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Attacco giornalistico al c.s.a. AURO
by Lybra Tuesday, Sep. 06, 2005 at 6:08 PM mail:

Le solite accuse

Durante le ultime setimane alcuni giornalisti, hanno attaccato l'operato del centro Auro di Catania.Questi in parole povere affermano che:
- teniamo un "chiostro settecentesco" pieno di murales e sporcizia.
- lo spaccio e la cannabis sono all'ordine del giorno
Quindi chiedono lo sgombero immediato dei locali.
Il centro risponde e in questo chiede la solidarietà sociale e attiva di tutti:
- se entri al centro Auro ti accorgi che non esiste alcun chiostro settecentesco ma un semplice cortile con un'edera che sale per due piani e una palma piantata da noi 10 anni fà, in più trovi un angolo di rifiuti che sono piovuti dagli uffici comunali che si affacciano nel misero cortile
- il centro funziona tutti i giorni è ha:una sala prove usata costantemente da registi, coreografi, e artisti di strada nonchè si svolgono vari laboratori. ospita le redazioni di 3 giornali MDC, l'ERRONEO, L'ISOLA POSSIBILE e come sempre concerti, cinema, conferenze ecc.
Come al solito si dicono cose che non corrispondono all'operato dei gestori e di tutti coloro che lavora attivamente al centro.
Solidarietà per il C.S.A. AURO.
Per chi volesse saperne di più visi il sito http://www.lasicilia.it/giornale/ e cerchi gli articoli nei giorni 28 e 29 agosto e nei aseguenti fino al 4 settembre

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Magari potrebbe servire
by . Tuesday, Sep. 06, 2005 at 6:50 PM mail:

Magari potrebbe servire anche ricordare che:
L'Auro sorge su uno spazio affittato per decenni dal comune proprio al proprietario della Sicilia, Mario Ciancio, ad un somma che, se non ricordo male superava di poco le 100.000 lire annue. Che lo stesso Ciancio teneva i locali in stato di totale abbandono e che quando gli occupanti entrarono passarono settimane a ripulire il posto da tonnellate di rifiuti organici e non e da tonnellate di carta straccia.
Lo spazio, a quei tempi occupato dal proprietario della Sicilia, era a mio avviso un monumento all'affarismo e agli interessi privati contro l'interesse pubblico.
Detto ció, ritengo che questi dati rappresentino "reati" e danni alla cittadinanza molto piú gravi di un paio di murales e di quattro canne.

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A proposito di Ciancio
by . Tuesday, Sep. 06, 2005 at 6:55 PM mail:

Intervista a Dino Giarrusso su Ciancio Antenna Sicilia e dintorni

Salvo : "... Non appena ho letto il tuo intervento sull' Erroneo ho pensato... Lo devo sentire subito! "

Dino: " Guarda, io potrei dirti mille cose su tutto! Proprio su tutto! Il problema è che non so da dove cominciare... conosco bene la famiglia Ciancio. Alle elementari il mio migliore amico era Domenico Ciancio... Poi ci siamo persi un po' e poi ci siamo visti verso i 17-18 anni e siamo ridiventati amici, però adesso ci frequentiamo meno perché lui da quando lavora è cambiato come persona. Lui umanamente non è... Non so questo sociologicamente quanto serva ma comunque lui era anche velatamente critico nei confronti di suo padre...Però molto sull' ironico sino a quando non si è in inquadrato nel lavoro anche lui... Ci frequentiamo poco anche perché io vivo a Roma. Ma comunque ci conosciamo, il direttore Mario Ciancio è sempre affettuoso con me, ha parole di stima nei miei confronti. Li conosco molto bene anche a livello di famiglia oltre a sapere cosa hanno fatto, cosa lui ha fatto: perché lui (Mario Ciancio Ndr) è un tipo molto accentratore; il 99% delle cose le decide lui, non è un tipo che si lascia influenzare dai consiglieri, ha qualche consigliere fidato tipo Ursino che ha avuto qualche problema con la giustizia ultimamente...”

Salvo: " Si infatti... "

Dino: "... Adesso la figlia Angela, lui si fida, la ascolta, questo è quello che penso io...”

Salvo: " Vado un attimo fuori tema "

Dino: " Sì, dimmi"

Salvo: " Nell'intervista di Orioles...Riccardo aveva detto che un paio di anni fa Angela assieme ad alcuni giornalisti Escher in prima linea aveva cercato di fare... "

Dino: " Io ero fra quei giornalisti!"

Salvo: "Ecco! Ti ho beccato in pieno! Quindi Orioles pensava che Angela e questi giornalisti facessero gruppo a se e Domenico Ciancio poi li avesse riportati all'ordine..."

Dino: " Questa secondo me è una sciocchezza! Non c’entra Domenico, è lo stesso Mario Ciancio che ha messo le briglie al gruppetto, come del resto lui mette le briglie a tutto. Che c’entri Domenico secondo me è una sciocchezza. Se vuoi ti dico come sono andate secondo me le cose..."

Salvo: " Dimmi dimmi "

Dino: " Finisco la mia parentesi. Io conosco bene loro sia come famiglia sia come azienda... Perché ho lavorato per loro, quindi l'ho vissuta da dentro, poi l'ho vista da fuori... Ci sono molte cose da dire... Io ti posso parlare di tutto, se tu vuoi cominciare a parlare di questa cosa per me va bene ma prima vorrei fare una premessa un po' lunga che per me è importante ..."

Salvo: " Fai pure, va benissimo "

Dino: " Allora si parla tanto a Catania dell'assoluto potere mediatico di Ciancio… Indiscutibile. Ma spesso se ne parla a sproposito, se ne parla male…Anzi, in realtà non si parla più di tanto di questo monopolio mediatico -che è gravissimo e andrebbe stigmatizzato e possibilmente incrinato- ma si spara su Ciancio senza nemmeno sapere di preciso ciò di cui si parla, facendo a mio parere il suo gioco. Cioè si dice “Ah vabè Ciancio è mafioso”. E’ un’asserzione che mi sta molto antipatica, perché non sta nè in cielo nè in terra, non andrebbe detto così: se qualcuno ritiene di avere delle prove per cui Ciancio è imputabile di associazione a stampo mafioso o di concorso esterno in associazione mafiosa, dovrebbe andare a fare una denuncia in tribunale, se uno non lo fa e si limita a dire “Ciancio è mafioso” vuol dire che… A volte temo che così faccia il suo (di Mario Ciancio Ndr) gioco. Mi fa antipatia quest’affermazione perché è diventata un luogo comune. Non voglio certo dire che Mario Ciancio sia la persona più limpida del mondo però sarebbe meglio dire che “La Sicilia” ha avuto un atteggiamento ambiguo (o “vergognoso”, o “inadeguato”, o come vuoi tu) nei confronti del fenomeno mafia. A me i “si dice” non mi piacciono. Secondo me ha molto più senso, analizzare, come tu hai cercato di fare, per questo ho apprezzato molto il tuo lavoro, il fenomeno “comunicazione” in Sicilia e quindi Ciancio, perché in Sicilia lui non è la più importante, ma l’unica fonte di informazione ufficiale, e questo ha molto più valore! E poi è importante analizzare, criticare certe prese di posizioni, commentare certe cose… Bisognerebbe parlare di mafia e parlare del giornale “La Sicilia”, questo è utile. Se tu fai una ricerca sulla mafia come ha fatto per esempio Claudio Fava in un ottimo libro “La mafia comanda a Catania 1961-1991”, dove analizza trent’anni di storia Catanese dal punto di vista: mafia. Nel fare questa storia Claudio parla di come il giornale “La Sicilia” ha dato certe notizie, nel libro si parla di alcuni mafiosi accreditati come Riina, Santapaola, alcuni imprenditori chiaramente legati al mondo mafioso come Graci, Finocchiaro, Rendo e poi si mostra come ha parlato “La Sicilia” di questi personaggi, ecco questo è un discorso sensato, fare il discorso inverso secondo me è inutile e contro producente perché non hai delle prove e quindi poi si finisce di gettare anche quest’asserzione nel calderone dei luoghi comuni. E’ come quando si diceva “Andreotti è mafioso!” Andreotti ha delle responsabilità politiche e probabilmente penali, è stato assolto con una particolare formule quindi…Cose rilevanti. Ma dicendo “Andreotti è mafioso”, dopo che erano partite inchieste e processi, secondo me si è quasi fatto il suo gioco perché è come dire…Andreotti non potrà mai essere incriminato per mafia.
Secondo me quindi ha molto più senso parlare di Mario Ciancio e del suo assoluto potere mediatico e ricordare qualche favore o qualche sfavore che ha fatto a dei potenti siciliani.
A me piacerebbe fare, potremmo collaborare assieme al di la dell’intervista, stilare un discorso freddo, distaccato, sociologico, socio-antropologico sulla situazione della comunicazione a Catania ed in Sicilia, ed in particolare quindi su Mario Ciancio e i suoi eredi, sul suo impero imprenditoriale, mediatico e non solo, come sai ha interessi in molti altri rami, in molte altre cose…Ma mi piacerebbe farlo senza preconcetti cioè senza partire con l’idea che Ciancio è “Il Male”! Perché secondo me se si crede di sapere già come stanno le cose, non si cresce e non si fa il bene di una comunità, quella della Sicilia orientale, che ha bisogno di superare i limiti di una informazione troppo accentrata. Il resto finisce col lasciare il tempo che trova.”

