Registrazioni audio dalla prima giornata del NoExpo Camp

Raccolta delle prime registrazioni audio della giornata di Venerdi’ 17 Giugno al NoExpoCamp
intervista a Luca – portavoce comitato noexpo http://dl.dropbox.com/u/6297754/luca%20noexpo.WMA
intervista a Valentina del gruppo orti insorti http://dl.dropbox.com/u/6297754/valentina%20insorti.WMA
intervista a Jacopo di seivdefarm http://dl.dropbox.com/u/6297754/intervista%20jacopo%20stf.WMA
intervista ad Abo di torchiera http://dl.dropbox.com/u/6297754/Abo%20torchiera.WMA

Registrazione della presentazione rivista Millepiani-Urban “Critica della Ragione Urbana” http://dl.dropbox.com/u/6297754/presentazione%20millepiani%20critica%20della%20ragione%20urbana.WMA

 

Le interviste sono state realizzate da Gianluca Schiania, Giornalista di Lettera44, tra qualche giorno sul sito www.lettera43.it i video montati.

Posted: June 18th, 2011 | Author: admin | No Comments »

Critica della ragione urbana – foto

diario di bordo – giorno 1

alcune foto dell incontro di venerdì 17:

Critica della ragione Urbana
presentazione della rivista Millepiani-Urban

con Ubaldo Fadini (Univ. Di Firenze), Francesco Galluzzi (Accademia di Carrara), Villani (Naba Paris 12)

 

Posted: June 18th, 2011 | Author: admin | No Comments »

Critica della ragione Urbana: presentazione Millepiani-Urban

Venerdì 17, dalle 18.30
Critica della ragione Urbana
presentazione della rivista Millepiani-Urban

prtecipano
- Ubaldo Fadini (Univ. Di Firenze)
- Francesco Galluzzi (Accademia di Carrara)
- Andrea Fumagalli (Univ. Di Pisa)
- Tiziana Villani (Naba Paris 12)

Interrogarsi sul progetto, sul senso del progettare della città, significa non solo rivolgersi al ruolo dei saperi disciplinari direttamente chiamati in causa, ma anche del modo di pensare, immaginare e creare gli spazi dell’abitare odierno.
L’insieme degli interventi qui proposti considera questo approccio in relazione ai problemi sempre più urgenti che provengono dalle città che viviamo e che spesso si trasformano in modo caotico, senza considerare problemi di impatto, di accesso ad infrastrutture e servizi.
La committenza pubblica e privata non riesce a svolgere un ruolo di pianificazione organica e sempre più sembra rivolgersi alle realtà dell’urbano come a spazi utili per il brand, l’iper-commercializzazione, gli eventi…
In questo numero architetti, ingegneri, intellettuali ed artisti riflettono sulla destinazione e l’uso dell’habitat urbano sottolineando le zone critiche, ma anche le peculiarità che costituiscono l’ambiente di questa vera e propria rivoluzione antropologica.

Posted: June 16th, 2011 | Author: admin | No Comments »

le mani sulle città

Traccia del workshop

workshop su metropoli, grandi eventi, territori: una decostruizione degli immaginari che caratterizzano i grandi eventi come Expo, le grandi opere come il TAV o i grandi piani di governo dei territori metropolitani da Milano a Roma; tra rendita, privatizzazioni, precarietà, economie criminali e nocività quali percorsi attivabili per rivendicare mobilità sostenibile, diritti dell’abitare, beni comuni, salubrità e sostenibilità del vivere metropolitano

nelle giornate di venerdì e sabato a margine e dentro gli altri incontri e presentazioni di libri previsti al camp si avvierà il dibattito preparatorio al workshop di domenica che si vorrebbe molto concreto nell’arrivare  a:

- una lettura condivisa delle trasformazioni in atto nell’area lombarda e le connessioni con quanto accade in altri territori e aree metropolitane

- una piattaforma di lotta milanese riferita a Expo

- rivendicazioni specifiche legate al luogo del camp

- idee, azioni, vertenze attivabili su scala locale e nazionale sui contuti del workshop

- forme di lotta metropolitana per attaccarei meccanismi della rendita parassitaria immobiliare e finanziaria
Alcuni spunti a partire dall’analisi locale

