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(BO) mobilitazione contro la 147
by pussybrain Tuesday, Jul. 01, 2003 at 6:16 PM mail:

La Camera dei deputati in data 18.6.2002 ha approvato il disegno di legge n. 147 sulla procreazione medicalmente assistita (PMA) che prossimamente passerà in Senato per l´approvazione definitiva.

L´unica legge e´ il desiderio!!!

Venerdì 4 luglio 2003 giornata di mobilitazione contro la legge 147 sulla procreazione assistita

A Bologna manifestazione itinerante:
ore 10 Piazzola
ore 18 Ipercoop Borgo Panigale
Ore 21 tutt@in piazza S.Francesco

Le tecniche di fecondazione assistita permettono ogni anno a circa 10.000 donne di realizzare un desiderio di maternità altrimenti negato, per sterilità femminile, per sterilità maschile o per assenza di un partner maschile.

Con questa legge lo Stato si arroga il diritto di decidere quali sono le donne degne di essere madri e quali no: solo le donne sposate, o per lo meno conviventi, potranno accedere alle tecniche di riproduzione assistita. Si getta un´ombra su tutte le donne che allevano i figli da sole, per scelta o per necessità, si stabilisce una maternità di serie A e una di serie B.
In questo modo, in Italia, una legge dello stato discrimina le donne lesbiche che, senza un partner maschile, non possono accedere alla PMA per diventare madri.

Anche per le donne eterosessuali che vivono in coppia questa legge prevede limiti e procedure che renderanno più difficile, più dolorosa e più costosa la loro maternità:

1) potranno essere prodotti solo i tre embrioni che verranno impiantati e non potranno esserne congelati altri. In questo modo, se il primo tentativo di gravidanza fallisce, la donna dovrà sottoporsi nuovamente a bombardamenti ormonali e all´intervento per prelevare nuovi ovuli da fecondare, perché non avrà (come invece succede ora) altri embrioni congelati di riserva.

2) è vietata la fecondazione eterologa, ossia l´utilizzo di ovuli o spermatozoi esterni alla coppia, con il pretesto di garantire al nascituro una precisa identità genetica. Si torna così al vecchio concetto di genitorialità biologica, togliendo valore a realtà sempre più diffuse come l´adozione e le nuove famiglie, dove l´amore e l´attenzione per i figli si esprimono anche in assenza di legami di sangue.

3) non è prevista l´assistenza sanitaria gratuita se non attraverso un fondo speciale irrisorio, discriminando tra chi ha i soldi e chi non li ha. Del resto, tutti i divieti imposti dalla legge spingeranno pochi ricchi al turismo procreativo, verso quegli stati dove la legge sulla fecondazione assistita è meno restrittiva.

Non vogliamo uno stato che decida in merito alle scelte individuali delle donne.

Sarebbero sufficienti regolamenti che assicurino la trasparenza, la sicurezza e la qualità sanitaria delle strutture che praticano la fecondazione assistita.
La legge 147 rappresenta, inoltre, un attacco contro la legge 194 nella parte che regolamenta l´interruzione di gravidanza. Infatti l´art. 1 della 147 "assicura i diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito". Il "diritto alla vita dell´embrione" diventerebbe uguale e contrario al diritto della donna, persona a tutti gli effetti ed in grado di autodeterminarsi, che decida di interrompere la gravidanza.

Pericolosissimo è contrapporre i diritti del concepito a quelli della madre.

Si metterebbe in crisi quel delicato e prezioso equilibrio tra libertà e responsabilità che sta alla base di una maternità felice perché frutto di una libera scelta.

In questa legge si sente fortemente l´ingerenza del Vaticano, deciso ad imporre a tutti i cittadini dello stato il suo modello di famiglia, la maternità come unico destino per la donna, la visione dell´embrione come persona e la condanna di una sessualità separata dalla procreazione e di una procreazione separata dalla sessualità.

Noi ci opponiamo a qualsiasi ingerenza nella scelta delle donne di essere o non essere madri, a questo attacco alla legge sull´aborto e rifiutiamo una concezione peccaminosa della sessualità.

Rivendichiamo invece:
la laicità dello stato contro lo stato etico
l´autodeterminazione delle donne, sia quando rifiutano la maternità, sia quando la cercano, anche attraverso le tecniche di riproduzione assistita.
una sessualità libera e separata dalla riproduzione (migliori anticoncezionali, sia femminili che maschili e migliori consultori per diffonderli)
l´introduzione dell´aborto chimico (RU 486, la pillola diffusa in quasi tutto il mondo che risolverebbe il problema dell´obiezione di coscienza, spesso usata per boicottare la legge) che renderebbe meno traumatica l´interruzione di gravidanza, in applicazione dell´art. 15 della 194.

Aderiscono:

Donne Fuori, Aprile ,Arci lesbica, Armonie, Associazione Orlando, Cantiere degli indisciplinati storici, Casa delle Donne per non subire violenza, Circolo culturale Arci Iqbal Masih, Cobas scuola Bologna, Coordinamento donne DS, Coordinamento donne per l´autodeterminazione, Donne CGIL - E.R., Donne in nero- Bologna, Forum delle donne di Rifondazione Comunista di Bologna, Fuoricampo lesbian group, I.D.A., La Tavola delle Donne, Le Ninfe, Lista Reno per il rilancio dello stato sociale, S.O.S Donne contro la violenza, Sexy shock, Scholè futuro E.R., Sindacato di base CUB/Flmu-Rdb Bologna-Emilia Romagna , Sinistra DS, Tavola delle Donne contro la violenza, Trama di Terre - Imola, U.D.I. - Bologna, Verdi- federazione comunale di Bologna

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sigue sigue..........
by mazzetta Wednesday, Jul. 02, 2003 at 10:10 AM mail:

Continua in occidente, nel silenzio dei media, l'attacco all'autodeterminazione della donna.
Le operazioni di ripristino di alcune tutele sulle donne, la riduzione dell'applicazione di norme che ne riducono gli svantaggi obbiettivi, l'enorme e strisciante campagna di "contenimento" delle valenze della 194 indicano che le donne ed i loro diritti sono indubitabilmente sotto attacco.

