ANCHE OGGI FITTO CONTESTATO ASPRAMENTE E SALVATO SOLO DALL'INTERVENTO DELLA DIGOS
responsabili saranno identificati attraverso filmati tv e video amatoriali
Terlizzi, il pm apre un'inchiesta
Per l'«assedio» di Fitto, bloccato in auto lunedì per 2 ore dai manifestanti
TRANI Si muove anche la magistratura per la dura contestazione subita lunedì a Terlizzi dal presidente della Regione Puglia Raffaele Fitto impegnato a spiegare i criteri del riordino ospedaliero.
Il sostituto procuratore della Repubblica di Trani Antonio Savasta ha avviato un'inchiesta a carico di persone da identificare con l'accusa di danneggiamento aggravato, violenza privata e resistenza a pubblico ufficiale.
Il fascicolo d'indagine è stato aperto ieri a seguito dell'informativa del Commissariato di Polizia di Bitonto e dei Carabinieri di Molfetta impegnati a garantire l'ordine pubblico all'auditorium «Casa Betania» di Terlizzi, comune dell'entroterra della provincia di Bari, dove il 19 agosto Fitto avrebbe dovuto spiegare le ragioni che porteranno alla chiusura di diversi reparti dell'ospedale «Michele Sardone». Ma l'incontro-dibattito con gli amministratori e le forze sociali terlizzesi non iniziò nemmeno. Al suo arrivo, infatti, l'auto del governatore fu accerchiata da un migliaio di contestatori che costrinsero il presidente della giunta regionale a restare bloccato per due ore nella sua «Alfa 166» ben presto oggetto di calci e lancio di uova marce. Pesanti insulti e danneggiamenti di cui, secondo prime indiscrezioni, si sarebbero resi direttamente responsabili anche alcuni politici locali.
La conferma a quella che gli inquirenti ritengono più che un'ipotesi potrà venire dall'acquisizione di filmati televisivi e video amatoriali che documentano la contestazione.
E' stato questo uno dei primi atti d'indagine disposti nella tarda mattinata di ieri dal magistrato inquirente a conclusione di un vertice svoltosi nella Procura di Trani.
Ma il fascicolo del pm si arricchirà anche del filmato degli agenti della Polizia scientifica giunti a Terlizzi durante i disordini e confusisi tra la folla per documentare l'accaduto ed individuare i responsabili dell'aspra contestazione. Tra loro vi sarebbe anche un gruppo di «no global» che nella stessa mattinata di lunedì ad Adelfia, altro centro della provincia di Bari, aveva contestato Fitto per la possibile chiusura del centro sociale «Coppolarossa». Nel pomeriggio, poi, i no global si sarebbero trasferiti a Terlizzi per proseguire la contestazione nei confronti del governatore. Con l'acquisizione e la visione dei filmati sarà dunque possibile in tempi brevi identificare i contestatori più esagitati e iscriverli nel registro degli indagati.
Nei prossimi giorni il pm Savasta interrogherà Fitto che sinora non ha sporto querela, anche se tutto lascia presupporre che sia questione di ore. La sua scorta, infatti, prelevò alcuni striscioni offensivi che potranno rivelarsi utili, a corredo della denuncia, per individuare i responsabili dell'aggressione già finita all'attenzione del ministero degli Interni.
