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Nuovo Progetto Manhattan - La biologia alla guerra
by lora Monday, Sep. 05, 2005 at 3:46 PM mail:

pochi giorni fa, la maggioranza repubblicana ha presentato un nuovo disegno di legge, il Biopreparedness act prontamente ribattezzato, con un'altra citazione illustre, "Nuovo progetto Manhattan". Con il pretesto del bioterrorismo, il Congresso varerà dunque una profonda riforma del sistema di ricerca e sviluppo in campo biologico e farmaceutico: brevetti prolungati oltre i venti anni per aumentare i profitti delle case farmaceutiche, de-responsabilizzazione delle aziende in caso di effetti dannosi per la salute dei pazienti, esenzione dalla legislazione anti-trust e sconti fiscali per chi ricerca contro il bioterrorismo. I Democratici hanno già assicurato il loro appoggio

Nuovo Progetto Manhattan
La biologia alla guerra


di Andrea Capocci
Anche la scienza ha dovuto fare la sua parte, nella crociata al terrorismo lanciata dall'amministrazione Bush dopo l'11 settembre. Non è certo la prima volta: molti scienziati, nella storia, si sono cimentati con l'invenzione di armi, ordigni e tattiche di guerra, e proprio gli Usa investirono 2 miliardi di dollari degli anni Quaranta (oggi valgono dieci volte di più) e ben 130mila persone per realizzare le prime bombe atomiche sfruttando i migliori cervelli della fisica teorica dell'epoca. Stavolta, però, gli scienziati "abili e arruolati" provengono soprattutto dalla biologia.
Ricordate infatti le buste all'antrace, quando non era passato nemmeno un mese dagli attacchi alle Torri? Quelle poche lettere riattizzarono nell'opinione pubblica occidentale l'incubo del bioterrorismo: acquedotti, posta e metropolitane si trasformarono in potenziali veicoli di distruzione di massa. Le metropoli occidentali si scoprirono esposte alle armi più infingarde, microbi e gas capaci di uccidere senza un rumore. Contro il bio-terrore, poliziotti e agenti segreti possono poco: meglio chiamare in causa gli scienziati, allora, che magari inventano gli antidoti e sanno se nel loro laboratorio qualcuno si diverte con le fialette sbagliate. Anche la comunità scientifica americana indossò dunque l'elmetto che le tendeva Bush.

L'arruolamento iniziò bene, dietro la spinta di qualche Stranamore. Ad esempio, il dottor Ronald Atlas, presidente della Società americana di Microbiologia, si mise in testa al plotone: le 11 riviste scientifiche pubblicate dalla Società (42000 membri, la più importante organizzazione scientifica mondiale nel campo biologico) avrebbero sottoposto gli articoli pubblicati a censura preventiva nel caso avessero fornito informazioni utili a confezionare un'arma biologica. Pareva una boutade, perché è pressoché impossibile prevedere tutti gli utilizzi, buoni o malvagi, di una scoperta. Atlas invece lanciò una moda di successo, e le principali riviste scientifiche internazionali si impegnarono a censurare dalle proprie colonne gli articoli "canaglia", con pochissime proteste da parte degli scienziati.

