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Audience attiva: il caso indymedia [1]
by lisic(A) Saturday, Jan. 21, 2006 at 7:06 PM mail:

PREMESSA

Il mondo di oggi cambia e si evolve sempre più velocemente. Nascono, si sviluppano e si diffondono nuove tecnologie in tutti i campi della nostra vita; nel lavoro come nel tempo libero, nella nostra sfera di relazioni pubbliche come in quelle private.
Anche il campo della comunicazione è colpito dai profondi cambiamenti e dalle innovazioni tecnologiche nella sua storia, con lo sviluppo di nuove tecniche e di nuovi mezzi che hanno aumentato ed aumentano ancora le potenzialità degli apparati comunicativi della nostra società.
Con la nascita e lo sviluppo sul piano mondiale dei mezzi di comunicazione di massa, nel XX° secolo, i confini di spazio e di tempo che caratterizzavano il sistema di comunicazione degli individui e, conseguentemente, anche il sistema di informazione delle società sia occidentali che non, sono stati abbattuti. Con mezzi, tempi e modalità diverse. Alcuni di questi nuovi mezzi di comunicazione hanno delle caratteristiche in comune con quella che viene chiamata comunicazione naturale o interpersonale (ovvero la comunicazione che avviene faccia a faccia tra due o più soggetti). Per esempio, l’invenzione del telefono permette a due soggetti di comunicare in tempo reale ma in due luoghi spazialmente anche molto distanti tra loro; questo tipo di comunicazione mantiene intatti certi aspetti che si riscontrano nella comunicazione faccia a faccia. Oltre al linguaggio, nella trasmissione del messaggio dal mittente al ricevente, e quindi all’uso di uno stesso codice comunicativo, sono presenti anche altre caratteristiche che esprimono dei significati, come il tono della voce (tramite il quale si possono decifrare diverse informazioni del soggetto come il sesso, l’età). La conversazione telefonica è dialogica, ovvero prevede una serie di “botta e risposta” in tempo reale come se si stesse parlando a quattrocchi.
Differente, invece, è il tipo di comunicazione che ha luogo con i mezzi di comunicazione di massa come radio, stampa e televisione. Ognuno di questi mezzi ha delle caratteristiche peculiari che non “confliggono” tra loro in termini di qualità comunicative e che molto spesso portano gli individui ad effettuarne un uso complementare.
Una differenza fondamentale facilmente riscontrabile tra il genere di comunicazione generata da questi mezzi e quella “naturale” sta soprattutto nell’impossibilità del ricevente del messaggio di poter dare una risposta immediata che venga ricevuta dal soggetto opposto. I mezzi di comunicazione di massa certamente allargano a dismisura le possibilità di informazione ciò permette una maggiore differenziazione del tempo libero; ma queste immense possibilità non nascondono l’asimmetria comunicativa che vi è tra chi produce il messaggio (stampa, radio, tv) e chi lo riceve.
Nei primi decenni del secolo XX° gli studi sulle comunicazioni e sugli effetti dei nuovi mezzi di comunicazione di massa, influenzati anche dalla situazione storica mondiale che vedeva il dilagare di regimi politici autoritari e totalitari, andavano tutti nella direzione che affermava lo strapotere dei media nei confronti di un pubblico che diventava sempre più vasto (di massa appunto), ma che non aveva le capacità critiche e di analisi necessarie per non essere influenzato nel suo pensiero e nel suo agire dai messaggi veicolati dai media.
Col passare del tempo, seguendo anche i mutamenti che avvenivano nella storia della nostra società, le teorie sugli effetti delle comunicazioni di massa abbandonano le ipotesi del Media Power per dirigersi verso quelle correnti di pensiero che sostenevano che il pubblico dei media non fosse completamente passivo, bensì che esercitasse la sua attività di essere pensante e ragionante proprio accettando o respingendo, secondo il proprio pensiero, i contenuti e i significati trasmessi attraverso i media.
E’ proprio sul concetto di attività dell’audience che intendo soffermarmi in questo lavoro.
In seguito alla nascita e alla sempre più capillare distribuzione e utilizzazione dei cosiddetti new media, le immense possibilità che si spalancano di fronte ad un individuo in termini di quantità di informazioni disponibili e facilmente reperibili; di qualità delle informazioni e varietà dei linguaggi tramite i quali vengono trasmesse, si affiancano anche alla possibilità concreta che offrono i nuovi mezzi (uno su tutto il computer e la rete di internet) di agire attivamente, o meglio di interagire con diversi soggetti che comunicano tra di loro.
