Lucca Libera!

La città non si vende né si compra... si vive!

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  • Category Archives Avvisi
  • Salviamo il Paesaggio

    Nei giorni 19 maggio e 9 e 16 e 23 giugno il Comitato Lucchese del Forum Nazionale dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio (noto come Forum Salviamo il Paesaggio) sarà presente con il proprio stand informativo all’ingresso del Mercato Contadino del Foro Boario a Borgo Giannotti dalle ore 9 circa sino alle 12.

    Sarà l’occasione per portare avanti la raccolta firme finalizzata a sollecitare le amministrazioni comunali a redigere il censimento completo del patrimonio edilizio esistente. Questo censimento, richiesto a tutti i Comuni italiani dal Forum Salviamo il Paesaggio, vuole mettere in luce con assoluta esattezza la realtà delle strutture edilizie già presenti nei nostri comuni e, in particolare, il numero e la superficie di quelle sfitte, vuote, non utilizzate. Tale elemento è ritenuto di estrema importanza per monitorare lo stato attuale dell’offerta edilizia e ragionare – senza pregiudizi e con precisi dati di ausilio – il fenomeno del consumo di suolo e tutte le necessarie pianificazioni conseguenti. La Campagna per la raccolta dati è già stata avviata in febbraio, sono state inviate le domande con posta certificata e con posta ordinaria, ma le risposte tardano ad arrivare. E’ necessaria un forte sollecito dal basso. La portata delle informazioni che verranno dal censimento, siamo certi che confermerà la nostra convinzione che sia oggi il tempo di cambiare il senso di marcia e di modificare il quadro complessivo delle pianificazioni (attualmente definite in assenza di riferimenti metodologici che abbraccino l’intero assetto urbanistico comunale): è necessaria una moratoria per le nuove edificazioni su aree libere previste dagli strumenti urbanistici attualmente in vigore e/o da sue varianti, si tratti di immobili o di infrastrutture.

    Forum Nazionale dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio – Lucca


  • Ancora Panem!

    Due mesi fa abbiamo intervistato i lavoratori della Panem di Altopascio che il dicembre scorso hanno perso il posto di lavoro (clicca qui per leggere l’intervista del 18 febbraio). Il 14 aprile Lucca Libera! è tornata al presidio permanente davanti ai cancelli dell’azienda. Ecco cosa hanno raccontato gli operai.

    Lucca Libera: riprendiamo da dove eravamo rimasti con l’intervista precedente: il 4 marzo era previsto un incontro alla Regione, di cosa avete discusso?

    Roberto: è stato un incontro a cui hanno partecipato tutte le parti. C’era l’assessore regionale Simoncini, l’assessore provinciale Bambini, il sindaco di Altopascio, il sindacato confederale nazionale, Cgil Cisl e Uil, e i rappresentanti della proprietà Novelli. A questo tavolo c’è stata una rottura della trattativa. E’ seguito subito un nostro comunicato col quale intimavamo all’azienda la riapertura del confronto, altrimenti saremmo andati a Terni per un presidio davanti alla sede dell’azienda. Il giorno dopo c’è stato subito un riavvicinamento da parte della proprietà. Ne è scaturito poi un incontro, presente anche l’assessore Bambini, in cui è venuta fuori l’intenzione di un imprenditore a rilevare l’azienda e a ripartire con la produzione. Naturalmente questo imprenditore poneva la condizione di avere dei volumi produttivi concessi dal Novelli per poter poi presentare un piano industriale. Questo incontro sembra aver avuto esito positivo. Così, giusto ieri, c’è stato un secondo incontro, a Terni, tra il Novelli e il nuovo imprenditore. Queste riunioni non prevedono la presenza di sindacati e istituzioni, riguardano solo gli imprenditori. E’ una trattativa per vedere di uscire da questa situazione: si devono accordare sulle produzioni così che l’imprenditore che subentra possa presentare un piano industriale. Lì si parla di questioni imprenditoriali, non di quanti lavoratori saranno riassunti, in che termini o di come avverrà la lavorazione. Successivamente sarà il nuovo imprenditore a presentarci un eventuale piano industriale, su cui potremo anche noi ragionare, quindi quante persone inizieranno da subito a lavorare, quante potranno essere riassunte in seguito, ecc.

