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Rozzano calibro 38?
by da repubblica Friday, Aug. 29, 2003 at 3:38 PM mail:

Per la serie "sbatti i mostri in prima pagina".... Questa è la descrizione di Rozzano (il paese di Dax) apparsa pochi giorni fa sulla Repubblica. Ma già ai tempi della morte di Dax il Ticinese era stato dipinto come una roccaforte dell'Autonomia anni '70 ed un covo di assatanati sprangatori....



Se ti vuoi far risepttare il solo modo è menare le mani.
In quarant'anni da centro rurale di tremila abitanti a quartiere-dormitorio di 37.000.


MILANO La storia che trasforma Rozzano da un paesotto rurale di 3.000 abitanti in un mega quartiere-dormitorio di 37.000 al servizio di Milano, inizia quarant'anni fa, quando le fabbriche affamate di operai chiamano gli immigrati dal Meridione. Il primo quartiere a sorgere è proprio quello di Via Biancospini.
Una scelta urbanistica fatta a tavolino.
Le fabbriche sono a Sesto, a Nord di Milano, ma l'area è già troppo urbanizzata. Allora si costruisce a Sud, dove c'è ancora campagna. Case popolari (il 50% dell'edificato) o delle cooperative (il 35%).
Ogni mattina gli operai fanno i pendolari da casa al lavoro e viceversa, attraversando senza viverla la metropoli.
Col tempo i risultati sono due: 27.000 residenti negli alveari dell'Aler, Istituto Case Popolari e il 60% dei voti al PCI , che ha governato per decenni ed ancora lo fa come Ulivo.
Il resto fila via come un'equazione: degrado, microcriminalità, spaccio, i vecchi attaccati alla memoria del paese scomparso e i giovani privi di senso di identità ed appartenenza. Per i sociologi Rozzano è un caso da manuale.
Ciascuno, quindi, ha la sua verità.
La più vicina a quella ricostruita dagli investigatori è di un sedicenne, voce ed occhi bassi: "Qui ti devi far rispettare e ti fai rispettare solo alzando le mani. Non c'è altro modo". Lo sa Vito Cosco, che litiga con Alessio Malmassari e torna per "farsi rispettare". E Raffaele De Finis? "Quello si metteva sempre in mezzo", dicono in Via Biancospini, "era uno spaccone".
La verità dei ragazzi è che "qui non c'è niente". I punti di ritrovo? La piazza del mercato e la fermata del 15, il tram che arriva in Piazza Duomo a Milano, portato finalmente a Rozzano quando di operai ormai non ce n'erano più. Serve alle bande di ragazzini per andare a far paura ai coetanei di città: "Certo a Milano troviamo i bambascioni, a Rozzano sono tutti come noi". E poi c'è il muretto sotto i platani di Via Biancospini, la scena del delitto circondata da un anfiteatro di palazzi, con i fiori bianchi ed azzurri incartati nella Gazzetta, case popolari con terrazzini ingombri di biciclette a significare tanti figli e poco spazio, in un angolo la parabola della tv satellitare.
La verità dei vecchi operai, che al circolo in fondo a Via Garofani organizzano per gli 800 soci gite in Liguria, Sardegna, Tunisia, crociere sul Nilo, è che per i giovani invece c'è tanto: "Piscine, palestre, campi da tennis, da calcio, da rugby. Dieci anni fa non c'era nulla di tutto questo". Osvaldo, 71 anni, di turno come barista volontario, fra signore che fanno le pigotte, le bambole per l'Unicef, si raccomanda: "Qui c'è pure tanta brava gente".
La verità del Comune è che negli utlimi cinque anni le case popolari sono state riqualificate con 60 milioni di euro. I residenti si sono ridotti a 15.000, ma la densità abitativa resta di 7.500 persone per km quadrato, da due a cinque volte gli atri quartieri, più dei 6.900 di Milano.
Hanno piantato le gestroemie, alberi di pregio con la virtù di non patire l'inquinamento e messo i moderatori di velocità, così addio alle corse in auto in paese. In fondo alla via c'è una telecamera. Per controllare la viabilità, però. Lo spaccio, quello, è un'altra cosa.
Fra la gente del posto, i curiosi, i giornalisti, ci sono le vedette dei mammasantissima del quartiere.
Il clamore nuoce agli affari, i boss desiderano che il silenzio cali rapidamente su questa storia di balordi.
In tanti si sentono assediati, chiamano in causa i carabinieri, della stazione di Via dell'Ecologia, "un minuto di macchina al massimo" da Via Biancospini, anche meno dalla casa dell'assassino.
E' tutto in un fazzoletto: i buoni, i cattivi, chi sta in mezzo. "Ma una divisa qui non si vede mai", mugugnano i vecchi. I giovani rincarano la dose: "Ci fermano se ci beccano in motorino senza casco ma quelli col ferro in tasca mica li disturbano". Accuse che i Carabinieri respingono: "Abbiamo arrestato 120 persone in un anno, il record in Lombardia". Tra i fermati, nel gennaio di due anni fa, anche il killer Cosco e la vititma De Finis. Insieme. Come mai? "IN quelle vie nessuno lavora davvero, alla faccia di quello che c'è scritto sulla carta d'identità, ma se si vedono è perchè hanno qualcosa da fare . questo è sicuro. Peccato che i bravi cittadini si guardino bene dal venircelo a raccontare". Dovrebebro fare cento passi su una spianata di cemento aperta alla vista sui quattro lati, che porta alla caserma degli sbirri.
Cento passi che, qui a Rozzano, pesano sulle gambe come macigni.

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