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L'Inquisizione come metodo di governo
by zzzzz Tuesday, May. 17, 2005 at 12:44 AM mail:

milioni di vittime

L'Inquisizione come metodo di governo
Nel 1184 papa Lucio III in accordo con Federico Barbarossa con la bolla Ad abolendam istituì in ogni diocesi una inquisizione episcopale per individuare e colpire con l'aiuto della autorità secolare persone e parrocchie infette da eresia. Il concilio Lateranense IV confermando ed estendendo nel 1215 le pene spirituali e temporali già in uso affermava la repressione dell'eresia sul piano della legislazione universale della chiesa e fu introdotta la pena di morte mediante il rogo per i delitti di "lesa maestà divina". Grazie alla deduzione del purgatorio, "invenzione" di Bonifazio VIII, primo Jiubilee maker, si accentuò ancora di più la dittatura papale. Nel 1335 in Piemonte, all'Inquisitore che li interroga, i valligiani valdesi, che poi furono tutti impiccati o bruciati, risposero che nell'altra vita si aspettavano solo l'inferno o il paradiso e che il purgatorio è qui sulla terra.
Da Roma si cominciò quindi ad inviare con sempre maggiore frequenza delegati papali da sostituire ed affiancare ai vescovi meno zelanti o efficienti finché Gregorio IX a partire dal 1231 istituì su tutto il territorio della cristianità una rete di tribunali aventi giurisdizione per crimini di eresia. A presiedere questi tribunali erano inviati membri degli appena nati ordini mendicanti (i domenicani soprattutto ma anche i francescani), fedeli esecutori del centralismo papale. Soggetti all'Inquisizione erano tutti i sospetti di eresia (catari, valdesi, beghini, spirituali, ecc.), tutti gli oppositori politici ma anche gli imputati di "delitti" contro la morale e la disciplina della chiesa, i bestemmiatori: tutti i casi in sostanza nei quali l'inquisitore avesse giudicato l'offesa della legge ecclesiastica tanto grave da toccare problemi di fede, ovvero interessi ecclesiastici o nobiliari. La colpevolezza era stabilita mediante prove testimoniali o per la confessione del reo: per ottenerla questa si ricorreva sistematicamente al regime carcerario più duro (digiuni, catene ecc.) e alla tortura (tratti di corda, cavalletto, carboni ardenti, ecc.), la difesa era pressocché inesistente. Le stesse spese dei tribunali venivano sostenute con le multe e la confisca dei beni dei colpevoli. Sin dai tempi della bolla Ad extirpanda (1252) la tortura era sta legittimata come elemento (fondamentale e spesso, di fatto, unico) di prova ed era applicata con puntiglioso formalismo burocratico (la damnatio - correctio giubilare insiste sui "precisi limiti di durata").
Le vittime della "Santa Inquisizione" sarebbero state secondo alcuni storici circa dieci milioni, in maggioranza donne (le cosiddette "streghe") mentre secondo medievalisti cattolici come Gustav Henningsen, solo nell'età moderna in Europa furono centomila i processi di cui la metà si conclusero con la condanna al rogo.
Il re Ferdinando d'Aragona e la regina Isabella di Castiglia nel 1478 chiesero al papa Sisto IV il rafforzamento e la riorganizzazione del tribunale inquisitoriale ottenendo la facoltà di designare essi stessi gli inquisitori. In Spagna l'Inquisizione fu al servizio della crociata per la "riconquista cristiana" del paese, una vera e propria pulizia etnico-religiosa: gli ebrei non convertiti vennero espulsi in blocco dal paese nel 1492, mentre i Mori furono espulsi nel 1609 perché "di sangue impuro". Questi primi esempi di razzismo ed antisemitismo della storia dell'umanità, diedero luogo ad imitazioni in tutto il continente fino alla Russia zarista.
In tutta l'Europa il processo inquisitorio fu definitivamente codificato nella Nuova Inquisizione post-Riforma luterana, a partire dal 1542 (Bolla Licet ab inizio di Paolo III). In seguito alla formazione dei blocchi religiosi contrapposti ed al Concilio di Trento il papato non solo restaurò i tribunali inquisitoriali ma creò in Roma una commissione di cardinali incaricati di coordinare tutti gli interventi repressivi nei confronti degli eretici, la congregazione della Romana e universale inquisizione o Sant'uffizio. Era presieduta dal papa e mantenne intatti i principi fondanti dell'Inquisizione medioevale (crociata contro gli albigesi e loro sterminio), dell'inquisizione di Spagna ("estirpazione" e conversione forzata degli ebrei e dei musulmani) dandosi un'organizzazione totalmente centralizzata, a guardia della imposizione capillare della fede cattolica ortodossa e del controllo sociale di massa che la Controriforma stava consolidando. Il sospetto faceva scattare il meccanismo inquisitorio. Era di per sé il segno della colpa. Qualsiasi altro crimine, se ci sono i segni della "peste eretica" o della trasgressione al modello del magistero, è associato all'eresia. L'intero impianto giudiziario era basato sulla cultura della delazione. Praticata da sempre, all'interno e verso l'esterno, spettava al Santo Uffizio che razionalizza il sospetto come presunzione di colpa e ne introduceva la capillarizzazione sistematica nell'area cattolica - il compito di assicurarne la tutela, e naturalmente la sacralizzazione. La delazione è segreta ("... al-l'imputato deve essere comunicata solo la sostanza delle deposizioni dei testimoni a carico, senza nomi né possibilità di individuarli": decreto della Congregazione del Santo Uffizio, 1566) ed è "un dovere per il popolo cristiano", perché se si è obbligati a denunciare i crimini di lesa maestà, a maggior ragione è doveroso denunciare il supremo peccato-crimine di lesa maestà divina. Così il padre è obbligato a denunciare il figlio, il marito la moglie, e viceversa, anche perché chi rivela al Santo Tribunale l'eresia dei propri consanguinei ("de' loro padri ancorché non fossero nati dopo il paterno delitto", 1621) non solo non incorre nelle pene stabilite e compie "un'impareggiabile opera di carità", ma può anche usufruire di speciali indulgenze per sé e per gli altri suoi defunti.
