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http://italy.indymedia.org/news/2003/02/170233.php Nascondi i commenti.

La privatizzazione dell'acqua
by tujojuanmariarodriguez Thursday, Feb. 06, 2003 at 4:23 PM mail:

richiesta informazioni sulla privatizzazione dell'acqua

Da pochi giorni sono venuta a conoscenza del problema della privatizzazione dell'acqua e delle pressioni che vengono fatte ai comuni per trasformare i consorzi gestori in SPA in attuazione dell'art. 35 della finanziaria 2002 credo nonostante questo articolo non sia applicabile visto che il Governo non ha emanato il Regolamento attuativo della norma Inoltre lo stesso articolo 35 è sub judice al vaglio della Corte Costituzionale in seguito al ricorso di 5 Regioni. In alcuni comuni si stanno organizzando delle lotte per rendere sensibile la popolazione a questo tentativo di mercificazione di una risorsa come l'acqua che, essendo quotidianamente presente ed indispensabile nella vita degli uomini, non può essere trasformata in un anonimo prodotto di supermercato sul quale trarre guadagno il più possibile. Allego a questo testo le uniche informazioni che ho e avrei piacere di ricevere documenti che trattino questo problema e aggiornamenti su battaglie in atto o che si intende intraprendere.

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MORE NOTIZIE
by UNC Thursday, Feb. 06, 2003 at 4:36 PM mail:

AI POSSESSORI DI FASTWEB O AI NAVIGANTI.
RISALE AD UN PAI D'ANNI FA UN SERVIZIO DETTAGLIATO E INTERESSANTE REALIZZATO PER LA TRASMISSIONE REPORT ED INTITOLATO "ACQUA PAGATA, ACQUA REGALATA" DOVE SI ANALIZZANO LE ATTUALI NORMATIVE SULLE ACQUE REFLUE, POTABILI E COMMERCIALI RISALENDO LETTERALMENTE ALLA FONTE.
SI PUò TROVARE IL SERVIZIO COMPLETO SU RAICLICK OPPURE LEGGERNE IL TESTO SUL SITO DI REPORT.
UN ESEMPIO, LE SOCIETà CONCESSIONARIE PAGANO ALLOSTATO UNA TASSA SULLA CONCESSIONE DELLE FONTI ALLE QUALI ATTINGONO LE FAMOSE ACQUE IN BOTTIGLIA, PECCATO CHE LA SUDDETTA GABELLA SIA UN REGIODECRETO CHE CALCOLA L'IMPORTO IN BASE AI METRI QUADRATI RECINTATI DELLA FONTE(UNA CASETTA DI 10MQ IN ALTA MONTAGNA DI SOLITO)! SIMPATICO ESCAMOTAGE CHE PERMETTE ALLA FERRARELLE DI PAGARE 5-6000EURI L'ANNO PER RIVENDERLA CON RICAVI CHE NOI POVERI SALARIATI POSSIAMO SOLO IMMAGINARE. IL CONSORZIO DEI "PRODUTTORI" DI ACQUE MINERALI RICONOSCE L'INADEGUATEZZA DELL'ATTUALE CANONE MA RIFIUTA CATEGORICAMENTE L'IPOTESI DI UN CALCOLO BASATO SUI LITRI ESTRATTI.

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è una battaglia persa
by Lorenzo Thursday, Feb. 06, 2003 at 5:02 PM mail:

perchè se lo stato aggiornasse tale metodo di calcolo della tassa, tutte le compagnie aumenterebbero il prezzo della bottiglia.
Ce la sentiamo di ritornare a bere l'acqua del rubinetto come si faceva dalle mie parti fino a qualche anno fa ?

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ma no
by tujojuanmariarodriguez Thursday, Feb. 06, 2003 at 5:56 PM mail:

il discorso è diverso io volevo info sull'art 35 che obbliga i consorzi e le aziende speciali a trasformarsi in Spa. Inoltre queste Spa anche se totalmente a capitale pubblico entro due anni alla concessione che hanno avuto, devono vendere il 40% delle loro quote a soggetti privati. Si sta cercando di pressare questi soggetti anche se il termine per la trasformazione è il 30/06/2003.
In aggiunta ma non meno grave c'è da dire che:
1 l'art. 35 è vigente ma non è applicabile visto che il Governo non ha emanato il Regolamento attuativo della norma.
2 lo stesso art. è sub judice al vaglio della Corte Costituzionale per il ricorso di 5 regioni: Emilia Romagna, Toscana, Campania, Basilicata,Umbria.
Nel primo messaggio ci sono allegati dei doc. Chiedo nuovamente info su iniziative in atto e in costruzione e nuovi documenti.
Ciao da Tucojuanmariarodriguez.
Biooondo lo sai di chi sei figlio tu? di una grandissima..... Puttananananàààànananaaaaa. (Il buono, il brutto, il cattivo)

