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Brasile:una speranza con 50 milioni di voti
by Bambine di Satana Tuesday, Oct. 29, 2002 at 9:32 AM mail:

A 22 anni dalla sua fondazione, il PT potrà terminare la giornata con il 65,5% degli elettori brasiliani, consacrando presidente Luiz Inácio Lula da Silva, l’operaio metallurgico che prevede guidare una gigantesca coalizione sociale affinché il Brasile si industrializzi e porti avanti una dura negoziazione con gli Stati Uniti.

Alle cinque in punto della sera un vecchio dirigente sindacale
metallurgico e leader del partito di sinistra più votato del mondo si
convertirà nel presidente eletto della decima economia del pianeta.
Se le inchieste non falliscono Luiz Inàcio Lula da Silva festeggerà oggi
il suo 57 compleanno con 50 milioni di voti per il suo progetto: quello
di sfamare i brasiliani, unire il Brasile in una nazione industriale e
porlo all’avanguardia di una negoziazione continentale con gli Stati
Uniti.

Nessuno sa come sarà il governo Lula.
Neppure Lula. (*siamo apposto)
Uno dei vantaggi del Partido de los Trabajadores è che, una volta
definita l’esatta miscela di ciò che si deve e quello che si può, non
perde tempo in pronostici per autocompiacersi.
Mette in atto. Lavora. Organizza. Convince.

Ma questo 27 di ottobre conserva il sapore di giorni che commuovono il
mondo, se non altro per sei dati:

- Il Brasile conta 170 milioni di abitanti
- 55 milioni vivono sotto la soglia di povertà, e parte di questi può
essere integrata rapidamente con il mercato.
- 33 milioni sono indigenti, non riescono a mangiare il necessario, e
già soltanto realizzare che avranno la possibilità di sfamarsi, sarà
oltre che umano anche "riattivatore". (*non si capiva bene, scusasse, le
virgolette attutiscono un po' il colpo in questi casi)
- Il debito estero arriva a 250 milioni di dollari.
- Il Brasile, paese industriale, maggiore economia della regione, è il
principale ostacolo che devono evitare gli Stati Uniti per imporre,
senza modifiche, il loro progetto di Area del Libero Commercio delle
Americhe (ALCA)

Per la prima volta in una nazione importante vince le elezioni un
partito che si oppose al discorso primitivo del neoliberismo, al
populismo trasformista e al disprezzo per l’economia reale.
Ma quando le scosse sono forti, la tendenza argentina è quella di
compararle con le proprie e metterci in mezzo parole e stereotipi che
tendono ad oscurarle, invece di chiarirle.

Secondo uno stereotipo il Brasile sarebbe come l’Argentina.
Falso: oltre ad una maggiore portata, il Brasile non si trova in discesa
economica, (*qui prendetela con le pinze) anche se si presenta stanco e
stagnante, né sta attraversando una crisi politica.

Altro stereotipo: la situazione in Brasile non è come quella Argentina,
ma finirà allo stesso modo o peggio.
Elemento: tutto può essere, ma il PT rappresenta un tentativo di
articolazione sociale per deindustrializzare il paese, che abbraccia dai
lavoratori industriali e campesinos senza terra agli industriali come il
candidato a vice José Alencar Remeras, che fattura 300 milioni di
dollari l’anno.

Stereotipo: Lula è proiettato verso il centro.
Traduzione: vuota.
Chiave: la realtà è che dopo 22 anni di crescita politica il PT ha
chiuso le porte del potere e, dato strano per l’Argentina, ha scelto di
abbandonare l’adolescenza per prepararsi a condurre lo Stato nel mezzo
della crisi e con Gorge W. Bush presidente degli Stati Uniti.

Stereotipo: Lula è Chacho Alvarez, come dire, correrà verso la destra.
Problema: Lula possiede una storia ben distinta e, come lo stesso ha
dichiarato "non è mai stato rappresentante di sè stesso, ma dei
lavoratori, e quando loro avanzavano, lui avanzava"
(*???)

Denise Paraná, una delle sue biografe, analizzava che il PT nacque come
convergenza dell’iniziativa sindacale di aspirazioni diffuse verso una
maggiore uguaglianza economica e una leadership di Lula.
Problema di sfumatura: il fallimento di Chacho e di Frepaso non era
dovuto alla loro tendenza verso la destra, in astratto, ma ad una loro
rinuncia nel costruire un progetto distinto e per non aver utilizzato la
forza parlamentare di Frepaso nel 2000, per discutere politicamente
all'interno dell’Alleanza.

