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Inchiesta sulla Colombia-Parte Prima
by Collettivo AgItAzIoNe-Indymedia Montale Thursday, Aug. 08, 2002 at 2:49 PM mail:

Poichè il documento è statopubblicato solo in parte, data la sua lunghezza, proviamo a ripubblicarlo diviso in due parti.

CONTROINCHIESTA

Indice
1) Presentazione
2) La Storia delle FARC-EP
3) Guerriglia e narcotraffico. Storia di una decennale campagna diffamatoria
4) Il Plan Colombia. Le mani sporche di sangue dell’imperialismo USA
5) Breve conclusione. Come le FARC-EP sono tornate di attualità in seguito all’elezione di Alvaro Uribe

1) Presentazione

In seguito alla grande campagna diffamatoria scatenata nei confronti delle FARC-EP (Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane-Esercito del Popolo) dai media ufficiali dopo i recenti attentati di poco seguenti l’elezione a presidente di Alvaro Uribe (dipinto dai suddetti media ufficiali come una vittima della violenza dei rivoluzionari colombiani), campagna diffamatoria i cui echi si fanno sentire anche qui in Italia (bastava guardare il Tg3 di stamattina, dove veniva sottolineato il fatto che il padre di Uribe era stato assassinato dalle FARC), produciamo questa piccola “controinchiesta” sulla più antica guerriglia sudamericana, in atto da decenni.

2) La Storia delle FARC-EP

Ecco un comunicato sulla storia delle FARC-EP, diffuso dal comando centrale delle suddette e pubblicato sul sito: http://www.sezione150.it

