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NORD IRAQ: Allarme per il campo profughi di MAHMURA
by Dino Frisullo (By M.Molotov) Monday, Apr. 07, 2003 at 12:04 PM mail:

ASSOCIAZIONE AZAD - LIBERTA' PER IL POPOLO KURDO COMUNICATO STAMPA NORD IRAQ: ALLARME PER IL CAMPO PROFUGHI DI MAHMURA

La colonna di militari americani e peshmerga del Pdk tragicamente bombardata ieri da "fuoco amico" si trovava nell'area di Mekhmour, in kurdo Mahmura, a pochi chilometri dall'omonimo campo profughi che è ormai sulla linea del fronte. Sulla sorte dei quasi diecimila profughi kurdi che vi risiedono, per oltre metà minori, lancia un allarme Dino Frisullo, portavoce dell'associazione Azad.
Si tratta infatti di famiglie fuggite oltre confine nel '93 dopo la distruzione dei loro villaggi nel Kurdistan turco, e sospinte sempre più a sud, fino a dover passare le linee irakene, dalle continue incursioni turche e dall'inimicizia delle milizie kurde allora vicine alla Turchia. Oggi il patto tripartito fra Usa, Turchia e kurdi non dà maggior fiducia ai profughi, che chiedono la protezione dell'Onu.

Nella serata di ieri è giunto da Bruxelles il preoccupato appello di Ali Yigit, già deputato ad Ankara e ora vicepresidente del Congresso nazionale kurdo (KNK) in esilio: "I nostri compatrioti sono laggiù per amore di libertà e per sfuggire alla repressione. Chiediamo all'Onu di tutelarli ed a tutto il popolo kurdo di vigilare su di loro".

I pochi funzionari e medici delle Nazioni unite in effetti, secondo il responsabile del campo e la Mezzaluna Rossa kurda, avevano abbandonato il campo di Mahmura subito dopo l'ordine di evacuazione degli Usa senza neppure avvertire la popolazione, e sospendendo le forniture di medicinali e derrate alimentari senza le quali si rischia carestia ed epidemie. L'associazione Azad chiede, in questo senso, anche l'intervento del Tavolo delle Ong e dei loro operatori sul campo.

Roma, 7.4.03

(Dino Frisullo - Info. 339.504639 o 329.0192619 Ufficio d'informazione kurdo in Italia)

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Ancora sulla situazione al campo
by M.Molotov Tuesday, Apr. 08, 2003 at 8:48 AM mail:

Centinaia di donne e bambini nel campo profughi di Makhmur nel Nord dell’Iraq sono intrappolati nel turbine della guerra.

Nazlý Çiftçi della International free women’s Foundations:

“Il campo di Makhmur, che ospita circa 10.000 rifugiati curdi dalla Turchia, è situato all’interno del triangolo Mosul-Kirkuk-Irbil, proprio dove in questo momento sono in corso pesanti combattimenti.

Nella mattina del 25 marzo del 2003 abbiamo stabilito un contatto telefonico con un rappresentante dell’amministrazione interna dei rifugiati. Questi ci raccontava come dal luogo del campo fosse chiaramente percepibili il rumore delle esplosioni e come essi siano intrappolati proprio in un’area dove nei prossimi giorni ci si aspetta che avrà luogo uno dei più duri scontri armati.
La maggior parte degli abitanti del campo sono donne e bambini che hanno perso la propria casa nella campagna di distruzione degli insediamenti curdi che i turchi hanno portato avanti negli anni novanta.
Immediatamente prima dello scoppio della guerra, ufficiali americani hanno emesso un documento in cui invitavano i lavoratori delle organizzazioni umanitarie e il personale delle istituzioni internazionali a lasciare il paese.
I funzionari delle Nazioni Unite che si trovavano a Makhmur hanno improvvisamente abbandonato il campo senza avvertire la popolazione. Prima dello scoppio della guerra, la popolazione del campo aveva indirizzato numerose petizioni alle autorità delle Nazioni Unite in cui chiedevano che la propria sicurezza fosse garantita, ma non ricevettero nessuna risposta.
Il campo adesso è completamente isolato dal mondo esterno. Gli abitanti non possono allontanarsi dal campo, e nessuno dall’esterno può entrare a visitare il campo. Non c’è nessuna persona o istituzione a cui i profughi -condannati a vivere in uno stato di incertezza e senza nessuna garanzia di sicurezza - possano far sentire la propria voce.
Mentre prima dello scoppio della guerra l’ACNUR era solito provvedere all’approvvigionamento di scorte alimentari in maniera regolare, le scorte di cibo e i servizi medici sono stati bruscamente interrotti nel momento in cui i funzionari delle Nazioni Unite hanno lasciato il campo, e con loro anche i medici inviati dall’ACNUR.
Qualora i combattimenti si dovessero protrarre, gli abitanti del campo si troveranno a dover fronteggiare una drammatica carestia di cibo.
Il portavoce dei profughi, che abbiamo contattato questa mattina, ha sottolineato il fatto che la popolazione del campo dovrà essere soccorsa con cibo e medicinali se la guerra dovesse prolungarsi e ha fatto notare che le Nazioni Unite avrebbero avuto l’obbligo di farsi dare garanzia da tutte le parti in conflitto che nessuna offesa sarebbe stata portata ai civili indifesi del campo.
Il portavoce ha poi spiegato che in questa situazione essi hanno solamente due opzioni: potrebbero tornare in Turchia - il paese da cui erano fuggiti in origine –, qualora il governo turco rendesse chiara la sua posizione sul ritorno dei rifugiati e sulla soluzione del problema curdo. La seconda possibilità è che essi sopportino l’atmosfera dello stato di guerra in corso nel luogo in cui attualmente si trovano, laddove l’incolumità e le necessità alimentari della popolazione del campo vengano assicurate. Il rappresentante ha aggiunto che, nell’eventualità che i combattimenti si spingano fino al luogo del campo, loro non avrebbero né la possibilità di difendersi da soli, né di affidarsi ad una forza di protezione.

