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Che fara' il barrio senza di voi?
by tzigari Sunday, Jun. 30, 2002 at 7:06 PM mail:

-articolo dal barrio La Fe by Indy piquet movil team-

Che fará il barrio senza di voi?

Questo articolo é stato publicato due settimane fa. E' stato scritto nel barrio di Dario. Anche se lui non lo ha letto, quello che scriviamo é frutto del suo lavoro. Lo riproponiamo ora come omaggio a un compagno che non dimenticheremo mai. Domani tutti in strada!

Alcune parole su come vivono e lottano quotidianamente i disoccupati del MTD Lanús x Sebastian Hacher.

Un giorno nella vita di un movimento di disoccupati.


1

-Non so cosa sia, come se fosse triste, é sempre cosi.

Parlavamo della ragazza che non sorrideva nonostante lo sforzo che avevamo fatto per cercare di attirare la sua attenzione. Io ero seduto in una panchina que undulava piantata come era sul terreno scosceso, lui era su una montagnetta di sabbia, vicino a dove i bambini giocavano su un' altalena di ferro. Faceva freddo e anche mentre ci dividevamo una sigaretta ogni due boccate le mani tornavano nelle tasche calde.

Non so esattamente quando se ne andó; io stavo giocando con i bambini che mentre bevevano latte e riso con pane o senza niente, si agitavano per via della novitá quasi magica di poter attardarsi nella mia stanza.

Qualcuno disse che erano spari, noi invece pensammo si trattasse di petardi, come quelli che si usano allo stadio. Solo piú tardi, di notte sapemmo che erano proiettili, e che il ragazzo che stava parlando e fumando con noi solo cinque minuti prima, adesso era steso per terra con due proiettili di itaka nella gamba.

Fu per via di una donna, una situazione stupida; l'ex marito l'ha vista parlare tranquillamente con qualcuno. L'emarginazione, la gelosia patologica e la mancanza di valori hanno fatto il resto.


Qui le cose sono cosí, piene di dettagli esasperanti che a volte sembrano distruggere la vida di fronte ai nostri occhi.

Lanús, il distretto governato da ben 24 anni dall'ottantenne Manuel Quindimil che secondo PJ é "identico a Perón", ha quasi tutte le starde asfaltate. Quasi, perché in questa benedizione di cemento non sono inclusi alcuni settori del Barrio la Fe, dove siamo adesso e dove nei giorni di pioggia le strade dei nuovi insediamenti si trasformano in crateri e le casette di lamina e legno diventano parte del letto di un fiume che nessuno vuole navigare.

A qualche isolato dalla strada che delimita il confine con il barrio Urquiza, c'é l'insediamento piú recente, un caos di machine di "botelleros" e cani rachitici completano questo paesaggio irregolare al quale il visitatore si abitua subito. Barriere improvvisate, muretti non finiti e svariate altre cose delimitano i terreni e le case, di questo paesaggio che sembra essere in costante mutamento. Giovani donne con i bebé tra le braccia ascoltano cumbia alla radio, e la musica si mischia con i suoni provenineti dalla radio del nonno che seduto nella veranda é intento a sintonizzare un canale di suo gusto.

Il barrio é cosi: umano; cosí é il luogo dove i disoccupati si organizzano e lottano girno dopo giorno.


2

Eravamo nella spazio comunitario del barrio La Fe, un magazzino costruito con lamine e mattoni che funge da sede del ‘Movimiento de Trabajadores Desocupados' del barrio, dove ogni giorno centinaia di disoccupati realizano le loro attivitá, si organizzano e lottano per "lavoro, dignitá e cambio sociale", le tre parole chiave, bandiera del moviento pitturate all'entrata della sede.

La mattina, dopo che i galli cantano e dopo che il freddo ti é entrato nell'anima arriviamo al magazzino. In un lato ci sono due forni, uno preso in prestito ed uno che apartiene al movimento, ci sono anche una bilancia e un frigorifero che fanno parte del prezioso tesoro della panetteria, che é ancora in fase di esperimentazione. Questi "mezzi di produzione", dal magazzino ai macchinari, sono proprietá sociale del movimento. Questi concetti, quello di proprietá e quello di benefici sociali sono al centro del dibattito politico. Se le cose sono di tutti, frutto della lotta di tutto il movimento, perché qualcuno potrebbe pensare di avere piú diritti di altri compagni?

Si beve mate al mattino, mentre arrivano i compagni e le cose che mancano: il grasso auto-prodotto, 50 kg di farina, lievito, sale e molte braccia disposte a impastare.

La pasta e fatta da tante mani, una forma di lavoro basata sulla collecttivitá e lo scambio di saperi. Si ride e si fa a gara a chi lavora piú velocemente. Il compagno ex-panettiere é escluso dalla competizione. Lui muove le braccia come se stesso suonando un tamburo e affonda le dita nel miscuglio di acqua e farina che in pochi minuti sará pronta per lievitare.