Salvo: “ Mi piacerebbe molto. Mi aveva accennato anche Orioles alla sua disponibilità ad allargare il mio lavoro di inchiesta su quest’argomento ed anche Benanti mi aveva dato piena disponibilità,oltre a fornirmi molto materiale su quest’argomento, quindi è una cosa che si potrebbe perfettamente fare...”

Dino : “ Benanti! Si…Lui è un giornalista che sta lottando per cercare di creare un’informazione alternativa a Catania…Con grandi difficoltà”

Salvo: “ Benanti è praticamente dappertutto! Io l’ho trovato ovunque durante il lavoro di ricerca su Ciancio. Su FlipNews, sull’Erroneo, su l’Isola possibile…Lui ha molto materiale quindi ampliare il lavoro sarebbe una cosa fattibile, addirittura semplice[…] Comunque per tornare al discorso iniziale ed esaurire la tua premessa…Mi è venuta in mente questa tematica quando parlavi del rapporto tra “La Sicilia” e la mafia. Ti parlo del rapporto “La Sicilia” e “I Siciliani”. Quando ho intervistato Benanti non sapevo che Fava fosse il direttore de “I Siciliani”, sapevo chi fosse Fava e che fosse stato ammazzato ma non conoscevo il suo ruolo inerente alla comunicazione. Per Benanti il collegamento era…Palese. Anche Orioles me ne ha parlato, perché Riccardo Orioles ha lavorato dentro “I Siciliani”, mi ha parlato dell’omicidio di Fava e mi ha accennato anche alla questione di Ercolano. Mi ha detto anche che loro de “I Siciliani” avevano fatto un buon lavoro di inchiesta su l’omicidio di Fava e “La Sicilia” faceva la controparte: ovvero tendeva ad oscurare .”

Dino: “ Guarda su questo io ti consiglio vivamente di leggere questo libro di Fava di cui ti ho accennato, politico che io stimo ben poco ma che ha scritto un libro esaustivo e molto ben fatto proprio perché obiettivo, che si chiama “La mafia comanda a Catania”. Li tu capirai bene chi era Pippo Fava. Questo è uno dei casi in cui “La Sicilia” tenne un comportamento singolare…C’è anche una puntata di “Telefono giallo”, un programma su rai tre dove andarono ospiti tanti anni fa, Orioles, Claudio Fava e Tony Zermo. Si parlava dell’omicidio Fava. Di quella puntata di Telefono Giallo, il cui presentatore era Corrado Augias, ne parlò persino il poeta Franco Fortini, per quanto furono bravi Orioles e Fava a dimostrare il pessimo comportamento de La Sicilia in quel caso. Quello fu realmente uno di quei casi in cui “La Sicilia” ha delle responsabilità. Non di certo sull’omicidio, non certo responsabilità penali! Però si può dire forte che si è date delle notizie tremendamente poco credibili su quello che un pentito avrebbe potuto dire su quest’omicidio, addirittura su un traffico di macchine usate, cose assolutamente poco credibili e incredibilmente le ha date prima che il giudice interrogasse questo tipo, cioè l’articolo era “Oggi pomeriggio nel carcere X, il pentito X rivelerà al giudice i mandanti di Fava” come cavolo faceva Zermo a saperlo prima?”

Salvo: “Nostradamus!”

Dino: “ Fra l’altro quel personaggio che avrebbe sparato questa cosa del traffico delle macchine usate era cliente di mio nonno, perché mio nonno era un avvocato, l’avvocato Papale, che è stato anche sindaco di Catania, l’unico di cui parla bene Claudio Fava in quel libro tra l’altro! Mio nonno sosteneva che questo qui fosse un pazzo, una persona assolutamente folle, credibile come poteva essere credibile un bambino di due anni…Al di là della credibilità o meno di questo personaggio che oltretutto in seguito fu ritenuto non credibile dai giudici, ”La Sicilia” ha dato un pesantissimo rilievo ad un personaggio oscuro e soprattutto prima che lui parlasse con il giudice già ha detto cosa avrebbe detto al giudice, questo certamente…E’ stata una di quelle cose in cui…Ma se tu vai a rileggere gli atti del processo per l’omicidio Fava, cosa che io ho fatto, Zermo affermava
che secondo lui a Catania non c’era la mafia, sosteneva ci fossero dei delinquenti ma non organizzati. Ti parlo degli anni novanta, non ricordo la data precisa ma su per giù il ‘90… A me da fastidio, come ti dicevo prima dire “X è mafioso” ma secondo me questo esempio la dice lunga su come questo giornale (“La Sicilia” Ndr) ha preso perlomeno sottogamba il fenomeno Mafia ed un certo tipo di divisione del potere che c’è stata in Sicilia e a Catania e che Tony Zermo in particolare ha visto, non dico con favore, ma come una manifestazione folcloristica, la mafia catanese. Quasi quasi era una cosa di cui sorridere sornioni, di cui non proprio andare orgogliosi, ma insomma…Come se facesse parte del folclore locale ne più e ne meno dei cannoli e della granita: c’era una sorta di aggregazione criminale, a Catania, che scimmiottava la mafia palermitana e corleonese… Questo è grave, non è una responsabilità penale ma è una grave responsabilità umana e professionale da parte di un giornalista. Un giornalista serio avrebbe dovuto pesare in altro modo quello che succedeva in quegli anni a Catania, che poi sono stati gli anni micidiali, centinaia di omicidi in cui la mafia ha fatto gli affari d’oro prima ancora della guerra di Mafia, perché poi c’è stata pure la guerra di Mafia…Prima ancora…I cavalieri del lavoro, Costanzo, Graci, Rendo e Finocchiaro…”

Salvo: “ Pensi che sia stato un bug professionale e umano, però non interessato…?”

Dino: “No! Assolutamente no!! Io non è che penso che sia stato non interessato. Io non ho le prove per dire che questo abbia dato dei soldi a quest’altro per scrivere questo questo e quest’altro e quindi se lo dico sono stupido! Secondo me. Io osservo dei fenomeni: l’accidia, “La Sicilia” parla raramente di Mafia, raramente fa dei nomi e parla piuttosto bene sempre, dei politici democristiani più in vista di allora come Drago come Azzaro, Vellini, Munzone… e altri, e dei costruttori catanesi che allora facevano affari d’oro. “La Sicilia” ha avuto nei loro confronti un trattamento non dico di riguardo ma sicuramente positivo, invece in quegli stessi anni alcuni altri giornalisti tra cui Pippo Fava vedevano in un certo tipo di imprenditoria dei legami con un certo tipo di delinquenza che poi è la mafia perché la mafia c’è. C’è stata e c’era allora. Questo lo posso dire, non sono mica deficiente! Capisci? Dire che “Quello l’ha fatto perché mafioso” è una cosa cretina dire “Quello l’ha fatto” è una cosa importante, rilevante. Quello allora ha scritto che Fava probabilmente era stato ucciso per la macchina, c’era un traffico di macchine usate e Fava…Non ricordo…Poi a Catania si diceva anche che era un delitto passionale, un altro sparò che Fava era stato con una donna che era l’ amante di uno che l’aveva fatto uccidere…Insomma s’è n’erano sparate di cazzate allora! Non è che io sappia chi ha ucciso Fava o chi è stato il mandante…Però so di certo che Fava è stato un personaggio scomodo per due motivi:

1) Da un punto di vista sociale: lui divulgava delle informazioni che a Catania erano scomode ovvero che la Mafia esisteva, che c’erano dei gruppi di potere che si comportavano in un certo modo ecc ecc…

2) Perché era un concorrente. E’ tutto li il problema su cui secondo me si dovrebbe fare una ricerca…Un libro potremo scrivere assieme. A Catania e dintorni c’è il monopolio dell’informazione televisiva, radiofonica e soprattutto della carta stampata, mentre Fava ha fatto il Giornale del Sud che era un quotidiano, l’ultimo che c’è stato non di Ciancio, che dopo la sua morte (di Fava Ndr) è stato affidato ad un tipo ed ha chiuso in tempi brevi. Ed aveva fatto “I Siciliani” un periodico, non un quotidiano, ma comunque concorrente…

Quindi era un concorrente dal punto di vista imprenditoriale ed un rompicoglioni dal punto di vista di certi poteri che spadroneggiavano in città... quelli che volevano continuare a fare i propri affari. Quindi era doppiamente osteggiato. Ha voglia Zermo a dire che “Eravamo amici e giocavamo al club della stampa a biliardino assieme”, sarà vero, anzi sicuramente è vero ma ciò non toglie che era pesantemente scomodo e che “La Sicilia” ha scritto praticamente l’opposto di quello che Fava scriveva su “I Siciliani”. Questo è un fatto, ed è rilevante. Ciancio e Fava dicevano spesso cose OPPOSTE. Poi perché l’abbia fatto… Io non lo posso dire. Non è che non ho un’opinione, io un’opinione ce l’ho ma se la dico senza prove concrete secondo me sminuisco il resto delle cose che dico. Perché l’abbia fatto è una cosa sulla quale si può discutere nei dibattiti o nei processi riguardo questo…Anche Petrina è stato sentito…E’ stato presidente dell’Ordine dei Giornalisti e che dopo l’omicidio Fava fece un servizio sulla Rai in cui dipinse questo omicidio in un certo modo”

Salvo : “Cioè?”

Dino: “Non come un omicidio di Mafia.”

