Firenze - Lettera aperta ai NoTav

riceviamo e diffondiamo:


NO BUCO, SÌ PARTY?
(Lettera aperta agli oppositori
del sottoattraversamento A/V)




«Noi alcune opere dobbiamo farle,
non si può dire “non si fanno”»
Claudio Martini, ex presidente della regione Toscana


Spettabili cittadini,
innanzitutto permetteteci di presentarci.
Per usare le parole dei vostri stessi portavoce, voi siete «quelli che un’informazione piuttosto approssimativa definisce “notav”». In effetti, un’informazione più attenta vi riassumerebbe senz’altro come «sì-tav-fatto-bene/no-tav-fatto-male». Noi invece siamo come minimo «notav», e per questo la stessa informazione piuttosto approssimativa (delicato eufemismo per del tutto asservita) ci definisce solitamente come “provocatori” e “facinorosi”.
Ciò che però ci unisce in questo momento è il fatto che né voi né noi vogliamo vedere Firenze sventrata ancora una volta per la gioia degli speculatori, politici o imprenditori che siano. Fin qui, siamo tutti d’accordo. Quali sono invece le ragioni e i metodi che ci dividono? Se siamo qui oggi è per comunicarvi il nostro pensiero al riguardo, nella speranza che le distanze che ci separano si possano accorciare almeno con qualcuno di voi.
Sebbene affermiate che il Tav è in sé una follia, vi siete comunque sforzati di mostrare che una sua saggia realizzazione è possibile. Non vi opponete al fatto che Firenze abbia una nuova stazione, anzi… vi basta che la sua costruzione non comporti il crollo di centinaia o migliaia di palazzi, sperperando denaro pubblico che potrebbe essere meglio utilizzato. Dopo aver preso atto degli impegni presi in passato dagli inquilini di Palazzo Vecchio, dopo aver preso atto degli appalti stratosferici già assegnati, vi battete per trovare una soluzione ragionevole affinché quelle promesse siano mantenute e quei finanziamenti siano incassati. Scusate se la nostra domanda vi sembrerà brutale, ma non vi sembra che tutto ciò sia piuttosto idiota?
Se l’Alta Velocità è la perfetta espressione di un mondo che assomiglia sempre più al Titanic, arrogante meraviglia tecnologica lanciata verso la catastrofe, perché mai dovremmo essere noi (sue vittime) a preoccuparci di come costruirla? Se l’Alta Velocità è solo un affare colossale per politici corrotti e imprenditori ingordi, pronti a salire sul Tav perché «il tempo è denaro», perché dovremmo essere noi a suggerire qual è il modo meno sporco per ingrassare i loro conti correnti?
Delle due, l’una. O l’Alta Velocità è davvero una necessità irrinunciabile, portatrice di comodità e benessere per tutti, e allora si tratta di stabilire quale sia la maniera migliore, più conveniente e più sicura, per completarla. Oppure l’Alta Velocità è l’ennesima grande opera inutile e dannosa, imposta nel nome del progresso e portatrice di devastazione per tutti (il Mugello grida vendetta, Bologna sanguina, e voi chiedete buone maniere ai loro assassini?), voluta per incrementare il potere ed il profitto dei soliti pochi. E allora si tratta di stabilire quale sia la maniera migliore, più rapida e più efficace, per fermare i suoi lavori.
O si condivide la frenesia divorante e divoratrice del modello sociale attuale, oppure dopo averli messi in discussione li si rifiuta entrambi perché si desidera ben altro.
Il fatto che un’opera nociva sia giunta a un passo dalla conclusione non significa che debba per forza di cose essere terminata. Che razza di logica è quella secondo cui «dato che ormai il 90% del danno è fatto, tanto vale andare avanti e finire il rimanente 10»? No, grazie, se l’opera è dannosa non va affatto completata: va fermata. E va fermata anche perché, come voi stessi dite, è pure inutile dato che i treni ad alta velocità passano già per Firenze. Quindi Firenze non ha bisogno di stazioni Tav, né stupide perchè sotterranee né intelligenti perché in superficie. Hanno già distrutto, avvelenato, cementificato e inquinato fin troppo.