Un po’ come nella comunicazione naturale, i soggetti che si ritrovano a comunicare in rete, possono esprimere le proprie opinioni, dare delle informazioni e discutere in tempo reale con gli altri. Non importa più la loro collocazione spaziale, si può comunicare dai posti più disparati del pianeta in tempo reale (vedi chatlines, blog, forum di discussione, ecc.) e ricevere o cercare tutte le informazioni di cui si ha bisogno nel medesimo momento stando semplicemente seduti a digitare parole sulla tastiera e guardando lo schermo di un qualsiasi computer collegato ad internet.
Durante gli studi che ho portato avanti per realizzare questo lavoro, le immense potenzialità del computer e di internet, per quanto riguarda l’aspetto dell’interattività dei soggetti che partecipano alla comunicazione mediata, vengono considerate soprattutto in aspetti riguardanti comunicazioni di tipo soggettivo, ad esempio le chatlines, o i forum di discussione che riguardano lo scambio di opinioni riguardo i temi più disparati e che implicano una partecipazione diretta di chiunque voglia dire la sua.
Non mi è capitato di trovare nei testi da me letti cenni sulle potenzialità nel campo dell’informazione vera e propria. I vecchi mezzi di comunicazione di massa comprendono le grandi capacità della rete: archiviazione delle notizie e dell’uso di diversi linguaggi comunicativi (scrittura, video, audio). Nascono, così, i siti web dei quotidiani, delle tv e delle radio. Queste novità comunicative non vengono viste come opposte ai vecchi sistemi di comunicazione di massa, bensì del tutto complementari nel loro uso.
Provando a considerare l’altro lato della medaglia della comunicazione, non quello degli “emittenti” ma quello dei “ricettori” ovvero delle audiences, dei pubblici dei media, lo sviluppo della comunicazione mediata dal computer ha delle caratteristiche estremamente innovative per quanto riguarda la vita stessa dei soggetti che compongono il pubblico. Si aprono immensi spazi “virtuali” in cui i singoli individui legati in gruppi, o semplicemente in quanto individui posso partecipare direttamente e del tutto volontariamente alla creazione di informazione.
Pierre Lévy aveva una posizione fortemente ottimistica riguardo i nuovi media. Egli sosteneva che internet è il nuovo villaggio globale in cui si produce una sorta di intelligenza collettiva, costituita dall’insieme delle competenze intellettuali individuali di coloro che concorrono a costruire relazioni, ad intessere discussioni scambiandosi punti di vista (e informazioni).
Un esempio particolarmente significativo di intelligenza collettiva è quello della rete degli IMC (Indipendent Media Center), o indymedia.
Di siti indymedia ce ne sono sparsi in tutto il mondo (anche se la stragrande maggioranza è presente nei paesi più sviluppati), tutti prevedono la partecipazione di chiunque voglia collaborare in maniera volontaria alla creazione (sia strettamente strutturale, sia per quanto attiene la raccolta delle informazioni) dei siti indymedia. Lo slogan che campeggia in questi siti è sempre lo stesso, ed è sicuramente molto eloquente: don’t hate the media, become the media!
Chiara è l’intenzione dei realizzatori di questa rete di informazione indipendente di puntare tutto sulla partecipazione diretta del pubblico, dei navigatori di internet che cercano informazioni “lontano” dai circuiti ufficiali dei media di massa, e che desiderano dire la propria opinione. Gli IMC, sfruttando le caratteristiche della rete, cercano di soddisfare i bisogni comunicativi e informativi di determinate frange della società.
Il lavoro da me svolto, vedrà prima di tutto un’analisi delle diverse teorie sugli effetti delle comunicazioni che dal Media Power dei primi decenni del XX° secolo arrivano fino alle analisi sui diversi gradi di attività delle diverse audiences che partecipano ai processi comunicativi.
In seguito prenderò in analisi le innovazioni tecnologiche della comunicazione via computer e tutte le implicazioni dal punto di vista comunicativo e sociale che l’utilizzo esteso delle tecnologie telematiche e di internet comportano. Nel fare ciò analizzerò l’uso che i movimenti sociali fanno della comunicazione mediata dal computer.
Nell’ultimo capitolo la mia analisi si rivolgerà al caso della rete di comunicazione indipendente indymedia e il grado di attività dell’audience di questo nuovo sistema di informazione.

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