Salvo: “ Sulla linea de “La Sicilia”

Dino: “L’ultimo 6 Gennaio, quando c’è stato l’anniversario, siamo andati a S.Pietro e Paolo, c’era Orioles, Pino Finocchiaro, Patrizia Abbate, c’ero io e alcuni altri giornalisti “contro” di Catania... E poi c’era Petrina e non c’era Claudio Fava. La presenza di Petrina fu strana, perché Petrina ha sempre incarnato il giornalismo “inquadrato” per così dire…Invece Petrina non solo è venuto ma addirittura ha detto delle cose su Fava, lo ha esaltato diciamo…Tanto che un avvocato di nome Titta, che aveva difeso la famiglia Fava al processo ad un certo punto ha detto: “Scusate io non volevo intervenire quest’oggi ma sono stato costretto perché è venuto il dottre Petrina ed ha detto questo e quest’altro mentre lui al processo aveva detto e fatto tutt’altro”. Quindi addirittura ammantarsi di candore paragonandosi a Pippo Fava quando si è fatto per un certo periodo tutta un altro tipo di informazione cioè un’ informazione comoda per i poteri forti della città, e questo credo si possa dire serenamente, non è bello! E’ come quando Castelli va all’anniversario di Falcone a dire “ Stiamo facendo tutto quello che diceva Falcone”… non è vero! Poi non dico che Castelli o altri siano mafiosi, questo dovrebbero dirlo solo i giudici che fanno delle inchieste e le portano a termine, ma sul paragone con Falcone posso dire chiaramente che sta dicendo una cosa falsa. Perché Falcone aveva una direzione, l’attuale ministero di Grazia e Giustizia sta andando in un’altra direzione. E su Fava, quella sera, Petrina si è contraddetto pesantemente, rispetto ad altre sue dichiarazioni.

Su quegli anni c’è da riflettere. C’è da analizzare, da studiare…Ma la cosa secondo me incredibile, e questa è una mia teoria, Orioles forse non sarebbe d’accordo con me, è questa: io non credo che Ciancio in se -sia perché lo conosco sia perché leggo con attenzione i quotidiani, tre quattro al giorno, e conosco bene il quotidiano “La Sicilia”- credo che non è che Ciancio si sia comportato in maniera conservatrice o morbida nei confronti di certi personaggi poco trasparenti della vecchia politica, della vecchia Dc, perché lui è così e perché gli piaccia che le cose a Catania vadano così, io credo che lui lo faccia perché la linea del giornale è sempre stata quella di stare con i potenti; ed a Catania, tranne una breve parentesi, relativa, il potere è sempre stato da quella parte lì. Tanto è vero che quando invece c’è stata Tangentopoli, si è cominciato a parlare di mafia, di arresti, di corruzione, quindi era tra virgolette di moda era…Non voglio dire “trend” perché Moretti mi ucciderebbe! Diciamo che l’indirizzo, la moda, quello che sembrava servisse ad avere più lettori, era parlare bene dei giudici e male della Mafia, bene del pool mani pulite e male dei corrotti. Anche parlare bene dell’amministrazione di sinistra o di Bianco, è interpretabile in questa direzione […] quando Bianco ha cominciato a fare delle cose migliori rispetto al passato, perché io credo che Bianco abbia dei meriti oltre a dei demeriti, il giornale lo ha assecondato! Cioè quando ci sono state le elezioni e Bianco con la sua listina prendeva il 35%, il giornale non è che era tanto vicino a Forza Italia o alla destra! Io sono convinto…Forse sto sparando una cazzata…Ma dico, se a Catania il Partito Comunista avesse avuto il 40% dei voti e ci fosse come sindaco Fava o Orioles…Se ci fosse comunque un sindaco corretto, trasparente, limpido…Tutto quello che vuoi e avesse un largo consenso tra la popolazione…Ciancio lo appoggerebbe. Se diventasse potente Dino Guarrusso io sono convinto che a Ciancio conviene appoggiare Dino Giarrusso, se è potente Scapagnini, Scapagnini! Se è potente Bianco si va con Bianco. Sicuramente c’è all’interno del giornale e quindi anche all’interno della direzione del giornale comunque una tendenza conservatrice, ma non è l’unico motivo… Io ricordo che una volta discussi di politica con Mario Ciancio che mi disse “D’alema mi ha deluso moltissimo perché io pur non essendo un uomo di sinistra mi aspettavo che facesse di più al governo…” fra parentesi fu una delle poche volte in cui ero pienamente d’accordo con lui, delusissimo. Di li a poco D’Alema si dimise e andò Amato al governo. Ciancio mi ha fatto capire…Insomma se D’Alema fa delle cose che a me mi convengono mi sta bene D’Alema se me le fa Bertinotti, mi sta bene Bertinotti!”

Salvo: “ Questa è un po la posizione di Domenico Ciancio…”

Dino: “ Si, infatti. Io una volta discussi con Domenico Ciancio che era un mio amico…Questa è una cosa intima, forse non è giusto dirla ma la dico lo stesso. Siccome io sono sempre stato comunista e da ragazzino quando ero a scuola naturalmente contestavo Ciancio perché era schierato sicuramente dall’altra parte. Una volta quando parlammo con Domenico, avevamo diciannove - vent’anni, ed io gli dissi “Si, però perché tuo padre si è comportato così? Cioè a Catania sono state commesse delle porcate e lui non dico che le ha avallate ma sicuramente il giornale ha chiuso un occhio su certe cose mentre altri tipo Fava si ci buttavano su queste cose, ne parlavano!” e lui mi ha detto “Eh ma l’ha fatto per poter lavorare, sennò non poteva lavorare, tanto è vero che poi a Fava lo hanno ammazzato.”

Salvo: “Ma te l’ha detto lui o…?”

Dino: “ Lui. Ti parlo del ’93,’94, Domenico è mio coetaneo…Lui giustificò suo padre così, cioè dicendo l’unico modo per poter lavorare a Catania è questo, altrimenti ti sparano, ti fanno fallire…E’ una risposta che però non mi è piaciuta! Perché era come dire, non è che noi siamo cattivi, non è che noi siamo mafiosi, non è che noi siamo con i potenti, non è che noi siamo conservatori, a noi che ci interessa? Però per continuare a lavorare, ad essere ricchi…Dobbiamo stare con i potenti, a Catania i potenti sono la chiesa, la Dc, la mafia ecc…Noi siamo stati tra virgolette vicino a questi.
Questo discorso, che non mi piace, secondo me è piuttosto vero, non vedo in Ciancio uno…Anche per come ha educato i suoi figli…Ci sono figli dei ricchi che sono ragazzini sprezzanti, arroganti, con le macchinone, che fanno pesare il fatto di essere ricchi, loro non sono così. Da questo particolare punto di vista, ad esempio, io lo stimo ben più di altri imprenditori catanesi.”

Salvo: “ Domenico Ciancio aveva un grande senso della disciplina…”

Dino: “ Assolutamente. Loro sono persone con i piedi per terra. Ma questo è anche molto amaro. Da ragazzino, parlando con i miei ci chiedevamo di Domenico (che è cresciuto tra virgolette a casa mia), ci chiedevamo quando crescerà, quando sarà il suo turno, cosa farà? Secondo mia madre al giornale non ci avrebbe lavorato mai, perché lui è un buono, per essere li invece devi fare i compromessi e diventare un mezzo maiale ed invece non è andata così perché lui sta lavorando al giornale ed è già un potente ora, di fatto fa il segretario di redazione, ma alla fine è un pezzo grosso. Nel senso che è pur sempre il figlio del capo assoluto, l’unico figlio maschio, fra l’altro, quindi non è un semplice segretario di redazione. E’ un decisore. Non so se “decida” cose che in realtà ha già deciso il padre… comunque non è certo un semplice giornalista. Tra l’altro non è uno che scrive bene Domenico Ciancio quindi io mi auguro per lui che non farà il giornalista, ma detto questo che è sempre una mia opinione… Io credo che alla fine Domenico farà il direttore de La Sicilia. Se ne parlava già alle elementari, capisci, era predestinato a quel ruolo ed io credo che alla fine lo ricoprirà. Parlando di Mario, comunque, il fatto che abbia educato i figli in certo modo secondo me significa che non si tratta di un personaggio “cattivo” in se, ma fondamentalmente di un personaggio avido, cioè secondo me il grande peccato originale di Mario Ciancio è che lui è un imprenditore eccessivo: vorrebbe speculare su tutto!”

Salvo: ”E ci riesce?”

Dino: “ E ci riesce. Io guadagnavo dieci milioni l’anno e sono convinto che se camminavamo io e Mario Ciancio per strada e vedevo cinquantamila lire in terra e li raccoglievo, lui…Si sarebbe stressato che non li aveva visti prima di me e quindi non li aveva presi lui. Questa non è una battuta. E’ una mia personale convinzione. Mario Ciancio, questa è una critica che gli si può obiettivamente muovere secondo me, e che spiega molti dei suoi comportamenti, è che lui è un imprenditore che punta direttamente al guadagno e basta. La sua forma mentis, la sua filosofia di vita è spremere il più possibile da tutto. Questo lo porta ad avere dei comportamenti in vari settori, come in quello dell’informazione in cui si hanno anche responsabilità etiche, morali…Più che nel coltivare arance o pistacchi o nel fare le altre cose che fa. Questo lo porta ad avere dei comportamenti che a me non piacciono…Mi hanno deluso moltissimo e secondo me fanno male alla città.”

Salvo: “Quali?”