Vi facciamo inoltre notare che questo vostro realismo più realista del Re, questo andare in soccorso ad intrighi politici e ad appalti milionari che rischierebbero di saltare, un domani si ritorcerà contro i vostri amici della Val Susa. Voi «sì-tav-fatto-bene/no-tav-fatto-
male», loro «no-tav» e basta. Con la vostra logica, anche a loro verrà detto: «dato che l’Alta Velocità è già pronta nel resto d’Italia, dato che ci sono già contratti firmati, non vi potete opporre, tanto vale farla anche in Val Susa. Ma state tranquilli, verrà fatta bene». In questo modo il Tav verrà imposto, non con il manganello dello sbirro, ma con la vaselina del perito.
E, visto che abbiamo evocato la Val Susa, passiamo ai metodi. Nel corso degli anni i vostri portavoce hanno scritto lettere, lanciato appelli, rivolto inviti alle autorità. Niente da fare. Nei vostri incontri pubblici le sedie destinate ai rappresentanti delle istituzioni sono rimaste vuote. Presso i dirigenti del partito storicamente al potere qui in Toscana avete «trovato solo un muro di silenzio e di scherno». Se in passato avete confidato sul «senso di responsabilità» del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, alcuni mesi fa avete preteso il «coraggio dell’intelligenza» da parte del sindaco Matteo Renzi. Anime belle, i vostri portavoce si sono rivolti un paio di volte anche al «caro segretario» del PD, Pier Luigi Bersani. Dopo aver titillato la sua fama di onest’uomo, gli hanno fatto notare che qui «a Firenze il suo partito è il massimo sostenitore di questa opera; questo si spiega facilmente col fatto che questo appalto se l’è aggiudicato una cooperativa della sua regione, la Coopsette». Appunto. E, dato che fra i dirigenti della Coopsette c’è anche qualche funzionario del PD, non vi sembrano ovvi i motivi per cui Babbo Bersani non ha mai risposto alle vostre letterine?
Possibile che non vi rendiate conto di quanto rasentate il ridicolo nel riporre le vostre speranze nei cari segretari, nei gentili sindaci, negli egregi presidenti? Per non parlare di quella opposizione comunale infame, il PDL e la Lega, che criticano il progetto della stazione Foster solo perché questa volta — a differenza di quanto è avvenuto in Mugello — gli introiti dell’affare non sono stati suddivisi in maniera trasversale. Se c’è una cosa che la lotta contro il Tav in Val Susa ha insegnato è la necessità di abbandonare ogni rappresentanza politica. Tutti i partiti sono putrefatti. Non resta che l’azione diretta, quell’azione diretta che non è solo una possibilità da azzardare singolarmente, magari con il favore delle tenebre, ma anche da tentare insieme e alla luce del sole.
Diciamolo chiaramente. Una combutta di politici e imprenditori vuole ancora una volta sventrare Firenze, mettendo a rischio le case e le vite di decine di migliaia di persone, per realizzare un’opera agghiacciante e inutile. Avendo i loro interessi da difendere e da incassare, sono del tutto sordi alle vostre come alle nostre proteste. Ma questo sventramento non avverrà in un altrove irraggiungibile, avverrà sotto le nostre finestre, appena fuori dall’uscio delle nostre case. I cantieri sono lì, a portata di mano. I camion, le ruspe, le trivelle, percorreranno le nostre strade, ci sfioreranno quotidianamente. Fermiamoli, voi come noi.
Basta con gli appelli alle autorità e i presidi di fronte ai palazzi del potere. La carta bollata è carta straccia. Scendiamo in strada e blocchiamo tutto. Presto, prima che sia troppo tardi.

«Barricate, non esposti, ci volevano! La voglia di ripigliare in mano la propria vita e la terra su cui viviamo, la ferma decisione di ribellarsi a chi distrugge, avvelena, prosciuga, infine monetizza l’una e l’altra».
Devastazione ad Alta Velocità nel Mugello, 2003


alcuni notav-nostato

Dom, 10/10/2010 – 22:16
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