In piena Controriforma, Dominico Scoto (1582) afferma: "...le orecchie umane giudicano le parole dal suono, ma il giudizio divino considera quei suoni se sono o no in accordo con l'intenzione... Dio ode le parole non pronunciate e le giudica vere anche se l'uomo non è in grado di accorgersi della discrepanza". La tacita cogitatio, il pensare senza parole permette di dirigere l'intenzione in senso contrario rispetto a quanto è indicato dalle parole!" Il massimo della spietatezza, era la "tortura per l'intenzione". Se, dopo una confessione completa, il sospetto-reo negava di avere avuto intenzioni eretiche mentre si comportava da eretico, veniva torturato non sul fatto ma sulla "sua empia credulità ed intenzione". Rovesciamento del principio giuridico antico secondo cui nessuno può essere punito per quello che pensa (Cogitatio poena nemo patitur).
Il Sant'Uffizio ampliò la sfera di competenza e i poteri in particolare durante i pontificati di Paolo IV (1555-1559) e Pio V (1566-1572) che, come molti altri loro colleghi, erano stati cardinali inquisitori prima di accedere al papato, fino ad affermarsi come la prima di tutte le congregazioni nella riorganizzazione della curia romana operata da Sisto V (1588). Ad essa venne affiancandosi una congregazione autonoma ma in realtà strettamente legata e quasi subordinata per l'esame e la censura della stampa, la congregazione dell'indice dei libri proibiti, istituita nel 1571. Per suo tramite gli inquisitori esercitarono una vigilanza speciale sul mondo della cultura, dalla concessione della licenza per la stampa e il commercio del materiale libraio, al bando e alla censura per le opere, compreso i classici, ritenuti, anche indirettamente pericolosi per la dottrina e la morale cattolica. La strage di 10mila ugonotti protestanti il 24 agosto del 1572 a Parigi, la condanna di Galileo, Tommaso Campanella, Erasmo da Rotterdam, Niccolò Cusano, Pico della Mirandola e il processo e il rogo di Giordano Bruno sono il culmine di questa nuova fase inquisitoriale i cui principi fondanti sono dedotti dal suo fine supremo: perseguire "l'eretica gravità" che si macchia del crimine supremo: "lesa maestà divina". Così la "Santa Inquisizione" in Europa continuò a schiacciare soprattutto le classi oppresse dal sistema feudale oltreché i concorrenti politici convertitisi al protestantesimo o al calvinismo anche se tutti, nobili, mercanti, alti prelati compresi i cardinali, funzionari reali, al di fuori soltanto del re, potevano essere inquisiti, se denunciati come sospetti.
Tra il 1500 e il 1600 la chiesa allungò le mani al seguito dei conquistatori e mercanti fino all'America latina, all'Africa e all'Oriente contribuendo ai massacri, a volte al genocidio, delle popolazione indigene ed alla espropriazione e conversione forzata dei superstiti (ricordiamo tra i tanti il tribunale inquisitoriale di Lima che sradicò le religioni precolombiane). Oltre ai domenicani fu il nuovo ordine dei gesuiti (la compagnia di Gesù) a fare delle missioni nei continenti extraeuropei un imponente veicolo di penetrazione coloniale. Tra i crimini della chiesa in Italia non può essere taciuto l'appoggio alla repressione della rivolta popolare antifeudale e antimonarchica guidata dal pescivendolo napoletano Masaniello che aveva costretto alla fuga il vicerè spagnolo (1647) ) e nel giugno del 1799 lo sterminio, compiuto per conto della monarchia e della "Santa Sede" dal cardinale Ruffo, che strumentalizzò debitamente i sentimenti religiosi dei contadini e dei briganti, della borghesia intellettuale partenopea che aveva dato vita alla repubblica partenopea.
Le ultime scorribande armate della chiesa erano il segno che l'Inquisizione stava perdendo progressivamente potere, man mano che il potere economico e poi politico passerà nelle mani della borghesia (l'ultimo tribunale dell'Inquisizione a scomparire è quello spagnolo nel 1834) ma la sua logica rimarrà intatta ben oltre il Concilio Vaticano I (1869-1870) dove venne sancito il dogma indiscutibile ed eterno dell'infallibilità del papa e vennero condannati e messi al bando il razionalismo, il positivismo e le altre dottrine moderne (naturalismo, materialismo, panteismo). L'Inquisizione fu definitivamente soppressa dagli stati costituzionali nati sull'onda dalla rivoluzione francese, senza quindi alcun provvedimento formale da parte della "Santa Sede"; perse di fatto, in concorrenza con gli stati, ogni potere giudiziario pur mantenendo un posto centrale come strumento per la difesa della ortodossia anche nel riordinamento della curia romana operata da Pio X nel 1908. L'Indice dei libri proibiti rimase in vigore ufficialmente fino al 1966

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