In un quadro generale di riduzione dei diritti di tutti i soggetti deboli, siano essi i prestatori d'opera, le donne o i minorenni, le iniziative legislative, in Italia come in Usa ed in certi paesi Europei, tendono a comprimere le conquiste raggiunte negli ultimi 100 anni, favorendo da un lato di una deregulation che significa solo cancellazione delle tutele, e dall'altro tentando di introdurre normative restrittive dei comportamenti personali, strumentali ad assicurarsi il sostegno della parte piu' oscurantista e retrogada della società.

Le donne in particolare scontano il tramonto di una sinistra "didattica" che non esiste piu'.
Il sostegno ai diritti delle donne viene ormai erogato da associazioni e raggruppamenti estemporanei, senza un effettivo coordinamento, senza copertura mediatica e fidando unicamente su capacità individuali o di gruppi comunque ristretti.
Lo stesso dibattito su GLBTQ rimane confinato negli ambiti chiusi di circoli e circoletti senza riuscire a raggiungere la società nel suo complesso.
Occorre a mio parere rilanciare una visibilità politica e sociale delle azioni a tutela delle donne, e delle sessualità altre, bisogna tornare con forza a sottileneare la silenziosa demolizione della 194, colpire lo scandaloso uso dell'obiezione di coscienza dei medici che per una carriera migliore rifiutano di assistere donne già in difficoltà, ostacolare l'introduzione di forzature quali i passaggi di fronte a consulenti, affidati ad associazioni oscurantiste, che hanno la funzione di dissuadere, anzichè sostenere, le donne in questa delicata situazione, fare pressione affinchè i fondi destinati all'applicazione della legge non siano tagliati come ormai accade da qualche anno.

Le poche donne e gli ancor meno numerosi uomini, che sono preoccupati di questa involuzione devono assolutamente fare fronte comune contro l'aria di restaurazione che si respira in Italia come fuori. I diritti delle donne (come quelli di tutti) non possono essere in balia del relativismo culturale del politico di turno e delle sue conseguenze.

L'incubo di una società che regola i rapporti tra i suoi cittadini su basi moralistiche è dietro l'angolo, tutto indica che, nel generale decadimento culturale, le donne saranno le prime a pagare l'erosione delle tutele.
Anche il quadro normativo relativo ai nuovi contratti di lavoro propone una figura di donna funzionale ad una società profondamente maschilista, i contratti temporanei vengono infatti teorizzati a "favore" della donna-madre, occultando cosi' le esigenze di sicurezza e di crescita di coloro che non si riconoscono nel ruolo.
L'impossibilità di conseguire una occupazione fissa porta infatti la donna (come l'uomo) ad avere enormi difficoltà nel processo di autoaffermazione come singolo individuo. Basti pensare alla difficoltà di accedere a mutui e finanziamenti, per queste categorie di lavoratori, e subito è evidente che il processo di affrancamento dalla famiglia di origine e la costruzione di uno status personale ed economico indipendente diventano obbiettivi quasi irraggiungibili.
Invito tutte a considerare la possibilità di azioni piu' continue ed incisive, e soprattutto unitarie, al fine di contrastare il pericolo di questo neo-fondamentalismo familiare, di costituire momenti di didattica neo-femminista (scusate, ma non mi viene un'altra definizione) e valutare iniziative di sostegno concreto all'autoaffermazione femminile, penso al microcredito e ad azioni di aiuto psicologico, in particolar modo per le donne alle prese con l'aborto, o con le conseguenze delle violenze sessuali.
Non lasciamo sole le ragazze in difficoltà davanti ai Moloch burocratici, non lasciamo che vengano aggredite, diamo loro gli strumenti intellettuali per costruire una propria consapevolezza!

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Robot
by Robot Wednesday, Jul. 02, 2003 at 10:40 AM mail:

Scusate ma vi rendete conto di quello che state dicendo.

Procare è un atto di amore non un fatto meccanico già la procreazione assista è fatto unon postivo ma poi far avere un figlioa donne senza partner o addirittura a donne lesbiche è una cosa inaudita.
Perchè non facciamo una bella catena di montaggio come alla Fiati dove sforniamo figli a non finire basta pagare e si hanno dei figli su misura.
La libertà di un individuo non si misura in queste cose ma in altre.

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adesione manifestazione
by betty Thursday, Jul. 03, 2003 at 12:51 PM mail:

Il circolo Arcigay Il Cassero aderisce alla manifestazione di venerdì 4 luglio ed esprime il proprio sostegno a tutte le donne.

La 147 è la prima legge di questo Stato che discrimina apertamente le persone omosessuali e che colpisce in maniera subdola le donne producendo di fatto una maternità di seria A e una di serie B.

Si tratta di un atto grave, politicamente inaccettabile che lede i diritti di cittadinanza di tutti e di tutte, indipendentemente dal genere di appartenenza.

Una norma veteroclericale che, oltre a minare la laicità dello Stato, punta palesemente a limitare il diritto delle donne alla salute ed alla autodeterminazione riproduttiva.

Diritti che, in quanto tali, vanno garantiti a tutte a prescindere dall'orientamento sessuale o dallo stato
civile.

Arcigay Il Cassero
Bologna

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