    Lucca Libera: la trattativa fra gli imprenditori che tempi potrebbe avere?

    Roberto: è difficile prevedere i tempi ed è possibile che siano anche lunghi, perché la questione riguarda molti soggetti: c’è la proprietà dei macchinari, la proprietà dell’immobile, il commissario che attualmente presiede il concordato… Si presenta molto complicata e forse ci vorranno dei mesi. La strada è complessa, non è come comprare un telefonino. Tra l’altro il nuovo imprenditore si appoggia a una società francese che dovrà valutare l’opportunità di fare degli investimenti.

    Lucca Libera: ora chi paga l’affitto dell’immobile?

    Roberto: il Novelli dice che lo sta pagando lui e probabilmente è così, perché ci tiene due persone a lavorare dentro e non certo perché noi siamo qui al presidio. Due amministrativi ci lavorano da dicembre per le pratiche di chiusura, i conti, i modelli 101 e l’emissione delle buste paga, anche se sono a zero.

    Lucca Libera: nel frattempo l’erogazione della cassa integrazione è iniziata?

    Roberto: no, per ora abbiamo ricevuto solo un anticipo di 700 euro dalla Cassa di Risparmio di Lucca sulla base di una convenzione con la Provincia. Ad oggi la cassa integrazione non è ancora partita. L’esperienza ci dice che i tempi tecnici sono lunghi, ad esempio due anni fa la Toscopan attese sei mesi. Ora tutti i passaggi li abbiamo fatti e sembra che la pratica sia all’Inps di Lucca. Noi abbiamo riscosso l’ultima volta il 15 gennaio, quando il Novelli ci ha pagato la mensilità di dicembre, da allora abbiamo preso solo i 700 euro. Continue reading  Post ID 3639


  • Il fascino discreto della (loro) “democrazia”

    Riceviamo e pubblichiamo dagli Antagonisti Lucca.

    BREVE CRONACA DI UNA CONTESTAZIONE OCCULTATA

    Lucca, venerdì 13 aprile, ore 17.30 circa. Cinema Astra in piazza del Giglio. Comizio elettorale del segretario nazionale del PD Pierluigi Bersani a sostegno della candidatura a sindaco di Lucca di Alessandro Tambellini.  Bersani s’infervora in attacchi serrati al trapassato governo Berlusconi, sancisce l’ineluttabilità del voto a Monti come unica possibilità di sfuggire alla nemesi greca, indica nella difesa del territorio e nella tutela ambientale le basi imprescindibili di qualsivoglia programma politico. La fumigazione d’incenso avvolge il candidato Tambellini e lo offre ad una platea in osanna.  Il tripudio di applausi incornicia il quadretto un po’ naif e di provincia. Ma…

    Al termine dell’avvincente monologo, la dissolvenza dell’acclamazione è squarciata da due bandiere NO TAV: “questa è la difesa del territorio, questa è la tutela dell’ambiente”.  Gli usuali digossini annaspano tra la folla per sedare la profanazione del rito elettoralistico, donnine scandalizzate strillano ai provocatori, omini indignati aiutano gli sforzi polizieschi nell’accompagnare i dissidenti all’uscita. “Fuori dai coglioni, qui c’è il Partito Democratico, la parola DEMOCRAZIA vorrà pur dire qualcosa, cazzo”. A parte l’eloquio fallocratico più che democratico, il problema sta proprio qui. Quando mai c’è stata la possibilità di porre una domanda, esprimere un dubbio, chiedere un chiarimento? Chi l’ha vista questa tanto sbandierata democrazia?

