Sin dal 1977 se non da prima, ciò che non posson fare i fascisti ed i democristiani, lo fanno loro, magistrati di "sinistra". Torino è sabauda in partenza, monarchica e fondazione del capitalismo in italia, (su un modello diverso dal Lombardo-Veneto), si impone nel sud con le teste impalate, e poi con la statalizzazione della mala disposta a farsi questurini, poi con la fiat degli agnelli e soci, che grazie alla prima guerra mondiale assurge al ruolo di "civiltà" che gli spetta divinamente secondo la borghesia torinese. Poi è culla della grande industria del fascismo. I reietti che si iscrivono al pci con un passato nel regime non sono pochi, dopo la guerra, l'importante per loro è non permettere ai partigiani contestatori ed ai sinceri comunisti di portare avanti linee bolsceviche. Così il pci a Torino negli anni '70 è non solo la base operaia sensibile alle istanze rivoluzionarie, ma anche il giuliano ferrara dei questionari, della delazione organizzata (coinvolgendo tutti i quadri a livello nazionale), ed è un certo germogliare di piante grasse in capo a funzioni stataliste con modalità reazionarie non confacenti alla resistenza. Siamo ai caselli, ai violante, ai marzachì, ai maddalena, ai laudi ... Quello che fanno costoro, come calogero e mastelloni in veneto, non lo potevano fare i giudici reazionari. SOLIDARIETA' AI COMPAGNI ANARCHICI ED ANTIFASCISTI MESSI IN PRIGIONE DAI REAZIONARI rosè dello stato imperialista
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