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ANCORA SUL "SUICIDIO" OLIVIERI - MOVENTE IL VIMINALE - SISES
by Paolo Dorigo ESCLUSIVA AD INDYMEDIA Thursday, Nov. 03, 2005 at 12:56 AM mail: paolodorigo@alice.it

IL VERO MOVENTE DI UNA CONDANNA A MORTE GIA' SCRITTA: IL SUICIDIO OLIVIERI. IL MOVENTE E' L'ESISTENZA DEL SISES - VIMINALE E IL SEQUESTRO CERVIA AD OPERA DEI SERVIZI SEGRETI NAZIONALI

UN SUICIDIO DI STATO – MOVENTE IL SISES DEL VIMINALE
Questo elenco è costato la vita per “suicidio” tecnologico a Vincenzo Olivieri, nel lager di Spoleto, un anno esatto dopo (luglio 2004-2005) che lo aveva ricostruito per me ed il movimento comunista. Anche per questo documento mi è stato sequestrato il computer dalla DDA di Firenze il 25-1-2005 (Digos e ROC). Occorre ricordare che Vincenzo partecipò alle rivolte nelle carceri negli anni ’70, come a quella del vecchio carcere di Spoleto, e a numerose azioni dei Comitati di lotta nelle carceri speciali. Pur non approvando la sua ansia di avere aiuti dall’esterno che non era serio chiedere con modalità non conformi alla sicurezza, lo stimavo per la sua storia, e come uomo per la sofferenza che portava con dignità arrivando allo scontro con la custodia molto spesso. Era condannato per 14 omicidi e aveva vari ergastoli sulle spalle, e 27 anni scontati di carcere in due periodi diversi. Per avere una possibilità di uscita, la vita carceraria dopo il periodo delle rivolte lo aveva portato a “scambi” di alto livello per cui era riuscito una volta a mettere i piedi fuori di galera, e voleva riuscirci di nuovo. Il suo principale cruccio era quello di voler aiutare la moglie di Davide Cervia, tecnico di guerre elettroniche, a trovare il marito, a me disse che si trovava in un bunker dei servizi NATO in terra araba, dove vengono effettuati esperimenti segreti, e che il collegamento con questo viaggiava con un sito arabo-russo, proprio perché sono strutture che operano sotto copertura anche rispetto ai servizi nazionali, a cui forniscono “servizi ed informazioni”. Avrebbe in pratica partecipato per conto terzi al sequestro di Davide Cervia, ma senza sapere a chi andava consegnato. Vari racconti di questo genere fece alla psicologa-criminologa di Spoleto, che lo incontrava ogni settimana, anche poche ore prima di morire. E’ incredibile che lo abbiano lasciato morire suicida, uccisosi dopo innumerevoli atti di autolesionismo, sapendo che io sapevo molte sue storie. Pensavano di farmele dimenticare ?
Del fatto che lo hanno lasciato morire vi è denuncia del detenuto Aldo Frabetti, persona assolutamente estranea ai reati per cui è stato condannato, uomo e padre di famiglia come pochi, innocente capro espiatorio delle tesi dell’antimafia nei processi per le stragi del 93, e per una di queste condannato a 11 anni e 10 mesi, una condanna che neppure il pm voleva.
Questo documento è stato inviato ad alcuni avvocati, ad alcuni giornalisti.

SENZA EFFETTO. Nemmeno quando due dei nomi qui contenuti li ho indicati in un documento per una assemblea di movimento contro la repressione. Probabilmente il movimento di classe non ha ancora imparato a gestire queste cose alla luce del sole. Per me in detenzione è abbastanza difficile. Rendo noto questo documento assumendomi la sola responsabilità di crederlo autentico conoscendone l’estensore e non per scaricarla su Vincenzo che ora è morto, dato che lo resi noto con lui vivo e con il suo permesso pur di non rilevarne, come infatti rispettai, la fonte. Ma ero sia io che probabilmente lui spiato con il controllo mentale e la vendetta è arrivata.

