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Roma: ore 13 appuntamento a piazzale Clodio
by IMC-roma Wednesday, Dec. 11, 2002 at 6:29 PM mail:

Domani alle 13 alla sesta sezione penale del tribunale a pizzale coldio, ennesima udienza che vede tre compagn@ pestat@ dalle guardie del commissariato viminale durante la manifestazione in solidarieta' con i guerriglieri peruviani del MRTA.

Il processo, iniziato il 2 febbraio 1998, fa riferimento a fatti accaduti il 23 aprile 1997 a Roma.
Dopo un sit-in all'ambasciata peruviana, il gruppo dei compagni/e presenti si scioglie, pare tutto finito, quando nei pressi della stazione Termini, una pattuglia di agenti si accorge della gente che sta defluendo verso le proprie direzioni; uno degli agenti della pattuglia scende, e manganello alla mano a mo' di sceriffo "ci penso io", cerca di sfollare la gente che passa.

Un compagno gli dice che non e' il caso di agitarsi troppo, la gente se ne sta andando, lo invita a lasciar perdere, ma l'agente, che non prende ordini da nessuno reagisce, e per tutta risposta lo comincia a pestare. Il pestaggio e' pesante, calci, pugni, manganellate, tutte sul capo, urla che a lui nessuno deve dare ordini, si sente in potere di fare tutto, quella e' la sua zona e lui e' la "bestia" che la controlla. Il pestaggio dura pareccchio, sotto gli occhi attoniti e impotenti della gente che non ha il coraggio di affrontare tale grande sopruso e violenza. Due compagne dall'altra parte si accorgono del pestaggio, accorono, la richiesta e' di smettere di picchiarlo, di rendersi conto che non possono agire cosi, in uno Stato cosidetto democratico. Ma cio' e' peggio; alla vista di tale intromissione la guardia reagisce di nuovo, e gridando prendiamo quelle due "baldracche", le fa assaltare dai suoi agenti, che cercano di azzittarle con calci, pugni, e spintoni dentro le volanti. Gli insulti sono pesanti, "puttane, troie, adesso andiamo dentro, e questo manganello ve lo infilo su per il culo, cosi' la smettete di fare le salvatrici". Bisogna dire che ci mettono un po'prima di riuscire a buttarci dentro, la resistenza e' dura, ma alla fine ce la fanno.

Si arriva al Commissariato, il "Commissariato Viminale", famigerato pare, per strane cose che succedono soprattutto agli immigrati/e dentro questo posto. Tutti e tre ci buttano su un divano, il compagno ha le manette strette ai polsi; non passa un minuto, che entrano dalla porta 6-7 uomini in divisa, palette e manganelli alla mano, uno di loro non sa che deve fare, e rimane di guardia alla porta, gli altri invece sono tutti ben addestrati, ci premono sul divano facendo circolo intorno a noi, mentre uno si infila i guanti da chirurgo, l'altro gira il manganello dalla parte del manico, e' piu' duro, ma piu' efficace. Lo guardiamo in faccia, e' lo stesso agente, che fuori si era divertito a fare la retata, e che ora vuole continuare con lo stesso stile; comincia il pestaggio; quello con i guanti prende alla gola il compagno, gli altri cominciano a picchiare, sulla testa, ma anche sul corpo. Si aspettano una reazione da parte nostra cosi' sono piu' legittimati, ma non reagiamo, se non a parole, ormai lo sappiamo come funzionano queste cose, non aspettano altro. Il tutto dura un quarto d'ora circa, poi cominciamo a urlare forte, non ce la facciamo piu' a prendere botte e insulti, qualcuno deve pur sentirci!! Arriva l'ispettore, vice capo e responsabile di quel posto, guarda un po', poi pare indignato, puo' bastare cosi, redarguisce l'agente e lo trascina fuori. Il pestaggio e' finito, chiediamo di essere portate/i all'ospedale, ma l'attesa sara' lunga, anche solo per avere un bicchier d'acqua!!! Nel frattempo l'agente invasato, e contento del suo operato, nonostante il rimprovero, rientra in stanza dove prima aveva consumato il suo sadico pestaggio, e chiede ai colleghi di essere accompagnato in ospedale.....ritorna zoppicante, gli verranno dati 7 giorni di prognosi!! Dopo molte ore di attesa finalmente anche noi veniamo accompagnate/i in ospedale. Il medico ci vede e immediatamente chiede la base di ricovero, poi pero' dopo un breve colloquio con il commissario, esce e ci dice che non ci sono posti letto, quindi, via, a Rebibbia e Regina Coeli, l'infermeria ci deve bastare. Questa maledetta giornata termina il giorno dopo, quando il giudice per le indagini preliminari decide di scarcerarci, convalidandoci comunque l'arresto per "aggressone aggravata".

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