    Allora, qualche dubbio che possa essersi ingenerato in alcune delle anime belle presenti all’Astra vogliamo chiarirlo qui. Chi è che ha disturbato questa bella kermesse elettorale? La “nota di colore” nel vostro mondo in bianco e nero, non possiamo che essere noi. Siamo la dissonanza, l’elemento che non combacia nel vostro puzzle immaginario nel quale alla fine ogni pezzo trova il suo posto.  Noi siamo quelli che non ci stanno, siamo l’imprevedibile (per voi) che non si adegua. Eccediamo, in realtà in maniera fin troppo moderata, e chiediamo una vera democrazia, che sia diretta e partecipativa. Quotidianamente siamo attivi sul territorio, seguiamo  con attenzione tutte le contraddizioni che il sistema politico-economico impone alla coscienza di ognuno, ci opponiamo con forza allo sfruttamento delle persone e dell’ambiente, contestiamo le ingiustizie che vediamo verificarsi ovunque intorno a noi. Proviamo a soccorrere i deboli. Anzi no! Questo lo fanno i caritatevoli di ogni religione, noi cerchiamo di dar loro la forza e la solidarietà di cui hanno bisogno per affrontare e combattere la ferocia di un contesto che non fa prigionieri, ma miete vittime senza tregua.

    Anche noi non faremo prigionieri!

    Dunque, torniamo a chiederci: dov’è la democrazia in un partito che è il primo a sostenere progetti di “sviluppo” e grandi opere inutili, di cui il TAV è il principale esempio, che devastano territori e annientano la volontà delle popolazioni? Un partito che ha dimostrato ancora una volta di non prestare il minimo ascolto alle ragioni che gli vengono poste, affronta sempre in modo militaresco ogni tentativo di opposizione e disprezza qualsiasi voce fuori dal coro?

    Emettete la vostra sentenza, per quanto sia ardua, a noi non ci spaventa! (La sgrammaticatura è indispensabile per il settenario).

    Gli Antagonisti  Lucca


  • Energie rinnovabili e riciclaggi elettorali

    Riceviamo e pubblichiamo da una rappresentante del Comitato Ambiente e Salute della Valle del Serchio.

    Il PD regionale si sta scatenando sugli incentivi alle energie rinnovabili, soprattutto agli impianti a biomasse, senza fare distinzioni tra piccoli e grandi, cogenerativi e spreconi. Bramerini, assessore regionale all’ambiente, è in perfetta sintonia con il PD provinciale (o viceversa) e con le aspettative dell’Alce. Anche recentemente tutto il gota del PD valligiano è sceso in campo a sostegno della lista che alle elezioni amministrative di Bagni di Lucca si qualifica per la totale adesione al progetto di inceneritore di biomasse. E pensare che, proprio in questi giorni, l’impianto a biomasse di Bicchio (10 volte più piccolo di quello dell’Alce) è stato bocciato dalle forze politiche versiliesi. Nonostante che gli incentivi pubblici in Italia siano e restino enormemente più alti che nel resto d’Europa, la fame dei soliti noti non è mai saziata, mentre poco interessano gli ambiti dove la ricaduta economica riguarderebbe immediatamente le famiglie (es. pannelli solari).

    La Provincia e la Regione appaiono sempre più confuse nel governare il settore energetico e sempre più è evidente l’inadeguatezza di una classe politica che da anni rimescola sempre le stesse persone, in un contesto dove il confine tra politica e affari è estremamente labile. Dire che non se ne può più è un eufemismo. Solo dal basso possono cambiare le cose ed è l’ora che tutti noi ce ne rendiamo conto.

    Donatella del Comitato Ambiente e Salute della Valle del Serchio


  • Stop al consumo di territorio

    Invito all’Incontro costitutivo del comitato locale del Forum

    Salviamo il Paesaggio-Difendiamo i territori

    Mercoledì 4 aprile ore 21 presso i locali della Circoscrizione 6, Sant’ Alessio, Lucca

     Lunedì 27 febbraio è iniziata la campagna nazionale “Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori”, con l’invio a tutti i comuni italiani della richiesta ufficiale di compilazione di una scheda censimento, volta all’identificazione degli immobili sfitti/ non ultimati/ non utilizzati.