Si trattò comunque di dichiarazioni di principio, che rimasero sostanzialmente inapplicate perché inapplicabili. Perfino Bush, cristiano rinato "negazionista" riguardo ai danni delle emissioni inquinanti, sa che scienza e innovazione possono essere molto utili per superare i momenti di crisi e imbavagliarle rende meno che indirizzarle nella direzione più opportuna: sotto l'amministrazione Bush, i finanziamenti federali alla ricerca sono infatti aumentati, ma con netti squilibri a favore della ricerca militare a partire dal 2001. La biologia non poteva fare eccezione: nel 2003, la Casa Bianca ha così lanciato il programma BioShield ("Scudo biologico", entrato in funzione un anno dopo), un finanziamento decennale di ben sei miliardi di dollari a favore della ricerca e della produzione di vaccini anti-bioterrorismo. Un programma ambizioso, che sin dal nome ricorda lo "scudo stellare" dell'ultima guerra fredda. Grazie al BioShield, il governo si è impegnato a comprare dalle case farmaceutiche quantità stratosferiche di farmaci altrimenti invenduti, per fornire ad ogni cittadino americano, minacciato dalla Jihad batteriologica, medicine in abbondanza contro antrace, botulino, ebola, vaiolo, persino la peste. E se i vaccini non esistono ancora, quelli in via di sviluppo e sperimentazione godranno di una corsia preferenziale per la loro commercializzazione. Piuttosto che censurarsi su antrace e botulino, gli scienziati dovranno dunque vaccinare l'intera popolazione e mettersi alla ricerca di vaccini per tutte gli agenti patogeni conosciuti. Tanto il mercato lo garantisce lo Stato.

Ma la militarizzazione della ricerca biologica non si esaurisce certo con lo "Scudo": pochi giorni fa, la maggioranza repubblicana ha presentato un nuovo disegno di legge, il Biopreparedness act prontamente ribattezzato, con un'altra citazione illustre, "Nuovo progetto Manhattan". Con il pretesto del bioterrorismo, il Congresso varerà dunque una profonda riforma del sistema di ricerca e sviluppo in campo biologico e farmaceutico: brevetti prolungati oltre i venti anni per aumentare i profitti delle case farmaceutiche, de-responsabilizzazione delle aziende in caso di effetti dannosi per la salute dei pazienti, esenzione dalla legislazione anti-trust e sconti fiscali per chi ricerca contro il bioterrorismo. I Democratici hanno già assicurato il loro appoggio.

Mezza dozzina di buste infette possono dunque mettere sull'attenti un intero settore dell'economia americana importante come l'industria farmaceutica? Nemmeno nelle guerre mondiali gli industriali avrebbero prodotto cannoni senza fiutare l'affare, figuriamoci multinazionali come Novartis o Bayer. Le buste all'antrace, evidentemente, oltre alle spore velenose portavano a Big Pharma un'opportunità da non perdere. L'industria farmaceutica, infatti, attraversa una profonda crisi di innovazione, a causa della quale da tempo non si scoprono farmaci davvero nuovi, composti chimici diversi, terapie innovative. I soldi se ne vanno in marketing per convincere chi sta bene a comprare farmaci inutili. Ma dal punto di vista economico, è una strategia che non porta lontano.

Rispetto agli anni Novanta, il numero di nuovi farmaci approvati si è ridotto a meno della metà (53 nuovi farmaci nel 1996, 21 nel 2003). Le azioni di Pfizer, AstraZeneca, Eli Lilly (le maggiori) hanno perso nel 2004 tra il 20 e il 30% del loro valore e le fusioni tra grandi aziende si sono arrestate; i brevetti dei farmaci più redditizi stanno scadendo; infine, le cause collettive contro farmaci immessi sul mercato nonostante i gravi effetti indesiderati minano la credibilità dell'industria. Guarda caso, sono proprio i punti salienti del "New Manhattan Project".

Non è una novità, soprattutto per il capitalismo americano. La stessa bomba atomica servì a sconfiggere i giapponesi, ma ancor più per assicurare agli Usa una supremazia tecnologica da spendere contro i russi e nell'industria hi tech del dopoguerra. Il miracolo della new economy nacque nella Silicon Valley, ma gran parte delle commesse alle software house nei retrobottega provenivano dall'esercito e dalla Nasa. Il sequenziamento del genoma umano, che diede il via al "secolo biotec" dei geni quotati a Wall Street, era un'idea dei militari che studiavano gli effetti della radioattività sul Dna. Il Nuovo Progetto Manhattan non farà eccezione.
http://www.liberazione.it/giornale/050904/default.asp

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http://italy.indymedia.org/news/2005/07/834641.php

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