“Il 27 maggio del 1964, 38 anni fa, nacquero le FARC-EP come risposta politica, economica, sociale ed armata all'aggressione da parte del regime politico oligarchico del bipartitismo liberal-conservatore contro i marquetalianos, che successivamente fu estesa a tutte le organizzazioni popolari. Nel 1964 lo Stato colombiano iniziò a Marquetalia, con 16000 uomini contro 46 uomini e 2 donne diretti dal Comandante Manuel Marulanda Vélez, la più grande operazione militare di sterminio. Fu il Congresso della Repubblica, influenzato da Alvaro Gómez Hurtado, ad autorizzare il presidente Guillermo León Valencia ad aggredire Marquetalia con l'accusa di essere una "repubblica indipendente", poiché grazie alla fertilità delle sue terre la maggior parte dei precedentemente amnistiati vi si era insediata.
Per conseguire il successo di questa aggressione poté contare sull'appoggio incondizionato degli alti Comandi Militari, assessorati da ufficiali del Pentagono e sostenuti dalla grande stampa, oltre che dei capi dei due partiti tradizionali, dei latifondisti e dei terratenenti. I Generali pensarono che tre settimane sarebbero state sufficienti per eliminare quel gruppo di 48 contadini valorosi, e per fare ai militaristi un rapporto vittorioso. I marquetalianos, dopo esser stati aggrediti, decisero in un'assemblea di sollevarsi in armi. Prima dell'inizio dell'aggressione contro Marquetalia, le FARC avevano lanciato diversi appelli pubblici diretti al Congresso, ai capi dei partiti politici, alle organizzazioni sociali, alle personalità civili e militari, alla Chiesa Cattolica colombiana, alle Nazioni Unite, alla Croce Rossa Internazionale ed agli intellettuali europei, tra gli altri, affinché contribuissero a persuadere lo Stato ed il governo della Colombia circa la convenienza di trovare una soluzione politica e soddisfacente alle giuste richieste dei marquetalianos amnistiati, senza necessità di ricorrere nuovamente allo scontro armato. Ma, come sempre, s'imposero l'intransigenza e la voracità degli interessi meschini dell'oligarchia governante. Ad essa parve più conveniente non investire cinque milioni di pesos nella costruzione di vie di comunicazione, scuole, strutture sanitarie ed un centro di commercializzazione dei prodotti dei marquetalianos, ma eliminarli fisicamente attraverso la forza. Il fine era di annegare così nel sangue il desiderio di cambiamento della maggioranza dei colombiani, affinché lo Stato perpetrasse, senza ostacolo alcuno, la sua politica di "terra bruciata" contro il popolo, espropriando ai contadini le terre migliori e svendendo le nostre ricchezze e sovranità agli interessi più occulti del capitale transnazionale, capeggiato dal Fondo Monetario Internazionale. Solo durante il governo di Belisario Betancourt (1982-1986) fu possibile sviluppare i primi dialoghi tra il governo e le FARC-EP, al termine dei quali le due parti sottoscrissero gli Accordi dell'Uribe. Questi suscitarono simpatia e speranza in quasi tutti i settori sociali del nostro paese, poiché, nonostante gli ostacoli posti dai militaristi nemici acerrimi dei dialoghi e di una soluzione politica, il 28 maggio del 1984 venne firmato il primo Cessate il Fuoco bilaterale, annunciato simultaneamente dal Presidente della Repubblica e dal Comandante in Capo delle FARC-EP, Manuel Marulanda Vélez. In seguito al Cessate il Fuoco, nacque nel paese come risultato degli Accordi dell'Uribe una nuova forza politica, l'Unión Patriotica. Questo movimento politico pluralista, fu creato per aggregare i più diversi settori sociali e popolari interessati a contribuire a dare un appoggio reale e di massa ai dialoghi ed agli accordi che da lì in avanti sarebbero emersi dal Tavolo, frutto delle conversazioni tra il governo e le FARC. I militaristi, tanto in divisa quanto civili, dall'alto dei tre poteri dello Stato e all'esterno del medesimo, opposero i loro interessi oligarchici nell'ostacolare il compimento da parte dello Stato degli Accordi sottoscritti dalle parti, ricorrendo a tal fine agli assassinii selettivi, ai massacri, alle sparizioni, alle minacce ed alle torture ai danni di membri e dirigenti dell'Unión Patriotica e del Partito Comunista, così come di dirigenti sindacali e popolari. Nei paesi del Cono Sud che lo hanno anche vissuto, come Brasile, Argentina, Cile, Uruguay e Paraguay, tale piano di sterminio contro il popolo ed i suoi dirigenti fu chiamato "guerra sporca", con riferimento al terrorismo scatenato dallo Stato medesimo nell'ambito di una concezione controinsorgente disegnata dal Pentagono e dalla CIA al fine di evitare che si ripetesse, nel continente americano, un'altra rivoluzione socialista come quella cubana. L'operazione di sterminio contro il Segretariato delle FARC-EP a Casa Verde, denominata "Centauro" dall'Alto Comando militare ed ordinata nel dicembre del 1990 dall'allora Presidente, Cesar Gaviria Trujillo, mise fine repentinamente al processo di dialogo iniziato con il governo di Belisario Betancourt. La classe governante al potere aveva ritenuto che fosse giunto il momento di piegare militarmente la guerriglia in modo da imporre all'insorgenza la sua politica di Stato, facendo propria la formula dell'ex-presidente, Alfonso López Michelsen, il quale aveva detto che "prima bisogna sconfiggere la guerriglia, e poi farla sedere a conversare". Quando ritenne che militarmente fossimo stati indeboliti, offrí nuovamente il dialogo; andammo a Cravo Norte, poi a Caracas ed infine a Tlaxcala, in Messico, dando un'ulteriore dimostrazione della nostra invariabile volontà di conseguire una soluzione politica al conflitto sociale ed armato. Con il pretesto della mancanza di volontà politica da parte della guerriglia, il governo Gaviria decise unilateralmente di sospendere le conversazioni, in quanto la stessa aveva dato, nel corso dei dialoghi, contundenti risposte militari agli intensi operativi delle Forze Armate contro le unità guerrigliere. Il governo, la classe governante e le loro forze militari si aspettavano la resa e la consegna del movimento guerrigliero. Il Governo di Ernesto Samper offrí alle FARC-EP dei dialoghi in mezzo alla guerra. Le FARC-EP espressero la loro disponibilità a dialogare con il nuovo Presidente, a patto che fosse smilitarizzato il municipio dell'Uribe (nel dipartimento del Meta). Ma le Forze Militari, allora capeggiate dal Generale Harold Bedoya, si opposero minacciando di fare un colpo di Stato qualora il Presidente avesse accettato la richiesta delle FARC. Samper, che conosceva perfettamente la grave crisi che per la sua amministrazione significava la presenza di milioni di dollari del narcotraffico nella sua campagna presidenziale, non ebbe la forza né la volontà di affrontare coloro i quali si opponevano ai dialoghi, e come Gaviria dichiarò la Commozione Interiore e la guerra totale contro il popolo e le sue organizzazioni rivoluzionarie e popolari. Furono altri quattro anni di duro scontro politico-militare contro lo Stato ed i suoi organismi repressivi. Lo stesso Comandante in Capo delle FARC-EP, in una lettera indirizzata al Presidente del Costa Rica, José María Figueres, e ad Augusto Ramírez Ocampo, annunciò la disponibilità della sua organizzazione guerrigliera a dialogare in Colombia con il governo che avesse smilitarizzato quattro municipi nel Meta: La Uribe, Mesetas, La Macarena e Vista Hermosa. Coloro i quali avevano rifiutato la proposta di smilitarizzare La Uribe, considerarono stolta e priva di realismo politico la nuova proposta delle FARC.
Il Plenum dello Stato Maggiore Centrale, realizzato nel novembre del 1997, decise di esigere dal Governo che fosse succeduto a Samper la smilitarizzazione non già di quattro, ma di cinque municipi: San Vicente del Caguán (nel Caquetá), La Uribe, Mesetas, La Macarena e Vista Hermosa (nel Meta), così come lo smantellamento dei gruppi paramilitari quali condizione per dare luogo a dialoghi nella ricerca della pace con giustizia sociale. Queste due condizioni erano già state date a conoscere al paese ed al mondo dal Comandante in Capo delle FARC-EP, nel documento centrale letto pubblicamente a Cartagena del Chairá, attraverso mezzi di comunicazione nazionali ed internazionali, il giorno della consegna di 70 militari prigionieri di guerra catturati nel corso della presa della Base di Las Delicias ed a Juradó (nel Chocó). Il Presidente Pastrana, nel corso della sua campagna elettorale, prese l'impegno nei confronti di chi avesse votato per lui di capeggiare di persona i dialoghi, ed offrí di smilitarizzare i cinque municipi richiesti dalle FARC-EP. Una volta eletto, il nuovo Capo di Stato e del Governo, ancor prima del passaggio di consegne, sostenne un incontro con il Comandante in Capo delle FARC per definire i dettagli relativi alle due condizioni: smilitarizzazione dei cinque municipi e smantellamento dei gruppi paramilitari organizzati dallo Stato. In quell'occasione il Presidente raccontò al Comandante Marulanda come pensava di risolvere i diversi problemi sociali ed economici che colpiscono il paese; allora il Comandante Marulanda gli disse: "Signor Presidente, noi crediamo a tutto quello che lei sta dicendo, ma c'é un problema. Come pensa di risolvere il problema del paramilitarismo, visto che ci sono di mezzo ufficiali e sottufficiali?" Domanda alla quale il Presidente rispose: "userò a tal fine tutti gli strumenti dello Stato".
Sulla base del compimento di tali impegni ebbero inizio i dialoghi Governo-FARC-EP. Il 7 gennaio del 1999, a San Vicente del Caguán ebbe luogo l'evento di inaugurazione, con la presenza dello stesso Capo di Stato e di vari funzionari del suo Governo, così come di importanti delegazioni nazionali ed internazionali. Il Comandante in Capo delle FARC-EP non poté presenziare, poiché fu scoperto un sinistro piano dell'intelligence militare per assassinarlo, e qualora fosse stato necessario, assassinare anche il Presidente Pastrana, cosa che avrebbe posto termine al processo di dialogo ancor prima del suo inizio, e che avrebbe sommerso il paese in un'altra tragedia dalle conseguenze imprevedibili.
Due giorni dopo l'istallazione del Tavolo Nazionale dei Dialoghi, la stampa riportò l'assassinio in diverse parti del paese di oltre 200 colombiani, civili inermi, per mano delle organizzazioni paramilitari. Come condanna di questo bagno di sangue di compatrioti innocenti, le FARC-EP decisero di congelare i dialoghi fino a quando il Governo non avesse dimostrato risultati soddisfacenti nella lotta contro il paramilitarismo di Stato. Senza prima aver ottenuto dal Governo i suddetti risultati, le FARC-EP presero la decisione di scongelare i dialoghi, consegnando all'Alto Commissario per la Pace una lunga lista di militari, politici, allevatori, congressisti, imprenditori, latifondisti, narcotrafficanti e terratenenti palesemente coinvolti nel terrorismo di Stato contro l'opposizione politica al regime governante.
Ritornammo al Tavolo dei Dialoghi con l'unico interesse di avanzare nell'elaborazione di un'agenda comune, dando tempo al Governo di intraprendere azioni militari, giuridiche e politiche indirizzate a decimare le bande paramilitari ed a rompere il loro riconosciuto legame con le forze militari e di polizia, affinché venissero impresse fiducia e solidità al processo dei dialoghi e negoziati. Con grande sforzo le parti al Tavolo dei Dialoghi riuscirono a definire e sottoscrivere l'Agenda Comune per il Cambiamento verso la Nuova Colombia, con dodici temi fondamentali da trattare nella ricerca di soluzioni di fondo alla crisi nazionale; e con il fine di garantire la partecipazione di diversi settori sociali e popolari, fu creato il Comitato Tematico Nazionale con rappresentanti del Governo e delle FARC-EP in ugual numero. Le funzioni di questa nuova istanza erano: coordinare la realizzazione delle Assemblee Pubbliche, fungere da raccordo tra il Tavolo e tutti i settori sociali interessati, e riassumere l'insieme delle proposte raccolte nelle Assemblee per poi presentarle al tavolo dei Dialoghi.
Dopo aver fatto conoscere al paese ed alla comunità internazionale i passi in avanti del Tavolo con l'approvazione dell'Agenda Comune, si generarono maggiori aspettative circa i risultati dei dialoghi e si considerò di beneficio per il processo l'organizzazione di un Tour
