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MAULANA SHAYKH PALAZZI intervistato da "LA PADANIA"
by cittadino democratico Thursday, Sep. 15, 2005 at 12:42 PM mail:

Nell'intervista il leader dei musulmani moderati d'Italia parla della Consulta islamica e delle minacce di morte ricevute su Indymedia. Nella foto Shaykh Abdul Hadi Palazzi col giornalista Dimitri Buffa

MAULANA SHAYKH PALAZ...
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LA PADANIA

Mercoledì 14 settembre 2005

Intervista ad un leader islamico moderato
La Consulta sarà inutile?
di Dimitri Buffa


Shaykh Abdul Hadi Palazzi,



Quando leggerete quest’intervista capirete perché Shaykh Abdul Hadi Palazzi, leader dell’Assemblea muslmana d'Italia (Amdi), è stato recentemente minacciato di morte sul sito internet Indymedia Italia.

Lui, che si dice un islamico moderato, amico dell’America e di Israele, rompe i tabù politically correct europei e italiani sulla propria religione, e dichiara che l’8 per mille all’Islam potrebbe risolversi in una gigantesca truffa o in un finanziamento statale al terrorismo e che la tanto decantata Consulta islamica, voluta dal ministro Pisanu, potrebbe concludersi con un nulla di fatto.

- Perché la consulta islamica sarà pressoché inutile alla luce delle passate esperienze?

«In astratto, la creazione delle Consulta islamica voluta dal ministro Pisanu potrebbe risultare vantaggiosa per l’Italia, inutile o addirittura controproducente. Dipende soprattutto dalle persone che ne verranno chiamate a far parte, e a questo proposito il ministro ha dichiarato di voler procedere in prima persona alla selezione dei nomi, così come ha proceduto alla lista dei predicatori d’odio da espellere. In pratica il ministro dice: “In quanto responsabile della sicurezza, ho elementi sufficienti per poter stabilire quali siano gli estremisti che vanno isolati, indagati o espulsi, e i musulmani moderati che esprimono valori compatibili col nostro ordinamento e possano anzi aiutare lo Stato a combattere l’estremismo”. Almeno nelle sue dichiarazioni di intenti, mi sembra un progetto ponderato e razionale. Sarà solo la lista dei membri della Consulta a permettermi di fornire una valutazione precisa. L’intero mondo occidentale è ormai al centro di una offensiva colonizzatrice da parte di un network integralista wahhabita che si avvale di cospicui finanziamenti sauditi. Il ramo terroristico di questo network è rappresentato da Al Qaeda e altri gruppi consimili, mentre quello politico è rappresentato dalla setta dei “fratelli musulmani” e dalle sue filiazioni locali fra cui, per l’Italia, le organizzazioni denominate Unione delle Comunità ed Organizzazioni islamiche in Italia (Ucoii) e Giovani Musulmani Italiani (Gmi). É una manovra a tenaglia: mentre il ramo terroristico semina il panico, quello politico tenta di avvalersi del clima generato dal terrore per conquistare posizioni di potere. Sotto la guida di Tariq Ramadan, i “fratelli musulmani” hanno lo scopo di imporsi come rappresentanti ufficiali dell’Islam in tutti i paesi europei. In Spagna, in Inghilterra, in Francia, in Olanda e in altri paesi già ci sono riusciti. In Italia no. Se ciò non è accaduto, ritengo dipenda soprattutto da due fattori: dal fatto che al Viminale c’è un ministro dell’Interno che si chiama Giuseppe Pisanu, e dalla circostanza che alcune personalità musulmane contrarie all’integralismo abbiamo denunciato tramite i media la strategia dell’Ucoii».

- Chi rovinò tutto anni fa quando esisteva il consiglio delle comunità islamiche?

«Non bisogna confondere il progetto della Consulta con quello – abortito – del Consiglio islamico. La Consulta è un organo di consulenza del Viminale, i cui membri sono nominati dal ministro, mentre il Consiglio islamico era un tentativo, da parte di un’ambigua alleanza fra organizzazioni islamiche moderate ed estremiste, di proporsi come interlocutore unico nei confronti dello Stato. Di fatto però, la struttura del Consiglio era tale che i moderati agivano da facciata, ma il controllo reale restava in mano agli integralisti dell’Ucoii. L’allora sottosegretario Carlo Taormina analizzò la proposta, e si rese conto di come si trattava di un’operazione cosmetica, di un bluff in cui in realtà a presentarsi come interlocutori credibili erano i soliti leader dei “fratelli musulmani”. Per questo non se ne fece nulla».