Dino: ”Diversi. Io ti faccio un esempio strano[…]Una persona che conosco io aveva un agrumeto confinante con la proprietà di Ciancio che non so se lo sai, è proprietario veramente di mezza sicilia! Cioè è un proprietario terriero…Forte! Ciancio gli aveva chiesto di vendere e lui non lo voleva vendere, questa cosa è durata degli anni. Ciancio aveva fatto un’offerta e quello aveva risposto ”No, a questo prezzo no!”. Un bel giorno a questa signora gli hanno bruciato tutto l’agrumeto!
A quel punto gli e l’ha venduto a Ciancio…Che non ha cambiato offerta. L’agrumeto vale di meno se è bruciato…

Salvo: “Ma gli e l’ha pagato lo stesso prezzo…”

Dino: ” Gli e l’ha pagato quanto aveva offerto prima. Ne più ne meno. Questa cosa…Non è che l’agrumeto si è bruciato da solo… Io adesso voglio dire forte e a scanso di equivoci, che sono strasicuro che mai e poi mai Ciancio direbbe ad un suo dipendente “Vai a bruciare quell’agrumeto così poi me lo compro”. Sono sicuro! Forse farebbe qualcosa di peggiore se ha un interesse maggiore ma per una così scema non farebbe questa porcata…Questo è un mio convincimento. Sono altrettanto convinto però che non è un caso se si è bruciato quell’agrumeto… Perché se tu hai al tuo servizio centomila persone e di queste persone non ti interessa come sono ma che svolgano bene il loro lavoro…Può darsi che una di queste centomila persone ti faccia un favore senza neanche bisogno che gli e lo chiedi. Capisci? Questa è la mentalità di cui ti accennavo prima. La mentalità del guadagno in assoluto. Secondo me Ciancio è così.
Ma il motivo per cui noi siamo qui a fare quest’intervista è un altro: parlare del giornale “La Sicilia” e parlare della situazione dell’informazione a Catania che è dominata da questa famiglia”

Salvo: ” Inizialmente il lavoro è nato come inchiesta sociologica su Antenna Sicilia. Era un compito di scuola diciamo…[…] Poi parlando con Benanti…Lui mi ha stupito, mi ha detto un sacco di cose di cui non ero a conoscenza e quindi ho pensato che mi sarebbe piaciuto approfondire, capire bene e quindi…”

Dino: “ La cosa da cui parte tutto è che in Sicilia non c’è pluralità di informazione, Ciancio domina tutta l’informazione. Questo di per se è un male. Se Ciancio fosse più comunista di me, se fosse il veicolo di una informazione limpida, comunista, pluralistica…Sarebbe un male lo stesso quando fosse in una situazione di monopolio. Il monopolio è male, sempre, anche in economia[…]E’ un peccato gravissimo soprattutto quando è un monopolio di informazione, fa male sempre ma a Catania ha prodotto una serie di aberrazioni allucinanti sulle quali mi piacerebbe dirti quello che ne penso.
Il monopolio di informazione ha prodotto problemi simili in diversi campi. Fondamentalmente in due.

1) Qualità dell’informazione: la qualità media dei programmi televisivi e del giornale è penosa. Questa è una precisa volonta di Ciancio. Su questo potrei parlare a lungo perché su questo ho delle pezze di appoggio, delle cose pratiche che sostengono la mia tesi


2) La completezza dell’informazione. L’informazione influenza l’opinione della gente, il voto, i comportamenti sociali delle persone, comportamenti di acquisto ma non solo…Se non ci fossero le veline molte ragazze vivrebbero in maniera diversa ad esempio[…]

Questi due problemi sono talmente abnormi a Catania, perché talmente potente è questo monopolio dell’informazione che io azzarderei un ipotesi. Un’ipotesi che non so se Orioles o Benanti ti ha fatto.
L’ipotesi è questa: Il vero potente a Catania è Ciancio. Non sono i politici. Che si chiamino Bianco, Scapagnini, Graci, Drago, Costanzo…”

Salvo: “ Benanti ha detto le stesse parole”

Dino: “ Arriveremo al punto che non sarà più l’informazione, l’imprenditore che farà un favore al politico per poi ottenere qualcosa da lui…Ma esattamente il contrario. E questo è un caso che credo si riscontra solamente a Catania. In Italia c’è un solo altro personaggio monopolista, devastante che è Berlusconi, ma in quel caso il potere mediatico coincide con quello politico quindi […] siamo a livelli gravi veramente!
Ma a livello locale Ciancio è il più forte, il meno contrastato in Italia. Questa è una cosa sulla quale riflettere. Non so se sai ad esempio…Che Ciancio ha fatto una grande lotta per battere la concessionaria pubblicitaria dei fratelli Accetta. Al di là del fatto che Accetta ha fatto casini, è finito sotto inchiesta per storie di tangenti ecc…Ma a parte questo, la lotta è stata senza quartiere. Ciancio decide di “impadronirsi” di un settore, e può farlo perché ha una tale potenza economica che è quasi impossibile resistergli. Come uno che si siede ad un banco di chemin fra ragazzi che giocano un euro ed ha un milione di euro sul tavolo: è chiaro che vincerà tutto. Solo che non è lo chemin, è la nostra vita, capisci, anche la mia e la tua. Con quella storia dell’aeroporto, della concessione per i cartelloni pubblicitari pagati ad un prezzo ridicolo… Anche lì lui ha vinto. E, io credo, per lui vincere significa soprattutto guadagnare. E’ un imprenditore che vuole solo guadagnare e d’altro canto i politici…Sospetto, immagino, ipotizzo…Che ci siano dei politici che gli fanno favori senza che neanche lui lo sappia! […]
Cambiando discorso, mi sembra assurdo quello che leggevo dall’intervista che hai fatto a Domenico Ciancio, che diceva che il direttore – editore è un segno di indipendenza…Mi sembra una troiata mondiale! Mi dispiace per il caro amico Mimmo Ciancio ma questa sua tesi mi sembra proprio indifendibile!”

Salvo: “La stessa cosa che ha detto Orioles…”

Dino: “E certo! Non è affatto “puro”! Il direttore – editore è quello che fa quello che vuole. E’ l’unico caso! E’ come se De benedetti facesse il direttore del ”La Repubblica”! L’indipendenza dei giornalisti…Viviamo in un’Italia in cui alcune cose sono talmente inattuate che si stanno dimenticando, noi arriveremo al punto in cui uno prende una tangente va a Canale 5 e dice orgoglioso “Io ho preso una tangente” e tutti gli applaudono…Sull’informazione siamo allo stesso punto, è talmente netto il fatto che Berlusconi piazza i suoi uomini a Rai uno, Rai due… Quasi diventa normale il fatto che il direttore del giornale debba fare ciò che vuole l’editore ed è esattamente il contrario: Il direttore del giornale dev’essere I N D I P E N D E N T E. Il direttore di un giornale deve, dal punto di vista deontologico…Dovrebbe fare un giornale in cui ci sono a suo parere i fatti più rilevanti del giorno se è un quotidiano, della settimana se è un settimanale ecc…E gli approfondimenti, l’inchiesta, le opinioni, i commenti. Mi piace quando dicono “I fatti separati dalle opinioni”, d’accordo! Ma i fatti ci devono essere! Ma non puoi dire che l’editore puro è quello che è anche il direttore del giornale! Quello è l’unica impurità onesta, “Sono talmente impuro che faccio quello che più piace a me!” però non dirmi che è un editore puro! E’ sovietico! Mi sembra una cosa da regime! E’ come dire “Qua si fa tutto quello che voglio io! Perché non solo decido io a chi do lo stipendio, ma decido anche chi scrive cosa, cosa si scrive e cosa non si scrive…!” Anziché “La Sicilia” si dovrebbe chiamare “Mario Ciancio”!Quindi Domenico non può dire…Cos’ha detto di preciso?”

Salvo: “ L’editore ed il direttore devono lavorare molto in simbiosi quindi è inutile avere due figure separate perché spesso entrano in conflitto”

Dino: “ Non sono d’accordo per due ragioni:

1) L’editore può essere anche un semplice imprenditore.

2) I giornali hanno un orientamento politico ecc…Ma credo che la libertà di stampa si fondi soprattutto sulla libertà da parte dei redattori, e quindi anche del direttore, di interpretare a proprio modo gli accadimenti e quindi avere una linea che può essere anche distante dall’editore del giornale.

Talvolta questo capita in alcuni giornali come “l’Unità”, l’editore di riferimento sono i Ds e Furio Colombo fa incazzare Fassino.”

Salvo: “ Meno male…”

Dino: “ Meno male tra l’altro!Se tu chiedi l’opinione a Dino Giarrusso è una se tu chiedi un’opinione…Al di là, filtrata da quello che io vorrei…Io ti dico che tra Fassino e Colombo c’è uno scontro. Non so se lo sai questo, io lo so, quando Colombo ha dato una rubrica a Marco Travaglio, Fassino s’è incazzato! Perché odia Marco Travaglio!”

Salvo: “Cavolo!”

Dino: “ Il che è demenziale però è un dato di fatto…Comunque, il fatto che sia un bene che Mario Ciancio sia direttore – editore con tutto il rispetto per Domenico Ciancio…Penso sia una baggianata. L’editore “puro” è quello che non ha alcun altro interesse che la casa editrice. Quindi, in teoria, non può farsi influenzare in niente perché il suo unico scopo è vendere (giornali, libri, etc.) Ciancio –oltre ad essere direttore del suo stesso giornale- ha interessi in TUTTI, praticamente, i settori dell’economia siciliana e meridionale. Dunque è uno fra i più impuri in assoluto…

Salvo: “ Tu ne hai mai risentito di questa fusione tra il ruolo del direttore e quello dell’editore, quando lavoravi li?”