Stereotipo: Lula è Hugo Chávez.
Differenza: la società brasiliana non è ripartita a metà come quella
venezuelana, e Lula è un leader politico più simile a Nelson Mandela,
che non a un tipico comandante sudamericano. L’attuale situazione
brasiliana è decisamente ricca, per poter essere analizzata sotto un
qualsiasi facile schema.

Fondato nel 1980, il Partido de los Trabajadores, è cresciuto dal basso,
con l’immediata peculiarità di non definire sé stesso per ideologia e
credo, ma per identità politica.
Non si è mai definito per una o per altra interpretazione del marxismo.
E' cresciuto in termini pratici, nutrito e sostenuto dai lavoratori,
molti di loro operai della nuova industrializzazione degli anni ’70,
senza mai dubitare della democrazia, né della necessità delle elezioni
libere.

Il ministro dell’Economia della dittatura liberista, Delfim Netto, che
ha promesso il suo voto a Lula per questa seconda volta, sostiene che
tempo addietro il PT si compromise con la democrazia, mentre ora si sta
compromettendo con il mercato.
Ma l’affermazione può lasciare tranquilli i critici del PT e la
sinistra: allora, era certo che Lula non era Lula.(*giuriamo che il
testo diceva proprio così, non c'entriamo niente)
E può lasciare tranquilli coloro che si domandano dell’establishement:
Lula è stato addomesticato.

Ma, ancora una volta, è possibile che tante formulate opinioni affoghino
il fatto incredibile che un metallurgico arrivi alla presidenza senza
essere stato un burocrate sindacale, ma un brasiliano con una storia
davvero brasiliana, come quella di aver lasciato la miseria del suo
popolo di Garanhuns, nel nordest pernambucano, in cerca di un posto, per
miserabile che fosse, in un quartiere nei dintorni di San Paolo.

Ne Lula nè il PT sono stati costruiti dallo Stato o dal potere
economico, di modo che arrivassero al governo senza che per le loro
origini dovessero niente a nessuno, anche se ovviamente segnati dalle
limitazioni della crisi.

Se esiste un debito immediato sarà con i partiti e i candidati che
aiutarono Lula nei voti per il ballottaggio, come Ciro Gomes, Anthony
Garotinho e vari comandanti degli Interni.
Per questi ci potrà essere posto nel futuro governo.
Ovviamente, il PT già sa che anche vincendo con una rilevante
differenza, non potrebbe da solo governare questo gigantesco paese.
Conta la prima minoranza nella Camera dei Deputati, con la cifra record
di 91 deputati, ma il Parlamento è composto in totale da 513 e
rappresentano forze provinciali, correnti nazionali e gruppi di
interesse, persino religiosi.
E’ sufficiente un dato: le chiese evangeliche contano un totale di 18
milini di fedeli, più del 10% della popolazione. Se Fernando Henrique
Cardoso, formò una coalizione permanente – conservatorismo
modernizzante, è la definizione di José Dirceu, presidente del PT-, con
Lula inizia l’era delle coalizioni speciali e trasformiste

La scommessa ha radici sociali e non astratte. Per esempio, dare terra a
milioni di campesinos significa risolvere il problema della fame del
Brasile/schiavo, mentre contemporaneamente lo Stato offre agli
industriali una possibilità di avvalersi dei vantaggi dell’ampiamento
del mercato interno.

Stanotte, alle 12 si è applicata la legge dura in tutto il Brasile.
Niente alcool.
Ma molti hanno fatto accoppiata di birra e cachasa.
Anche se nessuno lo dice, quasi per certo alle cinque in punto di oggi,
si può dare inizio al carnevale e nessuno sa quando avrà fine.
Poco a poco...
Il governo in ogni caso salirà dopo, il 1 di gennaio
Oggi è festa.
Se nessun miracolo al rovescio si interpone, sarà presidente del Brasile
lo stesso tipo che nei ’70 chiedeva lavoro, terra e libertà

Por Martín Granovsky, da Pagina 12
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Il pezzo è di ieri l'altro, ma non avevamo nè voglia nè tempo di pubblicarlo
prima
"Revolution - Dopes - Guns & Fuckin' in the streets"
by Bambine di Satana

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