L’immaginario creato con Expo2015, e sopravvissuto all’onda che ha spazzato Moratti, nucleare e privatizzazione dell’acqua, sta alimentando da mesi i peggiori fenomeni speculativi e il consumo di suolo, soprattutto agricolo e dento territori teoricamente a parco.
La metropoli dell’iperconsumismo, del cemento sovrano, della disuguaglianza sociale istituzionalizzata e della sudditanza dei corpi al mercato, però, ha fatto il suo corso. Il viale del tramonto imboccato dal modello produci, consuma e crepa viene comunemente definito crisi e pare esser sempre più irreversibile. Davanti a questa prospettiva la governance metropolitana tenta attraverso le grandi opere ed i grandi eventi – con la prassi dell’emergenza – di rialimentare meccanismi di crescita diffusa ma ottiene in realtà solo meccanismi di espropriazione e spostamento della ricchezza dei territori, oltre che l’imposizione dall’alto di modelli e stili di vita verso i quali fortunatamente cresce ogni giorni la resistenza.
Vari sono oggi i comitati presenti in città e nell’hinterland che si oppongono ai grandi progetti di infrastrutture funzionali alla viabilità su asfalto, utili al modello economico che fa profitti attraverso la grande distribuzione, i flussi abnormi di merci e la precarietà imposta a tutti gli attori di questo ciclo, dal produttore al consumatore. Ricordiamo i comitati contro la TEM a Gorgonzola, i comitati civici contrari alla Pedemontana di Seveso, Bovisio Masciago, Cesano Maderno e quelli per l’interramento della Rho-Monza di Paderno Dugnano e Novate Milanese, solo per fare alcuni esempi di gruppi di cittadini decisi a non rimanere inerti davanti all’avanzamento del progresso (dell’asfalto). Ricordiamo inoltre tutti quei comitati pendolari (Milano/Novara, Mortara, Rho….) che lottano quotidianamente contro i rincari del biglietto e per migliorare le condizioni di quelli che comunemente vengono definiti “carri bestiame”, nel momento in cui d’altra parte ogni investimento del gestore ferroviario viene dedicato all’onerosa alta velocità o ad interventi dettati da logiche elettorali o consociative, di cui solo una ristretta élite socioeconomica può farne uso.
Altrettanti sono i cittadini che in tutti questi anni si sono opposti all’aggressione dell’ambiente da parte del partito degli inceneritori e delle mancate bonifiche, i cui attori vanno dall’A2A (pronta a sacrificare la salute pubblica per un pugno di kilowattora in più),  Moratti, Penati e  Formigoni, , le mafie (che sui rifiuti, vedi il caso campano, sono ormai strutturali) e alcuni noti imprenditori locali di livello internazionale. A questa esigenza del capitale i territori, con in prima linea i comitati che vi nascono, rispondono con l’esigenza di una cultura del riciclo e del rispetto dell’ambiente che ci ospita.
Il PGT di Milano, infine, è il nuovo strumento in grado di trasformare il suolo nel più efficace strumento di profitto – e di salvaguardia della rendita – del moderno capitalismo meneghino, assegnando in merito al rapporto istituzioni/terreni la priorità al mercato rispetto ai bisogni ed ai desideri dei cittadini. Un PGT che ha perso la capacità di progettare e programmare, ma che ha recepito le istanze della grande proprietà immobiliare e del sistema finanziario che dietro questo si nasconde. Un PGT che nella sistematica semplificazione normativa permette il prevalere di quegli interessi forti, strutturalmente conservatori, che si pongono come antitesi di una idea di città capace di creare vivibilità e sostenibilità. Sin da ora il PGT trova nella città l’opposizione dei comitati di lotta per la casa, delle associazioni che lottano contro ogni forma di razzismo, segregazione ed emarginazione, i comitati contro i parcheggi sotterranei e la speculazione sulle aree dismesse.
Legge regionale, piano per le grandi opere viabilistiche e PGT   portano a perfezione un modello di governo del territorio che, tutt’uno  con la privatizzazione dei servizi pubblici, di rete ed alla persona, si alimenta della precarietà lavorativa  ed esistenziale che costantemente la riproduce:  i gradienti della rendita costringono la popolazione a spalmarsi sul territorio  metropolitano frantumato e segregato, mentre il tempo di vita è frammentato dai tempi del lavoro precario, dagli infiniti tempi di spostamento
Attività produttive  chiudono per permettere al padrone la valorizzazione dei terreni dello stabilimento, centri commerciali sovradimensionati,integrati nel piano delle grandi opere, si insediano a scapito dell’agricoltura di prossimità, dei diritti di chi vi lavora e del potere d’acquisto dei consumatori , devastano il tessuto sociale di quartieri e paesi.
Il territorio è divorato da un ciclo finanziario-immobiliare nel quale convergono i capitali dei grandi istituti bancari, che hanno tenuto in piedi le grandi società immobiliari piegate dalla crisi, e senza soluzione di continuità i capitali della ‘ndrangheta, delle attività in nero .
 I costi sociali alti si sommano al depauperamento delle risorse pubbliche intese come servizi tagliati o privatizzati per fare cassa (secondo la cara sussidiarietà che piace da destra a manca), diritti edificatori concessi per incassare oneri, casse che si impoveriscono per inseguire l’evento salvifico che poi lascia i buchi di bilancio (da Atene a Torino passando per Saragozza…e Milano si mette in coda). Gli strumenti regolatori che dovrebbero tutelare l’interesse debole, pubblico, collettivo in realtà sono legiferati in funzione della pepetuazione di un neoliberismo d’accatto (peraltro sonoramente sconfitto dai movimenti per l’acqua con il referendum) a garanzia del privato di turno sia l’immobiliarista o il privato sociale.
A proposito di immaginari

