Marijuana march «Libertà di cura e di consumo» oggi a Roma e nel mondo Sono due gli appuntamenti di oggi a Roma per la sesta edizione italiana della «Million marijuana march». Nel resto del pianeta, invece, per la nona volta, 198 cortei attraverseranno contemporaneamente le strade di altrettante città sparse nei cinque continenti. Nella capitale, dove sono attese migliaia di persone provenienti da tutta Italia per chiedere la cancellazione immediata della legge Fini-Giovanardi e il superamento della della 309/90, si comincia alle 10 presso la Locanda Atlantide, in via dei Lucani 22b, con un incontro dibattito per discutere di «Terapeuticattiva, cannabis terapeutica e non solo», a cui parteciperanno numerosi rappresentanti delle istituzioni e degli enti locali. Intervengono, tra gli altri, Alessandro «Mefisto» Buccolieri, dell'Mdma, i pazienti impazienti del Pic, il tossicologo Nunzio Santalucia, lo psichiatra e responsabile del dipartimento SerT Sud, Benedetto Valdesalici, e Martin Schnelle, medico tedesco responsabile dell'Institute for clinical research. Nel pomeriggio la street parade che partirà alle 16 da piazza della Repubblica per concludersi, entro le 24, alla Bocca della Verità. In testa lo spezzone no-oil, con biciclette, danzatori e giocolieri, poi a seguire i carri reggae sound system. http://www.ilmanifesto.it/ «Vendiamo cannabis ai malati» on line la prima farmacia solidale Parla Martin Schnelle, medico tedesco, fondatore del sito internet hanfapotheke.org che promuove l'uso terapeutico Eleonora Martini Roma E' nata su suolo tedesco la prima farmacia solidale on line. «Con hanfapotheke.org sfidiamo la legge e vendiamo marijuana a pazienti gravemente malati di sclerosi a placche e multipla, di depressione, glaucoma, anoressia, epilessia, asma, malattie autoimmuni o di Aids. Persone che, avendo sperimentato con poco effetto o scarsa tollerabilità le terapie convenzionali, per curarsi o lenire i sintomi, non sanno e non vogliono entrare in contatto con il mercato illegale». Il dottor Martin Schnelle - capo dell'Institute for clinical research (Ikf) di Berlino e membro dell'Associazione internazionale per l'uso terapeutico della cannabis (Iacm), presente questa mattina a Roma al convegno «Terapeuticattiva, cannabis terapeutica e non solo» - è tra i fondatori del sito. Sono professori, medici e ricercatori universitari che insistono nel ritenere più efficace e meno pericolosa la pianta naturale di marijuana, rispetto ai numerosi farmaci già in commercio nel mondo a base di Thc, il suo principio attivo fondamentale. Va detto che, essendo una pratica illegale, non esiste ancora una statistica su quanti scelgono liberamente questo metodo di cura. Una libertà che, tanto sbandierata dalla destra sul «metodo Di Bella», in questo caso non viene nemmeno presa in considerazione.
Cosa rischiano, per la legge tedesca, donatori e pazienti della farmacia solidale? Possiamo essere tutti denunciati, ma grazie all'anonimato questo rischio è molto basso. Una recente perizia legale dell'Università di Brema ha stabilito, inoltre, che i fondatori di Hanfapotheke e i membri dei suoi ambienti solidali non sono facilmente perseguibili, dato lo stato d'emergenza dei pazienti e considerando due recenti sentenze che hanno dato ragione ad alcuni malati che si curavano con la cannabis. In più abbiamo l'impressione che la polizia non intervenga per non attirare l'attenzione dei media.
Cosa pensa del recente rapporto con il quale la Food and Drug administration ha negato l'efficacia terapeutica della marijuana? Non si rischia di colpire così anche gli interessi di case farmaceutiche che producono medicine a base di Thc, come Marinol o Sativex, molto note negli Usa? E' una presa di posizione che ha motivazioni puramente politiche e riflette l'influenza conservatrice dell'amministrazione Bush. E' una grossa bugia e va a colpire non tanto il Marinol (farmaco dal Thc sintetico con grosse controindicazioni, in commercio negli Usa dal 1994, ma utilizzato nella recente sperimentazione italiana avviata al Molinette di Torino e all'Umberto I di Roma, con la supervisione dell'oncologo Antonio Mussa di An ndr), quanto piuttosto il Sativex, che è un estratto della cannabis.
Perché è meglio usare direttamente la pianta di marijuana piuttosto che i farmaci che ne contengono il principio attivo? La cannabis contiene oltre al Thc, anche altri cannabinoidi, come il Cbd, che agiscono in sinergia e la rendono più tollerabile. In alcuni casi, grazie alla migliore dosabilità, sono preferibili estratti di cannabis standardizzati rispetto alla pianta di marijuana grezza. E però ogni paziente dovrebbe avere la libertà di automedicazione attraverso la coltivazione in proprio.
Che peso hanno gli interessi delle case farmaceutiche nella guerra all'autoproduzione di marijuana? Credo che sia sbagliato pensare a lobby di industrie farmaceutiche che premono contro la cannabis per paura di perdere profitti. Forse questo era vero nella prima metà del secolo scorso, ma oggi i grandi marchi farmaceutici non si sentono minacciati, anzi, credono che con la marijuana non si guadagni a sufficienza. Per questo accolgo con favore la nascita di farmaci che usano il Thc.
Perché secondo lei c'è questo accanimento contro l'uso e la produzione di cannabis? C'è probabilmente un «effetto di richiamo» nella politica contro le droghe: i governi temono una «rottura dell'argine» se si aprisse alla legalizzazione della marijuana. Così la cannabis viene demonizzata perché diventa il capro espiatorio. Per questo noi dell'Iacm evitiamo sempre di sostenere una legalizzazione generalizzata. (si ringrazia l'interprete Jörg Blass)
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