- Perchè l'8 per mille significa regalare soldi a privati e a potenziali truffatori?

«Le leggi dello Stato prevedono che i cittadini italiani possano erogare contribuiti, detraibili dalle tasse nella misura dell’8 per mille, a favore delle confessioni religiose di appartenenza. In astratto quindi, si potrebbe argomentare: “Se un cattolico può donare l’8 per mille alla Chiesa cattolica, un ebreo all’Unione delle Comunità Ebraiche, un Valdese alla sua Chiesa, ecc., perchè i cittadini italiani di religione musulmana, (o buddhista, o ortodossa), non dovrebbero poter fare altrettanto? Non siamo forse un paese in cui le confessioni religiose sono egualmente libere di fronte alla legge? In realtà all’atto pratico la situazione non è così semplice: l’Islam non prevede né una chiesa centralizzata, né una gerarchia ecclesiastica. Chiunque, anche un individuo privo di scrupoli, può fondare un’associazione, definirla islamica e candidarsi a rappresentare i musulmani. Esistono già casi concreti: associazioni che si dichiarano islamiche e sono guidate da ex-guru New Age che sino al giorno prima insegnavano lo Zen, o da ex eurodeputati che sino a qualche mese prima non erano nemmeno musulmani. C’è poi il rischio, ancor più grave, che a pretendere di accedere all’8 per mille siano quelle organizzazioni estremiste che fanno propaganda a favore del terrorismo.

- Come potrebbe procedere Pisanu?

«Dovrebbe innanzitutto escludere dalle Consulta le interfacce italiane di Hamas e dei fratelli musulmani, cioè l’Ucoii di Baha Eldin Ghrewati e Roberto Piccardo, e i Giovani Musulmani Italiani di Khaled Chaouki e Sumayyah al-Barq. Poi dovrebbe limitare il ruolo di quelle organizzazioni che – pur attestate su posizioni moderate – dipendono nondimeno da fondi sauditi in modo analogo a quel che accade per gli estremisti. Si tratterebbe poi di guardare oltre i limiti delle organizzazioni islamiche, nel mondo della società civile. Ritengo che il ministro farebbe bene ad includere nella Consulta personalità non legate alle associazioni, ma esemplari in quanto musulmani fautori di moderazione, integrati nella società e nella cultura italiana. Penso, per fare i primi nomi che mi vengono in mente, al colonnello a riposo della Guardia di Finanza Ali Hussen, al docente di islamistica Hassan Raad, ad un etnomusicologo di prestigio come Kassim Bayatli, allo stesso Magdi Allam, tutte persone che potrebbero ben figurare in seno alla Consulta».

- Chi rappresenta un milione di musulmani non praticanti secondo le stime di Magdi Allam?

«Dal punto di vista organizzativo, nessuno rappresenta quei musulmani non praticanti che sono la maggioranza, ma nessuno può nemmeno pretendere di rappresentare in modo esaustivo le decine di migliaia di praticanti. Tanto le organizzazioni estremiste che quelle moderate hanno invece un numero di iscritti che va da qualche decine a qualche centinaio».

- Perchè l'Ucoii dovrebbe essere messo fuori legge?

«Perchè si tratta della filiale italiana di un’organizzazione internazionale (i “fratelli musulmani”) apertamente coinvolta in vicende di terrorismo, perchè veicola messaggi antisemiti ed apologetici del terrorismo suicida, perchè invita in Italia noti apologeti stranieri del terrorismo e perchè ha un segretario che aderisce al Campo Antimperialista, l’organizzazione che fiancheggia quei terroristi che in Iraq combattono contro il governo iracheno, contro le forze della Coalizione, e quindi anche contro le nostre forze armate».

- A chi fa risalire le minacce di morte contro di lei?

«Le faccio risalire ad ambienti contigui al Campo Antimperialista e all’Ucoii, cioè a quelle organizzazioni estremiste di cui, in quanto segretario dell’Assemblea Musulmana d’Italia, ho chiesto lo scioglimento a norma di legge».

Il leader dell’Assemblea musulmana d'Italia ha ricevuto minacce di morte per aver criticato l’8 per mille dell'Ucoii».


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