Dino: “ Allora…Apriamo il capitolo Escher, Angela Ciancio…Io sono stato una figura molto anomala…Sono stato, perché non lavoro più la e non faccio più neanche il giornalista di professione…Sono stato una figura molto anomala nel palazzo de “La Sicilia” e ti spiego il perché.

Abbiamo parlato prima di monopolio, monopolio per me significa qualità bassa. Perché? In soldoni, se uno vuole fare il giornalista a Catania o fa come Benanti che è il più bravo! Poi ce ne saranno seimila come lui, ma lui è il più bravo e non guadagna, guadagna poco, si deve arrabbattare o se vuoi guadagnare dei soldi devi andare da Ciancio. Non è una cosa da poco quella che ho detto in tre secondi! E’ una cosa enorme! E’ una cosa che ha una serie di conseguenze infinita…”

Salvo: “ Dillo a me che sono iscritto a Sc.della comunicazione a Catania…Ora capisci perché mi ha interessato così tanto questa tematica. Mi riguardava in pieno! E mi ha stupito moltissimo il venire a conoscenza di questa situazione aberrante a Catania”

Dino: “ Se Ciancio ti dicesse, dico Ciancio per dire, per indicare comunque la dirigenza del giornale…Dunque se Ciancio ti dicesse: “Vuoi fare il giornalista? Bene, lavora gratis per tre anni, poi ne parliamo” a questo punto hai tre possibilità:

1) Gli dici di no e non becchi una lira COMUNQUE

2) Gli dici di no e vai a lavorare fuori Catania

3) Gli dici si

Quindi se vuoi fare il giornalista a Catania, devi dire “Si”. Se lui ti dicesse che non ti paga per quattro anni, devi dire “Si”, se ti dicesse per un anno e poi ti do cinque mila lire al pezzo, tu devi dire “Si”! Già questa cosa è demenziale, è assurda, non sta ne in cielo ne in terra! Perché non è che in tutto il resto d’Italia tu arrivi e dici “Salve sono Salvo Mica appena laureato in Sc.della comunicazione e voglio fare il giornalista!” ti dicono: “Si! Prego si accomodi ecco tre milioni e mezzo al mese!” E’ chiaro che è difficile fare il giornalista, perché c’è un esubero, perché la carta stampata va di meno, è chiaro che è difficile soprattutto essere assunti, essere un professionista, magari fai il collaboratore per anni, poi ora ci sono i co.co.co.: micidiali! Ma non esiste un posto in cui tu per avere l’opportunità di fare il giornalista nella tua città puoi andare solo da uno! Non esiste! Non ha senso! Non funziona! Già questo è un primo motivo. Poi, secondo me, c’è un altro motivo, subdolo indimostrabile, ma è la mia opinione ed è il seguente: se si fa qualcosa di qualità al “La Sicilia”…Innanzitutto la qualità costa, e come ti ho detto prima se Ciancio può risparmiare ottanta lire, è felice. Quindi, perché spendere del denaro in più per fare una cosa di qualità quando tanto anche se faccio una cosa di bassa qualità la gente il giornale se lo deve comprare!? Se vuole sapere cos’è successo a S.Giovanni la Punta, a Catania, a S.Agata li Battiati, a Ragusa…Devi comprare “La Sicilia”. Chiuso. Quindi se tu gli fai un articolo di merda oppure uno molto buono, gli mandi tre fotografi o ti spari le foto ansa, se gli mandi tre inviati o ti rigiri la notizia Ansa, è la stessa cosa! La qualità costa, quindi il primo motivo per cui il monopolio abbassa la qualità è questo. La gente o muore di sete o per dissetarsi deve bere la mia bibita ovvero “La Sicilia”. Questo non è confutabile perché è la verità. Secondo motivo, confutabile ma che credo io e credo di averlo capito da quando ho lavorato io, è la mia opinione quindi...Se qualcuno gratis va da Mario Ciancio e gli dice “Ti faccio una cosa di qualità” e lui gli dice si…Non gli dice si nella realtà ma comunque, facciamo finta! E c’è uno che davvero glielo fa gratis! Quando uno spettatore vede una qualunque cosa di qualità, gli può venire in mente ”Ma perché non lo rifanno?” Se tu a uno gli dai da mangiare sempre brodo liscio, il giorno che gli dai una fetta di carne, quello si comincierà a domandare, “Ma perché non me la dai mai?” Questa cosa qua, secondo me, confutabilissima…Ciancio è molto determinato da questo punto di vista, la qualità bassa tiene tutto sotto controllo. Secondo me “La Sicilia”, Antenna Sicilia, tutto il regno mediatico di Ciancio è come una ruota che cammina molto lenta[…]per lui più lenta gira e meglio è, meno cose succedono in un giorno meglio è perché tanto ogni giorno lui guadagnerà X lire, e non gli e ne frega niente del come. Più passa il tempo meglio è. Più le cose rimangono come sono, meglio è! Perché adesso lui è l’unico imprenditore in quel settore che ci guadagna, quindi perché devo far entrare uno che è bravo, è intelligente, ha idee che però può mettere in testa ai dipendenti certe cose, poi magari mettiamo che questi sono dieci, venti si mettono insieme e fanno un giornale per conto loro o qualcosa del genere… Perché dovrebbe farlo? Non gli conviene.”

Salvo: “ Ti basi sulla tua esperienza a “La Sicilia”?”

Dino: “ Mi baso sulla mia esperienza a “La Sicilia” ma mi baso anche su quello che ho studiato, perché essendo laureato in Scienze della Comunicazione e vedendo certe dinamiche credo che dietro a queste dinamiche ci sia un certo percorso. In base al fatto che ho lavorato li ed ho compreso perché certe persone sono messi in certi posti. Come ti dicevo prima: Ciancio è un decisore assoluto[…]quando tu vuoi fare tutto di testa tua, se hai dieci galline non c’è problema, se ne hai diecimila la cosa diventa un po più complicata, allora quando le cose si cominciano ad espandere ci sono soli pochi modi per continuare a fare tutto di testa tua: o metti gente di cui ti fidi ciecamente, o metti delle teste di legno, degli “utili idioti” diciamo…Credo che Ciancio abbia scelto questa seconda opzione. Non credo cioè che i personaggi che sono più in vista al giornale siano i più intelligenti, i più bravi giornalisti…Assolutamente no!Anzi! Credo che siano le persone che lui ritiene innocue. Questa è la mia opinione, magari è pesante ma la dico lo stesso.
Prendiamo il caso di Tempio, che è uno importante all’interno del giornale. Per carità, un bravo giornalista, un professionista, tutto quello che vuoi…Dopo di che…Credo che Tempio sia uno che non contraddirebbe mai il direttore.
C’è stato un giornalista: Milazzo che è stato vicedirettore del giornale, “condirettore” anzi…E poi Ciancio lo ha silurato dopo poco tempo, ci fu una mezza rivoluzione interna allora, la redazione si arrabbiò, ci furono scioperi ecc…ecc…Io non stimo in maniera incredibile Milazzo ma sicuramente aveva fatto qualcosa di positivo perché aveva portato uno sprazzo di novità, di vitalità di… Da allora in poi nessun’altro personaggio brillante, a mio parere, ha più avuto un incarico importante nel giornale.”

Salvo: “Cos’è cambiato?”

Dino: “ E’ stato tanti anni fa, ero ancora studente, non ci lavoravo, ma ricordo che cercava di fare de “La Sicilia” un giornale più completo…Secondo me “La Sicilia” è un giornale di pessima qualità. Secondo me è di pessima qualità per i motivi che ho detto prima, perché ci lavorano giornalisti in buona parte non di grande qualità, quelli bravi sono svogliati, perché l’ambiente porta ad essere svogliati, perché non si vogliono fare cose di qualità. Questo è il motivo generico, astratto, diciamo…Ma praticamente posso dire che è di bassa qualità perché raramente c’è una bella inchiesta, praticamente mai…E’ molto raro che leggendo un articolo de “La Sicilia” ti indigni! Nel senso che leggi un articolo, un resoconto di politica e ti arrabbi! Non ti capita mai, leggendo La Sicilia di dire “Ma questo come si permette…” (qualunque sia la tua opninione intendo!) La politica ad esempio è trattata con una voglia di annacquare tutto, è trattata come…Un minestrone, al di la della posizione che prende il giornale…Cerca di smussare tutto, cerca di fare una pappetta molto annacquata…Sembra quasi che se si potessero togliere quelle pagine di politica nazionale, lo farebbero… sembra quasi che gli pesi doverne parlare per forza. E’ noioso leggere la politica su “La Sicilia”. Molto noioso. E questo vale per moltissimi settori del giornale.”

