provinciale e Segretario Provinciale del PdCI.

BORTOLAZZI (CAPOGRUPPO PDCI E-R): MASSIMO APPOGGIO ALLE RIVENDICAZIONI DEI METALMECCANICI IN LOTTA PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO
Come capogruppo del Partito dei Comunisti Italiani alla Regione Emilia - Romagna, intendo manifestare tutta la mia solidarietà ed il mio sostegno ai metalmeccanici che in questi giorni hanno ripreso la mobilitazione anche nelle città della nostra Regione per ottenere il rinnovo del contratto. Ritengo corretta e sensata la richiesta di aumento salariale portata avanti dai lavoratori, mentre condanno senza riserve la posizione di Federmeccanica, che ha mantenuto durante tutta la vertenza un atteggiamento di chiusura pregiudiziale soprattutto verso le necessarie misure di riduzione del precariato. Altrettanto indecente continua ad essere la cappa di silenzio tombale fatta calare, tranne pochissime eccezioni, dagli organi di informazione su una vicenda che, vorrei ricordare, si trascina dalla fine del 2004. Dobbiamo chiederci come mai il lavoro ed i lavoratori, quindi il paese reale e le sue difficoltà, non facciano più notizia. Mi sento infine di auspicare una rapida risoluzione in termini positivi di questa vicenda contrattuale, convinta che un mutamento delle posizioni degli industriali ed una loro maggiore ragionevolezza potranno condurre le parti ad un accordo soddisfacente.

20.000 metalmeccanici in manifestazione a Bologna da tutta la Regione
Tutti a Bologna: le lavoratrici ed i lavoratori metalmeccanici dell'Emilia Romagna hanno raccolto l'invito lanciato venerdì scorso da Fim Fiom Uilm regionali e hanno dato vita ad una straordinaria manifestazione.
Nella giornata in cui nelle fabbriche della regione si attuavano le 8 ore di sciopero proclamate da Fim Fiom Uilm nazionali a sostegno della durissima vertenza per il rinnovo del biennio economico del contratto nazionale di lavoro, 20.000 lavoratrici e lavoratori metalmeccanici si sono ritrovati alle 10 in Piazza VIII agosto a Bologna e hanno formato un lunghissimo e vivace corteo che ha raggiunto la Stazione Centrale della Città dove per circa 2 ore in maniera pacifica e civile i manifestanti hanno realizzato un presidio.
i metalmeccanici chiedono che Federmeccanica e le altre associazioni padronali rimuovano posizioni pregiudiziali e di chiusura che hanno fino ad oggi impedito una positiva conclusione della trattativa. Chiedono di avere finalmente dopo 13 mesi un rinnovo contrattuale giusto e dignitoso.
SCIOPERO METALMECCANICI: DIRIGENTE FIAT SPINTONA LAVORATORE
Nuovo episodio di tensione oggi in occasione dello sciopero di otto ore dei metalmeccanici, proclamato dai sindacati a livello regionale a sostegno della vertenza per il rinnovo del contratto. Stamattina prima delle 8 un alto dirigente aziendale della Fiat CNH-Modena ha spintonato un operaio durante il presidio organizzato da Fim-Fiom-Uilm davanti ai cancelli di via Pico della Mirandola a Modena. Gli animi dei presenti si sono surriscaldati e al dirigente coinvolto i lavoratori hanno chiesto di non creare ulteriori problemi nel tentativo di forzare il blocco che, per tutta la giornata, ha impedito l'ingresso a camion, impiegati, lavoratori. L'incidente si è in effetti chiuso senza strascichi, anche se per Fim-Fiom-Uilm di Modena "si tratta di un episodio che conferma le posizioni rigide sull'impostazione di Federmeccanica assunte dai dirigenti aziendali anche a livello provinciale". È filato tutto liscio, invece, alla manifestazione regionale tenuta a Bologna, alla quale hanno partecipato 15 mila lavoratori giunti da tutta l'Emilia-Romagna. Da Modena e provincia sono partiti venti pullman, che hanno portato nel capoluogo felsineo oltre mille operai modenesi in rappresentanza delle più importanti aziende metalmeccaniche, dalla Fiat alla Maserati, dalla Ferrari alla Motovario, dalla Rossi Motoriduttori alla Titan.
I lavoratori hanno paralizzato la stazione Fs dalle 10 alle 12 e hanno tolto il blocco solo al termine del comizio dei tre segretari regionali di Fim-Fiom-Uilm.
"Non si è verificato alcun incidente, la manifestazione si è svolta in modo civile e pacifico nonostante la folta presenza di forze dell'ordine in assetto antisommossa", ha precisato un sindacalista. A Milano è volata qualche manganellata prima dell'ingresso del corteo dei Metalmeccanici a via dei Pantani sede dell'Assoindustria dove gli operai hanno lanciato uova, arance ed alcuni oggetti metallici sull'edificio dell'associazione industriali.

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volantino diffuso ai blocchi ancora attuale
by slai cobas per il sindacato di classe Thursday, Jan. 19, 2006 at 10:16 AM mail: circolooperaio@email.it

Non meno di 105 euro più 25 per la mancata contrattazione aziendale
Nessuno scambio tra salario e flessibilità
No al lavoro precario=ricatto/nuova schiavitù
Una tantum adeguata ai 400 giorni di ritardo!!!

La giusta impennata di lotta, che in tutto il paese ha portato gli operai dalle fabbriche metalmeccaniche nel mezzo di strade e autostrade, ha messo di nuovo in primo piano gli operai, la classe produttrice, che per le condizioni tremende esistenti nelle fabbriche, pericolo e precarietà, salari da fame e repressione, padroni stampa tv politicanti, cercano di tenere fuori dalle cronache e dai palazzi del potere statale.

Ma questa forte ondata di mobilitazioni sta mostrando anche un’altra verità: gli operai non hanno bisogno dell’unità sindacale, quella costruita a tavolino dalle segreterie, nazionali, regionali, privinciali... questa unità non porta avanzamenti è solo una consorteria tra sindacalisti che lega le lotte e frena le rivendicazioni.
Il colpevole ritardo di un anno per il contratto è figlio anche di questo!

Federmeccanica con grande disprezzo per i lavoratori ai pochi soldi aggiunge un uso del rinnovo del contratto per la parte salariale come arma di ricatto per far passare l’aumento dell’orario di lavoro, della flessibilità e della precarietà con l’applicazione in pieno della legge Biagi.
Cisl e uil spingono verso le esigenze dei padroni e sono pronte da tempo a firmare il contatto scaricando altri pezzi dei diritti operai.
La Fiom a parole si è detta contraria a scambi tra aumenti salariali e condizioni di lavoro, ma nonostante le tantissime esperienze negative è sempre paladina della stessa perdende unione con cisl e uil.
È forse per questo che già nel volantino distribuito alla Sata ieri, le 25 euro di aumento per le aziende che non hanno fatto la contrattazione sono sparite dalle rivendicazioni?

È il vento che fischia dalle fabbriche in fermento che sta tracciando la strada dell’unità necessaria alla classe operaia: quella negli scioperi, nei blocchi, compatti e combattivi, con rivendicazioni decise nelle assemblee e intrattabili. È l’unità di chi si batte dalla stessa parte della barricata, di chi, per difendersi ed avanzare, vuole organizzare ed usare la sua forza contro l’arroganza e i piani di sfruttamento sempre più bestiale dei padroni!
E i risultati che verranno saranno frutto di questo!

La rabbia di questi giorni è il segnale della condizione nelle fabbriche, ma non deve renderci ciechi.
Per lottare contro i padroni dobbiamo atrezzarci anche contro la linea sindacale della svendita, della gestione delle esigenze produttive, della competitività,... che da ancora più strumenti alle aziende per spremere sempre più gli operai, chiudere le fabbriche, usare precarietà e licenziamenti, alimentando la guerra tra operai dei vari paesi.

Una politica anti-operaia che ha trovato appoggio e leggi nel governo Berlusconi, che dobbiamo rovesciare, ma già applicata dal ‘governo amico’ Prodi di falsa sinistra, che nel programma elettorale non ha certo l’abolizione della legge Biagi, e che aprì la strada a Berlusconi con la riforma delle pensioni, il lavoro interinale, il declino del salario, l’attacco a sanità e scuola pubblica...

Dobbiamo ricostruire dal basso il sindacato di classe, nel fermento dei blocchi e degli scioperi, organizzando comitati di base fabbrica per fabbrica, fondati sul protagonismo e sul potere decisionale degli operai, sulle piattaforme approvate nelle assemblee. Sulla democrazia operaia.