SETTORE SISTEMA INTERNAZIONALE DI ESTREMA SORVEGLIANZA

6° piano sotterraneo del Viminale (Ministero interni italiano, ultimi ministri, Bianco, Napolitano, Scajola, Pisanu)

Scriveva Vincenzo con la sua terminologia appositamente circonvolta: “Questo Ufficio di Rappresentanza Internazionale” (termini che usava per minacciare il DAP con i suoi sistemi di pressione per ottenere qualche miglioramento della propria situazione sanitaria che volgeva alla morte entro 2 o 3 anni) “è preposto a concorrere in simbiosi con parametrati equivalenti, per notiziazione e nozionamento di eventi irrisolti dallo Stato della Repubblica italiana che non interessano in prima persona delega la coordinazione approcciale a siti di altra natura e specie”.

[nota mia Un significato ce l’ha: è un ufficio segreto di ambito NATO che coordina le spiate e le delazioni galeotte specie dei carceri speciali (che sono una delle fonti primarie in Italia dell’intelligence) verso i relativi destinatari onde permettere alle varie entità statali di prevenire atti o di reprimere reati del passato in cambio di particolari benefici, pubblici e segreti, carcerari, gestiti dal DAP-Ufficio 41 bis e soprattutto in certi carceri speciali dove i direttori sono agenti segreti con doppia tessera; per non fare lunghi elenchi, limitiamoci a ricordare Voghera del “suicidio” Sindona, e le mediazioni di certe cosche sul sequestro Soffiantini]

“L’Ufficio del S.I.S.E.S. è così rappresentato ufficiosamente:
Supervisore direttivo: ex Ammiraglio Marina Militare, ex Vice Ministro della Difesa, attuale Senatore FALCO ACCAME, Via Giustiniani 11, 00195 ROMA, telefono riservato 06-67063878 fax 06-67063995. (Falco Accame era stato repubblichino).
Direttore coordinatore responsabile: Vice Presidente IAI, Ministero della Difesa dr. Silvestri Stefano (di fatto un agente cia come Luttwak).
Consulente legale internazionale Avv.Michele Gentiloni Silvery, via XX Settembre 118, 00187 Roma (di fatto un agente cia, italo-americano).
Consulente operativo Maggiore comandante capo – Settore operativo Aeronautica – dr.Palmeri Natale Antonio.
Responsabile pubbliche operazioni: ex sindaco di LATINA, dr. Finestra Aimone.
Responsabile istituzionale: Vice capo di gabinetto del Ministero di Giustizia dr.ssa Iannini Augusta.
Pubbliche relazioni stampa: dr. Cicinelli Gianluca (Messaggero di Roma), rapporti con Digos, ecc.
Settore operativo capo: Mr. Arconte Antonino”
costui si propone pubblicamente come “esterno” al Viminale e avrebbe testimoniato al processo Moro (cfr. intervista resa al Corriere della sera luglio 2005 dopo scandalo polizia parallela)[che dovrebbe avere un suo sito, non sono andato a guardare]
Inoltre vari funzionari carcerari da lui spesso conosciuti anche personalmente:
Sebastiano Ardita, Riccardo Turrini Vita, Francesco Gianfrotta (ORA ALLA PROCURA DI TORINO), Enrico Ragosa (ovviamente), Mattiello (ovviamente), Giovanni Mula di Bitti (collegato a Ragosa), Vincenzo Puggioni (idem), Agazio Mellace (già commissario di polizia, poi direttore carcerario a Voghera e Opera), Contestabile, Padovani stesso (diceva solo per SISDE), Fragomeni (diceva solo “a disposizione”), Ganzer, Andreassi (ex capo Digos nazionale, in origine capo Digos a Mestre prima di Albanese), Augusta Iannino (vice gabinetto giustizia), Alfredo Mantovano, De Stefano (Ucigos), e i docenti Giovanni Marchesini di Padova e Salvatore Settis di Pisa.



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