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Affiora un mosaico di orrori
by Max Parisi Friday, Dec. 13, 2002 at 4:24 PM mail:

I mercanti dei "mostri"

Il nostro quotidiano da più di un anno ha dato il via alla pubblicazione di una ricca serie di pagine di inchiesta sulla banda della Magliana e i suoi degni capi. Certamente ricorderete che siamo stati i primi a divulgare la notizia che la salma del boss Enrico - detto Renato - De Pedis è sepolta (tuttora) nella sacra cripta dei santi della Basilica di Sant'Apollinare in Piazza delle Cinque Lune a Roma "grazie" all'autorevole intervento dell'allora cardinale vicario dell'Urbe, Ugo Poletti. A questo riguardo, meno noto è che nell'area della basilica si incontravano negli anni Ottanta i gangster di questa holding di assassini con noti esponenti del mondo politico e finanziario. Ancor meno noto è che l'area della basilica è vicinissima al luogo dove Emanuela Orlandi scomparve per sempre, e del tutto inedito il fatto che il tragitto che la ragazza percorreva a piedi per raggiungere - come faceva ogni volta al termine delle lezioni di musica del Conservatorio - l'autobus che la portava a Città del Vaticano dove viveva con la sua famiglia, prevedeva di passare proprio da quei posti. Infatti, uno dei punti cardinali, addirittura la domanda centrale dell'intera vicenda è: perché proprio Emanuela? Chi la individuò come bersaglio della trappola, la "scelse" semplicemente perché era figlia di un cittadino della Santa Sede, oppure perché l'aveva "adocchiata" in precedenza? E se era quest'ultimo il motivo, dove e in che modo chi commissionò il sequestro ebbe l'opportunità di scrutarla? Ormai risulta molto probabile - vedi articolo a fianco - che la scomparsa di Emanuela Orlandi non sia stato il risultato abominevole dell'azione di un maniaco isolato, bensì di un'organizzazione dedita a mostruosi affari: soddisfare le "richieste" di spregevoli individui pronti a pagare - forse - qualsiasi prezzo per appagare la loro turpitudine. Dei veri e propri mostri di cui purtroppo la cronaca nera di oggi come di ieri è piena, mostri che si annidano in tutti gli strati sociali, e quindi anche nelle stanze dorate del potere, della celebrità e del successo. Che la banda della Magliana sia stata in grado di gestire questo genere di mercimonio fino a ieri poteva apparire una supposizione. Oggi - scavando come abbiamo fatto negli atti giudiziari, confrontando prove di "situazioni criminali" apparentemente scollegate fra loro e raccogliendo determinanti testimonianze - questa piega nascosta è venuta a galla, e mostra una tragedia. Se Emanuela Orlandi è stata trascinata con un inganno vigliacco e bastardo in questa palude piena di fango e bestie immonde, la speranza che sia ancora in vita è assai flebile. Forse nulla. Tuttavia - ancora se - lo scenario della sua scomparsa è quello che stiamo provando a mettere a fuoco, se i pezzi del mosaico che piano piano stiamo ricomponendo non sono nulla di diverso da quanto stanno svelando, allora nutro fiducia che si possa arrivare a inchiodare - e mi sto limitando nel dire - il famoso "primo anello" da cui inizia la catena del supplizio di una ragazzina di 15 anni diventata una martire del nostro tempo, infame, senza valori, senza amore. E sappiatelo: vi stiamo cercando. M. P.

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