Internazionale del Tavolo, che si recò in alcuni paesi europei -a cominciare dalla Svezia e dalla Norvegia- con il proposito di spiegare lo stato del processo di pace e tutte le sue particolarità. Il Tour ebbe successo, dato che le due parti furono ricevute in condizioni paritetiche e fu evidente l'interesse mostrato dai paesi visitati di conoscere i dettagli dei dialoghi e di visitare la zona smilitarizzata, rispondendo con reciprocità ad un invito del Tavolo.
Mentre il Tavolo si stava dinamizzando con questi elementi politici, il Governo continuava a non dare una risposta alle FARC in merito alla quantità di crimini commessi dall'esercito e dalla polizia in nome delle bande paramilitari.
Quando tutto era pronto per la realizzazione dell'Assemblea Pubblica Internazionale sulla sostituzione delle coltivazioni illecite e sull'ambiente, con la significativa presenza di rappresentanti della comunità internazionale, il Presidente Pastrana, senza interpellare le FARC, decise unilateralmente di non rispettare l'accordo del Tavolo e sospese a tempo indefinito l'Assemblea stessa, con il pretesto della presunta responsabilità delle FARC del vile assassinio della signora Elvira Cortés con una collana-bomba, crimine di Stato perpetrato dall'intelligence governativa.
Superata questa provocazione concepita dai circoli militaristi governanti, che aveva ambito prima di tutto ad evitare la realizzazione dell'Assemblea Internazionale, a screditare le FARC-EP ed a rompere il processo di pace, riuscimmo a convincere il Governo a rispettare l'accordo, firmato al Tavolo, di effettuare l'Assemblea nel mese di luglio del 2000. E così fu. La comunità internazionale fu testimone della proposta, presentata dalle FARC-EP al governo nazionale, di smilitarizzare Cartagena del Chairá per trasformarla in municipio pilota nella sostituzione delle coltivazioni illecite, offrendo l'esperienza organizzativa e l'autorità della guerriglia di fronte alle comunità per evitare il mal uso delle risorse stanziate per la sostituzione delle coltivazioni. Nel corso dello stesso evento gli invitati internazionali conobbero le proposte dei contadini, i quali affermarono che la causa che li aveva spinti a coltivare la coca era l'assenza di una riforma agraria integrale, e che tali coltivazioni erano il loro unico mezzo di sussistenza di fronte all'assoluta indifferenza statale. Inoltre espressero la loro disponibilità di rinunciarvi, qualora lo Stato assicurasse mezzi dignitosi di sopravvivenza.
Nel corso dello stesso anno venne resa pubblica la proposta, sorta da un Plenum dello Stato Maggiore centrale delle FARC-EP, di legalizzare le droghe con l'obiettivo di apportare elementi concreti di soluzione definitiva del fenomeno del traffico di allucinogeni a livello globale. E neanche a questa proposta il Governo dette una risposta ufficiale, giacché qualora l'avesse accettata avrebbe smesso di ricevere le miliardarie risorse del Plan Colombia, di poter giustificare la guerra, che attualmente dirige contro il popolo e le sue organizzazioni adducendo il pretesto della "lotta al narcotraffico ed al terrorismo", e di poter accusare le FARC-EP di partecipare nel traffico delle droghe.
I rappresentanti dei Paesi Amici, avendo partecipato in qualità di Facilitatori durante il processo di dialoghi e negoziati, furono inoltre testimoni della nostra permanente disponibilità di discutere le proposte politiche, economiche e sociali contenute nell'Agenda Comune per il Cambiamento verso la Nuova Colombia, sottoscritta dalle parti, così come la proposta presentata al Tavolo dalle FARC-EP di sussidiare transitoriamente i disoccupati durante il periodo in cui si sarebbe cercato il consenso per firmare l'accordo in materia di sradicamento graduale della disoccupazione.
Il Governo del signor Pastrana non ha mai avuto una politica di pace, bensì una vera e propria strategia di guerra contro il popolo e le sue organizzazioni. A tal fine esso si è appoggiato alla politica paramilitare di Stato, stimolata ed alimentata con le risorse provenienti dall'interventista Plan Colombia, erogate dal governo degli Stati Uniti. Quanto detto non esclude le responsabilità che hanno anche i candidati presidenziali del bipartitismo liberal-conservatore, Uribe Vélez, Horacio Serpa e Noemí Sanín, i quali in modo sistematico e malintenzionato si sono dedicati a intorpidire il processo di pace, così come settori dell'imprenditoria, della Chiesa Cattolica colombiana e delle forze militari e di polizia, e i principali mezzi di comunicazione.
Senza dubbio, è bene sottolineare l'Accordo Umanitario raggiunto con il Governo Pastrana, in virtù del quale tornarono in libertà 360 prigionieri dell'esercito e della polizia e 14 guerriglieri, questi ultimi privati della libertà nelle carceri del sistema. L'importante cerimonia pubblica per consegnare e ricevere i prigionieri ebbe luogo di fronte ad una nutrita presenza della comunità internazionale, della Croce Rossa Internazionale, delle Nazioni Unite, del Vaticano, della Chiesa Cattolica colombiana, dei familiari dei prigionieri, della popolazione dei cinque municipi e dei mezzi di comunicazione. Tale accordo fu raggiunto dopo che lo stesso Comandante delle FARC-EP avesse espresso permanentemente e senza successo ai tre poteri dello Stato la necessità di approvare una Legge di Scambio transitoria o permanente, che permettesse di liberare la totalità dei prigionieri di guerra in potere delle due parti.
Nei confronti della proposta di Scambio, di quella di sussidiare i disoccupati e di quella di sostituzione delle coltivazioni illecite nel municipio di Cartagena del Chairá, lo Stato ed i suoi negoziatori ebbero un atteggiamento intransigente e meschino, oltre che un'assoluta assenza di iniziativa e volontà politica.
L'evidente rifiuto del Governo di assumersi la propria responsabilità nella lotta al paramilitarismo, obbligò per la seconda volta le FARC a congelare i dialoghi per dargli il tempo rispettare il suo impegno mostrando risultati concreti in questa lotta.
Durante il terzo incontro tra il Presidente Pastrana ed il Comandante Marulanda venne sottoscritto l'Accordo di Los Pozos, di 13 punti dei quali due, i numeri 3 e 10, vanno citati. Il primo afferma: "il Governo e le FARC-Esercito del Popolo concordano in merito all'importanza di avanzare nella discussione sui meccanismi per porre fine al paramilitarismo e diminuire l'intensità del conflitto. A tal fine il Tavolo dei Dialoghi e Negoziati creerà una commissione di personalità nazionali che formulino raccomandazioni verso questi due obiettivi." Come risultato di ciò, accettammo nuovamente di scongelare i dialoghi e la negoziazione, allo scopo di continuare la discussione sui temi dell'Agenda Comune e di sviluppare i 13 punti dell'Accordo di Los Pozos.
Il punto 10 del medesimo accordo afferma: "le FARC-Esercito del Popolo non si oppongono ai progetti di sradicamento manuale e di sostituzione delle coltivazioni illecite, tuttavia reiterano che un tale processo deve essere portato avanti di comune accordo con le comunità. Il Governo nazionale e le FARC convengono sull'importanza strategica di lavorare nella protezione e nel recupero dell'ambiente."
Questo accordo non fu rispettato dal signor Presidente nella misura in cui, lungi dal concertare con le comunità lo sradicamento manuale delle coltivazioni illecite, le fumigazioni aeree andarono ad intensificarsi diventando indiscriminate, cosa che ha colpito tutte le coltivazioni di banane, yucca e mais dei contadini del sud del paese, senza contare gli irreparabili danni ecologici causati all'ambiente. Quando esigemmo pubblicamente che il Presidente rispettasse quanto concordato, egli rispose, pure pubblicamente, che era stata l'ambasciatrice degli Stati Uniti, Anne Patterson, a dire che il suo paese non avrebbe sospeso le fumigazioni.
Il Tavolo, sulla base del punto 3 dell'Accordo di Los Pozos, nominò una commissione di quattro personalità incaricata di formulare raccomandazioni alle parti al Tavolo per porre fine al paramilitarismo e diminuire l'intensità del conflitto. Queste raccomandazioni non obbligavano le parti a farle proprie; il Tavolo nel suo insieme le ricevette in modo che in un primo momento le parti potessero, ognuna per proprio conto, studiarle e discuterle. Una volta realizzate le rispettive consultazioni interne, si sarebbe data la discussione al Tavolo, in cui ognuna delle parti avrebbe espresso le proprie posizioni in margine al documento delle Personalità. Passarono diversi mesi senza che il Governo si interessasse all'analisi ed alla discussione collettiva delle raccomandazioni. Anzi, si limitò a dire attraverso i mezzi di comunicazione che la proposta della Commissione delle Personalità avrebbe dovuto essere accettata integralmente, senza prima sostenere un interscambio di opinioni tra le due parti, come previamente concordato. In seguito il Governo diffuse la menzogna secondo cui mentre esso accattava senza obiezioni le raccomandazioni, le FARC-EP le rigettavano totalmente.
Nel frattempo il Presidente della Repubblica affermava ossessivamente e a mo' di sfida, in tutti gli eventi che presiedeva ed in tutti i suoi discorsi, che disponeva di forze militari altamente preparate per la guerra e con immense risorse provenienti dal Plan Colombia, per garantire la capacità di combattimento delle sue truppe nel caso in cui le FARC si fossero rifiutate di fare gesti unilaterali di pace.
Alle suddette minacce del Capo di Stato si aggiunse una serie di pressioni della casta governante contro la zona smilitarizzata, i dialoghi e le FARC-EP.
Successivamente sopraggiunsero i fatti dell'11 settembre negli Stati Uniti, sull'onda dei quali il Governo e l'oligarchia pensarono che fosse arrivato il momento di incalzare le FARC con maggior durezza per obbligarle a fare concessioni in termini di principi, o altrimenti portarle a ritirarsi dal Tavolo per poi far cadere su di loro la responsabilità della rottura delle conversazioni. Le FARC-EP, che erano a conoscenza della manovra governativa, non caddero nella trappola: non si lasciarono provocare.
Come i governanti che lo avevano preceduto, il signor Presidente Pastrana esigette di sviluppare le conversazioni nel mezzo del conflitto; eppure il 20 febbraio di quest'anno ha deciso in modo unilaterale e definitivo di rompere i dialoghi e di porre fine alla zona smilitarizzata convenuta dalle parti, prendendo come pretesto il dirottamento di un aereo e la detenzione di un congressista da parte della Colonna Teófilo Forero delle FARC-EP.
Le FARC-EP, senza pausa né cedimenti, porteranno avanti oggi come 38 anni fa la loro invariabile politica di cercare i dialoghi verso la pace con giustizia sociale, usando le uniche forme di lotta che il regime oligarchico gli ha imposto fino a conquistare il potere politico per costruire una società senza sfruttatori né sfruttati, in cui prevalga la giustizia sociale, sia rispettata la nostra sovranità e regni l'armonia nelle relazioni con tutti i paesi, basata sulla libera autodeterminazione dei popoli.
In questo trentottesimo anniversario delle FARC-EP tributiamo un sentito e combattivo omaggio a tutti i marquetalianos, che con i loro sangue e sacrificio hanno contribuito a creare solide basi per la costruzione della Nuova Colombia. Allo stesso modo ricordiamo tutti i combattenti caduti nel compimento delle missioni, ed i nostri prigionieri politici che hanno avuto la sufficiente tempra rivoluzionaria per convertire le carceri del regime in trincee ideologiche di lotta. Ai familiari dei compagni caduti in combattimento vanno le nostre più sincere condoglianze, ed ai compagni prigionieri e ai loro parenti la nostra voce di sostegno e speranza. Ai comandanti ed ai combattenti facciamo in questo nostro giorno i complimenti, e ricordiamo l'obbligo morale che come rivoluzionari abbiamo, nei confronti del nostro popolo e della nostra Organizzazione, di essere ogni giorno di più combattenti migliori e più disciplinati nel realizzare i piani ed i compiti trasmessi dagli organismi superiori, con iniziativa ed abnegazione convinte poiché ognuno di noi è un umile falegname nella costruzione della Nuova Colombia.