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Acqua in bocca, compagni!
by orioles/onnivora Thursday, Feb. 06, 2003 at 6:24 PM mail:

"... In nessun altro paese al mondo è stata finora resa obbligatoria la privatizzazione dell'acqua: che nei documenti delle Nazioni Unite è indicata come risorsa planetaria globale, non assoggettabile alle logiche di mercato. Se l'idea di privatizzare l'acqua fosse venuta da Berlusconi, saremmo tutti qui a far casino. Ma viene dai Ds, e perciò noi compagni (tranne qualche "irresponsabile") ce ne stiamo zitti..."

Naturalmente Orioles vuole essere provocatorio (?). Comunque dell'acqua ci occupiamo troppo poco, in genere... O no?
Questa è la sezione acqua di Onnivora, con un po' di notizie non proprio diffusissime.


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Pagando H2O e servizi fantasmi
by Leonardo Sunday, Feb. 09, 2003 at 7:56 PM mail:

Le Spa che gestiscono l'acqua e che la vendono o in bottiglia o via "rubinetto" offrono volentieri servizi fantasma (vedi depurazione e fognature).
L'utente accorto può far notare la mancanza del servizio... altrimenti paga.
La mancanza del servizio deve però essere verificata da un tecnico della Spa stessa...
Della serie te paga poi NOI, con calma, si controlla se effettivamente svolgiamo quel servizio...
...Una causa per truffa sarebbe forse poco?

PS:
L'acqua NON è merce. Il servizio non deve essere un ricatto.

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LA PRIVATIZZAZIONE DEL SERVIZIO IDRICO IN ITALIA
by fandango Sunday, Feb. 09, 2003 at 8:46 PM mail:

LA PRIVATIZZAZIONE DEL SERVIZIO IDRICO IN ITALIA
Piccola guida per capire come l¹acqua,un bene essenziale, diventi una
merce e non più un diritto

GLI STRUMENTI

Legge 36 del 1994 ­ Finanziaria 2002 articolo 35


PRINCIPI GENERALI

. Art. 1: ³Tutte le acque superficiali e sotterranee (Š) sono pubbliche e
costituiscono una risorsa che è salvaguardata ed utilizzata secondo criteri
di solidarietà².

.³ Qualsiasi uso delle acque è effettuato salvaguardando le aspettative e i
diritti delle generazioni future a fruire di un integro patrimonio
ambientale².

. Risparmio idrico. ³ Il risparmio della risorsa idrica è conseguito, in
particolare, mediante la progressiva estensione delle seguenti misure:
risanamento e ripristino delle reti esistenti che evidenziano rilevanti
perdite, installazione di reti duali nei nuovi insediamenti abitativi,
commerciali e produttivi di rilevanti dimensioni. (Š) diffusione dei metodi
e delle apparecchiature per il risparmio idrico domestico e nei settori
industriali, terziario ed agricolo² (Š)

- Considerazioni Per il momento tutto è perfetto: si parla addirittura di
³solidarietà cioè di soddisfazione di bisogni e necessità altrui senza
corrispettivo. Significa condividere con altri i beni di cui si dispone,
suddividendo equamente le risorse. E sicuramente la gestione solidale
dell¹acqua non è compatibile con il fine di lucro e il profitto di pochi.


IL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO

. I servizi idrici sono riorganizzati sulla base di Ambiti Territoriali
Ottimali.
Gli ATO sono individuati dalle Regioni e dovrebbero servire a superare la
frammentazione delle gestioni e a conseguire ³adeguate dimensioni
gestionali² dal punto di vista fisico, demografico e tecnico-amministrativo
cioè zone territoriali che presentano caratteristiche taki da rendere
vantaggiosa la gestione unitaria del servizio integrato.

