Martedì 14/06: assemblea delle realtà autorganizzate verso il “NoExpo Camp”

NoExpo Camp: un campeggio di azione climatica, per scuotere la metropoli delle nocività, della speculazione edilizia, della svendita del patrimonio pubblico e dei beni comuni.
Da tre mesi a questa parte un’assemblea di collettivi, spazi sociali ed individualità sparse ha costruito incontri, workhop, azioni, giornate di lavoro per l’avvicinamento a questa densa tre giorni.
Martedì 14 giugno invitiamo tutte le realtà autorganizzate della metropoli milanese a partecipare ad un’assemblea aperta di condivisione ed apertura del percorso e delle sue proposte di vertenza e azione. Read the rest of this entry »

Posted: June 9th, 2011 | Author: admin | No Comments »

L’AREA EXPO E’ INQUINATA.

 

Qualche mese fa il fatto che l’area Expo fosse inquinata era solo un nostro timore, basato sul fatto che è adiacente all’area della Fiera in cui per decenni era stata attiva una raffineria. Per questo avevamo presentato un’osservazione all’accordo di programma che sarà sottoposto ai consigli comunali di Rho e Milano, in cui si sottolineava la necessità di bonificare l’area. E proprio nella risposta alla nostra osservazione, di cui abbiamo preso visione solo in questi giorni, emerge che i nostri timori erano fondati: “Al   fine   di   procedere   alla   verifica   di   suolo,   sottosuolo   ed   acque   di   falda   del   sito,   nel   maggio 2010 è stato predisposto un piano d’indagine ambientale preliminare, parzialmente eseguito nei mesi di novembre e dicembre 2010. Poiché dai primi risultati è emersa la presenza di alcuni superamenti delle concentrazioni soglia di contaminazione, per la destinazione d’uso futura è in fase di predisposizione il piano di caratterizzazione ex art. 242 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.” (pag. 77 – Allegato 4 scaricabile al link a fondo pagina)
Ma se ora è chiaro che l’area è inquinata, ancora non è chiaro quali siano le fonti di inquinamento, per quale estensione e a quale profondità. E’ evidente che se una parte consistente dell’area Expo necessitasse di una bonifica, ciò avrebbe una notevole incidenza sia sui tempi sia sui costi di realizzazione del sito Expo. Ed è altrettanto evidente che si aprirebbe di conseguenza un ulteriore problema con i proprietari delle aree (Cabassi e la Fiera) sugli oneri della bonifica e sul valore commerciale di acquisizione delle stesse, anche se prima ancora di verificare se i terreni fossero inquinati, nella predisposizione dell’Accordo di Programma si individuava già nella società di gestione di Expo 2015 il soggetto che si sarebbe dovuto fare carico delle bonifiche eventuali. Una scelta discutibile, soprattutto se si considera che le aree in questione sono state valutate molto al di sopra dell’attuale destinazione d’uso agricola e che a questi costi gli enti pubblici dovranno sommare gli oneri di bonifica.
Ciò che più ci sorprende è che l’area in questione è stata individuata già in fase di candidatura e dopo anni passati a litigare per le poltrone dei consigli di amministrazione della società de gestione di Expo 2015, veniamo a sapere a poche settimane dalla discussione nei consigli comunali sulla variante urbanistica di Expo e a pochi giorni dalla chiusura definitiva della partita di acquisizione dell’area, che stiamo parlando di terreni contaminati e lo veniamo a sapere solo perché il Comune di Milano ha dovuto rispondere ad una precisa osservazione in merito. Non solo, ma veniamo a conoscenza di un fatto senza avere elementi approfonditi a riguardo e lo stesso Comune di Milano sostiene di avere realizzato solo parzialmente l’indagine ambientale predisposta nel maggio del 2010. Dunque attendiamo risposte dal Comune di Milano sulle questioni sollevate e vogliamo capire anche perché queste indagini ambientali non siano state effettuate con il dovuto anticipo, utile a determinare anche i costi di acquisizione delle aree.
Richiesta di chiarimento che porteremo avanti con forza anche in occasione del No Expo Climate Camp che si terrà a Milano dal 17 al 19 giugno, in cui si riuniranno tutte le organizzazioni che hanno a cuore il destino futuro dell’ambiente e del territorio milanese per produrre momenti assembleari, workshop di approfondimento e azioni comunicative sul tema di Expo 2015.