Slai COBAS per il SINDACATO di CLASSE
c/o CIRCOLO OPERAIO corso G. Fortunato 111 Lavello
339 7313300 circolooperaio@email.it


Fip15.01.06LAVELLO

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LA LOTTA PER IL CONTRATTO
by "che fare" Thursday, Jan. 19, 2006 at 10:29 AM mail:



Lavoratori, delegati,

gli scioperi per il contratto hanno avuto, in specie l’ultimo, una forte adesione e partecipazione degli operai, qualche volta anche degli impiegati, come stanno avendo una buona riuscita gli scioperi dei siderurgici, dei telefonici e di altre categorie. Ma, nonostante questo, il padronato non si sposta dalle sue ridicole “offerte” iniziali, e siamo quasi ad un anno dalla scadenza del contratto…

La stessa cosa si può dire per quanto riguarda il governo Berlusconi: diversi suoi provvedimenti hanno ricevuto risposte di lotta, e sarà così anche per questa nuova finanziaria anti-operaia con l’imminente sciopero generale. E però il governo, nonostante questo, nonostante l’evidente impopolarità, va avanti per la sua strada come nulla fosse.

Come mai?

Il fatto è che il padronato, forte del sostegno del governo Berlusconi, è più che mai deciso a scaricare la crisi del “sistema Italia” –che è parte di un più generale stato di difficoltà e di caos del capitalismo mondiale- sulle condizioni di vita e di lavoro della classe operaia. E, nell’ambito delle relazioni sindacali, è più che mai deciso non solo ad abbassare il valore reale dei salari, ma ad archiviare lo stesso contratto collettivo nazionale di lavoro per la forza unificante che esso, comunque, conserva.

E il fatto è che il governo Berlusconi, forte del rinnovato sostegno della Confindustria (alla faccia della presunta “svolta a sinistra” di Montezemolo!), si muove deciso nella medesima direzione, facendo tutto ciò che è in suo potere per tagliare ulteriormente lo “stato sociale”, estendere ancor più la precarietà e indebolire l’organizzazione dei lavoratori, con un continuo, strisciante attacco allo stesso diritto di sciopero.

E’ quanto i lavoratori vivono quotidianamente sulla propria pelle, a cominciare dai posti di lavoro con l’aumento dei ritmi e dei tempi di lavoro e delle relative malattie (vedi la Fiat Mirafiori), con la moltiplicazione dei soprusi e delle ingiunzioni di tipo militaresco, con la difficoltà crescente di arrivare a fine mese e di trovare un nuovo lavoro, etc., per non parlare poi del violentissimo attacco che stanno subendo, in aggiunta a tutto ciò, i lavoratori immigrati, soprattutto islamici.



Dobbiamo, quindi, prendere atto che padroni e governi dei padroni fanno sul serio. Come fa sul serio Bush quando promette trenta anni di guerre. Una determinata fase di “sviluppo” e di “pace” è definitivamente dietro le nostre spalle, ma i lavoratori stentano maledettamente a prenderne atto ed a trarne tutte le conseguenze. Preferiscono continuare a mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi, sperando che prima o poi passi a’ nuttata (che, però, non passa).

Molto li “aiutano” in questo atteggiamento, che si sta rivelando sempre più auto-lesionistico, i vertici di CGIL-CISL-UIL, per i quali è sempre e comunque possibile trovare un punto di intesa favorevole tanto alle imprese e alla economia nazionale, quanto ai lavoratori, a condizione che i padroni siano “ragionevoli” e che i lavoratori lo siano ancora di più, accettando di subordinarsi alle “sacre e intangibili” regole della competitività aziendale e nazionale. Nei contratti ancora aperti, ad esempio, essi prospettano il seguente “scambio”: qualche euro in più agli operai (rispetto alle “offerte” iniziali di Confindustria) in cambio di ulteriore “flessibilità” in più. Che è come dire: a noi qualche spicciolo in tasca oggi, ai padroni, un “diritto”, un potere di sfruttarci (oggi e domani) ancor più pieno e incondizionato, che include anche la facoltà di comprimere e segare i nostri salari (la flessibilità salariale), soprattutto quelli dei nuovi assunti.



Di questo genere di “scambi” sono pieni gli ultimi trent’anni di vita sindacale, sicché è tempo, ormai, di fare il bilancio di una simile politica. Cosa abbiamo ottenuto? Siamo andati avanti o siamo andati, e continuiamo ad andare, indietro? Più volte ci è stato detto che una svolta positiva si sarebbe prima o poi verificata se non avessimo avuto grilli per la testa. Ma ogni volta tale speranza è andata delusa. I sacrifici accettati (spesso sotto il ricatto della delocalizzazione) sono sempre stati la premessa perché padronato e governo esigessero altri sacrifici, rendendoci più isolati e ricattabili. Mentre di pari passo si allontanava da noi non solo lo “sviluppo”, ma anche la “pace”, con le aggressioni belliche a catena -anche dell’Italia e dall’Italia- contro i popoli della Jugoslavia, della Somalia, dell’Afghanistan, dell’Iraq, etc. (con l’Iran già bene nel mirino), aggressioni destinate a ritornare necessariamente indietro anche qui. Insomma, il bilancio della politica della concertazione e delle “compatibilità” è negativo; questa politica non sa unirci, e svuota di forza anche le lotte più conseguenti e gli scioperi più riusciti. Sfidiamo chiunque a dimostrare il contrario. Ecco perché urge cambiare strada. E batterci con ben altra determinazione.

Ma, ci si dice, anche altrove, perfino nei paesi più ricchi e potenti dell’Italia, sta andando nello stesso modo. Licenziamenti di massa e allungamento degli orari in Germania e in Francia, liberismo selvaggio negli Stati Uniti, quasi una messa fuori-legge degli scioperi in Australia… Verissimo, ed è proprio questo il punto! Le questioni di fondo dinanzi alle quali si trovano oggi, nel contratto, i lavoratori metalmeccanici non sono solo loro. Non sono solo dei lavoratori italiani. Sono di tutti i lavoratori occidentali e, fatte le debite distinzioni, sono anche dei lavoratori del Sud del mondo. Ed è proprio per questo, per la loro generalità e radicalità, che non possiamo uscirne da soli categoria per categoria, nazione per nazione (gli operai di una nazione contro gli operai delle altre); possiamo uscirne solo con la massima unificazione delle forze della nostra classe, riconquistando la nostra autonomia di classe lavoratrice rispetto alla classe sfruttatrice.



In “concreto” ciò significa:

unire la lotta dei metalmeccanici con quella delle altre categorie in campo; unire la lotta per i contratti a quella contro il governo Berlusconi, dando allo sciopero generale del 25 un carattere di vera e vibrante protesta (e non di rito a cui non credono neppure gli officianti); radicalizzare l’una e l’altra lotta per strappare ai padroni le nostre già modeste rivendicazioni salariali, senza però alcuna contropartita; imporre la cacciata in piazza del governo Berlusconi, in modo da condizionare sul nascere con la nostra forza e le nostre aspettative anche l’eventuale futuro governo Prodi, a cui sarebbe suicìda rilasciare una cambiale in bianco. E significa, anche, legare la lotta sul fronte interno alla lotta contro le guerre d’aggressione imperialista che il “nostro” governo ed i “nostri” padroni stanno attuando contro i popoli sfruttati e oppressi del Sud del mondo, contro la loro resistenza all’ordine dell’euro-dollaro. Questa resistenza è parte integrante della nostra stessa lotta contro un nemico che, al fondo, è comune.

Per fare questo è necessario che la classe lavoratrice arrivi finalmente a dotarsi di un’organizzazione e di un programma autenticamente di classe, che sappia integrare a pieno nelle proprie fila i lavoratori immigrati.

È pretendere troppo? No. Per difficile che sia da mettere in atto, è quanto dobbiamo cominciare a fare se non vogliamo, un passo indietro dopo l’altro, trovarci a precipitare all’improvviso nell’abisso.

11 novembre 2005

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Si sono accordati
by novara Operaia Thursday, Jan. 19, 2006 at 10:50 AM mail: info@novara-operaia.it

D'amore e d'Accordo

La Fiom tace, Fim e Uilm prudevano all'idea di non aver ancora firmato sta' porcheria.

Fanno schifo!

Riorganizzazione operaia in fabbrica, no ai culi di pietra sindacali.

No ai funzionari sindacali di professione!
Distacchi semestrali: che tornino in fabbrica a subire le merdate che firmano!!!




