SIRACUSA: APERTO E SUBITO RINVIATO IL PROCESSO CONTRO I RESPONSABILI NAUFRAGIO DI NATALE

Proprio mentre in questi giorni si moltiplicano le ennesime stragi di migranti nei mari che circondano la nostra penisola, è cominciato a Siracusa il processo contro due dei responsabili dello spaventoso naufragio che la notte di Natale del 1996 coinvolse una nave carica di immigrati nelle acque del canale di Sicilia. Il processo è stato subito rinviato al 18 novembre, per motivi procedurali. 283 fra pakistani e tamil in fuga dalla Sri Lanka, furono i morti: ma nonostante le segnalazioni che arrivavano dai sopravvissuti riusciti a salire su un’altra nave e approdati in Grecia, che cercavano disperatamente di comunicare con i parenti già residenti in Italia, le autorità portuali negarono a lungo la tragedia.
Dino Frisullo raccolse gli appelli di alcuni immigrati pakistani che avevano parenti sulla nave, e cominciò un lavoro di inchiesta, raccogliendo informazioni e materiali per l’apertura del processo, nella sostanziale indifferenza dei grandi organi di stampa, con l’eccezione del Manifesto. La ricostruzione del naufragio offrì elementi anche per svelare i legami del traffico di esseri umani con la mafia turca, elementi che furono oggetto di una dettagliata ricostruzione e pubblicati come Dossier su Narcomafie. In seguito, a distanza di alcuni anni, Repubblica riuscì a far riparlare del caso, grazie alle immagini del relitto adagiato sul fondo del mare filmato da una telecamera di profondità.
L’Associazione Senzaconfine e il suo servizio legale, nel corso della prossima udienza si costituiranno parte civile in nome dei parenti di alcune delle vittime del naufragio, la cui gravità a lungo nascosta avrebbe forse potuto far prendere una piega diversa alle successive politiche dell’immigrazione, e si impegnano a seguire e dare informazioni sugli sviluppi del processo.

Alessia Montuori, Roma 21 ottobre 2003