Link alle risposte alle osservazioni: cliccare ultimo allegato a fondo pagina.
http://www.comune.milano.it/dseserver/WebCity/documenti.nsf/0/eab8fd3c83fc6293c125764e003362d7?OpenDocument

 Centro Sociale Fornace
www.sosfornace.org
sosfornace@inventati.org

Comitato No Expo
www.noexpo.it

Posted: June 7th, 2011 | Author: Comitato NoExpo | No Comments »

Sabato 4 giugno h. 16 – Gorgonzola open day Presidio Permanente Ma

 

Ciao a tutti, il presidio permanente è felice di invitarvi ad una giornata di dibattiti e concerti sabato 4 giugno a partire dalle h. 14 il località Cascina Pagnana – Gorgonzola -mm2 Cascina Antonietta
il filo conduttore dell’intera giornata sarà il consumo del nostro territorio ed il progetto della nuova tangenziale est esterna. speriamo che sia l’occasione per conoscerci meglio e creare una più solida collaborazione.
Una giornata di dibattito e confronto per capire come sta per trasformarsi il nostro territorio.
I rischi che corriamo e i danni che abbiamo già subito.

h14.00: Accoglienza e presentazione del campo.
…Inizio attività per bambini (tutto il pomeriggio)

h16.00: Inizio dibattiti.
interverranno:
_ Giuseppe Moretti (Legambiente Pessano)
_ Sergio D’Amia (Comitato No Expo)
_ Massimo Baldassarre (Comitato No Tem)
_ GTA (Gruppo Territoriale Autorganizzato)

h19.00: Apericena a prezzi popolari

h21.30: Musica dal vivo.
 
Esistono 2 strade per arrivare alla Cascina Pagnana:
1- Poco prima di arrivare alla stazione MM2 di Cascina Antonietta c’è un sottopassaggio sulla sinistra. Dopo averlo passato ci sono le indicazioni che vi condurranno direttamente al presidio.
2- Arrivare alla Cascina Lodola, proseguire nella strada sterrata e voltare a destra, poi seguire la strada fino al presidio

http://maps.google.com/maps/msie=UTF8&hl=en&t=h&msa=0&msid=203830954764576780688.0004a2598c147d49a55fe&ll=45.546338%2C9.416096&spn=0.001328%2C0.002411&z=19

Presidio Permanente Martesana

info: presidiomartesana@gmail.com

Posted: May 31st, 2011 | Author: Comitato NoExpo | No Comments »

Appello alla città, ai territori, alle lotte

 

Nell’anno dell’inizio dei lavori sui cantieri Expo e della fine del progetto dell’orto globale, entrambi nati da un mix fra le pratiche spettacolari di modello disneyano della destra utile a suggestionare le folle, e il riformismo green all’acqua di rose della sinistra utile a crear consenso e devozione nella società civile, una rete di collettivi ed individualità ha deciso di prendere la parola ed imbracciare la vanga per costruire il NoExpo Climate Camp.

La metropoli dell’iperconsumismo, del cemento sovrano, della disuguaglianza sociale istituzionalizzata e della sudditanza dei corpi al mercato ha fatto il suo corso. Il viale del tramonto imboccato dal modello produci, consuma e crepa viene comunemente definito crisi e pare esser sempre più irreversibile. Davanti a questa prospettiva la governance metropolitana tenta attraverso le grandi opere ed i grandi eventi – con la prassi dell’emergenza – di rialimentare meccanismi di crescita diffusa ma ottiene in realtà solo meccanismi di espropriazione e spostamento della ricchezza dei territori, oltre che l’imposizione dall’alto di modelli e stili di vita verso i quali fortunatamente cresce ogni giorni la resistenza.

Vari sono oggi i comitati presenti in città e nell’hinterland che si oppongono ai grandi progetti di infrastrutture funzionali alla viabilità su asfalto, utili al modello economico che fa profitti attraverso la grande distribuzione, i flussi abnormi di merci e la precarietà imposta a tutti gli attori di questo ciclo, dal produttore al consumatore. Ricordiamo i comitati contro la TEM a Gorgonzola, i comitati civici contrari alla Pedemontana di Seveso, Bovisio Masciago, Cesano Maderno e quelli per l’interramento della Rho-Monza di Paderno Dugnano e Novate Milanese, solo per fare alcuni esempi di gruppi di cittadini decisi a non rimanere inerti davanti all’avanzamento del progresso (dell’asfalto). Ricordiamo inoltre tutti quei comitati pendolari (Milano/Novara, Mortara, Rho….) che lottano quotidianamente contro i rincari del biglietto e per migliorare le condizioni di quelli che comunemente vengono definiti “carri bestiame”, nel momento in cui d’altra parte ogni investimento del gestore ferroviario viene dedicato all’onerosa alta velocità o ad interventi dettati da logiche elettorali o consociative, di cui solo una ristretta élite socioeconomica può farne uso.