Salvo: “ Non c’è nessuno che dia del personale, diciamo…”

Dino: “ Si…Qualche volta Mario Centorrino che occupandosi delle cose della nostra isola, a volte scriveva delle cose interessanti, oppure Zermo (con risultati a mio parere terrificanti…) o altri che provano delle analisi…Ma è raro e comunque è sempre e solo un editoriale, la cronaca politica è una noia, la cronaca sportiva della serie A, di quello che non riguarda prettamente le squadre siciliane è altrettanto scialba, ”La Sicilia” è un giornale che in moltissime parti si fa ricopiando le notizie Ansa. Che tristezza è?! […] Anche se mi leggo “Libero” che è all’opposto di me, mi fa arrabbiare però ho letto un giornale! “Il foglio” penso che sia il giornale più fascista in assoluto, il più schierato, il più subdolo, il più pericoloso perché normalizza la situazione Berlusconiana, fa finta che Berlusconi sia un normale potente è il più schierato con Berlusconi, è quello che odio di più, ma è un bel giornale. E’ fatto bene. Per questo lo ritengo pericoloso. Non dico che “La Sicilia” è fatto male perché non è di sinistra, affatto!! E’ un giornale di scarsa qualità in assoluto, non è questione di schieramenti. Non parliamo dello spettacolo! Una volta c’era…Sai che “La Sicilia” nella prima pagina ha quattro notizie in alto, con una piccola foto, c’era la foto di Fiorello con su scritto “Fiorello esordisce sul grande schermo”, all’interno c’era tutto un articolo su Fiorello e sul suo esordio nel cinema, per un film il cui protagonista era il fratello. Beppe Fiorello, detto Fiorellino. Questo cosa vuol dire? Vuol dire che l’inviata neanche c’è andata alla conferenza stampa!Non c’è andata! Altrimenti lo vedeva che non era Fiorello, era suo fratello! C’era una finta intervista montata chissà come… Vecchie foto ansa di Fiorello, e via dicendo. Cioè hanno preso una toppata micidiale, un’intero pagina (con richiamo in prima) per una notizia che NON C’ERA!!! Cioè l’esordio di Fiorello al cinema. E i giorni seguenti non una smentita, o un chiarimento ai lettori, o delle scuse. NULLA!! E’ tragicomico! Un’altra volta c’era un articolo sul “Diario di Bridget Jones”, sono quelle interviste che sono fatte dall’Ansa, riprese dalle varie agenzie…L’articolo su “La Sicilia” era intitolata “Renèè Zellweger: Bridget Fonda sono io” Bridget Fonda invece di Bridget Jones! Capisci il livello??”

Salvo: “Ce ne vuole…!”

Dino: “ C’è qualcuno che si impegna…Dino Lodato e Giuseppe Attardi che tra l’altro è di Siracusa, credo che sia il caporedattore della sezione spettacolo, o forse è solo il responsabile di Vivere Giovani… adesso non so che funzione ricopra ad oggi. Ma anche lui mi sembrava uno stanco, annoiato…Fare il giornalista secondo me vuol dire avere anche molta energia, molto entusiasmo. Per fare un giornale bene, bisogna avere voglia di farlo bene! Tu puoi essere un giornalista bravissimo ma se fai un articolo bellissimo e io te lo riduco, te lo taglio te lo censuro; secondo articolo bellissimo stessa storia, terzo articolo bellissimo, magari te lo fanno passare ma accanto al tuo articolo nella pagina ci sono quattro puttanate, o quattro cose noiose scritte in maniera becera e poi c’è il tuo articolo su cui hai lavorato fino alle tre di notte per scriverlo benissimo… bè, dopo dieci anni che fai questo lavoro hai già mandato a quel paese tutti gli articoli bellissimi. Forse anche dopo dieci mesi. Un giornale cui la media è bassa mortifica anche i giornalisti bravi che si annoiano e finiscono coll’adeguarsi allo status quo di bassa qualità e questo vale pesantemente anche per la televisione ed io ho lavorato principalmente per la televisione! …E su internet per il Newspaper Games. Io sono stato uno di quelli che hanno lanciato assieme ad Escher il Newspaper Games…Anzi, a me m’ha coinvolto proprio Escher, non è che mi voglio arrogare diritti… Escher assieme ad Andrea Lombardo hanno avuto quest’idea del Newspaper Games e poi loro mi hanno chiamato per dirigere il sito internet del newspaper games, che poi è diventato il sito de “La Sicilia”, è stato un esperimento per lanciare il sito de “La Sicilia”,diciamo... Perché quando io sono tornato da Siena con questa laurea in Sc.della comunicazione pochissimi sapevano di internet a Catania, nessuno ne capiva niente e nessuno conosceva il video digitale e il montaggio digitale. Questa è stata la cosa che mi ha permesso di lavorare subito e di guadagnare subito, anche se non tantissimo…Questa è un’ altra cosa, io prima ho fatto l’ipotesi dei due anni gratis…Ma nella realtà chiunque entra al “La Sicilia” sa che per un tot periodo lavora gratis. Questo posso affermarlo, giurarlo, dirlo con certezza…Chiunque entri a “La Sicilia” sa che lavorerà gratis per un periodo e per un periodo più lungo lavorerà sotto pagato e non avrà il contratto da praticante che ti permette poi di diventare professionista. C’è una giornalista che si chiama Ombretta Grasso che mi sembra che sia diventata adesso giornalista, dopo diciassette anni che lavora al giornale, Dino Lodato a quanto mi risulta fino a due anni fa non era giornalista dopo non so quanti anni che lavora al giornale e che ha suo fratello che era un pezzo grosso della televisione e del giornale: Andrea Lodato! Ciascuno di noi ha bisogno di mantenersi, di guadagnare dei soldi, di avere una vita normale…Se tu quindi stai cinque anni in un posto senza aver riconosciuti i tuoi diritti… Perché –attenzione– questo non si potrebbe fare, lo posso dire tranquillamente, ma non penso sia solo Ciancio che non rispetti le regole, attenzione…In realtà in Italia tu puoi fare il collaboratore esterno per un giornale, ma se tu stai in redazione dalla mattina alla sera, di fatto sei praticante! E quindi devi avere il contratto da praticante! Invece ci sono personaggi come Ombretta Grasso, Alberto Cigalini, Dino Lodato…Io ne conosco alcuni ma ce ne saranno altri trenta che non conosco! Questi stanno li dalla mattina alla sera, si fanno il culo, fanno la cosidetta “cucina” del giornale, fanno il giornale[…].La “cucina” è una rottura vera e propria! Ed è pesante come lavoro! E’ un passo della gavetta che poi ti porta se sei bravo ai piani più alti del giornale, chi la fa comunque è praticante, in realtà, quindi dovrebbe avere un contratto per legge che a Catania in realtà non ha! L’ unico che abbia fatto una vertenza in questo senso…Non ricordo il nome…Era un giornalista che si occupava di sport, dopo anni di questo trattamento ha fatto la vertenza ed ha vinto! Ma naturalmente poi ha smesso di lavorare in Sicilia e se n’è andato a lavorare chissà dove. “

Salvo: “ E ti pareva…”

Dino: “Poi ci sono moltissimi pubblicisti che lavorano a “La Sicilia”. Ma insomma…C’è questa situazione per cui secondo me in parte la qualità viene sacrificata, perché dopo cinque anni che lavori li, guadagni poco, capisci che l’andazzo è che più stai tranquillino meglio te la passerai domani, ma perché ti devi mettere ad inventare cose o a fare cose pazze? Cosa ci guadagni ad essere “brillante”, o innovativo, o colto ? Niente. Non ci guadagni niente. Al massimo rischi di perderci qualcosina e di stare sul cazzo a gente molto in alto. […]Il giornale “La Sicilia”, ecco ora mi è venuta la parola giusta, prima ho detto la ruota lenta che gira ecc…Il giornale “La Sicilia” è un giornale edulcorato, anestetizzato…Anche le cose gravi che succedono, vengono trattate in maniera calma…E’ rarissimo leggere un articolo forte su quel giornale. A volte è interessante la pagina della cultura, ma anche quello è raro. Ti faccio un esempio terra terra: se sei un calciatore od un tennista ed hai maestri bravi è più facile che migliori, se resti a Catania con un maestro babbo, resti il tennista che sei. Se sei un giovane giornalista e la scuola, le ossa te le fai a Catania dove tutto si muove lentamente e comunque c’è il monopolio quindi a nessuno frega niente di fare cose speciali, cresci con questa mentalità! E chi cresce nella mediocrità secondo me rimane mediocre, questo in tutti i campi della vita ma in particolare nel giornalismo. Perché fare il giornalista può essere un mestiere eccitante, avventuroso, rilevante da un punto di vista sociale, ci sono giornalisti che hanno fatto la storia d’Italia: Biagi, Montanelli, Pratolini, Buzzati, Pannunzio…”

Salvo: “Mussolini”

Dino: “Mussolini che nessuno si ricorda mai che è stato giornalista, hai fatto bene a ricordarlo! Scalfari stesso quando ha fondato “La Repubblica” quando uscì “L’Espresso” “Capitale corrotta nazione infetta” quella fu un’inchiesta che per esempio rivoluzionò il rapporto tra potere e giustizia, in Italia, a Roma in particolare ci fu una bella sferzata! Sulle Brigate Rosse ci fu chi le ha trattate in un certo modo e chi le ha trattate in altro modo…Pansa, Jacobelli, Barbato…Queste sono persone che hanno fatto la storia del paese! A Catania, mi sembra che il giornalismo mi sembra un modo come un altro per guadagnarsi uno stipendio. E non sai quanto questo mi dispiaccia. Quelli che hanno fatto “la storia” di Catania, o almeno ci hanno provato, come Fava, finora hanno perso.”

Salvo: “ Si tira a campare.”

Dino: “Si, si tira a campare. “

Salvo: “Io ho una lacuna che spero tu mi possa colmare. Domenico Ciancio dice una cosa, su quest’argomento, Benanti un’altra: Co.Co.Co.
Benanti mi dice a “La Sicilia” si sta esternalizzando tutto, ovvero è sempre più difficile trovare un servizio fatto da un giornalista interno alla redazione ed invece è molto più semplice trovare una persona esterna, un ragazzo che fa le fotografie, ti scrive l’articolo…A cottimo. Le sue parole sono state ”Alla fine gli dai la mancia” cioè questa persona non ci campa con questo lavoro e questa cosa, lui mi diceva che sta invadendo tutta la Sicilia ed anche altri giornali. Parlando con Domenico Ciancio…L’esatto opposto…”

Dino: “ Che ti ha detto Domenico Ciancio invece?”