RINNOVO CCNL
Raggiunto l'accordo. 100 euro sui minimi, più 130 annui per bassi salari. 320 di ''una tantum''. Buona la parte nomativa
E’ stata raggiunta alle 8.45 del 19 Gennaio 2006, tra Fim, Fiom, Uilm e Federmeccanica, l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici scaduto il 31 Dicembre del 2004. L’accordo riguarda sia la parte economica che le materie normative sulle quali, nei mesi scorsi, si è svolto il negoziato.
Il nuovo contratto varrà fino al 30 Giugno 2007, con un allungamento di sei mesi rispetto alla naturale scadenza di fine 2006.
Qui di seguito una sintesi di tutti i punti dell’ipotesi d’intesa.
Salario. L’aumento medio lordo mensile a regime sui minimi salariali sarà di 100€ (al V livello, riparametrati per gli altri livelli), erogati in 3 tranches: 60€ dal 1 Gennaio 2006, 25€ dal 1 Ottobre 2006, 15€ dal 1 Marzo 2007.
Ai lavoratori privi di contrattazione aziendale, e che nel 2006 non usufruiscono di altre voci salariali oltre ai minimi tabellari nazionali, sarà erogata nel Giugno 2007 una cifra di 130€ a titolo perequativo, comprensiva, fino a concorrenza, di eventuali superminimi percepiti nell’anno 2006. Tale erogazione sarà sperimentalmente in forma annua. E’ previsto che il prossimo contratto nazionale normativo dovrà superare la forma sperimentale e rendere strutturale in busta paga, attraverso una specifica voce, questa nuova erogazione salariale.
A compensazione per il ritardato rinnovo del contratto, a tutti i lavoratori metalmeccanici sarà erogata una “una tantum” di 320€ lordi (160€ a Gennaio 2006, 160€ a Giugno), che si aggiungono agli 86€, già percepiti, di Indennità di vacanza contrattuale.
Orario – competitività. Sarà avviata una sperimentazione dell’Orario Plurisettimanale oggi previsto per la stagionalità allargando la casistica a “ragioni produttive e di mercato”, confermando la procedura prevista dall’art. 5 dell’attuale Ccnl (contrattazione delle modalità con le Rsu) e nell’ambito dell’attuale limite di 64 ore annue.
E’ stata ritirata dalla Federmeccanica qualsiasi ipotesi di monetizzazione dei Par (Permessi annui retribuiti).
Mercato del lavoro – contratti atipici. Viene insediata una Commissione Nazionale con il compito di definire entro Giugno 2006 la regolamentazione dei limiti massimi di utilizzo dei contratti atipici e dei percorsi di inserimento e stabilizzazione dei rapporti di lavoro, anche attraverso una differenziazione merceologica per comparti. Qualora la Commissione, entro questa data, non dovesse definire tale regolamentazione, ciò determinerà la decadenza della sperimentazione sull’Orario Plurisettimanale (che pertanto tornerebbe al precedente vincolo della stagionalità).
Sui temi sopra citati, sarà istituito dal mese di Febbraio 2006 un Tavolo congiunto tra le parti sulla competitività, con il compito di disciplinarli in vista del prossimo contratto normativo.
Apprendistato. Sull’apprendistato il negoziato ha definito una più completa regolamentazione migliorativa, sia del Ccnl che delle normative della Legge 30 (d.l. 276/03). L’istituto del nuovo apprendistato (“apprendistato professionalizzante”) potrà diventare il principale strumento per l’ingresso al lavoro dei giovani e la loro formazione. E’ stato, inoltre, valorizzato il ruolo delle Commissioni Paritetiche territoriali per la Formazione.
La durata dei contratti di apprendistato è fissata come segue: 42 mesi al III livello di sbocco d’inquadramento del lavoratore (che diventano 36 con diploma di scuola superiore, 24 con laurea); 52 mesi al IV livello (46 con diploma); 60 mesi al V livello (54 con diploma, 34 con laurea); 38 mesi per il VI livello (solo laurea); 42 mesi per il VII livello (solo laurea).
Le ore di formazione sono convenute come segue: I anno 160 (40 di formazione generale, 40 teoriche, 80 pratiche); II anno 140 (20, 40, 80); dal III anno in poi 120 (di cui 40 teoriche).
Alla scadenza dei contratti di apprendistato, questi lavoratori saranno confermati con contratto a tempo indeterminato nella misura minima del 70%, con “franchigia” per 4 apprendisti per ogni unità produttiva.
Al raggiungimento dell’ipotesi di accordo si è giunti dopo 13 mesi dalla scadenza del contratto, 11 mesi di trattative e 62 ore di sciopero, oltre agli scioperi degli straordinari e delle flessibilità.
L’ipotesi di accordo sarà sottoposta la mattina di venerdì 20 gennaio al Consiglio Generale della Fim e, nel pomeriggio della stessa giornata, all’Assemblea Nazionale dei 500 quadri e delegati.
Ufficio Stampa Fim-Cisl
Roma, 19 gennaio 2006


http://www.novara-operaia.it

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Ecco il testo dell'accordo raggiunto
by NewsMetal Thursday, Jan. 19, 2006 at 6:46 PM mail:

Si è conclusa, dopo 13 mesi, la vertenza per il rinnovo del biennio salariale. Questi i punti
dell’accordo.
Salario
L’aumento ai minimi tabellari, parametrato 100-210, è pari a 100 euro al V livello, di cui:
60 a decorrere dal 1° gennaio 2006;
25 a decorrere dal 1° ottobre 2006;
15 a decorrere dal 1° marzo 2007.
Una una tantum uguale per tutti di 320 euro, omnicomprensiva e non incidente sul Tfr, in due
rate uguali, la prima nel mese di febbraio 2006 e la seconda nel mese di luglio 2006.
Viene poi istituito un nuovo elemento perequativo. A tutti i lavoratori in forza alla data del 1°
giugno 2007, che nel 2006 abbiano percepito soltanto i minimi tabellari nazionali e che siano privi
di contrattazione di secondo livello, verrà erogata con la retribuzione di giugno 2007 una cifra in
forma annua pari a 130 euro. Tale cifra assorbe a concorrenza retribuzioni aggiuntive a quelle
fissate dal CCNL inferiori a 130 euro annui.
Il prossimo rinnovo del contratto trasformerà questo elemento in uno specifico istituto salariale.
Valore punto. Il nuovo valore punto per calcolare gli aumenti rispetto all’inflazione è di 17,55
euro rispetto ai precedenti 16,55 euro.
Il Contratto scade il 30 giugno 2007 anziché il 31.12.2006, con l’allungamento di 6 mesi della
decorrenza.
L’aumento è pari a 6 punti percentuali. E non dà luogo alla definizione di cifre da conguagliare con
il prossimo contratto. In sede di rinnovo del prossimo contratto le parti valuteranno quanto
avvenuto sul piano della crescita delle retribuzioni e dell’inflazione.
Il montante complessivo dell’aumento, cioè l’aumento totale percepito concretamente da un
lavoratore da oggi fino al 30 giugno 2007, è pari complessivamente a 1.770 euro al V livello.