Altrettanti sono i cittadini che in tutti questi anni si sono opposti all’aggressione dell’ambiente da parte del partito degli inceneritori e delle mancate bonifiche, i cui attori vanno dall’A2A (pronta a sacrificare la salute pubblica per un pugno di kilowattora in più),  Moratti, Penati e  Formigoni, , le mafie (che sui rifiuti, vedi il caso campano, sono ormai strutturali) e alcuni noti imprenditori locali di livello internazionale. A questa esigenza del capitale i territori, con in prima linea i comitati che vi nascono, rispondono con l’esigenza di una cultura del riciclo e del rispetto dell’ambiente che ci ospita.

Il PGT di Milano, infine, è il nuovo strumento in grado di trasformare il suolo nel più efficace strumento di profitto – e di salvaguardia della rendita – del moderno capitalismo meneghino, assegnando in merito al rapporto istituzioni/terreni la priorità al mercato rispetto ai bisogni ed ai desideri dei cittadini. Un PGT che ha perso la capacità di progettare e programmare, ma che ha recepito le istanze della grande proprietà immobiliare e del sistema finanziario che dietro questo si nasconde. Un PGT che nella sistematica semplificazione normativa permette il prevalere di quegli interessi forti, strutturalmente conservatori, che si pongono come antitesi di una idea di città capace di creare vivibilità e sostenibilità. Sin da ora il PGT trova nella città l’opposizione dei comitati di lotta per la casa, delle associazioni che lottano contro ogni forma di razzismo, segregazione ed emarginazione, i comitati contro i parcheggi sotterranei e la speculazione sulle aree dismesse.

Legge regionale, piano per le grandi opere viabilistiche e PGT   portano a perfezione un modello di governo del territorio che, tutt’uno  con la privatizzazione dei servizi pubblici, di rete ed alla persona, si alimenta della precarietà lavorativa  ed esistenziale che costantemente la riproduce:  i gradienti della rendita costringono la popolazione a spalmarsi sul territorio  metropolitano frantumato e segregato, mentre il tempo di vita è frammentato dai tempi del lavoro precario, dagli infiniti tempi di spostamento

Attività produttive  chiudono per permettere al padrone la valorizzazione dei terreni dello stabilimento, centri commerciali sovradimensionati,integrati nel piano delle grandi opere, si insediano a scapito dell’agricoltura di prossimità, dei diritti di chi vi lavora e del potere d’acquisto dei consumatori , devastano il tessuto sociale di quartieri e paesi.

Il territorio è divorato da un ciclo finanziario-immobiliare nel quale convergono i capitali dei grandi istituti bancari, che hanno tenuto in piedi le grandi società immobiliari piegate dalla crisi, e senza soluzione di continuità i capitali della ‘ndrangheta, delle attività in nero .

In questo contesto si inserisce il NoExpo Climate Camp, evento dal 17 al 19 di giugno che localizzerà il conflitto in area Expo e, attraverso una gestione eco-sostenibile di qualsiasi funzione per esperire direttamente un’alternativa di città, aprirà un contenzioso contro chi pensa di far prevalere il profitto sulla vita.

L’assemblea del NoExpo Climate Camp invita tutti i gruppi, le associazioni formali e non, i collettivi, i comitati e le singolarità sensibili ai temi in questo testo citati alla costruzione ed alla partecipazione all’iniziativa.

Posted: May 23rd, 2011 | Author: Comitato NoExpo | 1 Comment »

Non siamo merce da teatrino elettorale. Berlusconi giù le mani dal Comitato No Expo

             Nel suo sproloquio a reti unificate, un Berlusconi ormai allo sbando, ha sostenuto ieri, che Pisapia, candidato sindaco del centrosinistra a Milano, è appoggiato anche dai comitati No Expo (notare il plurale….).  

