Abbiamo occupato la nostra scuola contro la guerra imminente e la destrutturazione dell'istruzione pubblica.

Comunicato degli studenti occupanti

Quest'anno i licei Lussana, Mascheroni e Sarpi hanno deciso di unirsi nel condurre un'azione coordinata di protesta. Perchè occupare tre scuole? E perchè a febbraio?
Vogliamo mostrare la capacità degli studenti di autoorganizzarsi per perseguire obiettivi comuni di protesta e appropriazione di spazi e ridare forza alla voce studentesca che troppo spesso negli ultimi anni si è espressa con mezzi troppo poco fruttuosi. Abbiamo scelto febbraio per sfatare l'ormai consolidato pregiudizio nei confronti delle occupazioni viste come semplice anticipazione delle vacanze natalizie e per dimostrare che alle spalle dell'occupazione c'è la vera necessità degli studenti di essere impegnati nel portare avanti le proprie lotte.
Con l'avvento del governo Berlusconi la situazione scolastica già grave si sta sempre più deteriorando: la riforma Moratti, approvata definitivamente da pochi mesi, accentua consistentemente il già eccessivo divario di preparazione tra licei ed istituti professionali, attraverso la specializzazione del sapere che sfocia nella formazione delle classi dei Dominanti – Dominati, e tende a cancellare la concezione di scuola pubblica attraverso i contributi economici alle scuole private e con il processo di parificazione di queste ultime. Vogliamo quindi, con questa iniziativa, ribadire il nostro dissenso a chi cerca di affossare definitivamente il nostro ideale di scuola, non semplicemente intesa come strumento di formazione di forza lavoro ma come vero mezzo di crescita dell’individuo dal punto di vista culturale e della coscienza critica.
E mentre i soldi alla scuola pubblica vengono tolti, vengono aumentati i fondi da destinare al ministero della Difesa. È questo l’altro fronte della protesta, dal quale in questo momento non si può assolutamente prescindere: pericolosamente ci si sta avvicinando ad una guerra folle, da una parte mossa da motivazioni quantomeno sospette e dall’altra destinata a risolversi in catastrofe di vite umane non raggiungendo, oltretutto, gli obiettivi che ufficialmente si era posta: sicuramente fallirà nel processo di democratizzazione dell’Iraq, come già è successo altrove, ed altrettanto sicuramente fallirà nella famosa lotta al terrorismo, creando nuove fasce di consenso.
Invitiamo gli studenti a partecipare alla protesta e di sfruttare l’opportunità sempre più rara di entrare in contatto con punti di vista diversi da quelli dei sempre più uniformati tradizionali media.

Gli occupanti