Mentre si aspetta che la pasta cresca, si fanno dei calcoli. Calcoliamo che se vogliamo vendere quasi a prezzo di costo, senza speculare, il prezzo sará di 1,20 pesos. Con il guadagno compreremo dei lucchetti per la libreria.

Alle 11:00 l'odore di pane riempe tutto il magazzino e distrae chi sta partecipando a un corso di formazione in una sala adiacente. Noi ci ammassiamo alla porta della panetteria per assaggiare il pane caldo appena uscito dal forno. Non mi posso lamentare, per 30 centesimi compro il mio primo quarto di pane prodotto dai lavoratori disoccupati.
Con il sole di mezzogiorno e un po di pane caldo nello stomaco, adesso il freddo ed io andiamo molto piú d'accordo.

Il pane viene prodotto secondo ricette tradizionali, é buono, e si sta pensando di aumentare la produzione a 200 kg, per poter soddisfare ai bisogni di tutte le famiglie del movimento. Per far ció, bisognerá finire il forno e trovare un motore per l'impastatrice.


3

Nel frattempo sempre nel magazzino procede il corso di formazione. Mentre il pane si cucina nel forno, loro stanno facendo un esercizio di una cosa che loro chiamano dinamica, secondo i principii dell'Educazione Popolare. Il compagno che coordina il corso ha disegnato un quadrato per terra e a turno ogni componente dei due gruppi deve entrarci dentro. I gruppi sono formati da uomini, donne e giovani, peró uno ha un lider ipotetico e l'atro no. Si dibatte, si ride, fino alla fine quando tutti sono entrati nel quadrato. Poi inizia la seconda fase, ed il coordinatore disegna altri quadrati sempre piu' piccoli. Alla fine del gioco nel quadrato rimarra solo una persona, il delegato del gruppo con il lider, mentre quelli del secondo gruppo decidono di mettersi tutti insieme attorno al quadrato.

A questo punto inzia una discussione degna di un film di Ken Loach, concetti semplici come solidarietá, collaborazione tra compagni, rispetto, compromessi, vengono discussi da tutte le circa venti persone che fanno parte del corso, e piano piano si arriva a delle elaborazioni e conclusioni collettive.

Verso la fine, lo stesso ragazzo che solo due ore piu tardi sará all'ospedale con due proiettili nella gamba dice che "inizialmente pensavo che l'esercizio fosse una cosa stupida, ma adesso mi rendo conto che comunicare con gli altri é importante e credo che tutti dovrebbero partecipare".


4

-E gli altri dove sono?

Questa mattina, mentre noi facevamo il pane circa cento compagni sono andati a piedi alla stazione di Lanús a una ventina di isolati dal barrio. Da li, in treno, sono andati a Glew, dove si sono coordinati con altri compagni per andare a Guernica, localita degna del nome che porta. A Guernica si sono uniti ad altri gruppi di disoccupati di altre zone.

Una delle caratteristiche fondamentali della CTD Anibal Verón, che comprende varii CTD di varie zone, e che se toccano un compagno toccano tutto il movimento; quando un barrio fa delle rivendicazioni, queste diventano di tutto il movimento.

-Oggi siamo venuti tutti senza bambini perché l'aria é pesante.

L'uomo di potere della provincia é il capetto di transito, una persona con un passato di torturatore nella ESMA e con varii trascorsi repressivi nella zona. Lui controlla la polizia, i funzionari e anche i giudici. Si é rifuggiato qui in questa provincia, dopo anni al servizio della patria assassinando e torturando la gente. Ultimamente, preoccupato per le mobilitazioni dei piqueteros non si fa piú vedere in faccia e al suo posto dialoga un funzionario di terza o quarta categoria, parte del consiglio locale.

Si negozia per la strada; i piqueteros non vogliono entrare in questo municipio che sembra fatto apposta per tendere una trappola mortale. Mentre parlano di fronte alle telecamere si forma un cordone di sicurezza per proteggere le migliaglia di persone che si sono assemblate per dare solidarietá.

La situazione é molto tesa, peró non esce dalla rutine degli ultimi mesi di proteste. Non si sa mai quello che puo succedere, ci si aspetta di tutto, spari, provocazioni…

Al ritorno rientriamo in treno, tutti insieme, Nessuno compra il biglietto, e ad ogni stazione appaino striscioni, bandiere, bastoni. I passegeri e il bigliettaio non si scompongono visto che da mesi ormai, é normale che i piqueteros viaggino in treno gratuitamente per spostarsi da una parte all'altra.


5

-Juan corre dietro ad un tamburo

Juan Arredondo, una persona robusta di 40 anni, tre figli, di professione falegname, carpentiere, meccanico e piquetero per necessitá e convinzione. Le idee di Juan hanno superato una prova di fuco; letteralmente. Circa due mesi fa durante una manifestazione di fronte al municipio di Lanús un poliziotto in abiti civili gli ha sparato addosso.