GESTIONE DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO
. Art. 9 ³I Comuni e le province di ciascun ambito territoriale ottimale
(,,,) organizzazno il servizio idrico integrato (Š) al fine gi garantirne la
gestione secondo criteri di efficienza, efficacia e di economicità². (Š)

Art. 11 ³La Regione adotta una convenzione tipo e relativo disciplinare per
regolare i rapporti tra gli enti locali e i soggetti gestori dei servizi
idrici integrati in conformità ai criteri ed agli indirizzi dell¹art. 4 fra
cui (Š) L¹obbligo del raggiungimento dell¹equilibrio economico-finanziario
della gestione (Š)

Art. 13 ³La tariffa costituisce il corrispettivo del servizio idrico (Š). La
tariffa è determinata tenendo conto della qualità della risorsa idrica e del
servizio fornito, delle opere e degli adeguamenti necessari, dell¹entità dei
costi di gestione delle opere, dell¹adeguatezza della remunerazione del
capitale investito e dei costi di gestione delle aree di salvaguardia, in
modo che sia assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e
di esercizio²

- Considerazioni Comincia ad evidenziarsi il carattere spiccatamente
imprenditoriale della gestione. Province e Comuni devono predisporre un
programma degli interventi necessari per mantenere e/o migliorare gli
impianti, corredato da un ³piano finanziario e dal connesso modello
gestionale ed organizzativo² . Devono cioè approntare un programma operativo
completo in tutti gli aspetti, anche finanziari.
Collegando tutto ciò con la prescrizione sulla tariffa, risulta chiara la
connotazione aziendale della gestione: la tariffa infatti costituisce
dichiaratamente ³il corrispettivo² (cioè il prezzo) del servizio idrico
integrato² e deve garantire ³la copertura integrale dei costi di
investimento e di esercizio² compresa ³l¹adeguata remunerazione del capitale
investito² .

La remunerazione del capitale investito non è altro che il profitto
d¹impresa!

Ma perché prevedere necessariamente un profitto anche se il gestore è
pubblico?
Evidentemente i principi enunciati nelle premesse della legge sono solo
vuote enunciazioni. Il criterio di solidarietà ha poco a che vedere con il
profitto.
Anche il risparmio idrico, altro obiettivo della legge, è poco compatibile
con una gestione di tipo imprenditoriale: la riduzione dei consumi non si
accompagna mai al profitto; se mai induce una riduzione degli utili
dell¹impresa che di quei consumi vive. In altre parole: come sarà possibile
risparmiare il bene acqua se chi deve provvedere a ciò guadagna
proporzionalmente a quanto consumiamo?


CONTROLLO DI FATTO IN MANI PRIVATE

Nel linguaggio corrente, il termine privatizzazione viene indifferentemente
usato per descrivere due processi diversi : la concessione di un servizio
pubblico ad aziende private e la trasformazione in un ente di diritto
privato (di solito una SpA) di aziende o enti pubblici.
Il risultato di una privatizzazione piuttosto che dell¹altra è pressocché
identico o tende ad esserlo nel medio termine, non solo perché una SpA
controllata da un ente pubblico può essere ceduta al capitale privato con il
semplice passaggio delle azioni, ma soprattutto perché, in entrambi i casi,
il gestore non può che comportarsi come un imprenditore.
Deve cioè tendere alla realizzazione di un profitto.

Quindi, anche se controllata da un ente pubblico che, per definizione, non
ha fini di lucro, la SpA costituita per gestire un servizio pubblico non può
avere deficit di bilancio (pena il fallimento come qualsiasi società di
diritto privato) e deve realizzare profitti.
Anche l¹amministrazione pubblica più sensibile agli interessi generali e
sociali non potrà, quindi, che inchinarsi alle esigenze del profitto e,
nonostante detenga il pacchetto di maggioranza, sarà costretta a scelte di
gestione decisamente improntate ai principi liberistici e di mercato; dovrà,
in sostanza, operare come qualunque impresa commerciale.


CONVENZIONE REGIONALE

ART. 11 La convenzione adottata dalle regioni per regolare il rapporto fra
enti locali e gestore del Servizio Idrico Integrato comprende:
a) regime giuridico prescelto per la gestione del servizio
b) obbligo del raggiungimento dell¹equilibrio economico finanziario della
gestione
c) la durata dell¹affidamento, non superiore comunque ai 30 anni
d) criteri per definire il piano economico finanziario per la gestione
integrata del servizio
e) modalità di controllo del corretto esercizio del servizio
f) livello di efficienza e di affidabilità del servizio da assicurare
all¹utenza anche con riferimento alla manutenzione degli impianti
g) facoltà di riscatto da parte degli enti locali
h) obbligo di restituzione delle opere, degli impianti e delle
canalizzazioni dei servizi (Š) oggetto dell¹esercizio, in condizioni di
efficienza ed in buono stato di conservazione
i) idonee garanzie finanziarie ed assicurative
j) penali, sanzioni in caso di inadempimento e le condizioni di risoluzione
secondo i principi del C.C.
k) i criteri e le modalità di applicazione delle tariffe determinate dagli
enti locali e del loro aggiornamento, anche con riferimento alle diverse
categorie di utenze

