Pensiero notturno (dal carcere di Livorno)

Carcere di Livorno 02/11/2007
Pensiero notturno

E’l’una passata, sono da due ore che cerco di dormire mi giro e mi rigiro nel mio letto senza trovare una posizione che mi permetta di riposare, contrariamente di quanto si pensa la notte non è lunga, mi giro a guardare l’orologio e mi accorgo che le ore passano e io sono sempre sveglio, mi innervosisco ancora di più perché penso che fra poco è l’alba e io non ho chiuso ancore occhio. Poi mi calmo perché penso che in fondo anche se non dormo non cambia niente, farà lo stesso giorno e io farò la stessa vita, un po’ rincretinito per il mancato riposo ma la stessa vita, quella che ho fatto da sedici anni e cioè niente! La solita vita di merda! Un solo giorno equivale a tutti i gioni, mesi, anni, tutti uguali, nessuna possibilità di cambiamento, statico come un quadro di un pessimo pittore, senza significato.
Spesso mi chiedo dove trovo la forza per continuare, ma non trovo risposta è come se una forza invisibile mi dicesse di tenere duro e di resistere, ma a cosa? Sono cosciente di non avere più nessuna speranza di rivedere la libertà, e nonostante tutto tengo duro.
In queste notti tristi (per fortuna rare) mi chiedo se questo abbia senso, mi chiedo se il mio coraggio di vivere a queste condizioni in realtà non sia coraggio ma vigliaccheria.
Una persona “normale” non accetterebbe di vivere una non vita. Per vivere in queste condizioni bisogna essere folli o vigliacchi, io non ho ancora scoperto a quale categoria appartenga. Spesso mi faccio coraggio che un giorno tutto finirà, una piccola illusione persa in tante verità.
Seneca diceva: perché perseverare nel vivere a tutti i costi quando non hai più speranza di vita. Cosa trattiene l’uomo a chiudere il sipario quando la commedia è finita, perché ostinarsi a recitare con la platea vuota? Cerco questa risposta dentro di me con la speranza di non trovarla mai, se la trovassi potrei avere il coraggio di chiudere il sipario.
Forse mi ostino a recitare la vita perché in realtà non l’ho mai vissuta, non ho paura di morire, solo chi ha vissuto ha paura di morire e io non ho mai vissuto, come potrei rimpiangere ciò che non ho mai avuto?
Vivo di ricordi, ma sono finiti anche quelli, non ho avuto molto tempo per crearmeli e quelli che ho, in sedici anni di prigionia sono finiti, li passo e li ripasso fino alla nausea, non mi resta altro che inventarmi dei ricordi non veri, frutto solo della mia fantasia, e quando avrò finito anche quelli cosa succederà? Non lo so. Per adesso mi sono stancato sono le due meno un quarto e credo che adesso potrò dormire un po’ o al limite mi creerò un falso ricordo, ma prima mi fumo la ennesima sigaretta, e poi si vedrà.
E’ mattino, sono riuscito a dormire, come ho previsto mi sento un po’ rincretinito ma rilassato ed ecco che inizia un’altra giornata di non senso.

Alfredo Sole.

Inontro anticarcerario 17/18 novembre a Napoli

fonte Cassa Anarchica di Solidarietà Anticarceraria

Gio, 15/11/2007 – 15:45
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