    Il censimento deve costituire la prima tappa di un percorso che, nelle intenzioni del Forum, deve spingere i Comuni a decretare una volta per tutte l’arresto del consumo indiscriminato di suolo fertile e l’inizio di una nuova fase contraddistinta dal riuso e dalla fine dello spreco delle risorse e dei beni comuni come suolo fertile, ambienti naturali, acqua e integrità paesaggistica.

    L’ultima variante da poco varata dalla nostra amministrazione prevede, ancora, soprattutto nelle zone ai piedi delle colline, ulteriori interventi di urbanizzazione in spregio del prezioso e residuale suolo fertile di cui la nostra pianura alluvionale era ricca (il grano non cresce sui monti!)

    Fermiamoli!

    La nostra convinzione è che si è costruito troppo e male in tutta Italia e soprattutto nella nostra provincia, tanto che siamo completamente sommersi da costruzioni vuote ed inutili che hanno sfigurato il paesaggio e ingoiato i pochi spazi ancora verdi del nostro territorio. Continue reading  Post ID 3621


  • NO TAV NO TAV NO TAV

    NO TAV

    Nel vivo della battaglia contro il progetto TAV pubblichiamo una riflessione dei Comitati Ambiente e Salute della Mediavalle del Serchio.

    Per altri sguardi gettati da Lucca Libera! sulla lotta del popolo No Tav clicca qui SOGNAR VIA L’INCUBO NO TAV e qui EXCURSUS VALSUSINO.

    La Val di Susa è un territorio bellissimo situato nella parte occidentale del Piemonte, una valle alpina dove prati sconfinati si posano ai piedi delle Alpi. L’idea della necessaria inviolabilità di quei luoghi è la prima sensazione istintiva che si ha appena si arriva. Con questa prima impressione un fiume umano ha attraversato, lo scorso 25 Febbraio, i paesi di Bussoleno, Chiomonte e Susa, dove si è concentrato il corteo dei manifestanti, accorsi per la giornata di mobilitazione promossa dal movimento NO TAV.

    Ad accogliere l’appello dei promotori sono stati cittadini comuni, gruppi e movimenti politici, comitati e associazioni. In questo caso non solo sono importanti i numeri, ma anche la qualità della protesta e la consapevolezza di chi attivamente la sta portando avanti, in Val di Susa come in tutte quelle province dove la cinica mano del mercato manovra per costruire strade, inceneritori e grandi opere, utili soltanto al sostentamento dell’economia dominante in un sistema per sua natura ingiusto e fallimentare.

    Il movimento NO TAV è diventato il simbolo di tutte queste lotte sparse sul territorio italiano, lotte che diventano una sola enorme battaglia civile e politica contro lo strapotere economico delle multinazionali, che non esitano a sfruttare l’uomo, le risorse e l’ambiente sino all’esaurimento. Questa lotta Sabato è stata confermata e rilanciata senza compromessi. Continue reading  Post ID 3611


  • Eccedenze

    La vicenda dello stabilimento Panem di Altopascio, acquistato dal Gruppo Novelli e avviato alla chiusura, è stata negli ultimi mesi al centro dell’attenzione della stampa e delle televisioni locali, grazie soprattutto alle iniziative di lotta intraprese dai lavoratori che vivono il dramma della perdita del posto di lavoro. Il 18 febbraio Lucca Libera! ha incontrato i lavoratori al presidio davanti alla fabbrica e ha realizzato l’intervista che segue per dare uno sguardo alla situazione dall’interno, dal punto di vista cioè di chi si trova a fare improvvisamente i conti con la mancanza di un reddito per vivere. Lucca Libera! si ripropone di seguire ulteriormente la vicenda soprattutto perché esemplificativa di una situazione oggi più che mai ricorrente in Italia e in gran parte dell’Europa.

