Cesena - Per un confronto sulla lotta per l'abolizione dell'ergastolo

Ci siamo riuniti per discutere i limiti e le potenzialità della lotta per l'abolizione dell'ergastolo in modo da poter rilanciare con più efficacia la critica al carcere in tutte le sue forme.
Scriviamo per ribadire la rilevanza che ha avuto questa lotta, organizzata autonomamente dai detenuti all'interno delle carceri, fatto per noi estremamente importante. Per la prima volta dopo molti anni è nata una lotta che ha unito diverse parti della popolazione carceraria e un movimento di supporto esterno. Si è dato vita ad un coraggioso momento di rottura nell'attuale clima di esaltazione della punizione e della galera come soluzione dei problemi della società.
Abbiamo apprezzato la determinazione dimostrata dai detenuti che hanno partecipato a questa lotta ed è nostra intenzione sostenere future iniziative di questo tipo, proseguendo con il confronto e il reciproco coinvolgimento tra dentro e fuori.
Come ci aspettavamo l'istituzione carceraria ha ostacolato la campagna, creando difficoltà nelle comunicazioni tramite il blocco della posta ed ha cercato di intimidire alcuni partecipanti, minacciandoli.
Il completo silenzio dei mezzi di informazione su una situazione così grave e partecipata dimostra ancora una volta come essi siano una parte integrante del sistema di dominio. Riteniamo perciò che sia necessario in lotte di questo tipo non confidare sull'appoggio dei mass-media, ma impegnarsi a trovare canali di informazione e di espressione autonomi.
La lotta che si è realizzata è stata per noi un forte stimolo che ci ha permesso di incontrarci, conoscerci e discutere, dando vita a molte iniziative di solidarietà diffuse in vari luoghi e che si sono estese anche al di fuori dei confini della penisola.
Cogliamo l'occasione per un saluto a tutti i generosi compagni che in varie parti d'Europa si sono impegnati a favore di questa lotta e per un mondo senza galere.
Nonostante il nostro impegno, dall'assemblea sono emerse delle critiche sul nostro stesso agire. Ad alcuni è parso tardivo rispetto alle esigenze della lotta. Infatti il nostro intervento avrebbe dovuto adeguarsi progressivamente all'evolversi dello sciopero. Se ci sono stati ritardi ed inadeguatezze, queste sono dovute alle difficoltà incontrate nell'organizzarsi per un tipo di lotta che era per noi una situazione nuova. Riteniamo però che le conoscenze e le esperienze accumulate in questa occasione siano preziose e senz'altro utilizzabili, con migliori risultati, in lotte analoghe che siamo convinti non mancheranno nei prossimi tempi.
Abbiamo già espresso a caldo alcune nostre perplessità sulle modalità di conclusione dello sciopero, che non stiamo qui a ribadire. Le nostre critiche vogliono essere costruttive per far proseguire un confronto ed un reciproco coinvolgimento che porti ad una maggiore forza nella lotta.
Come si è visto non è certamente nostra intenzione dettare i contenuti e le modalità delle lotte dall'esterno. Se però è chiara l'importanza del sostegno da fuori per rompere il silenzio e l'isolamento in cui vengono racchiuse le lotte dei detenuti, questo apporto sarà meglio calibrato e più incisivo se si realizzerà un dibattito chiaro ed una coordinazione migliore tra dentro e fuori. Perchè questo si realizzi è di fondamentale importanza per noi ascoltare tutte le voci di chi protesta.
Pensiamo che in futuro si debba invitare chi aderisce ad un' iniziativa come questa ad una partecipazione attiva in base alle proprie capacità e mezzi. Le numerose adesioni alla campagna non hanno prodotto un altrettanto rilevante numero di iniziative, mentre sarebbe stato importante, per noi, che gli aderenti alla protesta per l'abolizione dell'ergastolo, si fossero organizzati a loro volta intervenendo direttamente con momenti pubblici o con altre forme consone a dare eco a questa faccenda. Questo perché crediamo nell'importanza di lotte che abbiano un reale impatto sociale.
Per il futuro prossimo pensiamo si debba proseguire nei confronti e nei dibattiti per rafforzare i percorsi di lotta intrapresi. Sarebbe secondo noi importante sondare quali sono le esigenze e le posizioni critiche che si manifestano all'interno delle prigioni per verificare se si incrociano con il nostro desiderio di distruzione del carcere.
Un abbraccio solidale a tutti i detenuti in lotta, a tutti i compagni e a tutti gli amici reclusi. Vi portiamo sempre nei nostri cuori e nelle nostre azioni.
Lotteremo sempre affinché delle mura non restino che macerie.

I presenti all'assemblea di Cesena del 12.01.08

Mer, 30/01/2008 – 15:33
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