Considerazioni La discrezionalità di ogni Regione appare troppo ampia.
Nessun criterio generale viene fissato dalla norma statale. Può accadere che
la periodicità e le modalità di controllo risultino enormemente diverse da
una Regione all¹altra con sperequazioni inaccettabili fra utenti che hanno
gli stessi diritti alla sicurezza e alla regolarità nella fornitura
dell¹acqua potabile.
Gli attuali controlli degli enti pubblici sulla qualità dell¹acqua sono
frequenti: quale cadenza potranno avere una volta affidati a SpA (a capitale
pubblico o privato)? Non sarà forte la tentazione di ridurre i costi
limitando i controlli? E le Regioni saranno in grado di imporre frequenti
verifiche qualitative?

Le inottemperanze e le violazioni del soggetto gestore sono considerate
³inadempienze² da punire con penali o ³risoluzione secondo il C/C² quindi
un controllo non preventivo ma successivo.

L¹incongruità più evidente fra i fini dichiarati dalla legge nelle premesse
e gli strumenti giuridici in concreto adottati sta proprio nella scelta di
un soggetto gestore terzo, caratterizzato dalla sua estraneità
all¹organizzazione e agli enti pubblici competenti. L¹unico esile legame fra
l¹organizzazione pubblica in tema di acque e il gestore preposto dall¹ATO è
la convenzione stipulata con gli enti locali che costituiscono l¹unica fonte
degli obblighi del gestore verso la pubblica amministrazione.

Con questo contratto regionale, dovrebbero trasferirsi sul gestore (SpA) gli
obblighi di realizzare le finalità della legge, quali il risparmio delle
risorse, l¹equilibrio di bilancio idrico, la priorità del consumo per
consumo umano, gli interventi di manutenzione e di adeguamento delle
strutture e via dicendo. In sostanza sarà una SpA a decidere il da farsi per
il ³bene dei cittadini².


LA TARIFFA

ART. 13 ³La tariffa costituisce il corrispettivo del servizio idrico (Š)
³Il Ministro dei Lavori Pubblici (Š) elabora un metodo normalizzato per
definire le componenti di costo e determinare la tariffa di riferimento. La
tariffa di riferimento è articolata per fasce di uenza e territoriali. (Š)
La tariffa di riferimento costituisce la base per la determinazione della
tariffa nonché per orientare e graduare nel tempo gli adeguamenti tariffari
derivanti dall¹applicazione della presente legge²

Considerazioni Si sente spesso dire fra gli addetti ai lavori che le
tariffe per il servizio idrico in Italia sono le più basse dei paesi
industrializzati e che, naturalmente: basse tariffe=servizio inefficiente.
Il basso livello delle tariffe deriva, tuttavia, da una precisa politica dei
governi succedutisi negli anni a partire dal dopoguerra.
In particolare va ricordato che fino al 1975 le tariffe sono state bloccate
e che sono stati apportati solo modesti incrementi rispetto ai livelli del
1942 per recuperare parte dell¹inflazione.
Successivamente l¹andamento tariffario ha seguito l¹incremento dei costi, ma
dal 1983 al 1989 è intervenuto un nuovo blocco, con aumenti contenuti nei
limiti del tasso di inflazione programmata.
Solo dal 1990 è stato previsto che, per i servizi gestiti dagli enti
pubblici, le tariffe coprissero almeno l¹80 per cento dei costi.

Quindi l¹assunto di base della tariffa bassa non ha ragione di essere: e¹
responsabilità politica di un governo decidere a quali condizioni offrire ai
cittadini un servizio pubblico e non può essere ragione di scandalo la
decisione di esigere un contributo ridotto o nullo.

Con la legge Galli, grazie alla tariffa diventata corrispettivo, si
trasforma il servizio idrico in prestazione commerciale, rendendo appetibile
il business da proporre ai naturali beneficiari della riforma: gli
investitori privati.

Le tariffe verranno decise da Comuni e Province che dovranno stabilire quali
aumenti, rispetto alla tariffa di riferimento indicata dal Ministro, debbano
essere apportati.

L¹aumento generalizzato delle tariffe è l¹effetto previsto e voluto!