    Come abbiamo già avuto modo di ricordare, Lucca Libera! non condivide il giudizio secondo cui attualmente stiamo attraversando un periodo di crisi, per il semplice fatto che il capitalismo non è in crisi, ma il capitalismo è crisi. Il fronte della crisi potrà di volta in volta spostarsi un po’ più in là, potrà interessare altri paesi e popolazioni, ma la crisi in sé non potrà mai essere debellata, poiché è connaturata al modo di produzione capitalistico, ne costituisce anzi il motore di “sviluppo” il quale genera di continuo i differenziali economici e tecnologici di cui si alimenta.

    Lucca Libera! si augura che questa intervista rappresenti uno spunto di riflessione e una possibilità di approfondimento in primis per gli stessi lavoratori coinvolti, loro malgrado, nei processi di ridefinizione dello sfruttamento capitalistico.

    La catastrofe è che tutto continui come prima. Essa non è ciò che di volta in volta incombe, ma ciò che di volta in volta è dato. Su questa idea di catastrofe si fonda il concetto di progresso”.

    (W. Benjamin, leggermente rimaneggiato da Lucca Libera!)

    Cliccando qui puoi leggere l’intervista in pdf con qualche foto in più, altrimenti continua qui sotto.

    Lucca Libera: l’azienda in cui lavorate che cosa produce e per quali mercati?

    Roberto: produciamo pane. Il mercato di riferimento del Gruppo Panem è la grande distribuzione, soprattutto nel Nord Italia; il nostro stabilimento produce sia per il mercato del Nord sia per la Toscana.

    Lucca Libera: quanti lavoratori sono impiegati nello stabilimento di Altopascio?

    Roberto: i dipendenti sono circa 60.

    Lucca Libera: puoi fare un riassunto della vicenda che vi vede coinvolti?

    Roberto: quando questa vicenda è iniziata venivamo già da una situazione abbastanza precaria, perché l’azienda Panem aveva già da anni dato dei segni di sbandamento, c’erano stati più che altro problemi finanziari a cui la società proprietaria, il gruppo finanziario Finanza Futuro, non riusciva a far fronte. Nel 2009 ci sono stati accordi per una cassa integrazione per ristrutturazione e successivamente uno spostamento di produzione da Altopascio allo stabilimento di Muggiò, in provincia di Milano. Si sono anche persi dei volumi nei supermercati della Toscana, come la Conad e alcune Coop. La situazione sembrava andare sempre più precipitando. E’ con nostra contentezza, quindi, che nel luglio 2011 si presentarono dei possibili nuovi acquirenti della Panem: era il Gruppo Novelli di Terni. Sembravano avere idee brillanti per il rilancio dell’azienda e ci mostrarono l’album di famiglia con tutti gli stabilimenti del Gruppo, oltre 700 dipendenti. La loro produzione principale si fonda sulle uova, ma in più hanno alcuni stabilimenti che producono pane, uno in Umbria e due nel Lazio. Questo il primo approccio. Poi dissero che non avendo ancora firmato il contratto di acquisto non si volevano sbilanciare più di tanto. Il contratto di acquisto del Gruppo Panem fu firmato il 3 agosto. Da quel giorno la nuova proprietà non si è più fatta vedere. Hanno cominciato poi ad allungare i pagamenti degli stipendi, frazionandoli in due o tre parti. A volte la farina arrivava in ritardo, perciò alcune produzioni non si facevano per mancanza di materia prima, la stessa sicurezza era lasciata andare, ecc. Una situazione allo sbando da agosto a dicembre, siamo andati avanti solo grazie alla responsabilità dei lavoratori. Con la proprietà non c’era nemmeno verso di parlarci. Anche il direttore dello stabilimento non riusciva a sapere mai niente. Se c’era un bisogno qualsiasi, ad esempio un incontro sindacale, i proprietari erano irreperibili, latitanti al cento per cento. Arrivati a ottobre, richiedemmo un incontro da farsi qui nello stabilimento. L’incontro ci fu, ma si finì col farlo in Provincia. Ecco che allora cominciarono a venirci dei dubbi, perché quando un incontro richiesto dalle RSU avviene in Provincia ti rendi conto che c’è qualcosa che non torna. Infatti ci comunicarono che erano rimasti sorpresi da ciò che avevano trovato scartabellando i conti; in poche parole non coincidevano affatto con quelli che avevano fatto loro: i debiti erano troppi. La loro intenzione, dichiararono, era quella di chiedere un concordato e chiudere lo stabilimento, il quale, elemento per loro di non secondaria importanza, non era di proprietà ma in affitto, tra l’altro piuttosto alto. Inoltre, continuarono, si trattava di un’unità non più competitiva, con macchinari vecchi e numerosi lavori strutturali da accollarsi di cui non vedevano la convenienza. Ai loro occhi l’unica operazione giusta era dunque chiudere.

