ascolta la corrispondenza dalla CisGiordania e Gaza del 3 gennaio da radio OndaRossa
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news da indymediaitalia
ultimo aggiornamento 4-gennaio. Dopo una settimana di bombardamenti da parte dell’aviazione e dell’ artiglieria isrealiana, la popolazione palestinese si confronta ora con un nuovo inquietante scenario. Numerosi carri armati israeliani sono entrati attraverso il confine della striscia di Gaza. Dall’inizo dell’offensiva di terra già si contano decine di morti in poche ore. Forse delle vittime anche tra i soldati israeliani.
Il numero totale dei decessi è arrivato a oltre 500, 2500 i feriti.
Oscurata la tv palestinese che adesso trasmette solo propaganda israeliana e attaccate tutte le centrali telefoniche, rendendo molto difficili le comunicazioni.
Nelle notti scorse numerose incursioni aeree nel territorio.
Colpita anche una moschea nella località di Beit Lahya, nel Nord della Striscia di Gaza, almeno 16 morti e molte decine di feriti. Anche le barche dei pescatori e il porto di Gaza sono stati distrutti dai missili israeliani.
Il bilancio delle vittime cresce ora per ora e sono in corso numerose manifestazioni in tutto il mondo a sostegno della popolo palestinese, da Tel Aviv alla Nuova Zelanda.
Proteste anche dei diplomatici di numerosi paesi, ma non raggiungono l’effetto sperato facendo sembrare l’Onu sempre più una farsa. Gli Stati Uniti infatti hanno bloccato un tentativo della Libia di convincere il Consiglio di sicurezza dell’Onu a chiedere un cessate il fuoco immediato a Gaza. Washington ha rifiutato di sostenere un documento presentato dalla Libia e l’iniziativa è caduta. Tra i politici schierati a favore del massacro del popolo palestinese ricordiamo il ministro degli esteri italiano Frattini, che nei giorni scorsi aveva assicurato che non ci sarebbe stata l’offensiva di terra, e che a tutt’oggi non chiede il cessato il fuoco ponendo l’accento sull’estremismo di Hamas.
Prosegue anche la sistematica disinformazione da parte dei media ufficiali italiani e non…
Il numero dei morti a Gaza, per esempio, viene sistematicamente sottovalutato. La stampa «libera» ripete ossessivamente numeri come «427 morti, di cui 72 civili». Ma “la seconda cifra», ha ricordato John Holmes, il coordinatore ONU per gli affari umanitari che è sul campo, «non comprende i civili che sono maschi adulti».
Quindi, tutti i maschi adulti di Gaza sono considerati terroristi. Così ad esempio i quasi 180 cadetti di polizia massacrati il primo giorno mentre ricevevano il diploma, erano parte di un corpo disarmato, diciottenni che avevano trovato «quel che è così raro a Gaza, un salario», ha scritto Amira Hass, giornalista israeliana a Gaza, “anche le donne uccise mentre uscivano dalla moschea sono messe nella lista dei terroristi, perché portano il velo“. Continua anche il blocco degli aiuti umanitari, i farmaci e i viveri, oltre al divieto ai cronisti stranieri di entrare nella striscia.
Alcuni diplomatici USA intanto incoraggiano le azioni dell’esercito israeliano e rilanciano:
«Stiamo guardando a un potenziale fronte multiplo qui, a un più largo conflitto. A questo punto fra l’Iran e la sua bomba atomica non c’è alcun ostacolo, se non l’uso della forza militare degli USA o di Israele, Questo non è un problema solo israeliano; è collegato alla minaccia di Mumbai (!), di Beer Sheva, o – dio non voglia – a New York, e noi possiamo batterlo solo se abbiamo la volontà unitaria di non lasciare che questi terroristi uccidano i cittadini e distruggano il nostro modo di vita».
Facendo intendere con le loro menzogne propagandistiche che il conflitto potrebbe estendersi anche all’Iran.
Intanto sappiate che ogni prodotto ha un codice a barre. I prodotti israeliani hanno un codice che inizia per 729. Ogni euro che noi spendiamo si trasforma in armi che sparano contro la popolazione palestinese. Quando andate a fare la spesa, non comprate prodotti israeliani. Non dirigete soldi in quella direzione.
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