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La politica della casa a Milano
by info Wednesday, Aug. 13, 2003 at 4:22 PM mail:

Le domande giacenti per poter avere un appartamento nelle case popolari sono circa 40.000. Ci sono poi coloro che rischiano lo sfratto: circa 20.000 persone.


A Milano, come del resto in Italia, il 75% delle persone è proprietario della sua casa (a differenza
di altri paesi europei). Questo perchè gli affitti sono molto alti.
La crisi economica ha inoltre rivitalizzato il mercato degli immobili.
I cittadini decidono di spostare i loro risparmi ed investimenti dal mercato finanziario a
quello immobiliare. Il mattone rimane ancora una fonte di ricchezza stabile e sicura.

Il Comune di Milano insiste con la via dell'edilizia pubblica convenzionata e sovvenzionata soprattutto per le giovani coppie.
Si punta a creare case di proprietà in modo agevolato con mutui a lunga scadenza.
Il problema è che in città esiste una fascia di popolazione minoritaria, ma comunque molto vasta che non può accedere ai mutui, sia per ragioni "contarttuali" (il precariato) che per ragioni di reddito insufficiente (anziani, immigrati, disoccupati...). Questa fascia di popolazione
necessiterebbe di forti sostegni al reddito o di una differente poltica della casa.

Negli ultimi anni sono stati costruiti solo 5.000 alloggi di edilizia popolare di fronte ad una richiesta superiore alle 40.000 unità.
Per gettare fumo negli occhi spesso sia la giunta che l'ALER citano il problema delle occupazioni abusive portate avanti soprattutto da immigrati (ma non solo).
Di fatto è un falso problema che alimenta solo una guerra tra poveri.
Gli immigrati che vivono in alloggi di edilizia pubblica sono solo il 6%.
Gli appartamenti occupati abusivamente a Milano sono circa il 5% rispetto ad un più massiccio 14% di una città come Roma.

Uno dei grossi problemi è rappresentato dagli alloggi sfitti. Ce ne sono 300 nel solo quartiere di San Siro.
Generalmente gli alloggi vengono tenuti sfitti per una cattiva gestione delle assegnazioni (lungaggini burocratiche) e per una cattiva manutenzione (mancanza di risorse).
La presenza di alloggi sfitti stimola di fatto le occupazioni abusive di gente realmente bisognosa
di casa.
Un altro grosso problema era stato rappresentato dalla demenziale abolizione delle portinerie subito rientrata sia per le durissime proteste dei cittadini che per gli effetti disastrosi che stava causando.

A Milano urge un blocco degli affitti ed una campagna di massiccio investimento regionale per raddrizzare le sorti dell'ALER.
La Regione Lombardia si trova però di fronte ad un grave buco di bilancio generato in gran parte dai dissennati finanziamenti alla sanità privata (che hanno costretto la Giunta a reintordurre i ticket su farmaci e visite).
Una via sarebbe l'utilizzazione dei fondi ex-Gescal.
Un'altra porposta è la destinazione dell'1% delle entrate immobiliari alle spese per l'ediliza popolare.

In città un altro gravissimo problema è rappresentato dagli alloggi sfitti nel privato.
I privati tendono a tenere gli appartamenti sfitti perchè risulta più conveniente che darli in affitto.
Per la carenza di immobili privati non si può nemmeno più additare le esigenze del terziario e cioè il fatto che le aziende affittassero appartamenti per costruirvi uffici commerciali sottraendoli alle esigenze abitative. Questo perchè l'esopansione del terziario si è di fatto
fermata.
Una proposta in via di valutazione è quella di aumentare le aliquote ICI per tutti i privati che tengono gli appartamenti sfitti.

Grossi complessi residenziali stanno sorgendo in vecchie aree industriali come sull'Innocenti-Maserati di Lambarte o sulla raffineria FINA di Quarto Oggiaro oppure in quartieri come il Giambellino.
Questo però non placa la "fame" di case.

La Regione ha recentemente rivisto i criteri di assegnazione degli alloggi ALER.
Secondo la Giunta il nuovo regolamente tenderebbe a soddisfare i bisogni più acuti.
A parità di bisogni i residenti verranno favoriti.

Un'altro dramma è rappresentato dalla questione abitativa che riguarda i migranti.
Quasi tutte le aree dismesse vengono utilizzate dai migranti come "casa".
Spesso in condizioni disumane che fanno impallidire le tanto citate "terribili condizioni di
vita del proòetariato inglese a Londra nell'800".
Ma questo è un altro problema.



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