Viva i marquetalianos!

Viva il nostro Comandante Jacobo Arenas!

Viva le FARC-EP!

Viva il marxismo-leninismo e il pensiero bolivariano!

Colombia, maggio 2002

STATO MAGGIORE CENTRALE delle FARC-ESERCITO DEL POPOLO”

Sentito? I media “ufficiali” bollano come feroci e sanguinari assassini persone che da decenni si battono contro governi autoritari e repressivi, che fanno uso del terrorismo di Stato per limitare la libertà dei cittadini. Persone che si battono per la libera autodeterminazione dei popoli, contro governi fantoccio manovrati dall’imperialismo statunitense. E Bush li inserisce nella lista di chi minaccia la sicurezza nazionale degli USA. Evidentemente “il Padrone del Mondo” non tollera che si combatta per la democrazia e la libertà, perché secondo lui non esiste altra democrazia all’infuori di quella americana, che si esprime con questo unico principio: “Gli stati che si trovano nella mia area di influenza sono liberi di avere il governo che gli pare, purchè tale governo sia asservito ai miei ordini”.

3) Guerriglia e narcotraffico. Storia di una decennale campagna diffamatoria

Nel corso della campagna di diffamazione delle FARC, esse sono state più volte definite fiancheggiatrici dei narcotrafficanti e coinvolte nel traffico internazionale di cocaina. Altra informazione faziosa. Infatti, leggendo dal sito: http://www.nuovacolombia.org/csbolivar apprendiamo che esiste un:

“FARC-EP: un Progetto Pilota per la Sostituzione delle Coltivazioni Illegali

Così le FARC vogliono sostituire le coltivazioni illegali: propongono Cartagena del Chairá per un progetto pilota.
28 giugno del 2000
In un ampio documento inviato dall'organizzazione guerrigliera delle FARC-EP, questo movimento, il più antico e il più grande dell'America Latina, propone un progetto pilota per sostituire le coltivazioni illegali di coca nel municipio di Cartagena del Chairá. Il proposito del progetto è quello di prevenire un intervento militare, politico e sociale che si concretizzi attraverso il già constatato "Plan Colombia", presentato dagli Stati Uniti e dal governo colombiano, presentato come strumento per
sradicare, tramite grandi fumigazioni, le coltivazioni illegali.
Le FARC hanno presentato tale proposta il giorno prima che iniziassero i colloqui nell'Assemblea Pubblica con i rappresentanti di più di 20 paesi di tutto il mondo. Il "motore" del Plan Colombia, il governo di Bill Clinton, non ha presenziato all'inaugurazione, nella mattinata di giovedì 29 giugno,
nella zona smilitarizzata, sotto il controllo di varie migliaia di guerriglieri delle FARC-EP.
L'idea di trasformare il municipio di Cartagena de Chairá è stata lanciata, più di un anno fa, dal Comandante in Capo delle FARC, Manuel Marulanda. Ma il governo nazionale ha ignorato la proposta, da un lato concentrando i suoi sforzi per ottenere l'appoggio militare da parte degli Stati Uniti, e dall'altro invitando la comunità internazionale, in primo luogo l'Unione Europea, a un tavolo di "donanti", la cui missione sarebbe quella di "addolcire" come carota gli effetti di guerra che contiene la il Plan Colombia, messo in atto dagli Stati Uniti.
Le FARC hanno articolato la proposta in tredici punti, il cui contenuto e le cui argomentazioni dimostrano ancora una volta la reale volontà politica dell'organizzazione di trovare una soluzione, di carattere strutturale, economica e sociale, e non repressiva, nei confronti del problema delle coltivazioni della coca, e dello scenario agrario e rurale la cui trasformazione è imprescindibile ai fini di una soluzione politica del conflitto sociale ed armato che in Colombia esiste da oltre cinquant'anni.

LA PROPOSTA DELLE FARC-EP

Pianificazione dei meccanismi per la sostituzione delle coltivazioni illecite.