Accordo sperimentale
Vi è poi un accordo sperimentale sui temi della flessibilità e del mercato del lavoro. Tale accordo
stabilisce che verrà attivata dal febbraio 2006 una Commissione tra le parti nazionali che discuta di
produttività, dell’orario, del mercato e delle condizioni di lavoro. Salvo proroga, tale Commissione
concluderà i suoi lavori entro il 31 luglio 2006 e affronterà anche il tema delle percentuali massime
per i contratti a termine e i contratti di lavoro interinale.
Durante il periodo di lavoro di questa Commissione, cioè fino al 31 luglio 2006, tutte le aziende
potranno utilizzare l’orario plurisettimanale, secondo la disciplina stabilita nell’articolo 5 del
Contratto nazionale, cioè solo ed esclusivamente con l’accordo delle Rsu.
Apprendistato
Viene definita un’intesa complessiva sull’apprendistato, in applicazione della legge e dell’accordo
interconfederale. Tale intesa prevede come punti fondamentali:
- l’utilizzo da parte dell’impresa dell’apprendistato dal III al VII livello;
- l’obbligo di conferma al lavoro di almeno il 70% degli apprendisti e percorsi di verifica per tutti
ai fini della stabilizzazione;
- una durata differenziata per categoria del periodo di apprendistato: da un minimo di 24 mesi
per i lavoratori che operano a ritmi vincolati, con sbocco al III livello, fino a 42 mesi per i
lavoratori con sbocco al III livello e evoluzione professionale a qualifiche superiori. Sono
previsti periodi differenti per i livelli superiori. Il possesso di titolo di studio, diploma o laurea,
riduce i periodi di apprendistato;
- la retribuzione del periodo di apprendistato sarà aumentata rispetto al passato e parificata a
quella di categoria dividendo ogni periodo di apprendistato in tre parti uguali: nel primo si avrà
la retribuzione di due livelli inferiori alla qualifica di sbocco, nel secondo del livello inferiore alla
qualifica di sbocco, nel terzo pari al livello di sbocco;
- la formazione obbligatoria e retribuita per gli apprendisti sarà di 160 ore per il primo anno, di
140 per il secondo e 120 per gli anni successivi.
Sulla base di questi risultati si può sottolineare:
1. Pur con il prolungamento di 6 mesi della durata del Contratto si raggiunge
l’obiettivo dei 100 euro e si conquista un aumento salariale superiore all’inflazione
programmata, senza anticipi su futuri contratti.
2. Per la prima volta viene definito un istituto perequativo che dà un aumento ai
lavoratori che sono ai minimi e che non hanno la contrattazione aziendale, questo
rafforza il ruolo del Contratto nazionale.
3. Viene respinta l’iniziativa della Confindustria e della Federmeccanica per imporre la
flessibilità senza contrattazione con le Rsu. Non c’è esigibilità della flessibilità e la
sperimentazione di 6 mesi sarà collegata al confronto nazionale per ridurre la
precarietà del lavoro.
4. Sull’apprendistato si stabiliscono delle norme rigorose sulla formazione e sulla
retribuzione degli apprendisti, pur con tempi di durata dell’apprendistato non del
tutto soddisfacenti soprattutto per i livelli più bassi.

FIOM NAZIONALE

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Metalmeccanici, un duro colpo al disegno neocentrista...
by da Liberazione Thursday, Jan. 19, 2006 at 6:48 PM mail:

Un duro colpo al disegno neocentrista

Le lotte dei lavoratori e delle lavoratrici metalmeccaniche hanno obbligato i padroni a riprendere la trattativa. Non è ancora la firma del Contratto ma si tratta di un indubbio successo che dà un duro colpo al disegno di Confindustria. L’idea dei padroni era abbastanza semplice: obbligare la più forte categoria di lavoratori ad uno scambio tra salario e mano libera sugli orari a livello di fabbrica, riducendo al silenzio i delegati sindacali.
La ripresa delle trattative, sulla base della proposta avanzata dalle organizzazioni sindacali, mette fuori campo questa ipotesi e ci ripresenta una situazione simile a quella di Melfi: di fronte alla tenuta delle lotte, i padroni abbandonano i punti di principio politici e si fanno i conti in tasca, puntando al compromesso. A differenza di cosa fece la Fiat nel 1980, oggi i padroni preferiscono delegare al livello politico la distruzione della forza operaia, senza caricarsi sulle proprie spalle il peso dello scontro frontale.
La lotta dei metalmeccanici ha però dato un duro colpo anche al disegno politico neocentrista che, sul piano politico, si può sintetizzare nella ricerca di un ricambio “morbido” di Berlusconi; nella ricerca cioè di mettere fuori gioco Berlusconi senza abbandonare le politiche di destra. E’ evidente che il disegno di Confindustria di piegare i metalmeccanici, direttamente nella vertenza contrattuale, puntava a condizionare fortemente il quadro di azione di un possibile governo dell’Unione.
Un contratto basato sullo scambio a perdere avrebbe aperto un varco enorme alla riedizione della concertazione e alla politica degli scambi a senso unico.
I meccanici, non piegandosi allo scambio, hanno tenuto aperta la strada della contrattazione e hanno chiarito direttamente sul campo che la classe operaia non è disponibile ad un berlusconismo senza Berlusconi. I metalmeccanici non stanno lottando solo per loro ma incidono positivamente sul complesso dei rapporti di classe nel paese, anche sul piano politico.
Dentro questa vertenza l’Unione si è schierata; senza la necessaria determinazione, ma si è schierata. E’ un fatto importante perché, anche al di là delle volontà soggettive, la dialettica tra posizionamento dell’Unione e conflitto sociale costituisce il nostro obiettivo di fase. Sappiamo benissimo che l’Unione ha un profilo indeterminato socialmente; questa vicenda dimostra però una volta ancora che l’Unione - a differenza del Polo - è permeabile al conflitto sociale. Per questo, la pur timida presa di posizione dell’Unione è un canale attraverso sui far entrare nella politica i contenuti del conflitto sociale.
Inoltre, la partecipazione alle lotte di questi giorni, la lotta contro la Tav in Val di Susa o le imponenti manifestazioni di sabato scorso sui Pacs e in difesa dell’autodeterminazione della donna, ci dicono che il movimento non è morto e che la voglia di partecipare e di contare è diventata senso comune. Il buio ventennio dell’impotenza e del ripiegamento non è stato solo temporaneamente interrotto ma è proprio finito.
Queste mobilitazioni, nella loro piena matura politicità, chiedono però un profondo processo di riforma della politica. Per questo dobbiamo ribellarci al teatrino di questi giorni. E’ politicamente devastante che il processo di partecipazione alle primarie dell’Unione, partecipazione che è frutto di questa stagione di mobilitazioni, venga sequestrato dalle rappresentanze politiche ed usata come una clava da Prodi per imporre il partito democratico.
Dobbiamo ribadire con forza che i 4 milioni di persone che sono andate a votare nelle primarie non sono strumentalizzabili per fini di parte dentro il meccanismo della rappresentanza ma pongono una domanda di radicale democratizzazione nella costruzione dell’Unione. Il punto politico all’ordine del giorno, maturo a livello di massa, riguarda il potere che i movimenti sociali hanno nella determinazione degli indirizzi politici dell’Unione. Su questo dobbiamo proseguire la battaglia politica nella consapevolezza che il reale profilo dell’Unione sarà determinato proprio da questo elemento. Obbligare i padroni alla contrattazione e obbligare la politica a raccogliere le domande sociali sono le due facce del nostro progetto politico. Le lotte dei metalmeccanici e le mobilitazioni di queste settimane ci dicono che siamo in buona compagnia.


da Liberazione

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decisamente i metalmeccanici hanno vinto !
by Centro Documentazione e Lotta Thursday, Jan. 19, 2006 at 9:48 PM mail:

leggete un po' ....................


Roma, 21:16

METALMECCANICI:ANALISTI,CON NUOVO CONTRATTO RISCHIO INFLAZIONE

L'accordo sui metalmeccanici potrebbe provocare un aumento dell'inflazione in Italia e non dovrebbe riscuotere il gradimento della Banca centrale europea, che da sempre invoca moderazione nei salari. L'allarme arriva da alcuni analisti secondo i quali l'intesa raggiunta con i metalmeccanici rappresenta un precedente pericoloso per gli altri contratti di lavoro che devono essere ancora rinnovato. I 100 euro di aumento previsti dal patto Federmeccanica-sindacati sono troppo "generosi", dice l'economista di Banca Intesa, Annamaria Grimaldi. "L'aumento e' senz'altro maggiore - ha aggiunto la Grimaldi - di quanto ottenuto dai metalmeccanici tedeschi e non mi pare ispirato alla moderazione salariale".

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ribasso del ribasso
by Novara operaia Friday, Jan. 20, 2006 at 5:43 PM mail:




Ecco di che pasta sono fatti... Unità di classe contro tutti i padroni. Aumento unico per tutti e a tutti i livelli. L'accordo è un bidone disattiva le lotte e rafforza padroni e "padroncini".