Una delle motivazioni adottate, oltre alla copertura dei costi effettivi e
alla necessità di investimenti, è quella del risparmio: aumentando la
bolletta gli utenti sarebbero indotti a ridurre i consumi.
Peccato che in alcuni ATO dove la gestione è stata affidata ai privati,(vedi
quello di Arezzo) è stato previsto un consumo minimo fisso per ogni utenza
civile che molti utenti hanno verificato essere molto superiore al loro
abituale fabbisogno.
L¹effetto è facilmente intuibile: chi consumerebbe di meno è indotto a
sprecare l¹acqua che è, comunque, costretto a pagare nei limiti del consumo
minimo presunto.
In ogni caso, come si può realizzare il risparmio idrico se il gestore
misura i suoi ricavi in metri cubi d¹acqua consumati?


FINANZIARIA 2002 ­ ART. 35

ART 1/4 ³(Š) Per la gestione delle reti, degli impianti e delle altre
dotazioni patrimoniali gli enti locali, anche in forma associata, si
avvalgono:
a) di soggetti all¹uopo costituiti, nella forma di società di capitali con
la partecipazione maggioritaria degli enti locali, anche associati, cui può
essere affidata direttamente tale attività.
b) Di imprese idonee, da individuarsi mediante procedure ad evidenza
pubblica (Š)

1/5 ³L¹erogazione del servizio, da svolgersi in regime di concorrenza,
avviene secondo le discipline di settore con conferimento della titolarità
del servizio a società di capitali individuate attraverso l¹espletamento di
gare con procedure ad evidenza pubblica²

Considerazioni
L¹esternalizzazione dei servizi è l¹elemento centrale della manovra.
La gestione in economia non sarà più possibile. Se la legge Galli lasciava
ancora qualche spazio, con l¹articolo 35 si chiarisce che l¹unica forma
legale per la gestione del servizio idrico è quella della SpA.
Viene sancito l¹obbligo di messa sul mercato dei servizi di interesse
industriale (gas, rifiuti, acqua etc.) e di gestione attraverso società di
capitali, via via sempre più partecipate dai privati, il tutto attraverso
una fase transitoria della durata di 3/5 anni.

Si tratta quindi di un grande business per il sistema imprenditoriale
privato e per le multinazionali (le gare per l¹appalto dei servizi
industriali devono essere effettuate a livello europeo) già largamente
impegnate in Europa nella conquista di questi spazi di mercato.

Il comma 5 dell¹art. 35 della Fin. 2002 stabilisce che, prima della totale
liberalizzazione del servizio, ci sono 18 mesi di tempo per trasformare le
proprie gestioni in società di capitali (SpA) e per affidare ad esse il
servizio. Tale affidamento potrà avere comunque una durata non superiore ai
5 anni, a condizione però che entro due anni si attui la privatizzazione per
almeno il 40% della stessa società.
Se poi la privatizzazione supera il 50%, per premio vi è invece un anno di
proroga dell¹affidamento diretto.

Per quanto riguarda la gara ad evidenza pubblica, se è logico aspettarsela
quando un ente pubblico esternalizza un servizio, è assurda se si mette in
competizione da una lato una società privata (o una multinazionale) i cui
fattori di risparmio sono in buona parte tristemente noti a tutti (ad
esempio la spietata flessibilità e la precarizzazione del lavoro) e
dall¹altro l¹ente pubblico titolare del servizio che deve farsi carico di
una serie di fattori sociali volti ad assicurare garanzie sociali ed
universalità dei diritti.
Non inganni il fatto che le SpA nascenti siano partecipate
maggioritariamente dal pubblico. A parte il fatto che una SpA deve
funzionare con metodi ben precisi, il 51% pubblico è molto frazionato (ATO 1
Umbria 38 comuni) mentre il restante 49% è un blocco unico. Basta che un
solo comune voti a favore della parte privata e la maggioranza pubblica è
bella che sistemata.

Si sente spesso dire che le ingenti risorse da investire per
l¹ammodernamento di reti e impianti renderebbero indispensabile un
intervento privato, data la difficile condizione della finnanza pubblica.
Tale argomento fa apparire l¹intervento privato come animato da intenti
filantropici e non invece, come è nella realtà, calcolato e misurato sulla
base di piani finanziari che prevedono non solo il recupero del capitale
investito ma una sua lauta remunerazione attraverso la tariffa del servizio.

A questo punto non si capisce perché il pubblico, che non deve realizzare
nessuna remuneratività nell¹investimento, non possa operare, se necessario,
analoghe pianificazioni degli investimenti,
riuscendo peraltro (al contrario del privato) a dosare il carico
dell¹ammortamento di tali interventi, in parte sulla fiscalità generale ed
in altra parte sulla suddetta tariffa.



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