Municipio di Cartagena del Chairá, dipartimento del Caquetá

Proposta delle FARC ai tre poteri per collaborare nella sostituzione delle coltivazioni illecite di coca a Cartagena del Chairá nel corso di cinque anni, sulla base della creazione di meccanismi direttivi e partecipativi con abitanti del capoluogo municipale e delle periferie, il cui nome deve uscire dalla realizzazione di un'assemblea generale degli abitanti interessati alla sostituzione delle coltivazioni.
A questo scopo si sollecitano i tre poteri a smilitarizzare il municipio di Cartagena del Chairá, per creare le condizioni favorevoli allo sradicamento definitivo della coltivazione di coca in tutto il municipio. Per esercitare il principio di autorità, si creerà un comando direttivo di cinque incaricati accompagnati da sessanta uomini, il cui preventivo per il loro sostentamento verrà studiato dalle parti, senza detrimento delle attività politiche e sociali della cittadinanza.
Il Municipio di Cartagena del Chairá, Dipartimento del Caquetá, nella Repubblica della Colombia, con un'estensione territoriale di 1.316.100 ettari, e una popolazione di 36.621 abitanti, si offre come scenario pilota per l'attuazione di un piano di sostituzione delle coltivazioni illecite mediante l'uso di metodi alternativi di investimento e sviluppo sociale, senza repressione né violenza per gli abitanti.
Il Piano di sostituzione degli 8.765 ettari di coltivazioni illecite a Cartagena del Chairá si fonda sulla possibilità di prevenire la semina e sradicare le coltivazioni di coca mediante il miglioramento della
redditività agropastorizia, incrementando i 17.000 ettari lavorati a coltivazioni di pancoger. Attualmente esistono 155.200 ettari coltivati a fieno, che non vengono sfruttati per la scarsità del bestiame. Il Piano si fonda anche sul miglioramento delle condizioni essenziali, attraverso investimenti orientati all'infrastruttura sociale, fisica, produttiva, e alla somministrazione di principi complementari, in modo che la popolazione beneficiata dall'azione del progetto abbia opportunità economiche lecite, che garantiscano la loro sussistenza ed uno sviluppo sostenibile.
Diventa necessario dare corso a un sistema organizzativo integrale di base e di comando in tutti i punti cardinali del Municipio, al quale scopo le FARC-Esercito del Popolo propongono di formare una struttura partecipativa con organizzazioni comunitarie, rendendo partecipi i 36.621 abitanti della giurisdizione municipale; struttura che congiuntamente studi, analizzi, decida, metta in pratica e valuti il processo dimostrativo di sostituzione delle coltivazioni illecite, insieme a una équipe tecnica specializzata in scienze agropastorizie, economiche e sociali, a cui sia fatto un contratto a tale scopo.
La struttura di direzione partecipativa sarà il prodotto della convocazione e della concertazione in riunioni delle FARC-Esercito del Popolo con la comunità, rappresentata dalle Giunte di Azione Comunale, ONG ambientaliste, istituzioni locali, sindacati e altre forme di organizzazione sociale e comunitaria; l'obiettivo è quello di accelerare processi di coscientizzazione e orientamento iniziali, concretizzare la sostituzione di coltivazioni illecite con economie legali redditizie con buoni risultati, migliorare le condizioni di vita della popolazione del Chairá, e dimostrare alla Colombia e alla comunità internazionale che l'investimento sociale adeguato e ben eseguito, e non la violenza né la repressione contro il popolo, è la soluzione al problema del narcotraffico.
Per sviluppare il progetto-pilota di sostituzione delle coltivazioni illecite con formule alternative nel municipio di Cartagena del Chairá, bisogna formare, attraverso assemblee di base dirette da membri delle FARC-EP, un Comitato di Coordinamento Municipale formato da un delegato per ogni Giunta di Azione Comunale, un delegato per ogni sindacato o comitato comunitario, un delegato di ogni ONG ambientalista, un delegato delle istituzioni locali, e da quadri di spessore delle FARC-EP: due sottocomitati, uno formato dalle direttive dei nuclei comunali e l'altro costituito dai direttivi sindacali. Verranno create le condizioni di lavoro necessarie per la realizzazione del Piano.
Le funzioni del Comitato di Coordinamento Municipale sono di direzione, orientamento e coordinamento, quelle dei due sottocomitati saranno di informazione e tramite; e le commissioni di lavoro avranno funzioni operative speciali per materializzare l'esperimento.
1) A tale scopo, il primo passo deve contare sul contributo degli abitanti del municipio, per realizzare assemblee ed eleggere direttivi municipali e delle frazioni per motivare gli abitanti, per poi subito dopo dare inizio a un censimento di quanti ettari sono coltivati a coca e chi sono i loro proprietari e quante famiglie vivono in ogni luogo o fattoria, per potere pianificare un piano coerente con la realtà dell'area. Per formare il Comitato di Coordinato Municipale è necessario contare sul contributo dei 36.621 abitanti di Cartagena del Chairá, per la sostituzione di 8765 ettari coltivati a coca, che sono sfruttati direttamente da 3285 famiglie e che influiscono sull'economia di 4039 famiglie residenti nella
stessa giurisdizione, ma che si dedicano ad altre attività economiche.
Per raggiungere questo proposito, informare e socializzare l'intenzione dell'esecuzione del progetto, chiarire e promuovere l'impegno di ogni settore sociale nello sviluppo del Piano, definire il cronogramma delle attività, raccogliere informazioni sul censo, scegliere i direttivi del Comitato di Coordinamento Municipale e stimolare la partecipazione della comunità al Piano, bisogna realizzare assemblee con le 164 Giunte di Azione Comunale, con i loro 15.759 affiliati, 16 sindacati e altri settori sociali organizzati che raggruppano il resto della popolazione del municipio, 20.862
abitanti.
E' necessario disegnare i parametri di riferimento per stabilire il profilo dei rappresentanti dei settori sociali all'elezione di delegati o incaricati alle istanze di direzione, informazione e commissioni di lavoro. I parametri nella scelta dei direttivi verranno fatti conoscere ai diversi settori sociali, affinché realizzino le rispettive assemblee.
La motivazione della comunità per partecipare alle diverse azioni di sostituzione delle coltivazioni illecite si farà direttamente, facendo riunioni con le basi sociali in assemblee, corsi, forum, laboratori,
seminari, mostre, ecc., e indirettamente mediante lo spiegamento pubblicitario dei mezzi di comunicazione locali, creando un bollettino di informazione ed impiegando altri meccanismi di motivazione mediante attività ricreative, sportive e culturali.
La realizzazione del censimento richiede previamente un prospetto del modello di inchiesta, elaborato équipe tecnica per determinare la popolazione e le sue condizioni socio-economiche, economico-produttive e geografico-ambientali. I moduli dell'inchiesta verranno distribuiti alle
commissioni di lavoro affinché realizzino il rispettivo censimento, e una volta compilati, dovranno essere nuovamente inviati al Comitato di Coordinamento Municipale.
Ottenuti i dati del censimento, questi saranno analizzati ed elaborati tecnicamente dal Comitato di Coordinamento Municipale unitamente équipe tecnica, per determinare la diagnosi che orienterà il disegno del piano d'azione da seguire.
2) Il secondo passo è quello di assumere una squadra di agronomi esperti in materia affinché facciano uno studio del terreno delle aree del municipio, per decidere quale tipo di coltivazioni lecite si possa incrementare, per poi procedere, in base ai loro rapporti, alla progettazione di un piano di
investimenti, alcuni a breve ed altri a lungo termine, in subordinazione a quanto indicato dagli agronomi stessi. A questo scopo si disporrà di novanta giorni per conoscere i risultati dello studio.
Cartagena del Chairá ha un'estensione approssimativa di 1.316.100 ettari, di cui il 59.7% sono selve amazzoniche (rappresentate da 785.945 ettari), lo 0.3% sono lagune permanenti e pantani (3.750 ettari), e il rimanente 40% (525.965) sono ettari sui quali, in un modo o nell'altro, è intervenuta la
mano dell'uomo.
Il Comitato di Coordinamento, con il consiglio équipe tecnica, elaborerà in novanta giorni un piano d'azione come risultato dell'analisi e dell'elaborazione della diagnosi e della caratterizzazione della zona. Il Piano deve contemplare strategie, linee di azione, utilizzi promissori, un cronogramma di esecuzione ed uno stanziamento. La formazione équipe tecnica necessita della disponibilità di 36
professionisti delle scienze agropastorizie: ingegneri agronomi, ingegneri agricoli, ingegneri forestali, ingegneri agroecologici, ingegneri alimentari e zootecnici, di cui:
- 20 ingegneri agrari, dei quali 5 agronomi specialisti in terreno, coltivazioni tropicali, post-raccolto e gestione di specie native dell'Amazzonia; 5 ingegneri agricoli, specializzati in sistemi idraulici,
gestione di raccolti, processi di ammasso, immagazzinamento e conservazione, e costruzioni agropastorizie; 5 ingegneri forestali, esperti di alberi da frutto amazzonici, legnami industriali amazzonici, sistemi agroforestali e sfruttamento dei boschi; 3 ingegneri agroecologici; 2 ingegneri ambientali
- 5 zootecnici, specializzati in sistemi tropicali di produzione animale, specie minori, nutrizione animale, sistemi agroforestali, fauna silvestre e piscicoltura.
- 2 biologi.
- 3 ingegneri dell'alimentazione, specializzati in derivati della carme e del latte, e in trasformazione delle risorse native di origine animale e vegetale.
- 6 rappresentanti delle scienze sociali ed economiche: 2 sociologi, 2 economisti e 2 antropologi.
3) Gli investitori nazionali e stranieri depositeranno il denaro in una banca della Repubblica, previo accordo con i direttori del Piano, in modo che possa essere prelevato man mano e in base alle necessità e dello sviluppo del Piano, secondo quanto convenuto tra le parti interessate alla
sostituzione delle coltivazioni illecite e anche per migliorare lo sviluppo del capoluogo municipale, con investimenti per risolvere il problema della salute, dell'elettricità, delle fogne e dello sviluppo.
I direttivi del Piano di sostituzione delle coltivazioni stabiliranno con gli investitori stranieri e nazionali l'ubicazione dei fondi, per facilitare i pagamenti programmati nel Piano, in una entità bancaria con succursale a Cartagena del Chairá, che probabilmente potrebbe essere il Banco Agrario de
Colombia.
4) Bisogna creare un'infrastruttura, vie e un sistema di mercati in cui un'entità ufficiale o semi-ufficiale, o internazionale, si impegni per cinque anni ad acquistare gli articoli che produrranno gli abitanti del municipio.
Vanno costruite scuole nelle frazioni per istruire i contadini sul nuovo processo, secondo quanto indicato dagli agronomi per aree, con la partecipazione delle giunte municipali.
Per far circolare i prodotti agropastorizi della zona ed evitare inconvenienti nella loro commercializzazione, diventa necessaria l'apertura di vie di comunicazione e la conformazione della rete viaria terziaria specialmente nelle tratte Cartagena del Chairá- Remolino del Caguan- Santo
Domingo, Cartagena del Chairà- Puerto Gaitan, Cartagena del Chairá- 12 di Ottobre- Cristales, Cartagena del Chairà- Los Cauchos- Ciudad Yari, Cartagena del Chairá- Puerto Betania, San José de Risaralda- Fundacion, ed altre indispensabili per convergere verso i centri popolati e commerciali