Salvo: “ Domenico Ciancio mi ha fatto un lungo discorso ed ha tenuto a precisare che ne “La Sicilia” non ci sono mai stati licenziamenti”

Dino: “ Ma neanche assunzioni però.”

Salvo: “ Mi ha addirittura detto che negli anni ’80 quando c’è stata l’informatizzazione de “La Sicilia” e quindi c’era una macchina od un programma, che poteva fare il lavoro di quattro persone, la dirigenza aspettava che quattro persone adibite a quel lavoro andassero in pensione prima di comprare quella macchina”

Dino: “Questo credo sia in parte vero. Non proprio come te l’ha detto lui però…”

Salvo: “ Poi mi ha detto, per quanto riguarda i Co.Co.Co. la parzializzazione, l’esternalizzazione, la storia del lavoro a cottimo, del cosidetto “call job”…In Televisione (in Antenna Sicilia Ndr) non esiste, al giornale questa realtà è molto molto ridotta, al massimo ci sono degli stagisti, ma la maggior parte del giornale è fatto dalla redazione. Io non avendo possibilità di indagare…

Dino: “Premetto che non lavoro più ne “La Sicilia” dal 2000. […]In parte quello che dice Domenico Ciancio è vero. Premessa: in Italia in molti settori aderenti al giornalismo stanno prendendo piede i co.co.co o le partita iva…Io quando sono andato a Roma per nove mesi ho lavorato a My-tv emittente del “Corriere della sera” che allora era pompatissima perché allora c’era il periodo boom delle quotazioni in borsa…Mi pagavano 4 milioni al mese! Un signor stipendio! Dopodiche…Non è che ero assunto! Ogni mese facevo la fattura…Quindi non pensiamo che sia solo “La Sicilia” a fare cose del genere…In Italia lo fanno quasi tutti!”

Salvo: “ Questa cosa l’ha detta anche Benanti, purtroppo…”

Dino: “ Cosa grave, che forse Benanti non sa…Da un lato Ciancio(Domenico Ndr) ha ragione, perché la maggior parte degli articoli sono fatti da redattori interni al giornale, ma dall’altra ha torto, perché sono sì interni al giornale ma non assunti! Come quelli di cui ti ho accennato prima io! Non so se negli ultimi anni c’è gente che fa gli articoli, fa le foto e poi gli danno 20000 lire, può essere…Ma secondo me non gli danno neanche le 20000 lire.Se devo dire la mia…Può anche essere…Ma non è tanto questo il fatto secondo me…Il fatto è che la maggior parte della redazione non è assunta! E non piglia una lira oppure piglia X lire a caso!”

Salvo: “ Come campano?”

Dino: “Non lo so. Avranno i genitori…Non lo so. E’ vero quello che dice Ciancio, cioè che la maggior parte degli articoli è fatta da gente che sta all’interno del giornale, ma alcuni non prendono neanche i soldi…Perché sai che per fare il pubblicista servono 70 articoli pagati…40000 lire mi pare, ora non so bene in euro quant’è…Io non sono neanche pubblicista, proprio per non fare queste polemiche con Ciancio…”

Salvo: “Tu cosa sei?”

Dino : “Io sono un libero professionista, ora faccio l’aiuto regista, scrivo qualche volta ancora per qualcuno, ma gratis, ho guadagnato anche tanto facendo il giornalista ma sempre come collaboratore, come free – lance, mai assunto. “

Salvo: Sei mai stato praticante?”

Dino: “ Praticante e assunto sono la stessa cosa. Pensavo che questo tu lo sapessi…Il praticante lo devi assumere. Per diventare giornalista professionista devi fare per due anni il praticante, quando fai il praticante il tuo datore di lavoro ti da una cifra,e paga allo stato dei contributi[…]gli costa a lui fare sta cosa, abbastanza! Dopo due anni tu fai l’esame, se lo superi diventi giornalista professionista. Da giornalista professionista innanzitutto se sei disoccupato per due anni hai diritto a due milioni al mese, poi quando ti assumono non è che ti pagano quanto vogliono loro! Hai un minimo di stipendio che devono rispettare, se sei caporedattore un altro minimo, se sei vice capo servizio un altro ancora…[…]Anche nel cinema capita. Ti dicono “Io ti do un milione e mezzo a settimana , un milione ufficiale e mezzo milione in nero” perché poi il cinema paga un 10% in più di contributi di tutti gli altri settori per motivi che non ti sto qui a spiegare… Quindi quando io prima parlavo di praticante, volevo dire assunto. Attenzione! Assunzione vuol dire spesa per il giornale! La gente che lavora a “La Sicilia” è gente che si fa il culo li per anni senza essere assunti! Non hanno il praticantato, che è un prerequisito fondamentale per accedere all’esame che poi ti farà diventare giornalista professionista! Anche se sei pubblicista, se non sei assunto come praticante non potrai MAI diventare professionista. Ed essere professionista porta con se un sacco di vantaggi…Hai la cassa dei medici… Hai un sacco di cure e di attenzioni mussoliniane, bisogna dirlo…E’ uno dei pochi ordini fondato da Mussolini che ha mantenuto gli stessi privilegi di quando è stato creato, non è cambiato niente! Se sei giornalista professionista hai diritto ad uno psicologo pagato dall’ordine, tu e tua moglie, se sei sposato, tu e la tua compagna se non sei sposato, tu e il tuo compagno se sei omosessuale!”

Salvo: “Incredibile!”

Dino: “Si! Incredibile! E’ uno dei pochissimi casi in cui un omosessuale viene riconosciuto come tale. Se tua moglie partorisce ti pagano tutto! Puoi andare nella clinica che vuoi…In tutti i trasporti hai uno sconto…Prima era del 75%, ora l’hanno ridotto, prima era uno sconto mafiosissimo! Quindi ti dico…Essere professionista porta moltissimi vantaggi ma porta anche a delle spese per il giornale”

Salvo: “E questo non va bene…”

Dino: “No, questo non va bene[…]”

Salvo: “ Sostanzialmente hanno ragione sia Domenico Ciancio che Benanti…”

Dino: “ No, ha ragione in teoria Ciancio(Domenico Ndr) peccato che quella che lui chiama redazione non è una vera redazione perché molte persone della redazione sono collaboratori pagati così…Almeno fino a tre anni fa, ma non credo che in questo lasso di tempo le cose siano cambiate troppo…E’ vero che negli anni ’80 hanno assunto delle persone e non hanno licenziato granchè…Neanche adesso!Perché non assumendo non licenzi…Semmai, quelli nuovi non li assumi mai. Continui a fargli fare i collaboratori ecc…Io prendevo un discreto stipendio quando lavoravo al newspaper games, soprattutto per uno che era agli inizi…Ma non ero assunto, facevo la fattura ogni mese.

Salvo: “Un’altra cosa che mi ha detto Benanti che voglio verificare con te…Un’affermazione che è scritta nel mio lavoro…Sostanzialmente lui mi dice che all’interno de “La Sicilia” si perpetuano le generazioni

Dino: “ Verissimo”

Salvo: “ Io ad esempio sono Sciacca…”

Dino: “ Hai fatto un nome giusto! […] E’ vero. Ma è vero anche in molti altri settori. Non per sminuire il “Caso Ciancio” ma è vera e anche molto più drammatica nei notai, nei magistrati ecc…Il nepotismo in Italia c’è ovunque […] Ti potrei fare una marea di esempi. Ho preso prima l’esempio di Dino Lodato, proverino! Sicuramente non si è fatto i miliardi lavorando al giornale, ma comunque è stato facilitato dal fatto che il fratello era molto conosciuto all’interno del “Gruppo Ciancio”. Ti potrei fare l’esempio della figlia di Schillirò che è stata mia allieva ed ha iniziato a scrivere a diciott’anni che già secondo me è sbagliato, perché secondo me a diciott’anni non è all’altezza di scrivere. Comunque affari loro[…]Al giornale conviene perché la pagano poco, nel mentre lei si fa il nome, quindi è una sorta di “Do ut des”. Il problema è che per una ragazza di diciotto anni che ha sempre vissuto a Catania, e il cui padre è giornalista alla Sicilia, il massimo dei massimi è scrivere su quel giornale. E si sente privilegiata (in un certo senso lo è) perché ha questa opportunità. Ma così non imparerà niente, e sarà un’altra di quelle firme “annacquate” del giornale. Spero di sbagliarmi, naturalmente, ma temo di no…”

Salvo: “ Mi è venuto in mente un esempio sul fastidioso ambito che ci siamo lasciati alle spalle. Ercolano. Sia Orioles che Benanti mi hanno raccontato che una giornalista aveva scritto un articolo su Ercolano definendolo “noto boss”, poi Ciancio a distanza di una settimana l’ha chiamata nella sua stanza e l’ha rimproverata di questo…Facendogli trovare Ercolano li! Ascoltare la narrazione di quest’episodio mi ha raggelato…”

Dino: “ Non conoscevo quest’episodio…”

Salvo: “ No perché ripensavo alla tua posizione…Ciancio & i potenti, Ciancio & i cattivi…”

Salvo: “Tu perché hai lasciato “La Sicilia”? ”

Dino: “ Io l’ho lasciata per un caso fortuito. Ettore Scola mi ha chiamato e mi ha proposto di collaborare alla regia per un suo film. Io nella vita avevo due aspirazioni, la massima era quella di fare il regista, l’altra quella di fare il giornalista. Comunque mi piaceva fare il giornalista[…]Sono stato secondo me fortunato perché ho lasciato un attimo prima che quella piccola oasi che si era creata attorno a me sprofondasse…”

Salvo: “ Quella che era stata creata da Angela Ciancio?”