TRATTATIVA UNIONMECCANICA API/comunicato n. 10
UNIONMECCANICA-API
RIFIUTA DI RINNOVARE IL CONTRATTO
Giovedì pomeriggio 19 gennaio 2006, non è stato possibile realizzare l’accordo per i dipendenti di
Unionmeccanica-Api.
La delegazione delle imprese è rimasta ferma sulle posizioni già espresse nei precedenti incontri che
condizionano possibili aumenti salariali alla introduzione di modifiche normative che peggiorano la
condizione di lavoro e le forme di assunzione per i dipendenti.
La delegazione sindacale ha indicato nella ipotesi di accordo stipulata con Federmeccanica i contenuti
su cui realizzare da subito l’intesa.
Unionmeccanica-Api non è stata in grado altro che di proporre un aggiornamento della trattativa a
martedì 24 gennaio 2006.
Le iniziative di lotta proclamate sono tutte confermate.
In occasione dell’Assemblea nazionale di Fim, Fiom, Uilm in programma per oggi pomeriggio 20
gennaio, saranno unitariamente decise le ulteriori iniziative di mobilitazione necessarie per realizzare il
Contratto per i dipendenti delle aziende aderenti ad Unionmeccanica-Api.
FIOM NAZIONALE
Roma, 20 gennaio 2006

http://www.novara-operaia.it

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metalmeccanici: contratto di miseria e flessibilità
by slai cobas Friday, Jan. 20, 2006 at 6:34 PM mail: slaimilano@slaicobasmilano.org

METALMECCANICI:

CONTRATTO DI MISERIA E FLESSIBILITA’



Decenni di concertazione sindacale tra padronato, governi e CGIL-CISL-UIL hanno precipitato in fascia di povertà (a sottodiritti e sottosalario) milioni di lavoratori con le loro famiglie, smantellato essenziali servizi sociali, affossato la democrazia sindacale, dimezzato la libertà di sciopero. Salari e pensioni sono oggi da fame e dilaga il precariato. Ma i sindacati confederali fanno finta di non saperlo e insistono nel “gioco al massacro” della condizione operaia.


130… ANZI…100… MACCHE’… 60: DIVISI IN TRE RATE !



Salario: per i lavoratori del 3° livello – la stragrande maggioranza dei metalmeccanici - l’aumento complessivo lordo è di 86,25 euro (al netto: 60,33) così scaglionato: a gennaio la prima tranche di 36,20 euro netti; in ottobre la seconda (15,08 euro netti), i rimanenti 9,05 euro netti a marzo 2007. Questi aumenti-elemosina che dovevano partire dall’1/1/2005 (data di scadenza della parte economica del CCNL) li hanno inoltre “barattati” con una mini-tantum di 320 euro (246,40 al netto) ed erogata in due tranche: la metà a febbraio e l’altra a luglio 2006, a fronte dei 1.200 euro lordi (al netto 848) di arretrati ad oggi maturati, cioè i quattro spiccioli di aumento calcolati su 12 mesi, tredicesima e quota TFR. E su questa mini-tantum ci dovremo pure pagare le tasse mentre non sarà calcolata su TFR e contributi pensionistici. Inoltre, l’allungamento di 6 mesi (da gennaio 2006 a giugno 2007) della scadenza del biennio economico, e lo spostamento dei futuri aumenti salariali che ne deriva, produrrà un’ulteriore decurtazione salariale per i lavoratori a favore dei profitti padronali. La risibile richiesta iniziale dei sindacati confederali di 25 euro a “compensazione” dei mancati rinnovi dei contratti aziendali è inoltre “sparita” e “trasformata” in spettanza “fumosa” per i lavoratori oggi pagati solo in base ai parametri del CCNL. Come a dire: si scordassero gli istituti della contrattazione aziendale!



Accordo sperimentale su flessibilità dell’orario e organizzazione del lavoro: prima si da l’OK da subito allo sfondamento delle 40 ore settimanali ed al sabato lavorativo obbligatorio a discrezione aziendale… poi si allestisce una commissione paritetica nazionale tra aziende e sindacati confederali (per l’innalzamento della produttività, la modifica dell’orario e dell’organizzazione del lavoro, l’utilizzo dei contratti flessibili ecc.) che concluderà i suoi lavori - a cose già fatte - a fine luglio 2006.



Da troppi anni i lavoratori ‘stringono la cinghia’ e i profitti padronali balzano alle stelle. Nei primi 9 mesi del 2005 hanno visto un incremento stratosferico del 40% rispetto al 2004: 30 miliardi di euro di profitti (SESSANTAMILA MILIARDI DI VECCHIE LIRE) realizzati dalle prime 40 aziende italiane tra gennaio e settembre 2005 (1.336 milioni di euro di utili netti solo la Fiat), mentre il potere d’acquisto dei salari è stato prima dimezzato con l’euro, e poi falcidiato con la vertiginosa spirale di aumenti di prezzi e tariffe che si sussegue anno dopo anno.



Chi ha firmato questo contratto sceglie ancora una volta di non cambiare le cose rilanciando la devastante politica della concertazione a difesa degli interessi padronali e a discapito di quelli dei lavoratori! ADESSO LA PAROLA PASSA AI LAVORATORI !



Slai Cobas - Coordinamento Nazionale
Sindacato dei Lavoratori Autorganizzati Intercategoriale
Sede nazionale: Viale Liguria 49, 20143 Milano, tel.fax 02/8392117, @mail: slaimilano@slaicobasmilano.org
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Confindustria rilancia .....
by colico Friday, Jan. 20, 2006 at 9:43 PM mail:

Roma, 21:38

CONTRATTI: BOMBASSEI, LA DISCUSSIONE VA APERTA AL PIU' PRESTO

"C'ero nei vari incontri che ci sono stati negli ultimi mesi tra il presidente Montezemolo e i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil e posso testimoniare che tutti e tre, quindi anche Guglielmo Epifani, hanno sempre detto: rinnoviamo il contratto dei metalmeccanici e poi potremo aprire la trattativa sulla riforma del modello contrattuale.

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Tutto come previsto
by Partito Comunista Internazionale Saturday, Jan. 21, 2006 at 7:06 PM mail:

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TUTTO COME PREVISTO:
ENNESIMA BASTONATA PADRONALE
SPACCIATA PER VITTORIA DALLA FIOM

Un solo coro da Montezemolo a Rinaldini: l’accordo è soddisfacente. Fino al giorno prima implacabili nemici, il giorno dopo felicemente concordi. E tutto per 5 euro. Si può davvero credere che siano tutti così fessi ?
La verità naturalmente è un’altra. Sulla pelle della classe operaia, disorientata e diseducata alla vera lotta da decenni di opportunismo sindacale e politico, s’è giocato l’ennesimo cinico teatrino per spremere ancor più profitto dal suo lavoro e darle un altro calcio verso la miseria.

Operai!
In questi ultimo giorni la FIOM vi ha chiamati a lottare concentrando tutta la vostra attenzione sulla questione salariale, quella che facilmente appare la più importante. I padroni offrivano 94,5 euro. Gli scioperi e i blocchi messi in atto hanno fatto sembrare 5,5 euro in più una grande vittoria. Ma Federmeccanica ha ceduto ben volentieri questa ridicola cifra per cui avreste lottato, in cambio della vera sostanza dell’accordo: PIU’ FLESSIBILITA’.
Così la FIOM ha sottoscritto l’introduzione dell’orario plurisettimanale per “ragioni produttive e di mercato”: l’orario settimanale non è più dato dalle ore effettivamente lavorate, ma è ottenuto facendo una media per un periodo più lungo, fino all’anno intero. D’ora in poi l’orario di lavoro potrà essere prolungato al sabato e con la differenza che le ore extra nella settimana non verranno calcolate come straordinario. Ne più ne meno di una riduzione salariale. Chi è così fesso da pensare che Montezemolo si dica soddisfatto se ci ha rimesso? L’orario plurisettimanale in teoria è introdotto sperimentalmente. Chi è pronto a scommetterci?

I 100 euro medi e lordi sono un altro inganno:
· Sono stati calcolati sulla base dei dati ISTAT, come noto a tutti ampiamente al di sotto di quelli reali. Utilizzando i dati EURISPES, ad esempio, l’aumento necessario risulterebbe essere di 300 euro. Anche ammesso che la verità stia nel mezzo (200 euro) è chiara la miseria della cifra per cui la FIOM vi ha chiamato a lottare.
· Facendo correttamente i calcoli il vero aumento medio è di 55 euro mensili lordi sui 30 mesi equivalenti a circa 37 euro netti:


La massa salariale lorda che il lavoratore di V livello
percepirà nell´arco di durata dell´accordo è la seguente:

1. Una tantum 1/1/2005- 31/12/2005 320
2. 60 € per 19 mensilità ( 1/1/2006-30/6/2007) 1140
3. 40 € per 10 mensilità ( 1/10/2006-30/6/2007) 250
4. 15 € per 4 mensilità (1/3/2007-30/06/2007) 60

TOTALE € 1770

Mensilità del periodo di copertura dell´accordo 32

Massa salariale/ n° mensilità (1770/32) = € 55,31



La retribuzione base oraria al V livello era fino ad oggi di 7,5 Euro. Moltiplicata per le 60 ore di sciopero fanno 450 euro. Sottratte alla massa salariale lorda fa 1320 €. 1320/32 = € 41,25 di aumento lordo e circa 28 € netti. Ecco la grande vittoria FIOM!