Quando caddé a terra, con un proiettile di 9mm che gli aveva attraversato un polmone, Juan decise che non voleva morire e da solo si presto i primi soccorsi. Con tutte le sue forze, aspettando che la polizia smettesse di reprimere, riusci a piggiare la spalla ferita contro l'asfalto per evitare di morire dissanguato. Solo parecchio tempo dopo una compagna riesce ad avvicinarsi a lui e a fargli una fasciatura d'emergenza.

Dopo un mese, Juan, era nuovamente per strada a protestare. Durante la prima mobilitazione dopo il ferimento non poteva ancora camminare bene ed era molto debole, peró spiegava che doveva stare la per dare l'esempio ai piú giovani.

Juan é entrato nel movimeto circa un anno fa, dopo un anno di vita da disoccupato. Come la maggior parte dei piqueteros, lo ha fatto per necessitá, e come molti ha continuato per convinzione, "é necessario continuare a lottare perché tutti possano migliorare le proprie condizioni".

Adesso Juan fa i miracoli per far andare un camion degli anni sessanta, comprato con la cassa comune e che serve per trasportare macchinari e persone, per fare provviste collettive per distribuire materiale e chissá, forse anche per distribuire 100 kg di pane.

Fa fatica, ma magicamente crede in se stesso, e anche noi crediamo in lui.


6

Il camion riposa all'entrata del cantiere dove fabbicano mattoni e dove stanno costruendo degli spazi per la falegnameria, il tornio e una sala per cucito. Oggi al cantiere lavorano quattro persone, due anziani e due giovanissimi. Parlano poco, sono abituati ai rigori del lavoro di cantiere, si scambiano commenti sporadici in completa tranquillitá.

Lavorano con tranquillitá quasi accarezzando i mattoni. I piú giovani imparano e aiutano. Non esistono piú gerarchie e la figura del capo e stato completamente e felicemente soppressa, rimane solo il rispetto per l'esperienza accumulata in anni di lavoro.

Alcuni ci avevano avvisato che i vecchi non parlano molto, Comunque noi decidiamo di provare lo stesso e chiediamo se possiamo fare un intervista che ci viene subito concessa.

-Abbiamo costruito tutto le pareti, il tetto, abbiamo fatto l'impianto elettrico. Siamo contenti perché adesso la gente ha un posto dove andare. Stiamo costruendo alcuni appartamenti, "avanziamo lentamente, peró avanziamo".


7

Quelli che se ne sono andati sono coloro che per paura o ignoranza "sono passati dalla parte delle autoritá municipali". Con il piano "Plan Jefes y Jefas de Hogar" il governo ha lanciato un offensiva contro il movimento dei disoccupati che é stata particolarmente feroce nel barrio la Fe. I funzionari del governo sono andati in tutte le case distribuendo carte che convocavano i disoccupati a lavorare per il municipio promettendo una possibile riforma della legge che dovrebbe universalizare gli aiuti sociali.

-Se non vieni con noi rimani senza mangiare

Questa é la minaccia piú usata dai funzionari del governo che si aggirano per il barrio cercando di cooptare i disoccupati. Visto peró che questo non funziona usano anche altri metodi come le minacce, l'ostentazione di armi, i furti etc…

Il governo agisce in maniera illegale e non solo per via delle armi usate a scopo di convincimento; non vogliono ricordare che in tutti i barrios é in vigore un compromesso formale conquistato con le mobilitazioni, secondo il quale il governo deve rispettare l'autonomia delle organizzazioni di disoccupati e deve favorire i progetti comunitari.

Il loro "vieni con noi" implica due cose: pulire le strade della provincia e infoltire le statistiche del governo. In entrambe i casi il significato é lo stesso: la perdita definitiva della dignita.

Si dice che quel che non uccide ingrassa, e qui é successo esattamente questo: le minacce e le manovre del governo hanno rafforzato il movimento.

Per noi autonomia significa conflitto con il governo, dice un militante del MTD, un conflitto che é ormai una realtá quotidiana.

8

Sono le 5:00pm e i bambini che escono da scuola bevono il latte. Non c'é piú pane fino a domani e i disoccupati dell'ultimo turno di guardia si dividono in due gruppi, uno pulisce l'atro si occupa della ferramenta.

Mentre scende la notte, tutti tornano verso le proprie case. Le figurine di uomini, donne e giovani si perdono per le strade e poi dentro le casette di legno, lamiera e mattoni e con le braci accese passerá un'altra freddissima notte.

Domani, al canto del gallo, inizierá un nuovo giorno nel Barrio La Fe, questo giardino di miseria dove fiorisce la lotta per la sopravvivenza e la dignitá.




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Titolo Autore Data
solidarieta' ed insegnamento italiano Sunday, Jun. 30, 2002 at 7:06 PM
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