più importanti. Allo stesso modo, bisogna terminare il miglioramento e la pavimentazione dell'unica via di accesso terrestre all'interno del paese,
qual è quella percorribile Paujil- Cartagena del Chairá. Inoltre è importante la costruzione di alcuni ponti sui fiumi Caguán, Guayas e Suncillas.
Per riuscire a fare quanto detto, devono essere fatti investimenti nell'acquisto di macchinari per ottimizzare le risorse.
E' importante, per lo sviluppo della regione, il completamento di aeroporti a Cartagena del Chairà, Remolino del Caguán ed El Guamo, al fine di ridurre i costi e il tempo nel trasporto dei passeggeri e del carico, che avvengono su lunghe distanze.
E' anche urgente viabilizzare la costruzione e la messa in marcia della ferrovia tra Cartagena del Chairá e Peñas Coloradas, per il trasporto su grande scala e a basso costo, così come il recupero e la segnalizzazione del canale navigabile sul fiume Caguán, e l'articolazione di moli nei principali
porti delle sue rive.
Per agilizzare la commercializzazione della produzione agropastorizia è necessario stabilire luoghi strategici come Cartagena del Chairá, Santafé del Caguán, Peñas Coloradas, remolino del Caguán, San José de Risaralda e Reforma, e centri di provviste comunitarie; standardizzare qualità e
strutturare in modo organizzato connessioni con possibili mercati a livello regionale, nazionale ed internazionale; industrializzare nelle piantagioni sviluppate nella regione la produzione agropastorizia, per elaborare derivati vegetali quali marmellate, amidi, farina di banana, farina di riso, mais trebbiato e mangimi per animali.
Le condizioni deficienti del sistema educativo locale e regionale esigono la costruzione, la dotazione e l'adeguamento di scuole educative, per soddisfare in questo settore le esigenze delle comunità distribuite in 164 frazioni, che contano su 8930 allievi potenziali in età scolare e 5350 in età adulta, per una alfabetizzazione a livello di educazione formale, non formale e tecnologica.
Ugualmente, il sistema educativo deve essere ripensato e i programmi devono essere ristrutturati sulla base delle esigenze della regione, proiettando un'università che abbia aree idonee al contesto sociale chairense.
Sulla stessa lunghezza d'onda, bisogna preventivare le risorse economiche sufficienti per garantire il funzionamento del sistema educativo, allo scopo di elevare il livello culturale della comunità.
L'educazione elementare sarà obbligatoria e gratuita, verranno forniti gli elementi necessari al processo di insegnamento- apprendimento che dovrà investire il 100% della popolazione.
E' fondamentale assistere l'infanzia in asili che si costruiranno in luoghi strategici che saranno dotati adeguatamente di elementi didattici e ricreativi sufficienti, alloggiamenti e mense per soddisfare i bisogni di tutta la popolazione municipale, così come verranno pianificati ed attuati programmi di assistenza alla terza età e alla maternità. Non possiamo dimenticarci della popolazione che si dedica alle attività ricreative, culturali e sportive, e che è priva degli scenari e degli elementi più semplici per lo sviluppo culturale; in tal senso è necessario costruire centri polisportivi, stimolare giochi da sala, case della cultura e stadi di calcio nel capoluogo municipale, nei distretti e in alcune frazioni rilevanti nella regione.
5) Lo Stato maggiore del Fronte 14 renderà esecutiva l'attuazione del Piano a Cartagena del Chairá, e ogni sei mesi inviterà gente di altri municipi, coltivatori della coca, personalità nazionali e straniere di diverso orientamento, professori di scienza, allevatori, agricoltori, sindacalisti, ecc., affinchè constatino lo sviluppo del Piano e i benefici che il piano-pilota apporterà per tutte le persone dell'umanità interessate alla sostituzione delle coltivazioni illecite con quelle lecite senza repressione
e violenza per gli abitanti di tutto il paese, e affinchè venga dimostrato alla comunità internazionale che i suoi contributi finalmente avranno avuto buoni risultati.
Lo sperimento cerca di dimostrare che le coltivazioni illecite non sono difficili da sradicare, se si tiene in considerazione che quando ci sono la volontà e il desiderio di combattere tale fenomeno mondiale, bisogna farlo con grandi investimenti indirizzati a risolvere i problemi sociali che lo hanno generato e non destinando grandi somme di denaro a piani repressivi contro la popolazione.
Essendo un problema di tutta l'umanità, è dovere di tutti, e ancor di più dei paesi consumatori come gli Stati Uniti, alcuni dell'Europa e dell'Asia e di quelli che producono fertilizzanti e sostanze chimiche che servono per trattare la foglia di coca, veri beneficiari della loro vendita, apportare il denaro sufficiente per contribuire al completo successo dell'esperimento a Cartagena del Chairá.
6) Quando il Piano sarà in pieno sviluppo ed avrà buoni risultati per gli abitanti, e questi avranno ricevuto i soldi necessari al soddisfacimento dei loro bisogni, coloro i quali si opporranno al cambiamento dovranno essere espulsi dalla regione per un periodo determinato, previo accordo delle assemblee comunitarie e dello Stato Maggiore del Fronte incaricato di eseguire i piani in quanto autorità. Per garantire che le famiglie contadine e gli altri abitanti della regione beneficino e facciano buon uso delle risorse investite nel Piano, verranno fissati criteri di selezione dei beneficiari, verranno formulate norme contemplando come requisito indispensabile la volontà ed il rispetto dell'impegno assunto.
7) Verificato il successo del Piano, è imprescindibile che il governo adotti misure adeguate per sostituire le coltivazioni mediante investimenti sociali in altri luoghi del paese, approfittando dell'esperienza acquisita a Cartagena del Chairá e senza usare violenza nei confronti dei coltivatori.
Alla scadenza dei cinque anni dedicati all'esperimento-pilota nel municipio di Cartagena del Chairá, e appurato che le formule alternative al problema delle coltivazioni illecite hanno avuto pieno successo, il governo dovrà mettere in moto questo esempio in altre zone del paese che vivono questo flagello, sospendendo immediatamente le azioni repressive e i pessimi investimenti economici destinati alle forze militari. I direttivi del Piano potranno recarsi in altri municipi per spiegare i procedimenti e i risultati di tale sperimento.
8) Tutti i meccanismi indispensabili di direzione della sostituzione delle coltivazioni illecite dovranno essere integrati dagli abitanti della regione, di comune accordo con lo Stato Maggiore del Fronte 14 e con gli investitori.
I diagrammi mostrano la più ampia forma di partecipazione di tutti i settori sociali comunitari chairensi nella direzione del piano proposto dalle FARC-EP.
9) Il governo nazionale nominerà tre emissari: uno dell'esecutivo, uno del legislativo ed uno del potere giudiziario. La comunità internazionale ne nominerà cinque: uno francese, uno inglese, uno spagnolo, uno delle Nazioni Unite ed uno degli Stati Uniti, affinchè mediante iniziativa dello Stato
Maggiore Centrale ogni sei mesi visitino il municipio oggetto dello sperimento di sostituzione delle coltivazioni illecite, i cui passi in avanti e contrattempi verranno spiegati dal comandante del Fronte 14.
Verrà organizzata una commissione speciale di accoglienza con abitanti della giurisdizione in modo tale che collaborino come guide nella dimostrazione dei risultati del Piano. Gli integranti la commissione dovranno essere idonei e coadiuvati da personale specializzato in questo campo.
10) E' necessario far diventare questo municipio un centro turistico, in qualità di municipio-pilota nella sostituzione delle coltivazioni illecite, il cui esempio dovrà essere riprodotto in altri dipartimenti, costruendo le infrastrutture per accogliere personalità nazionali ed internazionali. Il municipio, al termine dei cinque anni, dovrà essere prospero e dinamico nel suo sviluppo agricolo e nei servizi pubblici adeguati per i suoi abitanti. Per sviluppare un'economia del turismo ecologico quale settore viabile e sostenibile della regione, è necessario stabilire alleanze strategiche con imprese straniere e nazionali che investano e garantiscano l'impiego delle infrastrutture turistiche nella zona. Per trasformare Cartagena del Chairá in un centro turistico, si devono preservare le risorse naturali, e si
devono usare le sue lagune, le distese di selva nei suoi dintorni con la loro ricchezza di fauna e flora originarie e le isole e spiagge lungo i 280 chilometri del fiume Caguán, così come quelle lungo il fiume Suncillas. Bisogna costruire le infrastrutture fisiche e dei servizi, ampliare e migliorare i 440 ettari dei settori urbani e formare le risorse umane per sviluppare la cultura di ogni abitante della regione.
I servizi pubblici sono deficienti e coprono solamente il 50% della popolazione urbana. Pertanto è indispensabile collegare il municipio con la rete elettrica nazionale, costruendo una linea dell'alta tensione tra Paujil, Cartagena del Chairá e Remolino del Caguán, e realizzare progetti di interconnessione rurale con reti di media e bassa tensione.
E' ugualmente indispensabile costruire sistemi di acquedotti e fognature nei porti e nei centri abitati, e formare e stimolare sistemi individuali di gestione e sfruttamento dell'acqua e dei rifiuti solidi, e di distribuzione di acque usate dalla popolazione rurale che garantiscano il consumo di acqua
potabile e la prevenzione di malattie per gli abitanti.
Inoltre, nella direzione dello sviluppo di una medicina alternativa preventiva e terapeutica, devono essere costruiti un ospedale nel capoluogo municipale e centri sanitari nei distretti e frazioni, dotati di apparati sufficienti, assicurando il loro funzionamento con personale specializzato per soddisfare i bisogni della popolazione. Va anche acquistato e dotato un ospedale fluviale mobile con specialisti a bordo. Verranno somministrati medicinali a basso costo, attraverso farmacie comunali ubicate in
punti-chiave presso gli insediamenti limitrofi al fiume Caguán.
11) I salari per i lavoratori agricoli dell'area dovranno essere proporzionati all'elevato costo della vita, e non al prezzo della produzione della coca; altrimenti non ci sarà produzione agricola, pastorizia, ecc., ed il Piano si tradurrà in un fallimento.
Tenendo conto dei lavoratori e dei proprietari terrieri del municipio, è necessario rendere congrui i costi di produzione dei settori agropastorizi con salari parametrati con il costo reale del paniere familiare, e non con i prezzi gonfiati della produzione della coca, al fine di garantire delle entrate giuste e una produzione legale redditizia, per far andare in porto il progetto.
Sono inoltre necessari la costruzione e/o la ristrutturazione di abitazioni rurali per i contadini e di strutture agropastorizie per la gestione degli animali, così come magazzini per ricevere i prodotti comprati ai contadini.
Essi dovranno ammortizzare i costi ed ottenere rispetto a questi un 50% di profitti, cosa che andrà a stimolare il produttore in modo tale che sia maggiormente vincolato ed affezionato alle coltivazioni legali, rivalorizzando così la produzione agricola pastorizia, pilastro fondamentale dell'economia nazionale.