    Lucca Libera: vi siete chiesti perché allora erano venuti a comprare?

    Roberto: noi la domanda ce la siamo fatta e ci siamo dati anche la risposta. E all’incontro di ottobre alcuni di noi questa risposta gliel’hanno fatta presente: la loro non era altro che un’operazione di acquisizione dei marchi. Compravano a poco, se non a niente, un’azienda indebitata come la Panem e con un concordato pagavano un terzo dei debiti, ritrovandosi in mano dei marchi e un mercato già attivato come quello del Nord che fino a quel punto non possedevano. Oggi questo lo dicono un po’ tutti, non è più solo l’impressione di alcuni. L’operazione in sostanza è stata questa. Continue reading  Post ID 3596


  • AMBIENTE E SALUTE NON SI COMPRANO!

    Proposte indecenti e sospette coincidenze

    COMUNICATO STAMPA

     I Comitati Ambiente e Salute e gran parte dei cittadini della Valle, fermamente contrari al progetto di combustione a biomasse dell’Alce, stanno da tempo raccogliendo fondi per presentare ricorso in appello davanti al Consiglio di Stato, unitamente a Legambiente Nazionale. Tutti sanno con quanta fatica la gente si stia autotassando per sostenere le notevoli spese relative al ricorso al TAR Toscana ed al giudizio di appello contro l’autorizzazione all’impianto. Centinaia di persone stanno contribuendo, chi con cinque euro, chi con cento, chi con mille, ognuno secondo le sue possibilità. Ed ecco che, con stupefacente arroganza, pochi giorni fa Alce Spa, tramite il suo studio legale, ha proposto a Legambiente di non costituirsi nel ricorso in appello, offrendo in cambio il pagamento delle spese a cui il TAR aveva condannato l’Associazione: 8500 euro totali, da consegnare in parti uguali ad Alce, Provincia di Lucca e Comune di Bagni di Lucca. Quasi contemporaneamente, in perfetta sintonia con l’Alce e con improvvisa fretta, la Provincia ha chiesto a Legambiente i soldi delle spese processuali. Non vorremmo che a giorni presentasse la stessa richiesta anche il Comune di Bagni di Lucca.

    Queste pressioni su Legambiente mirano evidentemente a indebolire la posizione dei Comitati e a tacitare i cittadini. Ebbene: chi sperava di intimidire gli avversari, si sbagliava di grosso! I signori dell’Alce e chi li appoggia devono capire che la grande maggioranza della popolazione della Valle questo impianto non lo vuole! I cittadini, unitamente a Legambiente che ne condivide totalmente le istanze, ricorreranno in appello davanti al Consiglio di Stato, sostenuti anche dal Comune di Borgo a Mozzano e da tutto il suo Consiglio Comunale.

    In vista delle prossime amministrative di Bagni di Lucca, i Comitati si appellano anche ai candidati ricordando che l’ immagine del comune termale sarà definitivamente rovinata dalla presenza del più grande impianto di combustione a biomasse solide dell’Italia Centrale. Tutta l’Italia saprà che a Bagni di Lucca si respirano abbondanti nanopolveri e la cittadina, già decadente, “morirà” definitivamente. A chi conviene?

     Comitati Ambiente e Salute

    1 febbraio 2012