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Venezuela: all'erta militare
by Bambine di Satana Thursday, Oct. 24, 2002 at 9:52 AM mail:

All'erta militare in Venezuela dopo l'appello di 14 ufficiali all'insubordinazione al governo

Caracas, 22 de octubre.

Il generale Raúl Baduel, comandante della poderosa quarta divisione di Maracay, pilastro del ritorno al potere di Hugo Chávez, in seguito al golpe dell'11 aprile scorso, ha dichiarato lo "stato di all'erta", dopo che 14 generali e ammiragli, si sono dichiarati in "ribellione", esortando i loro compagni di arma a ripudiare il governo costituzionale.

Alcune ore più tardi il ministro della Difesa, José Luis Prieto,affermava che le forze armate "dichiaravano appoggio irreversibile alla Costituzione".
Al tramonto, in Caracas, la dichiarazione dei 14 alti ufficiali, ancora attivi nonostante l'assenza di un mandato effettivo, e nella notte la manifestazione di centinaia di oppositori di Chávez, nella Plaza Altamira, ad est della capitale venezuelana.

Da Washington, il segretario generale dell'Organizzazione degli Stati Americani César Gaviria, criticava l'appello dei militari golpisti, segnalando che questo violava “la lealtà costituzionale che gli ufficiali delle forze armate devono al presidente della repubblica” e continuava sostenendo che "ciò contravviene la Carta Democratica Interamericana, la quale stabilisce che uno degli elementi essenziali della democrazia è la subordinazione costituzionale di tutte le istituzioni dello Stato all'autorità civile, legalmente costituita, ed il rispetto allo stato di diritto di tutte le entità e i settori della società".

"Non possiedo alcuna valutazione verso questi compagni di arma, che meritano tutto il nostro rispetto; lascio il compito agli organismi competenti", dichiarava Baduel, riferendosi a procedimenti e norme militari, dichiarandosi costituzionalista e precisando che si sarebbe riunito con il suo stato maggiore, per porsi in aspettativa, dopo lo stato di all'erta, senza fornire maggiori precisazioni.

Lo scorso 13 aprile il generale Raúl Baduel, allora comandante della brigata dei paracadutisti di Maracay (80 km ad ovest di Caracas), guidava l’azione di alcuni capi militari, che ripristinava il potere a Chávez, 47 ore dopo essere stato rimosso dall’incarico.

Successivamente Chávez lo nominava comandante della quarta divisione, con due componenti nel reparto blindato di Maracay e Valencia (cento km ad ovest), nella brigata dei paracadutisti di Maracay e nella principale base aerea del paese, quella di Palo Negro.

Alcune ore prima della dichiarazione dei militari golpisti, le autorità informavano della detenzione di due uomini armati, legati ad una cospirazione, al fine di assassinare il presidente, trasferiti in seguito al Tribunale Supremo della Giustizia per essere indagati.
I detenuti, identificati come Eduardo Campusano y Argimiro Fernández, al momento del fermo si trovavano tra i manifestanti che appoggiavano il governo a celebrare il “fallimento” dello sciopero generale di sindacati e impresari.
Fernández, divulgava al capo della polizia l'esistenza di vincoli con l'opposizione di Cacao

Gli ufficiali dissidenti, che capeggiarono l’effimero golpe di aprile, hano emesso un comunicato, letto davanti alle telecamere della Globovisión, dal generale Enrique Medina Gómez, in cui si richiamavano i civili militari a disconoscere il governo di Chávez, dichiarandolo "illegittimo e autoritario" e citando l'articolo 350 della Costituzione venezuelana.

Secondo il documento, emesso dopo lo sciopero di opposizione - qualificato "fallimentare" dal governo-, si esige la rinuncia immediata del presidente della repubblica e la legittimazione dei poteri pubblici.

Sono state inoltre convocate le truppe militari a concentrarsi nella piazza di Altamire, dove di solito manifestano gli oppositori e definita "territorio liberato dalla forza armata istituzionale".

“Noi dichiariamo insubordinazione legittima e non riconosciamo l’attuale regime. Invitiamo tutti i componenti della nostra forza armata nazionale ad accompagnarci in questa missione” afferma la dichiarazione

Nella notte, un capitano della Guardia Nacional, Leonardo Carrero -ripreso dalle telecamere della Globovisión-, si univa ai 14 ribelli, presentandosi in uniforme nella piazza, per salutarli in forma militare.

Ma il vicepresidente, José Vicente Rangel, ridimensionava l'importanza della dichiarazione, precisando che le autorità ne erano a conoscenza e che si trattava degli stessi militari della scorsa rivolta, "profondamente ripudiata dalle forze armate".

"Abbiamo contatti con tutte le forze del paese.
Tutti i componenti, Armata, Forza aerea, Esercito e Guardia Nazionale ripudiano l'atteggiamento di questi militari, che stanno violando le istituzioni militari e la costituzione della repubblica. Si procederà legalmente in accordo con i pubblici ministeri, la procura generale e la giustizia militare.

Assicurava che il paese non si trovava in stato di all’erta e che all’appello di questi ufficiali avevano aderito soltanto alcuni gruppi di oppositori, che di solito si riuniscono nella piazza Altamire, sottolineando che il governo concede il diritto di manifestare, per cui non ci sarebbe stata alcuna repressione

Intanto il vicecomandante regionale della Guardia Nazionale, generale Luis Felipe Acosta Carlés, responsabile delle guarniciones degli stati di Carabobo, Aragua, Cojedes y Guárico accusava i generali golpisti in aprile di mancanza di etica, definendo la loro azione un atto immorale e lesivo della Costituzione - i cui parametri devono essere rispettati dalle le forze armate- e dichiarava che
“Questi militari invitano alla ribellione con appelli diffusi tramite i mezzi di informazione, ma nessuno li sente e nessuno li legge, poiché tutto ciò è parte dell'antagonismo che vogliono creare, ma il loro obiettivo di porre la forza armata contro la Costituzione venezuelana non sarà mai realizzato"

Puntualizzava inoltre che i generali coinvolti nel golpe
hanno ormai perso la loro autorità nel seno dell’ istituzione armata, ed esprimeva il suo disppunto per il fallimento del Tribunale Supremo di Giustizia, che li aveva a suo tempo assolti

Anche il presidente del Congresso, William Lara, e altri militari dissidenti, sono del parere che "questa operazione non avrà nessuno eco all’interno della forza armata nazionale".

http://www.jornada.unam.mx/038n1mun.php?origen=index.html

"Revolution - Dopes - Guns & Fuckin' in the streets"
by Bambine di Satana

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