12) Il governo nazionale, gli Stati Uniti, la Francia, l'Inghilterra, l'Italia, la Spagna, la Germania e le Nazioni Unite investiranno il denaro per lo sviluppo del Piano di riferimento, la cui quantità sarà possibile determinare solo dopo aver realizzato uno studio minuzioso del progetto in tutto il municipio. Il progetto deve contenere uno studio dettagliato del suolo, dell'acqua, della flora e della fauna della regione, un ventaglio di alternative agricole e pastorizie di possibile applicazione, la proiezione dello sviluppo industriale e di commercializzazione dei prodotti, e la pianificazione di opere infrastrutturali, di programmi di sviluppo e di organizzazione sociale.
13) Vi sarà l'installazione di negozi statali e comunitari come parte dell'impegno per l'acquisto e la vendita di articoli prodotti dagli abitanti del municipio, senza speculazione, ed il cui controllo spetta al comando del Fronte 14.
Si istalleranno e si adegueranno negozi statali e comunitari come centri di approvvigionamento del paniere familiare e dei prodotti agropastorizi, controllando la speculazione e che operino come punti di immagazzinamento della produzione da commercializzare, e in cui vi saranno prezzi che
stimolino la produzione agropastorizia delle famiglie contadine.
Il Comitato di Coordinamento Municipale e équipe tecnica elaboreranno i regolamenti e gli organigrammi su cui si reggerà il funzionamento dei negozi e di altre organizzazioni che si creino come meccanismo di amministrazione economica o di direzione sociale comunitaria.