Dino: ” Quello che ti aveva accennato Orioles…E’ andata così: Escher ed un signore che si chiama Andrea Lombardo avevano creato il newspaper games. Idea meritoria a mio parere. Poi quest’iniziativa è diventata enorme, quindi c’ erano anche sponsor disposti a spendere tanto per questo. Siccome Mario Ciancio se n’è chiamato fuori…Diciamo che ha detto “se la fate gratis va bene”, e ha lasciato Angela a controllarci. Nel ’98 (o nel ’99 non ricordo bene) le cose sono andate benissimo per loro: addirittura Berlinguer, l’allora ministro dell’Istruzione è intervenuto a parlare di questa cosa, gli sponsor hanno cacciato un sacco di soldi quindi… Tanto che c’era una situazione paradossale: in tutto il palazzo c’erano piccoli uffici con computer sminchiati e vecchissimi…Da noi invece c’erano poltrone enormi, schermi 21 pollici, computer dell’ultima generazione…E guadagnavamo dei soldi, perché te l’ho detto, la maggior parte dei giovani guadagnano pochissimo o niente, noi eravamo pochi (tre-quattro ragazzi) però molto privilegiati… Contemporaneamente c’è stato il boom di Internet in borsa…Il Dottore Ciancio si è incominciato ad interessare ad Internet, lui non aveva mai neanche acceso un computer! La prima volta che ha visto un computer collegato ad Internet l’ha visto con me e con Ciccio Grasso, bravissimo informatico che lavorava lì con noi, uno di quei tre-quattro appunto. Questo per dirti che secondo me quando Mario Ciancio ha cominciato a subodorare che questi soldi erano troppi per noi e che con questi sponsor si poteva guadagnare molto e che questa cosa si stava allargando, se ne parlava troppo…(ed era una cosa di qualità, attenzione!) Ciancio nell’arco di un annetto ha messo le mani su questa cosa che…Infatti è un’altra cosa che è diventata moscia. Classica “anestesia ciancesca”.
Io una volta mi sono permesso di fare un articolo molto forte, un reportage con tanto di foto, schierato dalla parte dei centri sociali contro lo sgombero dell’Auro. Io sono riuscito a farla uscire in internet, senza nessuna censura: immagina la libertà che avevo acquisito al giornale! E Ciancio era proprio la controparte dell’Auro, l’uomo contro cui il Centro sociale si era scagliato spessissimo. Credo di aver potuto godere di tanta libertà perché il direttore non aveva grande dimestichezza con il mezzo internet, quando l’ha iniziata ad avere e quando ha cominciato a capire che ci potevano girare molti soldi… la festa è finita. Nel frattempo però quel gruppo era cresciuto ed ha potuto fare cose importanti. Il gruppo si chiamava La Sicilia Multimedia. Grazie a questa “protezione” io ho potuto fare (insieme a altri ragazzi che avevano molta voglia di fare) un programma che si chiamava “Reporter per un giorno” uno spazietto alla fine del telegiornale di tre minuti in cui i ragazzini potevano fare i reporter, potevano mostrare un inchiesta che avevano svolto sul loro territorio o un’intervista ad un personaggio famoso…Questa cosa è andata veramente bene, le scuole si sono entusiasmate, ho fatto montare tutto in digitale, fuori dal giornale…Era una cosa che si consegnava al giornale a scatola chiusa, il programma costava 40 milioni ed a loro sono entrati 75 milioni quindi i soldi sono comunque entrati. Ma a tal proposito ti dico solo una cosa che racconta molto dell’atmosfera che si respira a “La Sicilia”, e che è più significativa di ore e ore di parole che posso dirti io: nella prima puntata noi abbiamo mandato in onda un servizio fatto da una scuola di un quartiere molto disagiato di Catania: S. Cristoforo. La professoressa d’Italiano che si chiamava Motta, molto brava, che ci teneva a far recuperare questi ragazzi che andavano lì, ignoranti, spesso figli di delinquenti che non sapevano neanche parlare in italiano. Hanno fatto un servizio sulle terme di S.Cristoforo che sono sempre chiuse. Ed è un peccato perché è una risorsa non sfruttata della nostra città. Loro si sono impegnati molto e noi proprio per premiare il fatto che i ragazzi di un quartiere popolare avessero fatto una cosa così, l’abbiamo mandato in onda per primo. Ebbene appena finito il servizio è arrivata la telefonata di un giornalista, mi sembra che allora fosse il direttore del telegiornale, che ha detto: “Ma che m’avete fatto mandare in onda? Manco in Italiano sapevano parlare questi!” Quest’episodio rappresenta la mentalità del giornale. Perché lui non è che ha pensato alla tematica sociale… alla bellezza del fatto che ragazzi completamente fuori da ogni possibilità di aggregazione e di creatività si fossero impegnati in quel servizio, no! Lui ha pensato all’accento catanese che avevano alcuni di quei ragazzi. E poi secondo me era stressato perché noi avevamo fatto un programma per i cazzi nostri senza chiedere soldi a nessuno, anzi facendo guadagnare soldi al giornale…E fatto bene! Pulito, montato in digitale, con belle musiche…Tu pensa che nella prima settimana alla fine, nei titoli di coda c’era scritto…Questo è vero, puoi andarlo a vedere nelle vhs non mi sto inventando niente! C’era scritto: “Reporter per un giorno, un programma di Dino Giarrusso…” dopo una settimana mi hanno fatto cambiare i titoli di coda.”

Salvo: “Cosa ti hanno fatto mettere?”

Dino: “ Un programma a cura di Domenico Tempio, realizzato dalla redazione della Sicilia Multimedia […] Inutile dire che Tempio non sapeva assolutamente NULLA del nostro programma, non era mai venuto nemmeno ad una riunione, non conosceva nessuno di noi. Però bisognava mettere il suo nome. Non si poteva mettere il nome di uno, altrimenti “Chi è questo?” Le invidie all’interno del giornale, proteste, lamentele. Quelli non

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E aggiungo pure
by . Tuesday, Sep. 06, 2005 at 6:56 PM mail:

Che se vogliamo sapere di piú su Ciancio basta andare sul sito:
http://www.erroneo.org e digitare nel motore di ricerca il succitato cognome...

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EVIDENTEMENTE PREFERISCONO ALTRE SOSTANZE ?
by Paolo Dorigo n.42 progressivo Tuesday, Sep. 06, 2005 at 8:48 PM mail: paolodorigo@alice.it

A Catania i centri sociali subiscono repressione allucinante da parte di un "sistema integrato" che assomiglia più a un regime estremamente violento che non a una società moderna, ma questo non fa paura al proletariato, e sarebbe bello stupirsi che ci siano giornalisti che scrivono certi articoli.
Molti vogliono tenere la Sicilia sotto la doppia oppressione, del capitale e della borghesia nera, per non dire della tripla oppressione per le donne e i bimbi/e.
Libertà per la bimba di Mazara del Vallo e tutti i bimbi sequestrati !

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il fumo uccide
by il fumo uccide Tuesday, Sep. 06, 2005 at 8:50 PM mail:

il fumo uccide

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ne sappiamo qualcosa
by vabbè, siamo anarchici Thursday, Sep. 08, 2005 at 2:06 PM mail:

Beninteso che è sempre fastidioso sapere di articolacci e inviti alla repressione da parte di chicches-sia, soprattutto quando provengono da quei servi dei servi ecc. dei giornalisti de “La Sicilia”.
Sarebbe il caso di dire due parole sui “gestori e su tutti coloro che lavorano attivamente al centro” come loro stessi si definiscono, utilizzando dei termini che fanno pensare più ad un’impresa che ad un posto autogestito. È facile domandare solidarietà quando i cani del potere ti abbaiano contro, è più facile ancora dimenticarsi di darla a chi rischia quotidianamente la galera, ed è sicuramente più comodo ignorare tutti quei compagni che ci stanno marcendo dentro, magari facendo sterili dichia-razioni di principio di fronte ad iniziative solidali nei loro confronti.

La solidarietà (che per noi non è solo una vuota parola) è ovvia e scontata.
MERDA SU “LA SICILIA”
MASSIMA SOLIDARIETÀ AL C.S.A AURO
SOLIDARIETÀ A TUTTI I COMPAGNI COLPITI DALLA REPRESSIONE
FUOCO ALLE GALERE (e che sia la volta buona)

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il cuore solidale
by del Guernika Thursday, Sep. 08, 2005 at 3:57 PM mail:

Leggendo nei giorni precedenti quella merda di giornale della “Sicilia” abbiamo notato vari articoli infamanti e repressivi nei confronti del csa Auro. Noi del Guernika fabrik sappiamo bene che significa repressione, la viviamo tutti i giorni. Siamo più o meno tutti indagati perché violiamo le leggi di questa società che disprezziamo profondamente, finora ci si siamo leccati le ferite da soli, siamo stanchi di sentire sempre di attacchi contro chi combatte questo sistema con i propri mezzi. Il csa Auro è un posto dove siamo passati tutti, dove pure noi abbiamo organizzato le nostre iniziative.
Speriamo che questa sia la volta buona che tutte le realtà si uniscano contro la repressione non facendo distinzioni di sorta

Massima solidarietà al csa Auro
Massima solidarietà a tutti gli spazi occupati colpiti dalla repressione

Guernika vigila
stop repressione

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