::: FEMMINILIZZAZIONE DEL LAVORO E RIDEFINIZIONE DELL’ISTITUZIONE DELLA FAMIGLIA :::
con
GRAZIELLA DURANTE – Ricercatrice di Filosofia, Uninomade 2.0
Venerdì 23 marzo 2012
alle 15:30
Aula LP – Lettere Precarie
Facoltà di Lettere e Filosofia – Federico II – via Porta di Massa 1
ASCOLTA LA REGISTRAZIONE DELLA PRIMA PARTE DEL SEMINARIO:
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LEGGI L’INTRO:
L’istituto della famiglia viene messo in discussione dall’evoluzione dei modelli produttivi già a partire dalla transizione del modo di produzione capitalistico dal fordismo al post-fordismo.
Eppure con la distruzione del welfare e la frammentazione del lavoro vivo fino al livello della precarietà individuale la famiglia continua ad avere un posto di primo piano nell’organizzazione sociale così come intesa dalle ideologie neoliberali.
Già i movimenti autonomi femministi avevano posto il problema del lavoro di cura e del lavoro domestico come segmento della riproduzione sociale non riconosciuto e soprattutto non retribuito, mettendo in discussione la scansione del tempo di lavoro e di vita e in generale mettendo al centro il concetto di produttività e improduttività della vita stessa.
Oggi il lavoro di cura, e in generale le forme di produzione e riproduzione sociale che si nutrono delle relazioni, dell’affettività, del linguaggio e della cura, sono al centro di profonde trasformazioni.
Anche i movimenti e le soggettività che si battono per rivendicare, conquistare e produrre nuovo welfare, inteso come commonfare, ossia al tempo stesso come reddito sganciato dalla prestazione lavorativa, nuove misure di tutela e di diritti autonomi, che non assumono il lavoro come il centro della vita degli individui, e come critica della famiglia come unità produttiva e come unica forma superstite di erogazione di welfare, retaggio dell’ideologia tardoliberale, si interrogano oggi su quali forme di lotta e di produzione di welfare dal basso e di comune è possibile mettere in campo a partire dalle trasformazioni del mercato del lavoro e delle soggettività che emergono nel campo del lavoro di cura.
Cosa significa femminilizzazione del lavoro in relazione a queste trasformazioni?
Come si mette in campo una critica permanente dell’istituzione-famiglia?
In che modo ciò si traduce nelle lotte che rivendicano, conquistano e riproducono nuovo welfare, come superamento dei modelli anche culturali della società fondata sulla famiglia?
Proveremo a porci queste domande e a farne un terreno di inchiesta permanente da mettere anche a verifica rispetto alle lotte che si producono sui territori.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:
Cristian Marazzi, Il posto dei calzini.
http://books.google.it/books?id=8YMbQmhfki4C&printsec=frontcover&dq=il+posto+dei+calzini+marazzi&hl=it&sa=X&ei=5fVdT5C-OMuJhQf9-tzODg&ved=0CDcQ6AEwAA#v=onepage&q=il%20posto%20dei%20calzini%20marazzi&f=false
Saskia Sassen, Le città nell’economia globale, Il Mulino, Bologna, 2003. (capitolo VII – pp. 217/238)
Cristina Morini, Per amore o per forza. Femminilizzazione del lavoro e biopolitiche del corpo, Ombrecorte, Verona, 2010.
(capitoli II, III, IV – pp. 49-122)
Cristina Morini, La serva serve, DeriveApprodi, 2001.
Intervista a Kathi Weeks di Anna Curcio. La riproduzione del possibile, Oltre il lavoro oltre la famiglia. (http://uninomade.org/la-riproduzione-del-possibile-oltre-il-lavoro-oltre-la-famiglia/)
Graziella Durante, Lavorare la vita, Strategie di conciliazione e tentazioni di infedeltà nel mondo del lavoro femminile (http://uninomade.org/lavorare-la-vita/)
V-D Medea, Indagine sul corpo al di sopra di ogni sospetto. In tutte noi c’è una plebea, per fortuna (http://medea.noblogs.org/2012/01/23/contributo-per-unindagine-su-un-corpo-al-di-sopra-di-ogni-sospetto-in-tutte-noi-ce-una-plebea-per-fortuna/)
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