Inoltre:
· L'una tantum di 320 euro è lorda per cui, depurandola delle trattenute
previdenziali (9,19%) e fiscali (23%), si arriva a 217 €. Spalmando tale
importo sui 12 mesi che copre si arriva ai 18 €. Se si spalma sulle 13
mensilità dell'anno l'importo è 16 €.
· Dal gennaio 2006 l’aumento netto è di 42 euro, dall’ottobre 17 euro e 10 euro dal 1° marzo 2007.
Infine:
· l’apprendistato è prolungato fino a 52 mesi per un quarto livello senza diploma, ad es. per la maggioranza dei giovani immigrati ma non solo.
· Il contratto è prolungato per sei mesi: al prossimo rinnovo, fra due anni e sei mesi appunto, tre mesi di una tantum in meno.

Compagni, operai,
da 25 anni, dalla sconfitta degli operai FIAT del 1980, la classe operaia ha inanellato solo una lunga serie di sconfitte, al punto che le conquiste del decennio iniziato con l’autunno caldo del 1969 esistono oggi solo e parzialmente per la generazione di operai che si appresta ad andare in pensione. Per i giovani operai quel decennio di lotte e vittorie è come se non fosse mai esistito.
La sconfitta più grave tuttavia non è stata sul piano economico, ma su quello politico e sindacale. Prima del ’69 la condizione della classe operaia era dura, ma esisteva unità, solidarietà, consapevolezza di esser classe con obiettivi propri contrapposti a quelli delle altre classi. Esistevano cioè le condizioni per lottare e vender cara la pelle. E così fu. Oggi la situazione degli operai e della classe dei lavoratori salariati in genere si avvia a tornare ai livelli precedenti al 1969, sul piano economico e normativo, ma senza più quelle condizioni favorevoli alla lotta. Questa, per i padroni, è la migliore premessa possibile per ulteriori inevitabili attacchi alle vostre condizioni di vita e di lavoro.
Questo lato della sconfitta non è stato semplicemente il risultato dell’inevitabile evolversi dei tempi, come vanno insegnando politicanti ed esperti da ogni canto, ma il frutto più velenoso della politica opportunista del PCI e dei suoi fedeli bonzi sindacali. Nell’arco di 30 anni, dal dopoguerra alla fine degli anni ’70, costoro hanno lavorato per svuotare di ogni contenuto di classe quella che era stata la gloriosa CGL (senza “I”) rossa. Al termine di questo processo, che va datato appunto alla fine degli anni ’70, la CGIL è divenuta un sindacato di regime, ossia non semplicemente guidato da capi venduti, ma inconquistabile ad una genuina direzione classista, cioè irrimediabilmente passato al nemico.

Operai metalmeccanici,
la vostra lotta odierna per il rinnovo contrattuale rientra in questa situazione generale. I padroni possono pure fingere di spaventarsi, assecondati dalla stampa, perché fa buon gioco a loro accreditare ai vostri occhi la FIOM, ma in realtà dormono fra due guanciali perché sanno perfettamente che CON QUESTO SINDACATO GLI OPERAI NON POSSONO VINCERE. La FIOM non andrà mai fino in fondo alla lotta. Finché gli operai più combattivi, in primo luogo i giovani, non torneranno a dedicarsi direttamente alla milizia sindacale per la costruzione di un nuovo Sindacato di Classe, fuori e contro i sindacati di regime (CGIL, CISL e UIL), i rapporti di forza fra classe operaia e padroni rimarranno quelli degli ultimi 25 anni, invariabilmente sfavorevoli ai lavoratori.


La nostra sede a Genova in Salita degli Angeli 9r (Dinegro) è aperta tutti i martedì dalle 21.00
Email: ic.party@wanadoo.fr
Sito internet: http://www.parti-communiste-international.org




Partito Comunista Internazionale


FIP presso Sal. Degli Angeli 9r Ge, 19-01-2006, suppl. a “il Partito Comunista” n. 314, Reg, Trib. Fi n. 2346, 28-05-1974

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Poco salario molta flessibilità e precarietà
by slai cobas dalmine Sunday, Jan. 22, 2006 at 9:46 AM mail: cobasdalmine@hotmail.com

Poco salario molta flessibilità e precarietà

Con lo sciopero abortito di ieri si è segnato la firma sul contratto nazionale fissato economicamente a 100 € lorde di aumento al 5 livello scaglionati in tre trance con scadenza al 30 giugno 2007.
Questo allungamento di 6 mesi della durata del contratto abbassa ancor di più la cifra ad un valore reale di pochi euro al giorno per le categorie più diffuse tra i giovani operai metalmeccanici che hanno il 3 e 4 livello..Infatti per un 4 livello operaio, l’aumento è di 91,25 euro lordi di cui solo 54,75 euro subito da gennaio (circa 1 caffè al giorno), altri 22,81 dal 1 ottobre ossia dopo 10 mesi e infine 13,69 dal 1 marzo 2007.
L’aumento tradisce l’obbiettivo di un forte recupero salariale a fronte del carovita di questi mesi e risulta del tutto insufficiente a fronte anche dei soli rincari tariffari che nei primi dieci mesi del 2005 risultavano già rincarati del 5,1 % mentre nel 2006 segneranno ulteriori rincari per 1110 €uro come denuncia già da dicembre “L’INTESA CONSUMATORI” parlando solo di luce,gas,benzina,rc auto e servizi bancari ….
Per questo anche l’unatantum di 320 euro lorde è assolutamente bassa per compensare più di un anno di mancanza del contratto e le più di 60 ore di sciopero effettuate.
Sotto l’aspetto normativo invece si è dato il via ad una commissione che entro luglio dovrà decidere in quali percentuali si potranno utilizzare lavoratori interinali e lavoratori a tempo determinato nelle aziende regolamentando l’utilizzo dei lavoratori precari in percentuali che i padroni vedranno sicuramente di aumentare piuttosto che diminuire. Visto che alla dalmine sulle linee produttive ci sono già ora circa il 20% di lavoratori precari (su un turno di 16 operai 3 sono interinali) per non parlare della somministrazione di lavoro prevista dalla legge Biagi che vede già ora insediate all’interno della fabbrica le sedi delle aziende somministratrici.
Altro aspetto normativo da sottolineare l’orario plurisettimanale che accoglie in pieno la direttiva del padronato europeo ed allunga l’orario di lavoro settimanale a discrezione del padrone e della RSU che però vediamo difficile possa dire di NO al padrone se come è successo perfino nell’aumento dei turni in vari reparti della fabbrica non si è opposta ne per la mancanza del numero degli operai ne per la mancanza di professionalità ricattando i lavoratori di acciaiera che se non avrebbero aumentato i turni si sarebbe ricorsi alla cassa integrazione per gli altri reparti collegati.
La linea dei padroni del resto è stata chiara sin da principio più soldi solo in cambio di più flessibilità, ed i sindacati proprio quando è stato più alta la fase conflittuale della lotta degli operai, e non è un caso …hanno chiuso ben presto l’accordo accettando le proposte operative dei padroni sulla flessibilità discussa al tavolo parallelo sul mercato del lavoro voluto dai sindacalisti. Questo tavolo di negoziato serviva per regolamentare la precarietà e l’apprendistato che prolungherà fino a 52 mesi l’apprendistato per un quarto livello senza diploma !!!
Si chiude in pratica un contratto a perdere che vanifica la lotta ed i blocchi operai, aprendo agli operai ulteriori problemi per quanto riguarda il salario, e la precarizzazione del lavoro.
Il cobas dalmine denuncia da tempo i peggioramenti normativi e salariali introdotti attraverso i contratti
aziendali e nazionali a scapito dei lavoratori a cui ormai è tolto ogni possibilità di decisione e di modifica
in merito. Infatti invece di passare prima tra le assemblee operaie per decidere se chiudere o meno sull’ipotesi di accordo raggiunta, dicendo chiaramente lo scambio che c’è stato tra salario e flessibilità, questa decisione è portata fuori dalle fabbriche e delegata ad un gruppo di 500 delegati, non eletti dai lavoratori, quindi di fatto 500 funzionari, burocrati sindacali e delegati scelti dalle segreterie.
La verità è che hanno paura della democrazia operaia, tutti, che possa far saltare questa sorta di accordo preventivo, nel rispetto delle compatibilità dei padroni; mentre questi padroni ci stanno massacrando in termini di salario, condizioni di lavoro, sicurezza e infortuni, ricatto occupazionale, negazione continua dei diritti, ecc.
Il cobas dalmine darà indicazione di non votare perché il voto degli operai non avrà valenza per cambiare l’accordo ma servirà solo a cgil cisl e uil a legittimare una democrazia che nei fatti non c’è.