Gli invitati.

Secondo l'informazione somministrata dal Ministero delle Relazioni Estere, parteciperanno gli ambasciatori e rappresentanti di Germania, Austria, Belgio, Brasile, Canada, Costa Rica, Danimarca, Spagna, Finlandia, Francia, Gran Bretagna, Italia, Giappone, Messico, Norvegia, Venezuela, Paesi Bassi, Portogallo, Svezia, Svizzera e la Santa Sede. Stati Uniti e Grecia non parteciperanno all'Assemblea Internazionale, in cui il tema principale sarà quello delle coltivazioni illecite e del loro impatto sull'ambiente della Colombia.
In rappresentanza di ogni paese, oltre all'ambasciatore, parteciperanno esperti del tema, conoscitori della realtà colombiana e incaricati della cooperazione nelle rispettive sedi diplomatiche.
A nome dell'ONU sarà presente Jan Egeland, consigliere speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per l'assistenza internazionale alla Colombia, più quattro altri consiglieri.
In rappresentanza dell'Unione Europea ci sarà Cándido Rodríguez; dal Parlamento Europeo si recheranno a Los Pozos due delegati.”

Presentiamo adesso un altro interessante documento delle FARC-EP sul narcotraffico.

“ALLA COMUNITA' INTERNAZIONALE:

La più grande e disperata campagna propagandistica fondata sulla riconosciuta incapacità di piegare militarmente e politicamente la guerriglia, è iniziata per mano dell'esercito e del governo colombiano, con il proposito di vendere all'opinione pubblica internazionale una supposta confluenza tra guerriglia e narcotraffico. Questo è uno strumento mutuato dalla pratica hitleriana,e consiste nel ripetere le menzogne finchè non vengono accettate come verità.
In qualche modo questa campagna è la riedizione dell'episodio "degli uccelli che sparano ai fucili da caccia". Non è forse Samper, contrariamante a ogni tipo di etica, colui che è seduto sul seggio di Bolivar grazie al denaro del cartello di Calì? Non era il generale Bonnett, attuale comandante delle forze militari, comandante della III Brigata dell'esercito quando il cartello di Calì si muoveva in piena libertà delittuosa? Non era per caso il generale Bedoya colui che comandava la VII Brigata quando si estesero le piantagioni di coca nelle pianure orientali del nostro paese? Per non parlare poi dei procuratori, degli ispettori,dei Pubblici Ministeri e dei parlamentari che hanno ricevuto benefici finanziari dalla mafia.
Aveva ogni ragione Joe Toffal nel qualificare come narcodemocrazia il regime colombiano.
La sporca campagna che pretende di intrecciare guerriglia e narcotraffico si basa su due propositi essenziali: da una parte cerca di deligittimare la guerriglia e di ridurla a delinquenza, per evitare che sia considerata un'alternativa di cambio di potere; mentre dall'altra, cerca di aprire uno spazio che giustifichi l'intervento diretto degli Stati Uniti nel conflitto interno colombiano. Il primo proposito è impossibile per un'oligarchia governante che per decenni ha seminato di ingiustizie il suolo colombiano; il secondo inizia a motivare il Pentagono nordamericano.
E non è che l'ingerenza degli Stati Uniti nel conflitto interno nazionale sia un fatto recente: gli Stati Uniti hanno offerto appoggio militare all'esercito colombiano dall'attacco a Marquetalia, passando per Casa Verde, sino ai combattimenti di Yari, dove proprio il generale Bonett ha riconosciuto di aver ricevuto aiuti elettronici e satellitari finalizzati a combattere la guerriglia.
Agli Stati Uniti e alla comunità internazionale vogliamo trasmettere un messaggio chiaro: Le FARC-EP non coltivano coca, non proteggono coltivazioni né laboratori di trasformazione, non trafficano con la cocaina. Per principio condanniamo il narcotraffico per i terribili mali che causa all'essere umano e soprattutto alla gioventù. La coltivazione della coca e del papavero in Colombia è senza dubbio un grosso problema sociale. Ha a che vedere con la fame, la disoccupazione e lo spostamento forzato dei contadini causati dalla violenza dello Stato. La soluzione non può essere la repressione irrazionale nei confronti del contadino povero. Se abbiamo attaccato gruppi di elicotteri e di aerei da fumigazione, non lo abbiamo fatto soltanto perché sono un evidente obiettivo militare,ma anche perché non siamo d'accordo con la devastazione dell'ambiente e col danno irreversibile che l'aspersione di defoglianti tossici causa alla fauna, alla flora, alle fonti d'acqua e alla popolazione umana. Sicuramente gli Stati Uniti non permetterebbero mai sul loro territorio defumigazioni come quelle che vengono fatte in Colombia.
La soluzione al problema delle narcocoltivazioni deve passare per la rimozione delle cause sociali che lo generano. E la verità è che i governi della Colombia, per gli interessi che rappresentano,non hanno avuto mai la volontà politica di svolgere il compito irrimandabile della redistribuzione delle terre. Invece si sono occupati soltanto di adottare politiche economiche a beneficio esclusivo dei monopoli, mentre per la maggioranza nazionale hanno propinato solo demagogia e promesse, mai mantenute. E' necessario stimolare un piano coerente di sostituzione delle coltivazioni di coca che apra nuove prospettive di sostentamento ai contadini,integrato dall'esecuzione di un vero programma di sviluppo che includa titolazioni di terre, crediti vantaggiosi per i contadini,mercati per i loro prodotti, vie di comunicazione, assistenza sanitaria, scuole, costruzioni di moli fluviali, aeroporti e altre urgenti necessità .
Inoltre in questo sforzo è importante che partecipi solidariamente anche la Comunità Internazionale.
In Colombia, i cartelli della droga di Medellin e Calì sono stati praticamente smantellati, però le loro attività sono state portate avanti, con la tolleranza dell'esercito, dal cartello paramilitare dei fratelli Castano Gil; intanto negli Stati Uniti i grandi capi della distribuzione rimangono intoccabili.
Se risolviamo le cause sociali che spingono il contadino verso le coltivazioni illecite, ed educhiamo la gioventù nordamericana e degli altri paesi del mondo a non consumare queste sostanze, i Cartelli che persistono in Colombia e negli Stati Uniti rimarranno senza incentivi e mercato e il narcotraffico inizierà allora a finire nel posto che la storia gli ha riservato.
Comissione Internazionale delle FARC-EP
Città del Messico Aprile 1998”

Ecco che cade un’altra delle montature della stampa ufficiale intorno alle FARC-EP. Sembra di essere tornati (e qui apriamo una piccola parentesi storica) all’epoca della dittatura fascista, quando i combattenti in difesa della Repubblica Spagnola (che poi cadde in seguito al colpo di Stato franchista) venivano descritti, dalla stampa di regime mussoliniana, come dei feroci assassini. Immaginate la sorpresa dei soldati fascisti, che caduti prigionieri delle Brigate Internazionali si vedevano trattare in maniera fraterna (trattamento che fece sì che molti di loro chiedessero di essere arruolati tra i difensori della Repubblica Spagnola).

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