            Il Comitato No Expo non ha sostenuto alcun candidato alle elezioni comunali e non farà alcuno sconto di critiche e di conflittualità a qualsiasi Sindaco tentasse di cementificare il territorio, portando avanti gli interessi del partito trasversale del mattone e che preferirà sostenere impresa, rendita e profitto a scapito della vita dei cittadini di Milano e hinterland. Per questo motivo, in questi anni, abbiamo sostenuto lotte, nate nella società civile, in opposizione a una ricostruzione della metropoli ad alto impatto ambientale, economico e sociale. Stiamo lavorando per creare rete fra i tanti comitati che contestano questo modello di sviluppo totalmente subordinato alle leggi del mercato e poco attento ai reali bisogni della cittadinanza.

         Però non vogliamo parlare solo di ciò che abbiamo fatto e di ciò che faremo, ma vogliamo parlare di Berlusconi e di Expo. Sottolineiamo che abbiamo sperimentato direttamente cosa significa Expo per la “cricca” di Moratti, Formigoni e Berlusconi. La società di gestione di Expo 2015, è stata occasione di sperpero di milioni di euro per pagare stipendi da capogiro: ad amministratori delegati come Stanca e Glisenti, che nulla hanno prodotto; all’archistar Boeri, che ha realizzato un Masterplan, presentato in pompa magna davanti al mondo intero e pochi mesi dopo stracciato da chi lo aveva proposto. In questi anni Moratti e il resto della cricca hanno spudoratamente lottato tra loro nel tentativo di aggiudicarsi fette di potere e di appalti sempre più grossi, fregandosene del fatto che questo indegno spettacolo fosse sotto gli occhi dei milanesi, di tutta Italia e oltre i confini, come risultato evidente dai ritardi continui nella presentazione dei documenti richiesti dal Bie. Tuttociò è  accaduto  in un periodo di pesante crisi economica, in cui lavoratori e studenti hanno vissuto sulla propria pelle la precarietà della propria condizione di vita e del proprio futuro e i tagli che la legge 133 ha portato all’Istruzione Pubblica per finanziare, tra l’altro, Expo e le infrastrutture lombarde. Il caos Santa Giulia è davanti agli occhi di tutti, c’è poco da rallegrarsi di ciò che da anni accade su questi territori. 

            Da dove può nascere un progetto alternativo al ciclo finanziario-immobiliare alimentato dai capitali dei grandi istituti finanziari e della ‘ndrangheta?  Dalla  pratica di chi da anni si oppone, dalla pratica diretta di chi costruisce alternative, contendendo palmo a palmo spazi, risorse e territorio, nasce da un immaginario opposto a quello di Expo, che è stato sino ad ora una scatola vuota e assieme un immaginario salvifico destinato a espropriare i cittadini di questi territori di ogni volontà e intelligenza, lasciando ai soliti noti il compito di governare. Dopo anni di pratiche e di lotte, aggregando intelligenze solidali, dopo un lungo lavoro sotterraneo sta venendo a luce una capacità di progetto: è’ ancora fragile, vive nelle condizioni feroci di una crisi globale e richiede molta cura, negli anni a venire.

            In questa prospettiva, lontano dalla ribalta elettorale e mediatica, stiamo organizzando per metà giugno, il primo Climate Camp italiano,dove pratiche e lotte, immaginario e progetto possano confrontarsi, connettersi ed emergere. Con questo spirito abbiamo attraversato il tempo della campagna elettorale senza cercare in essa alcun ruolo e protagonismo, consapevoli che uno spazio pubblico partecipato, una pratica del bene comune sono da costruire più che da conquistare.  

Questo diciamo ai telegiornali e ai giornali, che hanno riportato le frasi di Silvio, in cui siamo citati per offendere Pisapia, come fossimo un gruppo sparuto di visionari. L’offeso non è Pisapia. Quell’intervista ha offeso noi, la nostra autonomia ed il nostro buon senso.

            Suggeriamo al proprietario di Mediaset di cambiare ufficio stampa e di assumere collaboratori maggiormente informati su cosa accade a Milano. E’ inutile entrare in campo, nella campagna elettorale di una città di cui non si conoscono le dinamiche. I territori, le popolazioni in lotta, sono una cosa seria. contraria alle logiche dei palazzi della politica. Dovrebbero imparare dalle piazze e dalle strade di quei paesi da cui secondo loro verrebbe la terribile minaccia migrante e da quelle di Spagna… se ne fossero capaci

         Saluti dal Comitato No Expo e a presto, molto presto, statene certi, comunque vada.  

Comitato No Expo 

info@noexpo.it    www.noexpo.it

Posted: May 21st, 2011 | Author: Comitato NoExpo | No Comments »