Slai Cobas Dalmine per il sindacato di classe
Sede provinciale via S. Bernardino 24 Bergamo
Per contatti cell N° 3200297312 oppure cobasdalmine@hotmail.com


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scioperi e blocchi contro il contratto dei metalmeccanici all'Alfa di Pomigliano
by Slai Cobas Friday, Jan. 27, 2006 at 8:14 PM mail: cobasslai@fastwebnet.it

Comunicato stampa
 
Pomigliano d’Arco (NA) – 27 gennaio 2006
 
SCIOPERI E BLOCCHI STRADALI DEI LAVORATORI DELLA FIAT ALFAROMEO DI POMIGLIANO CONTRO LA RECENTE INTESA SUL CONTRATTO NAZIONALE DEI METALMECCANICI SIGLATA DA CGIL-CISL-UIL
 
Altissima l’adesione allo sciopero indetto per questa mattina dallo Slai Cobas per rigettare il recente accordo sul contratto nazionale dei metalmeccanici siglato tra federmeccanica e CGIL-CISL-UIL.

Preparata con fitte assemblee svolte ieri durante le pause collettive dal lavoro, oggi la protesta ha paralizzato per due ore gli impianti della Fiat Alfa Romeo, e della miriade aziende terziarizzate e di servizio operanti all’interno del perimetro della più grande fabbrica metalmeccanica del mezzogiorno.

Un affollato corteo di circa 1.500 operai si è riversato fuori dalla fabbrica bloccando per un’ora, fino alle 10.15, la statale 162 (bretella di collegamento della Napoli Nola e ingresso autostradale) bloccando il traffico automobilistico in entrambi i sensi. Soldidarietà e stata espressa da numerosi automobilisti alla protesta sindacale.

La grande adesione (media del 90%) dei lavoratori del primo turno e di quello centrale  allo sciopero dello Slai Cobas ha rigettato con forza un accordo fatto di “miseria e flessibilità” (60 euro netti per un operaio di 3° livello, cioè la maggioranza degli addetti al settore metalmeccanico, erogati inoltre a “rate”, l’ultima a marzo 2007), accordo che concede alle aziende, in cambio di ‘briciole salariali’, lo “sfondamento del muro delle 40 ore settimanali con il sabato lavorativo obbligatorio sui due turni”:   …”oggi i lavoratori hanno dato una solenne lezione di democrazia sindacale a tutti”, dichiara lo Slai Cobas…”e rispedito al mittente e senza possibilità di appello il contratto-truffa, che sarà certamente ribocciato anche ai referendum dei sindacati confederali. Una forte riuscita dello sciopero è prevista anche stasera al secondo turno (gli impioanti si fermeranno dalle ore 20.oo alle 22.00, ed al turno di notte che sciopera all’alba di domani (dalle ore 04.00 alle 06.00).
 
Le riprese video della manifestazione sono state effettuate da VIDEOCOMUNICAZIONE E TELECAPRI
 
 
Slai Cobas Fiat Alfa Romeo e terziarizzate – Pomigliano d’Arco.
Via Olbia 24, 80038 Pomigliano d’Arco (Na), tel.fax: 081/8037023,
@mail: cobasslai@fastwebnet.it http://www.slai-cobas.org


Slai Cobas
Sindacato dei Lavoratori Autorganizzati Intercategoriale
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La dura lotta dei metalmeccanici strappa il contratto ai padroni
by Pmli Sunday, Jan. 29, 2006 at 4:41 PM mail:

La dura lotta dei metalmeccanici strappa il contratto ai padroni

L'accordo però non è soddisfacente, quindi occorre votare No al referendum

E' stata dura, molto dura, ma alla fine i lavoratori metalmeccanici sono riusciti a strappare ai padroni il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, per quanto riguarda il biennio economico. Le associazioni padronali di categoria, Federmeccanica in testa, e i dirigenti di Fiom, Fim e Uilm hanno firmato, infatti, il 19 gennaio scorso, dopo una nottata di trattative, l'ipotesi di accordo. Per raggiungere questo obiettivo ci sono voluti 13 mesi (il precedente contratto era scaduto il 31 dicembre 2004) e ben 70 ore di sciopero. Specie nell'ultimo periodo la vertenza si era indurita e aveva subito un salto di qualità: scioperi, manifestazioni, blocchi stradali e ferroviari si erano ripetuti in tutta Italia.
Lo sviluppo della mobilitazione, l'assunzione di metodi di lotta più incisivi ed eclatanti e la determinazione degli operai e dei lavoratori a ottenere il rinnovo del contratto hanno convinto i rappresentanti padronali, i vari Massimo Calearo e Roberto Santarelli (presidente e direttore generale degli industriali meccanici) coadiuvati da Bombassei (dirigente confindustriale) ad alzare un poco l'offerta di aumento salariale e ad abbassare leggermente le loro pretese in materia di flessibilità e di mano libera nella gestione del personale.
Se il contratto dei metalmeccanici, la categoria più numerosa e importante dell'industria, con oltre un milione e mezzi di addetti, non è stato firmato prima la responsabilità è tutta di parte padronale. A fronte di una richiesta in piattaforma di aumento salariale a nostro avviso modesta e insufficiente di 105 euro lordi al mese, più altri 25 per i lavoratori delle piccole aziende che non beneficiano del contratto integrativo di secondo livello, Federmeccanica in un primo tempo ha assunto una tattica dilatoria, in seguito ha messo sul tavolo una miseria pari a meno il 50% della cifra richiesta; ma allo stesso tempo ha avanzato una serie di contropartite in campo normativo riguardanti l'orario di lavoro e i contratti di assunzione in applicazione della legge 30 assolutamente inaccettabili. Tra le quali: la richiesta del sabato lavorativo senza vincoli e senza contrattazione; la pretesa della settimana lavorativa flessibile ad "elastico" da applicarsi senza limitazioni e senza confronto e accordo con le Rsu; l'allungamento dei tempi di decorrenza del contratto e ancora la riduzione dei permessi annui retribuiti. Non tutte sono passate, alcune sì però, come vedremo.

L'ipotesi di accordo
L'ipotesi di accordo sottoscritto è composta da sette punti: aumento dei minimi tabellari, una tantum per "compensare" il periodo di "vacanza contrattuale"; una cifra perequativa per i dipendenti delle piccole imprese, "mercato del lavoro", flessibilità, formazione. Tale ipotesi è stata presentata dalle parti contraenti come un compromesso, come una partita chiusa "senza vincitori né vinti". E' davvero così? Le domande che si pongono sono: si tratta di un compromesso più favorevole ai lavoratori o ai padroni? Che distanza c'è fra quanto chiesto in piattaforma e quanto ottenuto nell'intesa? Si poteva strappare qualcosa di più? E' possibile considerare addirittura "storico" questo contratto, come qualche dirigente sindacale ha incautamente affermato?
Da un esame attento e veritiero dell'intesa si ricavano risposte nette e difficilmente contestabili che sono le seguenti: i soldi in busta paga sono pochi, maldistribuiti e diluiti in due anni; l'una tantum non ripaga che in minima parte il salario perso nel 2006 e per gli scioperi fatti nel corso della vertenza; la perequazione ai lavoratori senza integrativo è rinviata di un anno e mezzo ed è praticamente simbolica; i padroni portano a casa l'allungamento del contratto di sei mesi e ottengono l'estensione a tutte le aziende la possibilità di utilizzare l'orario plurisettimanale; in una logica concertativa è stata istituita una commissione bilaterale per stabilire le quote di lavoro precario consentito, in applicazione della legge 30, attualmente è all'8% ma è probabile che questa soglia sarà alzata; sono state ampliate le regole applicative dell'apprendistato sia pure con la promessa della conferma del 70% degli apprendisti al termine del periodo previsto.