Pertanto in questa situazione è imperativo che le Nazioni Unite e/o ogni altra organizzazione umanitaria agiscano immediatamente per portare sostengo materiale e morale di cui hanno bisogno i rifugiati, intrappolati nel turbine della guerra in un paese che è loro alieno.

RICHIESTE URGENTI:

Le Nazioni Unite devono urgentemente farsi dare garanzia dalle parti in guerra che la sicurezza degli abitanti del campo sarà rispettata e che il luogo sarà messo sotto protezione
Se le ostilità non dovessero concludersi rapidamente, le Nazioni Unite e l’IRCR dovranno provvedere al cibo e alle cure mediche necessarie per la popolazione del campo
Al più presto possibile deve essere garantito almeno un medico per far fronte ai casi più urgenti


Dal campo di Mahmour in Iraq viene un appello disperato per le migliaia di donne, bambini, uomini che sono stati abbandonati dalle Nazioni Unite dalle quali dipendono per il cibo. Il campo di Mahmour si trova in territorio iraqeno. Chiedono protezione.
L'appello è in inglese.
un abbraccio

Luisa Morgantini

>>> <Ceni_Frauen@gmx.de> 03/26/03 08:15 >>>
Press statement

Iraq / Kurds / Refugees

Amsterdam, 25.03.2003

Thousands of women and children at the Refugee Camp of Makhmur in Northern
Iraq are trapped in the turmoil’s of war

Nazlý Çiftçi of the International Free Women´s Foundation:

“The camp of Makhmur, home to about 10,000 Kurdish refugees from Turkey, is
situated in the middle of the Mosul – Kirkuk – Irbil triangle where heavy
fighting is taking place at this very moment. On the morning of the 25th of
March 2003, we established a telephone connection with a representative of the
refugees´ self-run administration who informed us that the sounds of artillery
shelling was clearly perceivable at the camp site and that they were trapped
in an area where most intense armed confrontations are expected for the days
to come. Most of the inhabitants of the camp are destitute women and children
who lost their homes in Turkey´s campaign of destroying Kurdish settlements
in the nineties.

“Immediately before the outbreak of the war, USA officials made a statement
prompting relief workers and members of supranational institutions to leave
the country. The UN officials at Makhmur abandoned the camp at once without
notifying the population. Prior to the outbreak of the war, the population of
the camp had lodged a number of petitions asking the UN authorities to assure
their safety but failed to receive any apply from the UN.

“The camp is now completely isolated from the outside world. Inhabitants
cannot leave the camp, and no-one from outside comes to visit the camp. There is
no person or body that the refugees, condemned to dwell in a state of
uncertainty where there are no guarantees whatsoever as to their security, could
address and voice their demands to.

“Whilst the UNHCR used to provide food aid on a regular basis before the
outbreak of the war, the supply of food and medical services has broken down
with the UN officials´ abandoning the camp, including the medical officers
appointed by the UNHCR. In the event of protracted fighting, the camp inhabitants
will face a dramatic scarcity of food.

“A spokesperson of the refugees we contacted this morning pointed out that
the people at the camp will have to be supplied with food and medication if
the war should continue, and drew attention to the fact that the UN was obliged
to obtain guarantees from the parties involved in the war to the effect that
no harm will be done to the defenseless civilians at the camp.

“The spokesperson further stated that they had only two options in the given
situation. Firstly, they could return to Turkey – the country they
originally fled – in the event that the Turkish government clarify its position on the
return and rehabilitation of refugees and take a stance for the solution of
the Kurdish issue. Secondly, they could endure the atmosphere of warfare at
the present site in the event that the security of life and the needs of the
camp population are provided for. The representative added that they neither
had the capacity to defend themselves nor could they look at any protective
force if the fighting was to affect the camp site.

“It is now imperative that the UN and indeed any relevant humanitarian
institutions take immediate action with a view on providing the material and moral
support that the refugees trapped in the turmoil’s of war in a country alien
to them demand. We therefore urge everyone to act up to their
responsibilities before it is too late to do so.

URGENT DEMANDS:

- The UN have to promptly obtain guarantees from the parties at war
to the effect that the security of the camp inhabitants is respected and the
site taken under protection.

- If the hostilities should not come to a quick end, the UN and the
ICRC will have to provide for the food and health care needs of the camp
population

- A medical doctor needs to be supplied to deal with the most
urgent cases as soon as possible.

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