-Che senso ha costruire grandi opere, alberghi, centri commerciali, grattacieli spesso poi inutilizzati? Chi ha interesse e perchè a costruire strutture che poi non hanno un mercato?
-Qule ruolo gioca la ndrangheta nel ciclo dell’edilizia, movimento terra, lavoro nero, calcestruzzo, bonifiche e smaltimento. Cosa succede in lombardia?
- Il sistema fiera e il sistema expo. Il modello fatto di subappalti, precarietà e lavoro nero con cui si è costruita e gestita la fiera sarà il modello expo?

Posted: June 15th, 2011 | Author: Comitato NoExpo | No Comments »

NewCo old business

 

Il 14 giugno a Parigi, la società Expo, con i testa l’A.D. Sala e la compagnia di Sindaco e Presidente della Regione, presenterà al B.I.E.  la newco denominata Arexpo s.p.a..

La società composta da Regione Lombardia a cui si affiancherà, a quanto pare nei prossimi giorni, il Comune di Milano, presenterà la documentazione necessaria per dimostrare l’acquisto (prossimo) dei terreni Expo, oggi di proprietà del gruppo Cabassi e di FieraMilano S.p.a. (leggi Regione Lombardia). Da questa mossa dipenderà il futuro dell’intera area del nord ovest milanese. In gioco non c’è solo Expo2015 ma, soprattutto, ciò che succederà su quei terreni nel dopo Expo. 

Come Comitato NoExpo ci siamo sempre opposti alla cementificazione di un’area oggi agricola che proprio quest’acquisto va nella pratica a definire edificabile, per cui ci sembra inopportuno procedere all’operazione.  Una soluzione a cui, fra l’altro, è contraria pure una parte eterogenea della nuova maggioranza comunale milanese. Perché allora procedere con tutta questa fretta? Perché ancora una volta pare che i manager rappresentanti il partito del mattone abbiano avuto la meglio su un’opinione diffusa che avrebbe preferito avere un altro mese per discutere enormi modifiche territoriali che apporteranno danni irreversibili a tutta una parte della città. Dove si troveranno i soldi per l’acquisto? Tagli, o diritti edificatori a garanzia delle Banche che presteranno il denaro necessario (120 mln si dice). E di un serio screening dell’area, per verificarne necessità di bonifica visto decenni di vicinanza alla raffineria di Pero, neanche se ne parla, nonostante vi siano più che timori e sospetti sulla presenza di inquinanti.

E così, anche col nuovo ordine milanese,  Formigoni e FieraMilano s.p.a. speculano sulla valorizzazione dei terreni acquistati (a destinazione agricola) quasi 10 anni fa; Euromilano (Intesa, Unipol, lega coop ed altri) si garantisce i progetti new town/mix funzionali su Cascina Merlata e i cittadini rimangono con una città là dove c’era l’erba…..Al di là dei toni nostalgici, ci sembra che l’importanza di questa vicenda avrebbe dovuto suggerire una maggior cautela e scegliere per il rinvio della decisione. Si sarebbe potuto aprire un momento di discussione cittadino in grado di rendere la gestione della città e della sua ricostruzione, meno verticistica e più partecipata. Queste decisioni alimentano il dubbio che “la fine del partito del mattone” sia solo uno slogan vuoto di qualche grossa testata giornalistica su cui non c’è alcuna corrispondenza nella realtà. 

Dal 17 al 19 di giugno il Comitato NoExpo presenterà la sua recensione degli ultimi episodi della telenovela Expo2015 in sede di NoExpoCamp (www.noexpocamp.org ), momento di lotta e di alternativa, che porterà contenuti e pratiche alternative alla Milano dei grattacieli, dei tunnel, della precarietà.

10 giugno 2011

Posted: June 10th, 2011 | Author: Comitato NoExpo | No Comments »