I 100 euro in realtà sono 60 in tre rate
Una delle condizioni poste dalle segreterie sindacali per chiudere il contratto è stata quella che l'aumento salariale fosse (almeno) di 100 euro. Come sono andate le cose? L'accordo prevede, è vero, 100 euro di aumento mensile lorde però per il 5° livello. Al 3° e al 4°, dove è concentrata la maggioranza della categoria, specie operaia, le cifre si abbassano e diventano rispettivamente 86,25 e 91,25 euro lordi. Mentre nei livelli superiori, il 6° e il 7°, l'aumento sale a 118 e 131 euro. Tra l'aumento previsto al 1° livello e quello dato al 7° c'è una differenza 100-210. E pensare che la Fiom nel precedente contratto rivendicava un miglioramento salariale uguale per tutti. I suddetti 100 euro saranno erogati nel tempo: 60 dal 1° gennaio 2006, altri 25 dal 1° ottobre dello stesso anno e gli ulteriori 15 a decorrere dal marzo 2007. Toglieteci le tasse e rimarrà una cifra irrisoria.
Non è tutto. Queste cifre sono falsate dalla proroga della decorrenza del contratto di 6 mesi. L'intesa stabilisce infatti che esso "decorre dal 1° gennaio 2006 al 30 giugno del 2007". Tenendo conto della vacanza contrattuale per l'intero 2005 la validità è stata allungata a due anni e mezzo rispetto ai precedenti due anni. Una cosa è suddividere l'aumento ottenuto nei 24 mesi che erano la normale decorrenza contrattuale e un'altra cosa è spalmarlo nei 30 mesi, ossia la decorrenza contrattuale allungata di 6 mesi. I 100 euro lordi dati al 5° livello diventano 60 lordi e ancor meno al netto e così a scalare per le categorie inferiori. E qui va detto che i padroni avevano chiesto 7 mesi di allungamento del contratto e ne hanno ottenuti 6. Non ci pare proprio una grossa conquista aver recuperato un mese.
E' facile fare il calcolo. Sommando tutti gli aumenti (incremento tabellare e una tantum) spettanti a un 5° livello, da oggi fino a giugno 2007, ne viene fuori una cifra complessiva di 1.770 euro. Dividendola per i 30 mesi di validità del contratto si riduce ad appena 59 euro mensili lordi.

Una tantum
Pochi soldi sui minimi tabellari e pochi soldi come "compensazione" del periodo passato dalla scadenza al rinnovo del contratto. E sì, perché a rigor di logica gli aumenti salariali avrebbero dovuto partire dal 1° gennaio 2005. Invece i padroni se la sono cavata con soli 320 euro lordi che divisi per 12 mesi (persi) fanno 26 euro circa. E per giunta scaglionati in due tranche, la metà a febbraio e l'altra metà a luglio 2006 e non incidenti nel Tfr.

Il contentino "perequativo"
E veniamo al fiore all'occhiello, chiamato "elemento perequativo", mostrato dai vertici sindacali per giustificare la bontà del contratto firmato. In pratica si tratta di una seconda una tantum di 130 euro lordi, onnicomprensive e non incidenti nel Tfr, da erogare il 1° giugno 2007 ai lavoratori delle piccole imprese che non hanno il contratto di secondo livello e percepiscono un salario non superiore ai minimi tabellari. Quanti saranno questi lavoratori? E' tutto da vedere. Per riceverli infatti occorre che siano privi di superminimi collettivi o individuali, premi annui o formule retributive analoghe. L'intenzione può essere considerata positiva ma in concreto è solo una mancia. L'erogazione è solo sperimentale, per il futuro chissà!

La settimana elastica
Questa è la prima contropartita ottenuta dal padronato. L'intesa stabilisce l'estensione a tutto il settore metalmeccanico e non solo per esigenze stagionali ma per tutto l'anno la possibilità per le aziende di utilizzare l'orario plurisettimanale che può andare dalle 32 alle 48 ore. Certo, bontà loro, è stato salvaguardato il ruolo delle Rsu nel senso che le aziende hanno l'obbligo di consultarle e di contrattare. Tuttavia, quando apri una porta è difficile richiuderla.

La commissione sul lavoro precario
I vertici sindacali hanno legato la concessione sulla settimana lavorativa elastica con la trattativa per regolamentare il lavoro precario. Per tale scopo è stata prevista l'istituzione di una Commissione nazionale bilaterale (aziende e sindacati) per definire le percentuali massime per i contratti a termine e quelli interinali. Il tempo per trovare un accordo è sei mesi, oltre il quale dovrebbe decadere anche il punto sopra citato. C'è da dire che il tetto massimo attuale è dell'8%, mentre la legge 30 sul "mercato del lavoro" amplia moltissimo le forme di lavoro precario e non prevede nessun limite. E' chiaro che i padroni punteranno ad alzare e di molto la soglia odierna.

Apprendistato anche per i lavori semplici
Essendo questo il rinnovo del contratto del biennio economico non si doveva trattare alcun aspetto normativo. E invece, come si è visto, questa regola non è stata rispettata. E non solo per responsabilità della controparte padronale, anche i vertici sindacali ci hanno messo del loro. Vedi per esempio il capitolo riguardante l'apprendistato. Le segreterie sindacali hanno pensato di usare questo istituto come canale più sicuro per le assunzioni a tempo indeterminato rispetto a quanto stabilito nella legge 30. I padroni hanno preso l'occasione al volo per ampliare i vincoli di applicazione della norma. Ecco cosa ne è uscito: per gli addetti alle catene di montaggio, con nessuna specializzazione, saranno necessari 24 mesi di apprendistato. Per i lavoratori inquadrati al 3° ci vorranno 42 mesi. Per quelli con inquadramento finale al 4° livello, 52 mesi. Per quelli di 5° livello, 60 mesi. Per il 6° e 7° livello, rispettivamente 38 mesi e 42 mesi. Per gli apprendisti che andranno nel 3°, 4°, 5° livello e che sono in possesso del relativo diploma, la durata diminuirà di sei mesi.
Nell'intesa è previsto l'obbligo per le aziende di assumere a tempo indeterminato almeno il 70% degli apprendisti al termine del periodo di "formazione". Ma chi garantisce che non vengano licenziati prima di raggiungere il diritto all'assunzione? Inoltre, è bene ricordare che gli apprendisti vengono pagati, a pari mansione, assai meno. Anche se le aziende devono garantire loro una formazione professionale retribuita di 160 ore nel primo anno, di 140 nel secondo e di 120 per gli anni successivi.
Se questo è il tenore dell'accordo risultano incomprensibili e comunque non condivisibili le esultanze dei leader sindacali come quella del segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, che lo definisce "di grandissimo rilievo", del segretario della Fiom, Gianni Rinaldini secondo il quale si tratta di "un accordo soddisfacente, che va nella direzione da noi auspicata... la nostra valutazione è positiva". Per il segretario della Fim-Cisl, Giorgio Caprioli, "portiamo a casa un buon contratto". Anche il segretario della Uilm-Uil, Tonino Regazzi, valuta "positivamente questo risultato a cui avevamo puntato".
Significativo il giudizio del rappresentante padronale, Roberto Santarelli: "Sicuramente è un contratto buono - dice - dal punto di vista dei contenuti e rispetto al sistema contrattuale vigente. Ma è anche un contratto che dimostra che c'è bisogno di un profondo ripensamento del sistema degli accordi del 1993". Il riferimento è alla "riforma" della contrattazione perseguita dalla Confindustria di Montezemolo finalizzata a demolire l'istituto del contratto nazionale e a deregolamentare la politica salariale, subordinandola ancora di più alla produttività e ai profitti e restaurando le "gabbie salariali".

Votare no al referendum
I lavoratori diversamente non sono affatto contenti di questi risultati. Nelle fabbriche c'è insoddisfazione e rabbia: "ci hanno dato delle briciole" è il commento ricorrente. E c'è chi dice senza mezzi termini che è "un contratto che fa schifo".
Dopo l'assemblea dei 500 tra funzionari e delegati Fiom, Fim e Uilm, tenutasi il 20 gennaio a Roma, per esaminare l'ipotesi di accordo, approvandola a stragrande maggioranza (due voti contrari e uno astenuto), la parola ora passa al referendum sindacale che si terrà nelle prossime settimane.
A noi non sembra sufficiente l'argomentazione di Giorgio Cremaschi per votare a favore, incentrata sul fatto che l'intesa ha contenuto le pretese padronali. Il nostro invito è a non avallare i contenuti di questo contratto, a non accontentarsi dell'elemosina economica siglata, a respingere le concessioni date al padronato e dunque a votare No!

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Forum Operai Contro ASLO
by Skuzz Friday, Mar. 10, 2006 at 2:32 PM mail:

Desidero informare che da circa un anno Operai Contro ha aperto un forum per discutere, pubblicizzare forme di lotta e scambiarsi consigli tra operai e non solo al sito:
http://www.freeforumzone.com/viewforum.aspx?f=65074
Purtorppo sino ad oggi non è stato molto utilizzato probabilmente per la scarsa pubblicizzazione.
Spero che riuscimo a far decollare una così buona e preziosa iniziativa.

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